Sarò certamente deriso a fine stagione, quando si rileggeranno le mie speranze di scudetto (eh sì, l’ho detto e ormai non posso più tornare indietro…).
Però non capisco perché non si possa sognare, perché non si possa almeno sperare di infilare la classica annata in cui le imbrocchi tutte, ma veramente tutte.
Non mi sono mai voluto accodare al pensiero di un calcio troppo serioso e se comprendo l’amarezza e la delusione di una retrocessione (per forza, l’ho provata!) non riesco a sintonizzarmi con chi dice “eh no, a certe cose è meglio non pensare”.
Ma perchè? Cosa ci perdiamo?
Il calcio è divertimento, è distrazione dalla routine quotidiana, è un modo per evadere da solito tran-tran e sentirsi partecipi di eventi collettivi.
E’ vero che per me è anche lavoro, ma non per questo voglio rinunciare a fantasticare su quello che potrà succedere da qui a maggio.
Chi vuole, rida pure senza problemi, io mi tengo le mie follie.