Giugno 2006


Ho forse esagerato stasera nel Pentasport?
Per chi non l’avesse seguito, preso dall’entusiasmo di avere al telefono il presidente del Torino Cairo neo promosso in serie A, gli ho snocciolato a memoria la formazione del mitico Toro che giusto trent’anni fa vinse lo scudetto, rimontando cinque punti in tre partite alla Juve.
Il fatto è che io per il Toro ci sento davvero moltissimo, ovviamente a distanza notevole rispetto alla Fiorentina, ma lo seguo con passione fin da quando, appunto, conquistò quell’incredibile tricolore.
Qualche chilomentro più lontano c’è il Livorno, ma questo è un altro discorso che non piace a molti di voi, mentre non riesco ad appassionarmi al Verona, forse a causa dell’atteggiamento razzista di una frangia della loro tifoseria (ma fino al 1998 non era così e nel 1985 ero molto contento per il loro scudetto).
Tornando al Toro, nel 1991 volevo addirittura andare a tifare granata di persona nello spareggio per un posto Uefa (poi vinto) con la Juve e nella stagione successiva mi dispiacque da matti quando perse la finale Uefa contro l’Ajax.
Siccome avevo saputo che c’era stata qualche frizione nel gemellaggio, dovuta certamente ad incomprensioni, ho messo la pulce nell’orecchio a Cairo che ha promesso di intervenire.
I bandieroni viola e granata che girano insieme intorno al campo prima della partita sono immagini che fanno bene al cuore, almeno al mio.

Rimangono intatte tutte le perplessità sul personaggio che ci siamo raccontati nei giorni scorsi, ma è giusto dire che Luca Toni al Mondiale è partito molto bene.
Meglio certamente di Gilardino, a cui è stato curiosamente equiparato nelle valutazione di alcuni commentatori televisivi a fine gara.
Gli è mancato solo il gol, che non è poco per un attaccante, ma per il resto mi è sembrato il Toni dei giorni migliori: determinato, capace di saltare l’uomo nell’uno contro uno, perfino poco incline alla protesta quando veniva fermato fallosamente.
Sinceramente una sorpresa, una bella sorpresa, soprattutto dopo le opache prove delle amichevoli.
Sono curioso di vedere cosa farà Lippi con Iaquinta, che effettivamente sta molto bene sul piano fisico.
La conferma di Toni contro gli Stati Uniti mi pare doverosa, ma non si sa mai…

Nel tardo pomeriggio di oggi arriva la notizia che forse Iaquinta potrebbe essere preferito a Toni.
Incredibile un mese fa, possibile domani sera, viste le condizioni tutt’altro che brillanti del centravanti viola.
Centravanti viola?
E qui, come direbbe Nanni Moretti, si apre il dibattito.
Siamo veramente dispiaciuti davanti ad una clamorosa esclusione di chi ha fatto chiaramente capire di stare di malavoglia a Firenze?
Io sono uno di quelli che 24 anni fa fece le due di mattina per sapere dai giornali freschi di stampa se il grande Antognoni avrebbe o no giocato la finalissima in Spagna.
Non giocò, e tifai per la ripetizione della partita, in modo da vederlo in campo il martedì successivo.
Ora, con Toni, oscillo tra la voglia di avere uno della Fiorentina in azzurro e la intima (perfida) soddisfazione di immaginare che così il signor Luca Toni, e con lui magari pure la signorina Marta Cecchetto, abbassa un po’ la cresta.
E voi come la pensate?

E’ stato grande Massimo Sandrelli, che è riuscito a mettere allo stesso tavolo di discussione l’ex procuratore nazionale antimafia Piero Vigna e l’ex designatore Paolo Bergamo.
Su Rtv38 ieri sera è venuta fuori la più completa trasmissione su calciopoli degli ultimi tempi, tanto che pare che Odeon sia interessata per riproporre il programma in tutta Italia.
Come dire? Visto che Maometto non va alla montagna, cioè visto che dalla 7 dopo tutte le promesse di Pastorin non si muove niente…
Bergamo è rimasto collegato per quaranta minuti da Livorno e ha completamente scagionato la Fiorentina per il famoso incontro di Bagno a Ripoli, molto più esaurientemente di quanto non avesse fatto da Mentana.
In pratica, dice Bergamo, i dirigenti viola gli chiesero solo arbitraggi più equi per le ultime tre gare di campionato ed io mi presi l’impegno di mandare arbitri di prima fascia.
E così fu, con Rodomonti, Rosetti e Collina.
Garante dell’operazione, l’ineffabile Innocenzo Mazzini, a cui poi Mencucci telefona esasperato alla fine del primo tempo di Lazio-Fiorentina e si può capire perché.
A me pare una ricostruzione credibile e comunque effettuata non da un terzo, ma da un protagonista.
Anzi, dal protagonista principale della vicenda.
A me pare che Bergamo ci abbia dato (raccontando la verità, o almeno la sua verità) una bella mano a passare un po’ più sereni il week-end.

Paolo è Paolo Bergamo, che ieri sera a Matrix ha scagionato la Fiorentina da ogni colpa per la fin troppo famosa cena di Bagno a Ripoli.
“Mi hanno solo chiesto arbitraggi equi”, ha detto l’ex designatore e a questo punto la giornata inizia bene.
Confesso di aver perfino avuto un sussulto da Champions, ma forse è meglio volare bassi.
Marta è Marta Cecchetto, immortalata sul magazine della Gazzetta dello Sport abbracciata al suo Luca Toni, che sarebbe il centravanti della Fiorentina.
La signorina Cecchetto afferma che “Luca farebbe la differenza nell’Inter”: uno spot di pessimo gusto, una caduta di stile che non si addice ad una modella di classe come lei.
Penso che Toni sapesse qualcosa delle esternazioni calcistiche della sua dolce metà e quindi qui siamo alla seconda uscita a vuoto nel giro di venti giorni.
Non è che dobbiamo cominciare ad interessarci se per caso a Palermo ci vendono i fischietti a metà prezzo?

P.S. Mi avete convinto e mi sono sbagliato: in caso di partenza forzata (da lui), niente fischi per Toni.
Noi fiorentini sappiamo essere molto più originali e poi, come si dice, Firenze città d’arte, va in tasca a chi arriva e a chi parte.

Prima di tutto mi scuso con coloro a cui non rispondo nei post, ma vi assicuro che queste sono giornate convulse in cui è già difficile ritagliarsi il tempo per scrivere queste poche righe.
Ho una grande redazione, che ha confezionato cinque ore di diretta con notizie, interviste e commenti, è bello orchestrare tutto da fuori senza intervenire, dà l’idea di qualcosa che cresce.
Ma è stata una giornatuccia, non nascondiamocelo: sconfitti dalla Juve a Rimini e quelle parole di Borrelli, a cui però non darei tutto questo peso.
Mi sono sembrate dettate un po’ dalla stanchezza e un po’ dal tentativo di non essere terribilmente banale nelle sue interviste, a cui comunque lui tiene molto (lo ha detto pure il figlio che è vanitoso), perché altrimenti troverebbe il modo di uscire e dribblare ogni giorno i cronisti.
“La serenità come arma di difesa” credo debba essere concessa a tutti gli imputati, non c’è niente di straordinario in quella frase che non abbiamo digerito.
Il fatto però è che noi siamo talmente usurati psicologicamente da tutta questa storia, che da Borrelli avremmo preteso l’assoluzione urbi et orbi prima ancora che l’inchiesta sia conclusa.
Cerchiamo insomma il lieto fine anticipato a tutti i costi, perché pensiamo (giustamente) di avere già dato e come in tutte le aspettative non mantenute siamo travolti dal minimo evento contrario.
L’avevo scritto un paio di settimane fa: sarà lunga, e pure molto faticosa.

Stamani ho trovato il cellulare pieno di messaggi di amici perplessi o arrabbiati per la rappresentaza mediatica della Fiorentina a Porta a Porta.
Con Della Valle da Vespa c’era infatti Pupo da Vespa a difendere i colori viola.
Ora, io non ho visto la trasmissione e non posso certo dare un giudizio, ma dopo un attimo di stupore mi sono chiesto: ma perchè Pupo no?
Siamo sicuri che un signore di spettacolo di cinquant’anni, ora all’apice del successo e da sempre davvero tifoso della Fiorentina, ci rappresenti davvero peggio del sottoscritto, di Ferrara, di Rialti, della Righini o di Calamai?
Conosco Enzo Ghinazzi da venticinque anni e vi assicuro che sulla sua passione viola non ci sono dubbi.
E allora perché essere così snob da storcere la bocca per queste scelte: ragazzi, non esageriamo.
Meglio Pupo, che conosce la televisione come le proprie tasche, di tanti improvvisati guitti di trasmissioni televisive, che perdono la testa e la credibilità quando si accende la lucina rossa della telecamera.
Oggi comunque abbiamo da occuparci di cose più serie e stasera tutti alla radio con Bardazzi e Pratellesi a tifare per la Primavera.

Disastro calcistico: classica partita di vecchie glorie all’Affrico a cui, dopo i recenti e molto relativi successi sul campo, ho deciso sciaguratamente di partecipare.
Appoggio di Pin, tentativo di restituzione del pallone allo stesso Pin e…strap, dolore lancinante alla coscia, con annesso gol di Robbiati, che ci ruba il tempo e va a segnare alla sua maniera.
E così eccomi qui alle quattro del mattino sospeso tra le fitte alla gamba e l’eccitazione per la finale scudetto contro la Juve dei ragazzi viola, che ieri pomeriggio mi ha fatto tornare indietro di 22 anni.
Per l’esattezza a un giorno di novembre del 1984, quando decisi che avremmo fatto la radiocronaca di Anderlecht-Fiorentina e mancavano solo due giorni alla partita.
Ora con i cellulari è molto più semplice, però ho avvertito lo stesso entusiasmo di allora e penso che un po’ sia perché tutti noi abbiamo bisogno di calcio giocato e questa sfida di domani sera è una gran bella occasione.
Sarà Leonardo Bardazzi ad effettuare la radiocronaca, insieme ad Andrea Pratellesi, che ha seguito per tutto l’anno i giovani di Cadregari.
E’ giusto così, perché nella sua prima vita radiofonica Leonardo ha fatto molte cronache della Primavera e conosce la “materia” meglio di me.
Io sarò ovviamente all’ascolto, ma voi, se potete, andate a Rimini perché un Fiorentina-Juve con lo scudetto in palio non è che capiti proprio tutti i giorni.

Spero proprio di sbagliarmi, ma temo proprio che rimpiangeremo Stefano Fiore, troppo spesso sottovalutato nella passata stagione.
Sei gol, nove assist, diverse pause: siamo proprio sicuri che Santana farà meglio?
Me lo auguro, però avremmo potuto tenerli entrambi e non mi sembrava che Fiore costasse un’esagerazione.
Con poco più di due milioni di Euro si comprava dal Valencia e poi, vista la sua voglia di rimanere a Firenze, gli si poteva pure chiedere un sacrificio sull’ingaggio.
A me è sembrata una delle persone più positive transitate a Firenze negli ultimi anni, uno che è giustamente orgoglioso delle sue qualità tecniche e che quando ha sbagliato (vedi la targa dell’Olimpico) ha avuto l’umiltà di chiedere scusa a tutti.
Ma soprattutto credo che sia un fior di giocatore sul piano tecnico e magari nella prossima stagione avrebbe potuto fare meglio, visto che conosceva benissimo quello che Prandelli vuole da lui.
Lo saluto con un pizzico di dispiacere.

Grande giornata di calcio stamani alla Sales.
Giovanni Galli mi ha fatto l’onore di chiamarmi a presentare la premiazione del quinto memorial intitolato a Niccolò e nell’ordine ho apprezzato:
1) Ciro Ferrara che si è fatto 900 chilometri per ritirare un premio solo per amicizia verso Giovanni e per la memoria di Niccolò
2) Sandro Piccinini, che di chilomentri ne ha fatti 600 per lo stesso motivo e che essendo un mio vecchio amico si è pure sorbito tutta la mia (e la vostra) lamentela per la mancanza di giornalisti fiorentini in televisione a livello nazionale
3) calcio leale e divertente fra squadre di ottimo livello (Bologna, Fiorentina, Parma, Milan)
4) lo straordinario spirito della famiglia Galli, che è riuscita a trasformare una tragedia insopportabile in un atto d’amore permanente per gli. Io non so sinceramente se sarei riuscito a fare lo stesso
5) le parole senza retorica di Luciano Spalletti, ospite a sorpresa, venuto alla Sales perché “Niccolò era un ragazzo delizioso, che ho conosciuto e che mi sarebbe piaciuto allenare”.
Un sorso di aria pura, poi domani si ricomincia con i veleni.

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