Fiorentina


Se non ci fossero state le ultime due gloriose (sul campo) stagioni, sarei piuttosto preoccupato della campagna acquisti viola.
Non piace infatti a nessuno veder partire campioni del mondo, giocatori veri anche se rozzi (Blasi), giovani che avevano toccato il cuore per il loro impegno e i loro gol (Reginaldo) e vedere arrivare un mezzo titolare della Juve e un manipolo di sconosciuti di belle speranze.
Ma siccome, appunto, ci sono i due anni precedenti, credo che tutto questo nervosismo sia un po’ fuori luogo, perché per ora Della Valle/Corvino/Prandelli non hanno mai tradito.
Da fonti certe so che Corvino è tranquillissimo e per niente angosciato dalla piega che sta prendendo il mercato viola e se è tranquillo lui non vedo perché si debba essere agitati noi.
Detto questo, però, io sto in campana, nel senso che mi riservo di esprimere eventuali critiche alla campagna acquisti della Fiorentina, come è già avvenuto in passato con Lobont e Kroldrup, non esattamente due affari straordinari.
Ora comunque è troppo presto.

Certo che siamo buffi con questa storia di Reginaldo, che a me piace moltisimo, soprattutto fuori dal campo.
Io credo che un’attenta analisi dell’evoluzione del Reginaldo giocatore non possa che portare ad una considerazione tecnica: è un buon elemento, da tenere nei 18, ma non si può pensare di farlo partire titolare.
Il fatto è che se Reginaldo e Mutu giocassero la stessa identica partita noi daremmo 5,5 a Mutu e 6,5 a Reginaldo perché partiamo prevenuti all’incontrario.
Siamo stati cioè convinti per mesi che Reginaldo fosse quasi antitetico al calcio, poi ce lo siamo visti sbocciare da giocatore vero e allora qualsiasi cosa faccia ci sembra un mezzo miracolo.
E lo scrive uno che per Reginaldo ha sostenuto duelli dialettici televisivi.
Ma se per caso arriva un’offerta davvero importante, sui 6/7 milioni di Euro con relativa succosa plusvalenza, penso che l’ottimo Reginaldo si potrebbe pure dare via, anche se con dispiacere, soprattutto umano.

P.S. Devo tornare a sottolineare come questo blog non sia un giornale o una radio, che non esistono finalità di lucro e che di conseguenza gli argomenti scelti seguono l’estro (non sempre felice, ma dovete portare pazienza…) del suo proprietario.
Tutto questo per dire che non mi pare il caso di criticare la scelta di due post dedicati alla vicenda Flachi, o per meglio dire: criticate quanto volete nel merito, ma non la scelta di fondo, perché se dovessi seguire una “scaletta”, anche questo diventerebbe un lavoro e non un piacere.

Non sono riuscito a farmi capire: se Flachi fosse mio figlio gli tirerei tanti nocchini in testa perché ha perfettamente ragione chi ha scritto che ha dilapidato una fortuna, intendendo come fortuna il talento che gli è stato regalato da madre natura.
Il mio ragionamento però era un altro e partiva da ragioni affettive.
Flachi è uno di casa nostra, lo abbiamo visto sbocciare all’Isolotto, fare un po’ lo sbruffone e regalare gioi vere in maglia viola ed infine diventare giocatore vero, importantissimo, nella Samp.
Durante tutti questi anni di lontananza da Firenze lui non ha mai smesso di volerci bene e allora credo che sia giusto volergliene anche noi, dopo avergli tirato (metaforicamente) i nocchini in testaanche per evitare che si perda del tutto.
Per questo non penso sia giusto che rimanga solo, per questo penso che sarebbe opportuno fargli sapere che qui c’è sempre qualcuno che gli vuole bene.

Quando aveva vent’anni Flachi, giocava a fare il grande ed in più di un’occasione entrammo, pure pesantemente, in rotta di collisione.
Avevo 35 anni e certi suoi comportamenti mi sembravano insopportabili.
Spesso, come accade oggi con altri golden boy viola, aveva intorno gente che sapeva dorgli solo di sì per convenienza.
Poi non l’ho più visto per intere stagioni e quando ci siamo incrociati di nuovo mi è sembrato diverso, più maturo e se era vero quello che ogni tanto si bisbigliava in giro, beh, lui sapeva fingere molto bene.
Io non dimentico le sue dichiarazioni d’amore assolutamente disinteressate verso la Fiorentina, le sue mancate esultanze per i gol ci segnava, insomma il profondo rispetto che ci ha sempre portato.
E non dimentico neanche quello che mi disse alla vigilia di una gara col Bologna di fine maggio 2005: che avrebbe giocato certamente per la Champions della Samp, ma un po’ pure per la nostra salvezza.
Oggi che la stessa Sampdoria ha compiuto il passo inevitabile della richiesta di recissione del contratto e che è quasi certo il suo stop fino al 2009, ecco oggi sarebbe bello che Francesco Flachi, che certamente ha molto sbagliato, ma soprattutto sulla propria pelle, sapesse che da queste parti c’è ancora gente che gli vuole bene.

Ormai sapete tutti della mia simpatia personale e del rapporto costruito negli ultimi tre anni con Giampaolo Pazzini, che intervistai la prima volta quando era ancora un ragazzo all’Atalanta.
Un ragazzo però con la testa da calciatore, molto più maturo dei suoi 20 anni, che intanto sono diventati 23.
E sapete anche delle stilettate che ho dato (con dispiacere) a Valeri Bojinov, che ama spesso circondarsi di persone che gli dicono (o gli dicevano, spero) che va tutto bene, che lui è il migliore e che sono gli altri a sbagliare e a non capirlo.
Detto questo, è bene essere chiari: nella storia del prolungamento del contratto, Pazzini e Bojinov sono esattamente sullo stesso piano e hanno perfettamente ragione Prandelli e Corvino: devono dimostrare di credere nel progetto viola firmando fino al 2011.
Non ci possiamo infatti più permettere un altro caso Toni, bisogna stare belli e tranquilli per costruire o provare a costruire qualcosa di importante.
E dirò di più: Pazzini farebbe bene, ancora più di Bojinov, ad affrettarsi a dire sì ed è strano che uno accorto come Tinti non abbia capito che in questo momento di tutto avrebbe bisogno Giampaolo tranne che di nuove pressioni extra campo.
Abbiamo puntato molto su di lui, gli vogliamo bene perché è uno dei nostri, ma ora ha un assist da sfruttare.
Ecco, guardi di non sciuparlo.

Bisogna essere sinceri: Pazzini e Montolivo hanno giocato un Europeo deludente, nettamente al di sotto delle attesse probabilmente eccessive e comunque supportate dal loro ottimo finale di campionato.
Non sono stati certo aiutati da Casiraghi e da una squadra senza anima e troppi solisti, però hanno fatto poco, veramente poco.
Eppure io dico che questa mezza botta alla fine sarà salutare per i due ragazzi, che essendo intelligenti si chiederanno in cosa hanno fallito e capiranno che dovranno osare di più.
Così li troveremo belli e affamati alla ripartenza di luglio.
Ed è stato per loro, sopratttutto per Pazzini, un bell’allenamento sulle critiche ricevute, che saranno più o meno le stesse che leggeranno o ascolteranno durante la stagione, se appena appena le cose non dovessero andare come i tifosi sperano.
Insomma, alla fine questo Europeo ci restituisce, credo, due giovanotti più maturi e che possiamo attendere con la stessa fiducia che avevamo in loro quando sono partiti per l’Olanda.

Ho fatto una ricerca lunga e comparata: rispetto ad un anno fa, nello stesso periodo di giugno (dal primo ad oggi 20) abbiamo dedicato alla Fiorentina il 20% in più del tempo,che vuol dire venti minuti in più al giorno.
Merito delle pillole, ovvio, mentre all’interno del Pentasport, dove il tempo è rimasto più o meno lo stesso.
Cosa significa questo?
Significa che le vostre (poche, per fortuna) proteste perché parliamo pure di altre squadre mi sembrano immotivate, ma mi sembrava giusto rispondere nell’ambito del dialogo che abbiamo costruito nel tempo.
Lo dico un po’ piccato perché stiamo producendo un grande sforzo economico, organizzativo e professionale per darvi sempre il meglio sulla Fiorentina, basta pensare a Russo oggi a Milano e domani da un’altra parte sempre in chiave viola.
Però, fino a quando guiderò io questa redazione, non avrete mai dal Penta (per fare un esempio) le telefonate degli ascoltatori alposto di dieci minuti di Inter sul caso del momento (l’iscrizione al campionato 2005/2006 con le voci, ribadisco le VOCI, di Uckmar e Zanetti).
E comunque altre squadre sono spesso viste ed analizzate in ottica viola e davvero non mi capacito come qualcuno (una minoranza, comunque) non capisca che sul Penta e sulle Pillole lavorano ogni giorno molte persone per costruire un prodotto GIORNALISTICO.
Le pillole poi hanno avuto bisogno del loro rodaggio, adesso viaggiano molto bene da sole, occupandosi sempre tanton di Fiorentina e di calcio toscano di A e B, perché Radio Blu è un’emittente regionale e non locale.
E nessuna altra radio dedica alla Fiorentina lo spazio che dedichiamo noi, giornalisticamente parlando, ma probabilmente pure in assoluto.

Se non è riuscito a trovarlo nemmeno Ceccarini, ci sono poche speranze per tutti.
Pantaleo Corvino non si sa dove sia, in compenso lo avvistano in ogni luogo e lo infilano in tutte le trattative.
Dico la verità: mi rilassa sapere che tanto nessuno l’azzecca con lui, mi consente di estraniarmi ancora di più dalla lotta, perché, come già scritto, il mio entusiasmo di fronte al mercato e ai suoi faccendieri è vicino allo zero.
Continuo a pensare che la pista Barzagli sia la più percorribile e faccio il tifo perché Andrea arrivi alla Fiorentina (dovesse succedere, ho un piccolo aneddoto personale da raccontare).
Sono invece curiosissimo per il grande centrocampista, là davvero brancoliamo tutti nel buio, aspettando tutti che Pantaleo accenda la luce.

Diciamoci la verità: i nostri ragazzi in Olanda non stanno affatto entusiasmando e comunque questa sera Pazzini ha fatto il possibile per segnare ed è andato meglio rispetto alla prima partita.
Chi mi ha lasciato un po’ interdetto è stato Montolivo, che è stato la controfigura dello splendido giocatore a tutto campo di fine campionato.
Tra l’altro ha avuto anche sfortuna, perchè la regia televisiva lo ha ripreso non meno di quattro volte intento a sistemarsi vezzosamente il nastro tra i capelli dopo un passaggio o un tiro sbagliato, atteggiamento che non piace a tutti (a me, per esempio, non piace, ma non faccio testo perché in queste cose sono un po’ troppo all’antica e i numeri vorrei vederli di nuovo dall’1 all’11).
Comunque sia, per ora il palcoscenico europeo sta deludendo, anche se il secondo tempo azzurro è stato tutto cuore ed è proprio per questo che mi sarebbe piaciuto vedere il Montolivo lottatore trasformato da Prandelli.
Ultima annotazione: potremmo ancora per qualche giorno evitare di buttare la croce addosso a Pazzini perché ancora non ha segnato?
In fondo, ai Mondiali, sua Maestà Luca Toni si è sbloccato solo alla quinta partita, anche se qui sarà dura arrivarci alla quinta partita…

Ovvia, nel caso Pazzini siamo con la sindrome Tafazzi (quello che si tirava maganellate sui testicoli).
E’ bastata una partita senza reti con l’under 21, giocata con una squadra che ha fatto di tutto per non aiutarlo tatticamente, per far gridare a qualcuno (tanti, pochi? Non saprei) che Pazzini non è adatto a sostituire Toni, che dobbiamo andare sul mercato per prendere un grande attaccante e via dicendo.
Poi, in serata, spunta questa fantomatica offerta per Gilardino, che tra l’altro a me piace molto: 16 milioni di Euro, più Bojinov.
Peccato che Gilardino guadagni due volte e mezzo quello che guadagna Mutu e poi comunque in questo modo si vuole ancora di più picchiare su Pazzini.
Per carità, io sono il suo procuratore e contro la Serbia non ha certo entusiasmato mangiandosi pure un gol, ma è mai possibile che non si possa stare in pace per qualche mese?
Diamogli un girone a Giampaolo e poi vediamo.
Ma diamoglielo questo tempo, in assoluta tranquillità, senza farci prendere dall’angoscia che, se solo rimane tre partite senza segnare, non sia adatto al ruolo.
Perché, se deve continuare così, meglio lasciar perdere subito e venderlo per prendere “uno di nome”, che magari alla fine renderà meno di Pazzi, ma vuoi mettere l’effetto che fa.

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