Fiorentina


Stacco la spina per una decina di giorni per poi ripartire con sempre più passione.
I messaggi verranno moderati dal mandante morale del blog, ovvero il professor Pestuggia, infinitamente più buono di me.
Rivolgetevi quindi a lui per i vostri quesiti viola, ma solo tra un paio di giorni perchè adesso sta facendo il suo periodo di ossigenazione e meditazione in montagna.
Un abbraccio ideale a tutti, anche a quelli che mi hanno fatto e mi fanno arrabbiare.

Ribadiamo qualche punto fondamentale, perché a me pare che qui qualcuno sia un po’ troppo sensibile, salvo domani essere lo stesso che si scaglia contro Corvino, i Della Valle e magari pure Prandelli.
La campagna acquisti è da 8,5 e questa Fiorentina DEVE puntare a stare tra le prime quattro, quindi sono molto soddisfatto e anche un po’ sorpreso di quanto hanno speso i Della Valle.
Il discorso sui giovani è di una linearità elementare e segue ciò che disse Prandelli nell’autunoo 2005; “se volete, io i giovani li lancio, ma siccome non possiamo bruciarli, bisognerà insistere su di loro anche quando le cose non andranno benissimo. Questo ci costerà dei punti”.
Non lo fece e per tre volte siamo andati in Champions.
E oggi il concetto è proprio questo.
Immaginiamo per esempio di far esordire Mazuch contro l’Atalanta e per somma sfortuna Vieri ci fa gol, possiamo permetterci di insistere su questo ragazzo la partita successiva, a rischio magari di altri scivoloni?
Direi proprio di no, visto che di punti ne possiamo perdere pochi e che la nostra ambizione è quella di un campionato di vertice.
Chi fa paragoni con Baggio e/o Rivera non ha, scusate, capito niente: se appena entrato un giovane gioca come giocò Antognoni a Verona è chiaro che lo teniamo titolare per tutto l’anno, ma su mille giocatori di vent’anni quanti ce ne sono già pronti per una squadra al vertice di un campionato difficile come quello italiano?
Cercate quindi per cortesia di leggere attentamente quello che scrivo, ma può anche essere che sia colpa mia che non mi so spiegare efficacemente.

Se ragioniamo o proviamo da ragionare da grande squadra, sarà bene mettersi d’accordo una volta per tutte sulla questione giovani.
Noi over 45 siamo figli di un calcio che non c’è più e della favola della Fiorentina ye-ye, che diventò quasi improvvisamente da scudetto e che comunque poi sfiorì abbastanza velocemente, considerati i cicli di altre squadre.
Una cosa del genere non è più ripetibile per due ragioni fondamentali: erano chiuse le frontiere e non c’era lo svincolo.
E d’altra parte ci vollero almeno un paio di campionati per veder maturare i Brizi, i Ferrante, i Merlo e i Chiarugi: oggi possiamo permetterci una cosa del genere?
Direi proprio di no, nel 2009 se arrivi quinto si parlerà di fallimento e tralasciamo il discorso Champions.
Quindi i ragazzi viola, Jovetic compreso, avranno pochissime possibilità di recupero nell’infausto caso in cui non dovessero funzionare subito.
Scrivo questo per far capire come non sia una situazione affatto facile, per loro ma anche per Prandelli.
D’altra parte, se vogliamo essere una grande squadra, qualche scotto lo dovremmo pure pagare.

Come ogni fiorentino (fortunato), anche questa estate mi faccio su e giù dalla Versilia, dove con alterne fortune mamma Guetta cerca di arginare le furie distruttrici di Cosimo e gli altalenanti umori delle due principessine.
Dico questo per speigare come sia impossibile rispondere alle domande e trovare il tempo per fare tutto.
Ieri però non ho resistito alla tentazione di capire cosa ci fosse dietro il criptico e scarno comunicato viola che invitava la stampa allo stadio per non meglio precisate notizie della società.
Nonostante ce ne fossero ben cinque di Radio Blu, sono andato di persona nella calura del Franchi e così ho visto la delusione dipinta nei volti di tanti alla notizia che non c’era Della Valle, non c’erano acquisti da annunciare e non c’era neppure il plastico del nuovo centro sportivo.
C’era più semplicemente l’inizio di una nuova avventura, la Fondazione Fiorentina, che partirà il 30 luglio in occasione della partita contro il Barcellona.
Mi pare un’altra ottima idea, la prosecuzione di un percorso iniziato con il Viola Fair e accolto tra lo scetticismo dei più, tra i quali mi ci metto anch’io, perchè di discorsi sullo stile ne ho sempre sentiti tanti, ma di fatti in questi oltre trent’anni di Fiorentina ne avevo visti molto pochi.
Portare Platini, l’Uefa e il Barcellona (gratis!) a Firenze è un gran successo, togliere gli sponsor per la gara un bel gesto, dare l’incasso in beneficenza un tocco in più di stile.
Piano piano stiamo diventando davvero grandi.

Poi ci sono quelli che dicono: certo che con quello che si è speso si poteva comprare meglio…
Sono gli incontentabili, quelli che “a prescindere” non gli va mai bene niente.
L’ho detto privatamente a Corvino e lo ripeto qui sul blog: la campagna acquisti viola è da 8,5, due bei punti in più ripetto al luglio scorso, dove non a caso oggi ne sono rimasti pochi, compresi quelli arrivati a gennaio.
Se arrivasse pure Burdisso, il voto sale di mezzo punto e, insomma, non saprei davvero dire cosa avrebbero in più il Milan e la Juve, per giunta invecchiate di un anno.
Attenzione: la Champions prosciuga il doppio rispetto all’Uefa e quindi le tensioni saranno altissime già il prossimo mese e però adesso la Fiorentina ha una rosa attrezzata per il doppio impegno.
Se poi qualcuno pensa di essere così bravo da risparmiare qualche milione di euro rispetto a quanto speso da Corvino, beh, non ha che chiamare lo 05550311 e chiedere di Andrea Della Valle e/o Mencucci e Cognigni per proporsi come direttore sportivo.

Non mi piacciono Simic, Domizzi e Ferrari: se dovono arrivare loro, meglio tenerci i nostri, e provare a recuperare Dainelli e Da Costa.
Non mi entusiasma Campagnaro e Mantovani è una scommessa che una squadra di Champions (speriamo) non può permettersi, almeno se lo si immagina come titolare.
L’ideale rimane Burdisso e credo che Corvino stia conducendo la trattativa alla sua maniera, cioè come un’interminabile partita a scacchi.
Il fatto è che quelli che giocano con un’altra maglia ci sembrano sempre più bravi, perché io non sono mica troppo convinto che, rigori a parte, Domizzi sia così meglio di un Dainelli senza problemi fisici.
Ricordiamoci dell’ultima annata di Kroldrup e cerchiamo di stare attenti ad eventuali passi in avanti di Da Costa.

Sto parlando della storia di Mutu, davvero stucchevole.
Lui è a Miami, Mencucci rilascia dichiarazioni giustamente diplomatiche, a Roma continuano a darlo come probabile acquisto, Moggi tace, Corvino anche.
A me pare che sia in atto una specie di pace armata, è una mia sensazione, sia chiaro, però ho come l’impressione che i veleni non siano del tutto spariti.
E’ un peccato perché adesso c’è bisogno di serenità e di chiarezza per recuperare il rapporto nella sua pienezza.
Continuo a ritenere Mutu il giocatore più forte dell’attuale rosa della Fiorentina, poi speriamo che qualcuno lo superi come rendimento, ma se ci voltiamo indietro nessuno negli ultimi due campionati ha fatto meglio di lui.
Neanche Frey e nemmeno Gamberini.
Però lo vorrei sentire parlare col sorriso e dire tutte quelle belle cose che ci ha raccontato per mesi nella passata stagione e vorrei pure che lo facesse alla svelta, per smettere di avere cattivi pensieri.

Mi rifiuto di credere che la Fiorentina voglia perdere così la partita su Da Costa, cioè senza nemmeno giocarla.
Abbiamo capito che non ha un gran carattere, che fatica ad accettare le regole del gruppo (e qui aggiungo, senza nessuna polemica, che forse queste magagne caratteriali potevano essere viste prima di prenderlo), che è un indisciplinato, ma non abbiamo sempre detto che Prandelli sarebbe uno dei pochi capace di far rigare dritto Cassano?
E allora non si può provare con Da Costa prima di prendere un Simic qualsiasi, oppure svenarsi con Burdisso?
Non che debba fare il titolare, però potrebbe almeno avere la possibilità di giocarsi le sue carte tra dodici giorni a Castelrotto.
Credo che l’ingaggio corrisposto e il prezzo pagato per il suo cartellino (4,5 milioni di euro) suggerirebbero almeno un tentativo.

Diciamo la verità: a noi tifosi piacerebbe avere un presidente come Moratti, o come il Berlusconi prima che entrasse in politica.
Magari ci imbarazzerebbe un po’, ma ci piacerebbe.
Perché i soldi sono suoi, li butta via per farci divertire e ogni volta che qualcuno di importante si affaccia in Europa e nel mondo potremmo benissimo pensare che domattina quello arriva da noi.
Ci è invece toccato Della Valle e ci è andata benissimo, perché ci costringe a crescere e, soprattutto, perchè abbiamo a che fare con persone estremamente serie.
L’ultimo caso sono le dichiarazioni di ADV: guardate, ha detto, che dalla prossima stagione torneremo a salvaguardare il bilancio e non spenderemo più come questa estate.
Abbiamo dodici mesi per metabolizzare parole che nessun presidente o quasi si sognerebbe di dire, anzi la stragrande maggioranza si affannerebbe oggi a cavalcare l’onda dell’entusiasmo popolare per i nuovi acquisti.
E’ uno stule davvero diverso per il mondo del calcio, lo stesso che fa stare zitti tutti i dirigenti all’indomani del quarto posto.
Poi magari succede che le cose, come speriamo tutti. vanno alla grande, che Diego e soprattutto Andrea si lasciano andare, e che, complici pure Corvino e Prandelli, un colpo di (costosa) fantasia ce lo regalano pure nel 2009.
Ma questi sono retro pensieri da tifoso, non da giornalista…

Sul mercato sono un notaio, nel senso che godo di informazioni di prima mano grazie al fatto dirigere la redazione sportiva di Radio Blu, ma più in là di questo non vado.
Domando ai miei e poi, semmai, riferisco.
E siccome ogni volta che ho domandato a più interlocutori come stava questa storia di Vargas, ogni volta ricevevo risposte confortanti, ecco che non ho fatto altro che ribadire la mia sicurezza.
D’altra parte è difficile sentire Andrea Della Valle e Corvino sbilanciarsi come hanno fatto nei giorni scorsi per un possibile acquisto.
Non lo avevano fatto, per esempio, per Vidic e neanche per Gilardino, che poi è davvero arrivato.
Stanno giocando sporco, questa storia sta diventando stucchevole e c’è un aspetto che comincia ad infastidire: ma Vargas che dice?
Ha forse perso l’uso della parola o è tenuto prigioniero in qualche sperduta caverna peruviana?
Ho come l’impressione che i Della Valle e Corvino stiano per scocciarsi, anche perché, come diceva il grande Totò, “ogni limite ha la sua pazienza”.

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