Fiorentina


Per il quarto anno continuiamo le partite facili, cioè quelle in cui siamo tecnicamente superiori agli avversari.
Io trovo questa continuità eccezionale nel lungo periodo e anche il segno di una personalità assoluta che mai la Fiorentina aveva avuto per un periodo così duraturo.
E quella contro il Catania era la più difficile tra le cosiddette partite facili, perché Zenga è un ottimo allenatore e ha cercato con un certo successo di incartare la gara a centrocampo.
Poi ci sono quei due lì davanti e su questo punto il dibattito è aperto: sono meglio di Batistuta-Baiano, Batistuta-Chiesa, Toni-Mutu, Baggio-Borgonovo, Graziani-Bertoni, Maraschi-Chiarugi?
Mi fermo a queste coppie, perché le ho viste tutte dal vivo e sinceramente non saprei scegliere, ma intanto godiamoceli davvero, perché oggi forse solo Trezeguet-Amauri (o Del Piero-Amauri) possono giocarsela con loro.

Scusate ragazzi, vedo che ho una percentuale degna al massimo dell’UDC sulla mia idea che uno dei tre esterni sinistri debba essere ceduto ed io capisco che da tifosi uno comprerebbe Maicon a destra e Grosso a sinistra, magari per tenrli in panchina, ma qui occorre un ragionamento un po’ più ampio.
Fallita la qualificazione Champions, credo che sarebbe opportuno rientrare di qualche milione di euro, soldi che dovrebbero arrivare attraverso la cessione di giocatori impiegati nei ruoli in cui siamo più coperti.
Quanto volete che possa valere Papa Waigo sul mercato? Forse 2 milioni, sempre che Corvino riesca a superarsi.
I soldi veri si fanno con Pazzini (e mi spiace, ma non vedo altre soluzioni) e forse con Pasqual (idem): una quindicina di milioni che possono venire buoni questa estate, quando i Della Valle, con ancora la Cittadella Viola nel libro dei sogni, investiranno quasi zero nella campagna acquisti.
E comunque voglio vedere cosa succederà alla quinta giornata consecutiva in cui uno tra Gobbi o Pasqual non mette piede in campo.
Non parlo dei giocatori, ma dei tifosi, che rumoreggeranno per una partita così e così di Vargas…

Improvviso fiorire di laterali sinistri nella Fiorentina.
Dopo l’ottimo pasqual di Torino, il superbo Vargas di Bucarest e c’è Gobbi, affidabilissimo, ai box.
Uno dei tre però va ceduto, perché non siamo l’Inter e anche sul piano ambientale la vicenda sarebbe curiosa.
Perché appena quello che va in campo rende un po’ meno delle aspettative subito nascerebbero le controindicazioni perchè si pensa che sarebbe stato più giusto mettere dentro uno degli altri due.
Chi cedere è un bel problema e a questo escluderei Vargas, su cui è stato investito moltissimo.
Lasciamo decidere al mercato e vediamo quali offerte arrivano per Gobbi e Pasqual, salvo poi ovviamente dispiacerci appena se ne vanno.
Ma tre in quel ruolo sono davvero troppi.

Guardate un po’ l’ora di questo post…
Tre ore di sonno, gelo fuori, partenza per Firenze, sperando che la coincidenza funzioni.
E va bene, per una volta forse fare il giornalista non e’ meglio che lavorare, come diceva saggiamente Missiroli, ma essere tifoso della Fiorentina qualche soddisfazione qualcosa regala.
Insomma, ormai siamo al quarto anno buono, mi sembra si possa dire, visto che la stagione sta prendendo le caratteristiche consuete: battiamo quelle piu’ deboli (e la Steaua e’ davvero scarsa) e abbiamo difficolta’ con chi e’ piu’ forte e non sono molte.
Ieri sera, finalmente il primo Vargas vero per novanta minuti, ma per favore non venitemi a dire che ci si deve cospargere il capo di cenere o altre amenita’ del genere.
Qui si giudica partita per partita e rivendico, nell’analisi critica, l’ovvio ricorso all’incoerenza.
Molto bene pure Montolivo e Gilardino e’ straordinario, molto frenato invece Mutu.
Non rileggo e pubblico, correndo dentro un bruttissimo taxi romeno.

Ero e sono prevenuto, l’ultima volta qui in Romania sono stato da cani, con un viaggio di ritorno da incubo per un’intossicazione alimentare.
Bucarest non e’ Bistrita, ma la prima cosa che mi e’ successa e’ stata la rottura della carta sim che qui (la mia) non prende.
Viaggio molto lungo e pensieri che vagano, come faccio spesso, sulle differenze tra la mia vita di allora e quella di oggi, oltre ai bilanci rispetto all’ultima volta che sono stato qui.
E’ cambiato tutto nella mia vita: ho due figli in piu’ (io che ero contro la paternita’…), sono morte persone a cui ero affezionato, ho cambiato televisione, giornale e la mia amata Radio Blu e’ stata venduta.
Insomma, per uno come me conservatore nello spirito e che e’ istintivamente contrario ai cambiamenti, una rivoluzione copernicana.
Sono stato tradito da persone che credevo affidabili, e’ probabile che abbia dato qualche delusione.
E la Fiorentina? Morta e risorta, meno divertente come ambiente e molto piu’ seria del 1996.
Intanto sulle televisioni romene continuano a scorrere le immagini di Mutu, ripreso in tutte le pose, lui e’ sorridente, spero che sia sereno dentro.
Domani abbiamo bisogno soprattutto di lui.

La partita che cercavamo, che volevamo: cinici, ottima circolazione del pallone e con quei due lì davanti che mi ricordano come efficacia la premiata ditta Baggio-Borgonovo.
Mi spiace molto per il Torino, ridotto come raramente mi era capitato di vedere nella sua pur tormentosa recente storia e confesso di aver avuto la tentazione di comprare la maglia rievocativa dello scudetto del 1976, ma poi mi sono detto che non era il caso di esagerare.
Aveva quindi (ancora una volta) ragione Prandelli, quando si dimostrava certo dei progressi raggiunti dalla squadra.
Resta comunque il fatto che perdere non piace a nessuno e che se non hai due campioni davanti tutta la produzione di gioco che fai resta un’operazione academica.
E ora partenza per Bucarest, trasferta che proprio non gradisco in ricordo dei patimenti fisici di Bistrita e trasferta che ha pure poco fascino calcistico.
Però in Uefa bisogna andarci, a testa alta…

Ma che v’aspettavate dopo dopo la vergogna di agosto?
Sì, lo so che stavolta è ancora più clamorosa, perché la gara della Juve non conta niente e l’altra volta non potevano certo saperlo prima del quattro a zero di Torino, ma vedrete che giovedì ci spiattelleranno i loro ottimi dati di ascolto.
Il problema è il sistema misto, cioè ne’ carne ne’ pesce, ma un ibrido dove si continua ad assumere quasi sempre per raccomandazione politica (e tra poco ci sarà una new entry che conosco pure io), ma con la pubblicità che conta economicamente più del canone, che ancora non si riesce a capire il perché si paghi.
Una seconda vergogna che discrimina i tifosi della Fiorentina, palesemente di serie B per questi geni che decidono (ma non per De Luca, che a Radio Blu ha fatto capire di non essere d’accordo).
Temo che scrivere alla Raj sia inutile, ma può servire per sfogarsi un po’.

Ormai non frequento più i giocatori viola perchè ogni età ha i suoi tempi e sarà un anno che non vado in sala stampa a causa dei mille impegni extra calcio.
Ricordo ancora la prima volta che intervistai un calciatore della Fiorenina. Avevo sedici anni, era Ennio Pellgrini, ero il direttore (quando si dice la modestia…) del giornalino scolastico e provai un’emozione fortissima.
E poi l’anno con Pecci al Pentasport, con lui che mi massacrava di continuo con le sue battute che io, permaloso come sempre, dovevo subire in silenzio perché non avevo la forza di controbattere.
Adesso potrebbero essere davvero tutti miei figli, a parte Jorgensen, ma questa realtà mi permette di guardare un po’ più lontano.
Posso cioè cercare di intuire, nei rari casi in cui passo un po’ di tempo insieme a loro, la sostanza di questi ragazzi forunati e ricchissimi, che hanno il mondo ai propri piedi e che magari cercano lo stesso un equilibrio.
Stasera ad esempio, alla consegna del Premio Banchi, ho passato un’ora con Kuzmanovic, che in verità mi era già sembrato molto sveglio fin dalla prima intervista, ma era stata una roba di tre minuti due anni fa.
E anche questa volta l’impressione è stata ottima, Kuz è uno che non se la tira per niente, molto veloce di pensiero e disponibile al dialogo.
Questo ragazzo, insomma, con la testa c’è, adesso aspettiamo ulteriori miglioramenti in campo.

Io sono un tifoso accanito del Torino, ovviamente dopo la Fiorentina.
Ricordo a memoria la formazione dell’ultimo scudetto, cioè di quando fecero quella fantastica rimonta sulla Juve nel 1976, sarà perché avevo sedici anni o perché la squadra era veramente bellissima da vedere: Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici.
Ricordo che a casa mia da bambino era appesa una foto del grande Torino, che deve aver segnato l’epoca dei miei genitori (entrambi del 1938), pur non essendo stato nessuno dei due un tifoso granata.
E mi ricordo pure di quando dettero in televisione la notizia della morte di Meroni e, insomma, mi iscriverei tranquillamente ad un Toro Club.
Se poi fosse necessario per la loro salvezza e non comportasse niente per la nostra classifica, sarei pure disposto a perdere la partita, come credo che ogni buon tifoso del Torino abbia pensato nello scorso maggio.
Ricordo sofferenze notevoli negli spareggi salvezza e promozione giocati da squadre assolutamente non all’altezza di un passato scintillante e un’arrabbiatura colossale per la finale persa contro l’Ajax in Coppa Uefa, mi pare nel 1992.
Però domenica abbiamo bisogno dei tre punti: dobbiamo vincere, ma mi dispiaccerà un po’.

Si tratta di una nuova figura tattica, mai contemplata fino ad oggi nel panorama calcistico italiano.
Gioca tra il centrocampo e l’attacco e punta a bloccare sul nascere la manovra avversaria andando sul portatore di palla.
In teoria, essendo appunto un trequartista, dovrebbe fornire assist, saltare vericalmente l’uomo, segnare qualche gol.
In teoria.
Nella Fiorentina, che ha inventato questa figura, il trequartista di contenimento è Mario Alberto Santana, ragazzo di rara educazione e capace al contrario di molti suoi compagni (vedi alla voce Montolivo) di autocritica.
Il problema, e adesso si può dire, alla ventunesima gara ufficiale, che lui fa solo la metà del compito, cioè non inventa, non tira, non determina.
Se Gilardino si appanna, e forse ora è appannato, e Mutu procede a sprazzi, noi ci possiamo permettere il trequartista di contenimento?

P.S. Comunque a Roma potevamo e dovevamo pareggiare, sto a metà strada tra i disfattisti e la soddisfazione sorprendente di Prandelli a fine partita.
Meglio che a Cagliari e Siena, anche perché la Roma, fa giocare, ma restano alcuni grossi punti interrogativi: Vargas, la poca lucidità di Kuzmanovic, il compitino di Zauri, l’enigma Almiron (perché è stato preso?), le illusioni finora di Jovetic, il lento e triste dissolvimento di Pazzini.

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