Io sono un tifoso accanito del Torino, ovviamente dopo la Fiorentina.
Ricordo a memoria la formazione dell’ultimo scudetto, cioè di quando fecero quella fantastica rimonta sulla Juve nel 1976, sarà perché avevo sedici anni o perché la squadra era veramente bellissima da vedere: Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici.
Ricordo che a casa mia da bambino era appesa una foto del grande Torino, che deve aver segnato l’epoca dei miei genitori (entrambi del 1938), pur non essendo stato nessuno dei due un tifoso granata.
E mi ricordo pure di quando dettero in televisione la notizia della morte di Meroni e, insomma, mi iscriverei tranquillamente ad un Toro Club.
Se poi fosse necessario per la loro salvezza e non comportasse niente per la nostra classifica, sarei pure disposto a perdere la partita, come credo che ogni buon tifoso del Torino abbia pensato nello scorso maggio.
Ricordo sofferenze notevoli negli spareggi salvezza e promozione giocati da squadre assolutamente non all’altezza di un passato scintillante e un’arrabbiatura colossale per la finale persa contro l’Ajax in Coppa Uefa, mi pare nel 1992.
Però domenica abbiamo bisogno dei tre punti: dobbiamo vincere, ma mi dispiaccerà un po’.