Nei primi giorni c’è quasi sempre un effetto straniante e un po’ stimolante perché questo producono le novità.

In questo week end secondo me ci sarà il primo contraccolpo psicologico per svariati motivi: non possiamo uscire, vedere gli amici, portare i figli a giocare, manca il calcio e alla fine la libertà.

In più ormai abbiamo capito che la scadenza del 25 marzo, peraltro parecchio distante, è molto teorica e quindi non vediamo la fine del tunnel. Terribile, lo so.

Coraggio amici e amiche, è durissima, ma ce la faremo, se rispettiamo le regole.

Ci vogliono testa fredda e cuore caldo, anche nel nostro lavoro, che è da privilegiati.

Per questo motivo ho avvertito l’esigenza di non cambiare niente nella programmazione del Pentasport a Radio Bruno, perché stiamo vivendo  giorni in cui possiamo davvero fare qualcosa per le decine di migliaia di persone che ci ascoltano quotidianamente.

Non è facile lavorare in un clima di paura, rinunciare ai consueti gesti ricordandosene di rinunciare, ma nessuno di noi è un eroe, ci vuole anzi molta umiltà per comprendere il dolore e l’angoscia di chi sta male, di chi ha pochi mezzi economici per resistere, di chi è più debole caratterialmente.

Ho deciso di modificare i contenuti dei programmi, mischiando i soliti argomenti ad un’informazione di servizio che sia di aiuto a chi sta in casa, perché dobbiamo il più possibile stare in casa, mettendo in campo anche un pezzo da novanta come Francesco Selvi..

Vi invito a dare il vostro contribuito dalle 13 alle 15 e dalle 18 alle 20 perché la mia idea sarebbe quella di creare un salotto virtuale in cui confrontarci, anche con un pizzico della nostra sana ironia. 

Siamo spesso convinti che i diritti siano nostri e i doveri degli altri.

Crediamo che gli italiani, cioè noi, siano i più buoni, i più solidali, pronti a stringerci tutti insieme nei momenti di difficolta e via andare con la retorica.

Soprattutto, però, pensiamo di essere più furbi, che le regole siano state scritte per essere eluse, magari nel modo più fantasioso possibile perché, appunto, siamo italiani.

E quindi chi se ne frega di quello che ci hanno appena detto, delle distanze da rispettare e dei divieti che dovresti seguire? Tanto, mica mi beccano….

Questo siamo noi, certo non tutti, ma è nel nostro DNA non rispettare la fila e le leggi: riusciremo a capire che questo è il momento di cambiare qualcosa?

Della Fiorentina parleremo un’altra volta.

Penso a quando tutto questo finirà e torneremo ad essere normali, a fare cose normali.

E allora credo che questo intervallo temporale che ci costringe a convivere con la paura possa servirci ad apprezzare tutto ciò che abbiamo e che ci sembra dovuto.

Una vita comoda conquistata dalle precedenti generazioni: la libertà di muoversi prima di tutto, ovunque e come vogliamo, e poi il resto, che adesso ci manca.

Penso alla meravigliosa “Se me lo dicevi prima” di Iannacci, a quando ricorda “ e allora sarà bello quando nasce il sole”, che nel nostro caso è tornare ad incontrarci, darsi la mano, baciarsi.

Si dice spesso che il calcio sia spesso lo specchio del Paese e certamente non esiste argomento che coinvolga di più, se parametrato sul lungo periodo.

Speriamo che stavolta non sia così perché la pochezza in tutti i sensi mostrata da chi governa il pallone rasenta la follia.

Intanto non si è capito chi deve decidere, tutti alzano la voce, ognuno ha le sue ragioni, peraltro risibili se paragonate all’importanza del contesto generale.

In questi giorni Commisso sta capendo veramente e profondamente il calcio italiano, subito dopo aver conosciuto conosca significhi provare a smuovere e costruire qualcosa: mi piacerebbe molto sapere cosa gli passa davvero per la testa.

Si sta andando a tentoni, senza una precisa idea di quello che è e di quello che potrebbe essere.

Il calcio non è immune da questa situazione anche comprensibile perché nessuno era preparato all’emergenza, ma ho l’impressione che entro una settimana, se non ci saranno rimedi “naturali” vivremo sul filo di un’enorme elettricità sociale.

Dunque a a Udine si gioca a porte chiuse e nessuno ha capito bene il perché la partita non potesse essere rimandata, visti gli impegni delle due squadre, ma ci si adegua ed è già successo.

La novità, se verrà confermata, è il mancato ingresso dei giornalisti e a quel punto procederemo alla radiocronaca da studio, che non è poi chissà quale danno e che potrebbe anche piacervi.

Comunque sia, si naviga a vista, aspettando più che programmando, speriamo solo che come il Marziano a Roma di Flaiano si finisca col convivere abbastanza tranquillamente con questo ospite indesiderato.

Io lo sono, e voi? Il nostro frigo è mediamente pieno, esattamente come ogni giorno dell’anno.

Non siamo alla peste dei Promessi Sposi e non ci sono untori in giro, nemmeno tra i cinesi.

Passata l’ondata emotiva, si faranno dolorosamente i conti e scopriremo che si è parecchio esagerato.

Non vanno bene nemmeno gli eccessi di buonismo tipici della sinistra sempre aperta a tutto e sto ancora aspettando che Enrico Rossi chieda scusa per le sciocchezze dette su Burioni, ma sarà un’attesa vana.

Un gran punto direi, visto come si erano messe le cose. Se poi avessimo vinto nel finale con Caceres o Vlahovic, veniva giù (metaforicamente) lo stadio.

Non giochiamo bene, ma abbiamo un gran cuore, quello di Iachini, che è assurdo mettere ad ogni gara sotto esame per l’eventuale conferma.

Non creiamo a centrocampo per palese assenza del regista, che manca anche quando pensiamo ci sia e ogni volta rimpiangiamo chi tra Badelj e Pulgar non gioca.

Il rigore? Beh, diciamo che se ce lo avessero dato contro, oggi saremmo molto, ma molto arrabbiati…

Se dovessi puntare su un giocatore viola tra quelli attualmente in rosa in grado di segnare almeno 15 gol nella prossima stagione, farei senza dubbio il nome di Vlahovic.

Ci credo e mi piace, ciò nonostante mi sembrano molto azzardati certi paragoni e certe future sicure destinazioni.

Sto parlando di Ibra e del Real Madrid, tanto per volare basso: se vogliamo fare del male al ragazzo, continuiamo pure su questa strada, che è quella sbagliata per farlo crescere nel modo giusto.

Vlahovic è al momento un ottimo prospetto di attaccante, che molto deve ancora imparare e che  per fortuna è dotato di una grande rabbia interiore che lo porta a cercare di migliorarsi ogni giorno.

Spero vivamente che non pensi neanche per un attimo di essere l’erede di Ibrahimovic o di Batistuta, molto meglio per lui essere solo… Vlahovic

Ok, si è messa subito bene per un colpo di fortuna, ma poi i tre punti la Fiorentina se li è meritati tutti.

Una vittoria che dirada diverse nubi e che pone Vlahovic al centro del futuro viola che sarebbe poi il presente… Molto bene anche Lirola, Chiesa e il solito Dragowski, uno dei migliori da inizio stagione.

Il perché ci siano questi sbalzi di rendimento sarà qualcosa che dovrà spiegare e risolvere Inchini, che intanto si gode il “suo” Duncan, apparso subito a proprio agio.

Avevamo tutti una gran paura per questa trasferta genovese, soprattutto dopo i risultati di ieri e non c’è niente di male a dirci che ci siamo tolti un gran peso dallo stomaco.

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