Sì, siamo come sospesi tra delusione e voglia di rivincita. Non so voi, ma a me essere rimontato dal due a zero scoccia terribilmente, e con la Juve ancora di più. Discorso qualificazione a parte, non sai se essere contento per i due ragazzi che si sono sbloccati o preoccupato per le palesi difficoltà di Montolivo. A proposito: ma è proprio necessario farlo diventare il “nuovo Pirlo”? Sono figlio di una generazione calcistica che ha sempre esaltato l’uomo dell’ultimo passaggio: Rivera, Corso, il nostro Antognoni, che in tempi di vacche viola magrissime vinceva la speciale classifica degli assist ideata a metà anni settanta da domenica “Domenica sprint”. Non solo, ma per quel poco che ho giocato a calcio (niente di eccezionale, massimo seconda categoria) mi pare di ricordare come il campo diventi molto più stretto negli ultimi venti metri, là dove c’è bisogno di fantasia e classe. Se Montolivo, come pare, ha queste rare caratteristiche, perchè snaturarlo? Non starebbe meglio ad ispirare le due punte, consentendo così una variazione tattica al gioco “avvolgente” di Prandelli, che per ora prevede la fantasia solo sulle corsie laterali? Sono curioso di leggere i vostri commenti sull’argomento e nell’attesa continuo a galleggiare in questo indefinito limbo post e pre Juventus. Le scariche adrenaliniche cominceranno certamente da domani.

C’è Fiorentina-Juventus, ma è anche la giornata mondiale anti Aids. Ieri sera ho esordito da “bravo presentatore” alla manifestazione di Valdo Spini, organizzata da Paolo Boccia per raccogliere i soldi da destinare alla Fondazione Mandela. Ho detto di sì senza pensarci, ma ero preoccupato perchè non avevo mai fatto una cosa del genere. Insomma, un esordiente totale. E invece è stato bellissimo, anche se sono arrivate poco più di cento persone, per la maggior parte giovani. Sono rimasto allibito di fronte alle cifre: 40 milioni di ammalati nel mondo, un bambino che in Africa si infetta ogni minuto e due (DUE!!) sole manifestazioni della Fondazione Mandela organizzate in Italia: quella appunto di Firenze e un’altra a Milano. Ma si può? Ormai è chiaro che la guardia non è bassa, ma non c’è proprio più. Nel 1984 si ammalò Rock Hudson e fu il trionfo mediatico della malattia: la nuova peste, e dagli all’untore! Ora si può vivere (male) qualche anno in più e in mezzo al dolore e alle pasticche non ci sono solo gli omosessuali ed i drogati, ma anche, se non soprattutto, gli eterosessuali. Quelli della storiella parallela o della spesa voluttuaria con compiacente signorina a pagamento. E allora? Allora forse è meglio non aspettare il prossimo sieropositivo eccellente, magari un calciatore di grido, per tornare a pensarci un minuto al giorno. E non solo e necessariamente il primo dicembre.

Eccomi qui per iniziare questa nuova fatica.
Fra non molto inizieremo le nostre conversazioni virtuali sulla nostra Fiorentina non disdegnando anche qualche altro argomento.
A presto David

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