Dunque ho vinto la scommessa su Vieri, ma penso che mi crediate davvero tutti se dico che avrei preferito perderla, come del resto ho ripetuto fino alla noia durante tutta la stagione.
Adesso aspetto che Pantaleo mi comunichi quando andremo a fare questa cena con i tifosi e Ciuffi e semmai vi terrò informati.
Ma sul piano tecnico ha avuto ragione Corvino, perché Vieri ha fatto molto di più di quanto mi aspettassi e penso molto di più anche di quanto vi aspettavate voi.
Da gennaio deve essere entrato in corto circuito nervoso e però ne ha messi dentro altri due, fra l’altro pesanti perché erano i pareggi di Udine e contro la Samp.
Penso che si possa ringraziare Vieri per quello che ha dato, per come si è comportato dentro e fuori dal campo e tutto sommato per il ricordo che lascia a Firenze.

Cosa vuoi dire ad una squadra che ha dato tutto, che meriterebbe di passare, che per quattro quinti dei 210 minuti delle due gare tiene i Rangers nelle propria metà campo?
Le dici grazie, accumuli rabbia, la butti giù e pensi che tra due giorni ti giochi la Champions.
Ho dormito male stanotte, come da anni non mi capitava col calcio.
Sensazioni ai rigori: male subito per vederli battere sotto la Ferrovia, ondata di entusiasmo su Frey, tremori su Liverani, per come si era messo sul pallone, certezza che Bobone non avrebbe sbagliato.
Si è visto…
Però, adesso sarebbe ingeneroso mettergli sulle spalle le colpe di non andare a Manchester.
Tra l’altro, sinceramente, ha tirato in porta il doppio di Pazzini, pur stando in campo la metà del tempo.
No, è il calcio, affascinante e crudele e per piacere risparmiatemi i commenti sul mio pronostico, che, come quello di Eindhoven, era dettato dal cuore.
Che fosse dure lo avevo scritto e detto, quando hai davanti una squadra che si difende in dieci per passare ci vorrebbe un’invenzione e nelle due partite Mutu ha perso il cappello da prestigiatore.
Siamo stremati, ma vivi, dobbiamo continuare a crederci.

Non esiste un fiorentino che, vista anche la giornata di festa, non dedicherà almeno un pezzetto della sua giornata alla finale Uefa.
C’è l’eccitazione di Fiorentina-Juventus, della gara di ritorno dello spareggio col Perugia, delle finali di Coppa Italia vinte e purtroppo perse, della triste semifinale col Barcellona.
L’importante è che loro, i giocatori, non vadano troppo su con la tensione ed è in questo, oltre che naturalmente che nelle doti tecniche, che si distingue un professionista da un comune mortale: io sarei divorato dalla tensione fin dal primo pomeriggio di domani, loro andranno in campo e daranno il massimo.
Giocherà Santana, speriamo bene.
Cerchiamo di non essere prevenuti, fischiamo semmai alla fine ed il discorso vale ovviamente per tutti.
Mi aspetto una bolgia corretta, un tifo straordinario ed un 2 a 1 con molta sofferenza e molta gioia notturna.

Se Galliani pretendesse da me le scuse per quello che ho urlato dopo il gol di Mutu, avrebbe ragione e gliele farei.
Premesso che non ho offeso nessuno, ma solo usato un linguaggio deontologicamente poco consono al mestiere di radiocronista, oggettivamente ho esagerato.
Allo stesso tempo, con molta incoerenza (lo riconosco), ripeterei le stesse cose se ci fosse una situazione simile.
Perché sono tre mesi che andiamo avanti con questo senso di ineluttabilità di fronte alla situazione Champions.
Sembra cioè che sia impossibile che una tra Inter, Juve e Milan non debba partecipare ed incassare.
Tra l’altro, come ho già scritto, delle tre il Milan è quella che personalmente mi rimane meno indigesta, non fosse altro che per le straordinarie dimostrazioni di calcio offerte a livello europeo e mondiale negli ultimi vent’anni.
Ma sentirsi nel ruolo di agnello sacrificale del calcio italiano non piace a nessuno, neanche al sottoscritto, che dopo trent’anni di radio credeva di essere più impermeabile di fronte alle alterne vicende del pallone.
Si vede che le 51 partite raccontate in otto mesi pesano pure per me.

Non è che abbia abdicato alla mia professione di giornalista, ci mancherebbe altro.
Però è da una decina di giorni che sento la necessità di essere meno critico, di non gettare benzina sul fuoco, di provare a fare la mia parte per raggiungere almeno un obiettivo starordinario: o la Coppa Uefa o il quarto posto.
Non so che partita abbia visto Mazzarri, a me pare che come con i Rangers la Fiorentina avrebbe meritato più degli avversari e quindi sul piano dell’impegno, del risultato tecnico ed agonistico non si può che essere soddisfatti.
Diciamo la verità, però: se non segna quel gol in quel modo Bobone, la Sampdoria avrebbe vinto.
Immeritamente, ma avrebbe vinto.
Al gol di Mutu ero certo che avremmo preso i tre punti e quindi in questo finale dovrò imparare a non fidarmi delle sensazioni.
Oggi mi è piaciuto molto ancora una volta Montolivo e poco Santana, che gioca venti minuti e poi scompare, spesso dietro all’avversario.
Chiusura con una domanda: è più forte l’Inter o il Cagliari?
Ecco (anche) perché ci credo.

Può succedere di tutto, anche che vinca il Livorno e che la Fiorentina smentisca tutti i gufi post Uefa e vada a 7 punti di vantaggio.
Coraggio, pensiamo positivo, davvero ho poca voglia oggi di critiche, di stare a guardare se Mutu è indolente o Dainelli distratto.
Ovviamente sta parlando il tifoso, non il giornalista e alle 14.55 riprendo le mie funzioni di radiocronista e commentatore, ma sempre, in quest’ultimo mese, con una certa indulgenza verso questa Fiorentina che ha giocato otto mesi straordinari.
Se noi siamo preoccupati, cosa dovrebbero dire e come dovrebbero stare dalle parti di Milanello?

Ma che vi e’ preso, mi riferisco ad alcuni di voi, nei giudizi su Mutu?
Partita bruttina, d’accordo, ma sempre di grande generosita’, andandosi a cercare il pallone in ogni zona del campo, senza mai speculare sul proprio talento.
Nelle domande da studio e nei commenti del dopo gara qui a Glasgow, invece, Mutu passa per essere stato irritante, qualcuno dava a lui la colpa del pareggio.
Ragazzi, ma qui si e’ perso la testa.
Intanto e’ assurdo essere cosi’ delusi per aver pareggiato fuori casa in Scozia, non e’ che siamo il Milan di Sacchi: abbiamo giocato una partita come il Mialn di Sacchi, a Eindhoven, che e’ diverso.
Ha ragione Prandelli a risentirsi, gli scozzesi si sono difesi nemmeno fossero l’Inter di Herrera e fuori casa la Fiorentina ha costruito di piu’ di chi in casa giocava.
Poi, certo, si puo’ sempre migliorare, ma ricordiamoci che siamo alla partita numero 51, che giocano sempre gli stessi , o quasi, e che siamo ancora totalmente in corsa.
Per Champions e finale Uefa, scusate se e’ poco.

Straordinaria conferenza stampa ad uso e consumo dei giornalisti piu’ giovani, o anche non piu’ giovani e comunque attenti, di un nostro esimio collega che sulla pubblica piazza scozzese ha spiegato a noi profani la vera essenza del giornalismo.
Non svelero’ mai la verita’ perche’ voglio tenere per me il segreto, “vedere la luce in fondo al tunnel”, spiegare ai miei fedeli il verbo.
Il bello e’ che molti di noi che seguiamo lo sport e non siamo inviati di guerra si prendono davvero sul serio. Credono di compiere una missione, magari si lamentano se putacaso la conferenza stampa ritarda di un’ora, invece di essere felici e contenti per andare a girare il mondo dietro alla Fiorentina, quando le alternative (e parlo anche per me, ovvio) potrebbero essere nell’ordine: vangare la terra, lavorare in fabbrica (io l’ ho fatto per due mesi a sedici anni e mi e’ bastato…), vendere capi di abbigliamento, tazze da caffe’, impiego al catasto.
Inutile che ci proviate: niente nomi, solo un “aiutino”, come fanno nei quiz.
Se leggendo o ascoltando vi capitasse mai di sentire parlare di cosa significa “il nostro mestiere”…

P.S. So che non c’ entra nulla con la partita di stasera, ma ogni tanto e’ bello parlare di cose di cui altrimenti non verreste mai a conoscenza e poi serve (a me) per stemperare la tensione

E’ la prima volta che vado in Scozia e stavolta penso che sia davvero bellissimo svolgere (part-time) questo lavoro, in mezzo alle mille altre cose che ho da fare.
Parto con Valentina e degli amici, ho voglia di finale, come del resto gli altri duemila che stanno preparando i bagagli per la Gran Bretagna.
Grande questa Fiorentina, che ci permette di sognare, cerchiamo di ricordarcelo sempre da qui al 18 maggio, anche se (e qui tocco tutto il toccabile) le cose non dovessero andare come tutti speriamo.
Ci aspettiamo molto domani sera all’IBrox, perché ci hanno abituato bene e adesso non vorremmo mai smettere.
La formazione? Quasi un dettaglio, conta lo spirito e come in Olanda ci possiamo fidare di Prandelli.
Rispetto alle paure di sottovalutazione dell’impegno di ieri mi pare che le cose vadano decisamente meglio: stiamo entrando in partita.

Stiamo pensando troppo a Galliani e poco all’I Brox, dove forse ci siamo convinti che sia una passeggiata, una specie di ripetizione di Eindhoven.
Non lo dico per precise informazioni ricevute, ma solo per una sensazione che avverto in giro.
A loro mancano tanti giocatori, e va bene, però è ancora da dimostare che la lezione del Goodison Park sia stata compresa dai giocatori.
E a dirla veramente tutta, trovo un po’ provinciale tutto questo timore sulle mosse che potrebbe fare Galliani fuori dal campo.
Non mi pare che la Fiorentina sia stata troppo vessata dalle direzioni arbitrali, abbiamo avuto quanto ci spettava, che è un evento più unico che raro, quindi cerchiamo di stare un po’ tranquilli sul campionato.
Insomma, pensiamo a noi, pensiamo a come fare nove punti, ma cominciamo a pensarci da venerdì mattina.

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