Il mondo calcistico ci guarda e molti ci invidiano: stiamo per essere al centro dell’universo pallonaro e per le prossime ore tutti i riflettori saranno puntati su di noi.
Ora più che mai vale quello che disse Prandelli nel settembre 2008, all’inizio dell’avventura in Champions: godiamocela, viviamola momento per momento senza avvelenarci il fegato in polemiche.
Il campionato è l’ordinaria amministrazione e lì è giusto arrabbiarci per una posizione davvero pessima in classifica, ma in Europa tutto quello che viene è grasso che cola.
Non abbiamo le potenzialità per stare tra le prime 16, fuguriamoci tra le prime 8 e però siamo lì a giocarcela.
Andiamo tutti in apnea, staccando la spina fino a mercoledì mattina e vediamo come va a finire.

Il gol di Diego forse in fuorigioco, Vargas fermato in posizione regolare, il fallo di mano di Chiellini e l’intervento su Keirrison: nel dubbio tutto è stato fischiato o non fischiato contro la Fiorentina e va bene.
Io però non ammetto di vedere la squadra giocare senza anima come è successo nel secondo tempo di stasera.
Una cosa da ulcera allo stomaco, ribadisco quanto detto a caldo: contro la Juve rivoglio Tendi e Galdiolo, Sacchetti e il povero Beatrice, pretendo la rabbia agonistica e magari pure qualche sana pedata tirata bene.
E rivoglio anche uno stadio che non venga trascinato alla sonnolenza dalla Fiorentina moscia della ripresa, ma che sia sanamente incazzato per tutti i novanta minuti.
Continuiamo pure a dire che è da provinciali considerare questa partita come la più importante dell’anno, ma sì continuiamo così che sono 4100 giorni che non vinciamo.
Sui singoli meglio sorvolare, i migliori secondo me sono stati Gobbi e Natali…
Speriamo nel miracolo martedì, miracolo sul piano del gioco, ma la vedo dura.

Il primo Fiorentina-Juve che mi ricordo nitidamente: il 2 a 0 del 22 marzo 1970, era appena nata mia sorella Dafne e nel pomeriggio impazzivo di gioia, anche perché mia nonna (e qui faccio outing) era torinese, juventina e amica di Boniperti, che le dava sempre i biglietti per quel nipote che vedeva solo viola.
Poi l’ultima volta che le dette i biglietti, nell’aprile del 1973: segnò Desolati nel finale ed io, non ancora tredicenne, feci il segno dell’ombrello a tutti. Poco educato, lo ammetto, ma in anticipo sulla signora Valeria Cecchi Gori.
Il 2 a 1 del 1980, vissuto insieme alla fidanzata, che veniva solo a vedere la Juve, con quella rete incredibile di Tendi.
Il volo di Antognoni e l’autorete di Contratto, nella partita più spettacolare che io ricordi, con Bertoni che correva come il vento e non lo prendevano mai.
Il colpo di fortuna di dire quella cosa prima della rete di Borgonovo e il rigore parato di Mareggini.
Il due a zero nell’anno della retrocessione mentre ero in pieno caos sentimentale e stavo preparandomi alla svolta della vita.
E ancora, quando Bettega mi assalì insultandomi e dicendo di voler far chiudere Canale Dieci.
Insomma, io mi ricordo esattamente cosa facevo, cosa pensavo e come ero messo nel giorno di Fiorentina-Juventus…

Qui siamo tutti aggrappati a Cristiano Zanetti e mi spiego: margini di miglioramento tecnici per Doandel non credo che ce ne ne siano e già sarebbe ottimo se giocasse benissimo come contro il Milan, errore finale a parte.
Bolatti fatica ad entrare nei meccanismi, sospendiamo ogni giudizio definitivo, ma davvero la frequenza e l’importanza delle partite non gli consente la gradualità dell’inserimento.
Montolivo è stato il migliore di tutti per almeno tre mesi e non si discute.
Rimane, appunto, Cristiano Zanetti.
Che non può essere quello di Lazio e Milan e che invece abbiamo visto impartire lezioni di calcio col Liverpool a Firenze e anche a Torino con la Juve.
Con lui sappiamo che ci possiamo aspettare di più, basta solo che lo sorregga una decente condizione atletica, che speriamo abbia acquisito per almeno un’ora di gioco nell’ultima settimana di soli allenamenti.
Se Zanetti gira, Fiorentina grande, scrivo con un pizzico di nostalgia, mutuando il titolo del mio primo articolo di calcio scritto nella presitoria (cioè luglio 1977…) per il Tirreno.

Che emozione parlare al Pentasport con Borgonovo, sia pure attraverso il computer.
Il suo “ciao David” finale mi ha ricordato quando sono andato a trovarlo l’otto ottobre 2008 a Tavarnuzze e me ne stavo un po’ in disparte, tra Orlando e Roggi, non sapendo neanche bene come cominciare il discorso.
Stefano Borgonovo è veramente una persona straordinaria e a me viene in mente come lo ammirava Alberto negli ultimi giorni della sua malattia, quando mi parlava di lui come di “un grande”.
Spero che la puntata di stasera sia servita a ribadire un concetto che ripeto da domenica: Fiorentina-Juve non è una partita come tutte le altre.
Bastava sentire il tono di voce di Desolati, Merlo, Antognoni, Sacchetti, Agroppi e Mareggini per rendersene conto.

Lancio ufficialmente da questo molto frequentato blog l’idea di trattare sabato pomeriggio Felipe Melo esattamente come Nicola Berti nel campionato 88/89.
Sommergerlo cioè di fischi ogni volta che tocca palla, non farlo giocare a causa della contestazione: civile, ma fortissima.
Il signor Felipe Melo ci ha preso in giro per almeno un mese con tutte le sue frequentazioni con l’al di là, che avrebbe dovuto suggerirli quale fosse la strada maestra da prendere in vista di un possibile trasferimento alla Juve.
Senza contare il suo match di pugilato contro Lopez negli spogliatoi di Fiorentina-Cagliari e, soprattutto, la bravata di Lecce, che poteva costarci la Champions.
E’ vero che abbiamo fatto grazie a Corvino l’affare del secolo, ma resta l’assoluta sfacciataggine di questo signore che ricorda molto le sceneggiate di Berti nell’estate 1988.
Quel giorno del febbraio 1989 Trapattoni fu costretto a cambiare “il mercenario” per disperazione e noi battemmo l’Inter dei miracoli…

Prima considerazione: ha perfettamente ragione Prandelli quando invita alla prudenza con i giovani.
Visto Ljajic nel primo tempo? Non ha toccato palla, ma è normale a 18 anni avere sbalzi di rendimento.
Seconda considerazione: basta col pensare che Jovetic possa fare la punta.
Sembrava un profugo dell’attacco, sempre alla ricerca della posizione e assolutamente incapace di essere un punto di riferimento per la squadra.
Abbiamo giocato un primo tempo da incubo e ci ha salvato Mauri, con l’apporto sostanziale di Frey, che però ancora non sta bene.
Ma nella ripresa abbiamo ritrovato l’orgoglio giusto e con una squadra a pezzi in tutti i sensi l’abbiamo sfangata con una zampata di Keirrison, fino a quel momento inesistente (meglio prima e dopo Babacar, dopo il primo quarto d’ora di spaesamento quasi totale).
Se non facciamo uno scatto in avanti, tra nove giorni col Bayern non ce la facciamo, ma abbiamo appunto nove giorni davanti per far rifiatare Montolivo, recuperare Vargas, Gilardino, Zanetti (che è al 40%), forse Natali e un po’ di morale.
Intanto prendiamoci questo punticino che non cambia niente, però evita di pronunciare la parola maledetta: crisi.
P.S.
Credo di dovere una spiegazione per i miei voti sul Corriere Fiorentino, che, dope aver letto i giornali, sono sensibilmente più bassi degli altri.
Io credo che una prova debba essere analizzata per quello che si vede, senza tenere conto del risultato finale o delle giustificazioni della vigilia per infortuni e assenze varie.
Voglio dire che probabilmente la mie valutazioni sarebbero state più in linea con le altre se disgraziatamente Keirrison non avesse pareggiato: però Gobbi avrebbe giocato allo stesso modo, Ljajic completamente fuori dal gico e Montolivo per una volta sarebbe sembrato lo stesso sotto tono, almeno secondo me.
Il voto è alla prestazione complessiva offerta, non all’impegno, che c’è stato da parte di tutti, compresi quelli bollati con insufficienze.

Senza Gila e Vargas, con Zanetti a mezzo servizio, Gamberini out e Mutu sospseso: siamo messi proprio male.
Qui la faccenda si fa veramente seria, ma non tanto per il pericolo di retrocessione, quanto per arrivare a giocarsi il ritorno col Bayern almeno a 38 punti, che sarebbero pochi in assoluto e allo stesso tempo il massimo sperabile oggi.
Un pareggio domani a Roma domani sarebbe ottimo, però non cambierebbe la classifica e con la Juve giocheremo certo con la testa ai tedeschi.
E’ un campionato veramente difficile, che rischia di diventare grigio come certe stagioni degli anni settanta con Antognoni in mezzo ad un branco di comprimari.
Speriamo in Jovetic e nel ragazzino e se poi Keirrison dimostra di essere già in forma facciamo un gran passo in avanti, ma ho i miei dubbi.

Ha ragione Diego Della Valle, è il momento di essere freddi, lucidi, di non arrabbiarsi anche se domani dovessimo ascoltare gli sfondoni di Lotito sulla gara di sabato e i favori che teme verranno fatti alla Fiorentina.
Però non mi ricordo una precisa concatenazione di fatti come quella avvenuta dalla designazione di Rosetti al furto di stasera: quello che temevamo è arrivato puntualmente, con sorpresa da parte mia perché mi sembrava che stesse arbitrando bene (e infatti stava arbitrando bene).
Come ho detto a Ulivieri a Rtv38, adesso voglio vedere quanto lo fanno stare fermo questo arbitro che anche visto da vicino ha come pochi la capacità di risultare antipatico.
la Fiorentina è stata ottima nel primo tempo, ma dovevamo chiuderlo avanti di due reti, nella ripresa siamo vistosamente calati, ma se ci danno il rigore vinciamo e ci rilanciamo in campionato.
Ora ci pesa ancora di più giocare di sabato, io questa scelta di non battere i piedi, di fare casino almeno a livello di pubbliche dichiarazioni continuo a non capirla.
In pratica domani non si lavora e venerdì si fa una preparazione blanda perché il giorno dopo si va di nuovo in campo, che logica c’è?

Per un attimo li ho fatti anch’io i calcoli: vinciamo col Milan e poi sabato a Roma, ed ecco che siamo di nuovo lì , in scia per il quarto posto, come se nell’ultimo mese non fosse successo niente.
Poi mi sono bloccato e ho pensato a quando perdo con i miei investimenti e vado a vedere quale fosse il massimo raggiunto dai titoli in mio possesso.
A quel punto mi consolo e mi dico che, sì, tanto prima o poi ritorno su quei livelli e quindi è come se non stessi perdendo.
Solo che se vendessi ciò che ho, la pedita ci sarebbe tutta.
Ecco, ora siamo più o meno in quella situazione: ci facciamo le palle, in senso positivo, e ce le tiriamo
Mai come stavolta sarà bene vivere alla giornata, dimenticando anche le quattro volate precedenti, che rimangono negli almanacchi, ma non portano punti.
E per domani sera sarà invece opportuno ricordare come negli ultimi due anni il Milan, più a Firenze che a San Siro, ce l’abbia sempre nascosta e se non giochiamo a ritmi alti (ma non è affatto facile) rischiamo ancora una volta di vederla poco.

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