Una prova di maturità, con Mihajlovic che supera Mazzarri e due punti lasciati a Napoli, anche se il rigore per loro ci stava (ma anche, prima, la doppia ammonizione di Inler).
Avevo detto e scritto: aspettiamo le prime quattro partite per giudicare, la rosa è buona, ma c’è l’incognita dell’allenatore.
Incognita risolta, mi pare e non c’è nessuno più contento di me, che pure avrei cambiato volentieri Sinisa con Rossi.
Si è vista una squadra con un’anima, con un gioco, con una capacità di difendere in fondo non sorprendente ove si consideri che era lui a curare la parte difensiva dell’Inter di Mancini.
E si è rivisto finalmente Montolivo, uscito dalle tenebre del disagio personale e autore di una prestazione maiuscola, uno dei pochissimi a non calare nel momento di sbandamento viola.
Bene pure Munari, assolutamente divertente Cerci, bravissimi Behrami e Natali.
Ora che abbiamo fatto pace con la Fiorentina (o avete, alcuni di voi, perché io ero già pacificato da fine agosto), possiamo prenderci delle belle soddisfazioni.

La serietà e la convenienza: è giusto o no mettere Cerci in panchina dopo l’intasamento della vena dovuto a giusta sostituzione di Mihajlovic?
Sarei per la linea del rigore, se non mi ricordassi che quasi un anno fa abbiamo fatto finta di niente di fronte alle esibizioni pugilistiche di Mutu che però, si dirà, sono avvenute lontano dal rettangolo verse (ma alle 5 del mattino…)
All’epoca dissi che nonostante la simpatia e la conoscenza personale con Adrian mi sembrava giusto uno stop di un paio di turni e passai come un bacchettone moralista.
Vediamo ora che cosa succede, e anche se Cerci ci farebbe un gran comodo al San Paolo non avrei nulla da obiettare se la società decidesse per il pugno di ferro.
P.S. Non ci siamo capiti: in teoria sarei sempre per il rigore, ma proprio partendo dal precedente di Mutu, per me più grave…

Tre punti d’oro, altro che storie, e davvero non capisco chi sottilizza troppo.
Ieri sera negli sms alla radio qualcuno ce l’aveva con Mihajlovic, uno voleva addirittura Gasperini (anche all’Inter, a questo punto, avrebbero voluto Sinisa…) ed io non riesco ad entrare nella testa di questa gente.
Ma davvero dobbiamo essere scontenti con cinque punti in più dello scorso anno, dopo una prestazione certamente non esaltante che però ha dimostrato che questa squadra ha un’anima?
Era giusto continuare a puntare su Jovetic, è chiaro che avrà alti e bassi, ma se non lo facciamo giocare, quando recupera?
Un discorso a parte merita Montolivo: non è possibile vederlo in quello stato.
Un mezzo giocatore, uno che (con i suoi mezzi) non rischia assolutamente niente, che corricchia per il campo quasi fosse capitato lì per caso.
Assurdo fischiarlo prima e durante la gara, ma lui si deve svegliare perché di uno così possiamo fare tranquillamente a meno.

Ci vogliamo fare del male da soli?
Bene, stasera fischiamo Montolivo.
Appena annunciano il suo nome, quando entra in campo, dopo ogni pallone che tocca.
Sfoghiamoci, arrabbiamoci, offendiamo lui, la sua donna e i suoi procuratori, ma serve a qualcosa?
Guardate che più passa il tempo e più io trovo veramente avvilente questa massimizzazione del profitto, questo killeraggio economico ai danni della Fiorentina, ma se Montolivo va in campo mi sembrerebbe perlomeno stupido massacrarlo con il risultato di avere un uomo in meno.
Anche perché tutta questa storia sta provocando un secondo effetto colaterale piuttosto grave: focalizzando tutta l’attenzione su Montolivo ci stiamo dimenticando dei tanti e grossi problemi emersi nella Fiorentina di Udine.

E’ ormai chiaro a tutto il mondo che (purtroppo per noi italiani) Berlusconi è un uomo malato, che non ha rispetto soprattutto per se stesso e per quelli che davvero gli vogliono bene.
Detto questo, io mi chiedo di che cosa ci stupiamo quando leggiamo che Belen ha passato una notte a Palazzo Grazioli e (pare) si sia salvata solo perché fidanzata all’epoca di Borriello.
Oppure che l’Arcuri voleva vedere i soldi prima di vendere il cammello, o altro ancora che coinvolge il sistema delle starlette nostrane.
Ho letto un’illuminante intervista con Pippo Baudo, una delle menti più lucide della notra televisione, che può piacere o non piacere, che ha esattamente la stessa età del nostro Presidente del Consiglio, ma che ragiona con l’organo che gli ha dato madre natura per il pensiero e non con altre parti del corpo.
Raccontava delle differenze tra le vallette di un tempo e quelle di oggi ed io sono perfettamente d’accordo, soprattutto quando saliamo di grado e andiamo sullle soubrette.
Vi propongo solo questi paragoni: Delia Scala-Valeria Marini; Raffaella Carrà-Belen; Loretta Goggi-Elisabetta Canalis: non vi sembra che facciano mestieri diversi? Eppure le seconde nominate spopolano in tv e sui rotocalchi…
Ve lo dico con una certa cognizione di causa, perché per sette anni ho gestito il casting di chi voleva fare la valletta al Ring dei Tifosi e/o a Stadium a Canale Dieci e vi assicuro che sarebbe bastato un niente per mettersi nei guai e approfittare della situazione.
Diceva sempre nell’intervista Pippo Baudo che negli anni ottanta, quando lo incontravano, in molti ammiccavano sulla Cuccarini: “dai Pippo, chissà quante volte…”, mentre lui non ci ha mai pensato neanche lontanamente, per non rovinarsi e per non incasinare lei.
Sarebbe un bell’esempio, ma credo che lo abbiano seguito in pochi.

Così fa ancora più male, diciamo per tirarci su che è stata troppo brutta per essere vera.
Sono rimasto allibito da Montolivo, pensavo avesse la maturità per sopportare una situazione che lui ha ampiamente contribuito a creare ed invece è crollato come un esordiente che se la faceva sotto.
Allucinate.
Da buttare fuori per il fallo da dietro, non ha mai corso, sembrava pietrificato.
Cassani ha giocato al livello dell’ex capitano, Cerci ha fatto un quarto d’ora e poi è tornato quello del 2010, tutti hanno fatto un casino terrificante spostandosi là dove c’era il pallone come in una partita di esordientei.
Gioco zero e ora abbiamo pure la tegola dell’infortunio a Gilardino, peraltro da 5 pure lui.
Aspettiamo ad amareggiarci troppo, ci sono almeno due prove di appello contro Parma e Napoli, ma certo che la prestazione di oggi (prestazione però è un termine un po’ troppo positivo) non ha alcun tipo di giustificazione, anche perché era stata l’Udinese e non la Fiorentina a giocare giovedì sera un’impegnativa partita di Europa Leagues.
Per stasera lecchiamoci le ferite.

Una settimana fa ero con Giancarlo Antognoni a ricordare Andrea Pazzagli e la sua presenza, così come quella di Giovanni Galli, Celeste Pin, Gianfranco Monti e Xavier Jacobelli ha nobilitato un pomeriggio a cui io e Mario Tenerani tenevamo moltissimo.
Poche ore prima dell’evento, Matteo Magrini di Radio Sportiva aveva intervistato l’ex capitano viola che gli aveva intimato di non fargli alcuna domanda sulla Fiorentina perché non voleva assolutamente parlare della squadra di Della Valle.
Mercoledì è venuto al Pentasport Vincenzo Guerini a cui, con delicatezza, ho posto la domanda che mi sono fatto come il 90% dei tifosi: “non ti è sembrato un po’ strano che abbiamo chiamato te invece di Antognoni?”, domanda in cui era implicito come il sottoscritto pensasse che Giancarlo fosse l’uomo giusto per quel ruolo.
La risposta di Guerini la sapete, era rimasto sorpreso anche lui della scelta, ha ricordato come “Antognoni fosse la storia della Fiorentina”, assolutamente non paragonabile con lui e poi ha tirato fuori le telefonate fatte a cui l’ex compagno non ha risposto.
Come ho già scritto, in quel momento l’istinto giornalistico mi avrebbe detto di provare a chiamare Antognoni, che al 99%, ne sono certo, avrebbe rifiutato di intervenire, ma poi la questione mi sembrava talmente delicata e personale da farmi rinunciare ai miei propositi.
E’ stato un atto di rispetto nei confronti di Guerini, ma anche e soprattutto di Antognoni e lui queste cose le sa benissimo.
Il giorno dopo è venuta fuori un’assurda polemica via facebook/blog con Rita Antognoni ed io per evitare fraintendimenti l’ho chiamata raccontandole fra le altre cose tutto quello che avete appena letto.
Sulla vicenda chiamare o non chiamare mi ha risposto che avevo fatto bene e che comunque quasi certamente Giancarlo non sarebbe intervenuto.
A distanza di quasi tre giorni dalla trasmissione, oggi esce questo comunicato di Antognoni per me inaccettabile nella parte in cui parla di giornalisti genuflessi verso la società (non sono Alice nel paese delle meraviglie, è chiaro il riferimento al sottoscritto che conduceva il programma), giornalisti che non concedono possibilità di replica.
Questa rabbia assolutamente ingiustificata nei miei confronti è un’offesa che non accetto in alcun modo.
Ho quasi 51 anni, ne ho passati 33 a seguire la Fiorentina, credo e spero di aver conquistato parola dopo parola una credibilità in chi ascolta e legge ciò che ho da dire, ho litigato con tanti potenti (ultimo della serie Corvino, che mi pare sia piuttosto influente nell’ACF Fiorentina, ma credo di essere agli ultimi posti nella hit-parade di Mihajlovic, che forse conta qualcosa in più di Guerini…) e solo nei confronti di Antognoni ho evitato più volte di andare allo scontro proprio per rispetto all’idolo che è stato nella mia adolescenza.
E’ succeso anche quando le sue parole fuori luogo mi hanno creato mesi durissimi (successe, e non è stato ve lo assicuro l’unico caso, nel febbraio 2001 quando, nella querelle con Sconcerti, quando in tv lui disse che con Sconcerti e Sandrelli facevo parte del clan dei marsigliesi e dopo poco cominciarono ad arrivarmi per mesi lettere e telefonate minatorie).
Adesso basta, mi arrendo, deluso, amareggiato e arrabbiato.
Dica e faccia Giancarlo Antognoni quello che vuole, Radio Blu è a sua disposizione per qualsiasi replica sulle telefonate/non telefonate con Guerini, ma eviti di tirarmi nel mezzo in vicende in cui non c’entro assolutamente niente.

A nemmeno sedici anni mi misi insieme con una delle più belle ragazzine della Comunità ebraica.
Insieme per modo di dire: siamo stati mano nella mano una volta al cinema, sentiti in due telefonate (era il 1976…) dopo cinque giorni mi disse che se non se la sentiva più di continuare, che non era matura per una storia con un ragazzo.
Io, che ero più intrigato dall’idea di stare insieme con una così carina che effettivamente innamorato, presi una botta tremenda e per almeno otto mesi (nel frattempo si era messa col mio migliore amico appena conosciuto in piscina, un classico) entrai in uno stato di crisi che ancora ricordo con terrore.
Parlavo con lei, oh quanto ci parlavo.
C’era grande feeling, ma quando gli chiesi una, due volte di mettersi insieme le mi disse semplicemente no (non ricordo se aggiunse la fatidica frase “non voglio sciupare un’amicizia” che uccide qualsiasi maschio in età post sviluppo, ma ci può stare).
Ecco, questa storia della Fiorentina con Montolivo ricorda molto i “tragici” eventi della mia adolescenza: a quale tentativo siamo per farci dire di sì?
Al secondo?
Al terzo?
Io ho un po’ perso il conto e Andrea Della Valle credo che abbia un po’ perso la pazienza.
Oggi credo che ne sentiremo delle belle e se poi mi sbaglio non ci sarà nessuno più contento di me.

Ragazzi, carpe diem, sfruttiamo il momento.
Mai visto Andrea Della Valle così carico come sabato scorso agli ormai ex campini, mai sentito Diego così emotivamente coinvolto nella Fiorentina.
Sembra quasi che si siano resi conto dopo nove anni di cosa hanno in mano, di quanto siamo rompipalle, ma anche di come sappiamo dare tantissimo se solo ci stimolano un po’.
Ora che li abbiamo recuperati non lasciamoceli scappare, non chiediamo lo scudetto ma facciamo capire che siamo pronti a seguirli il più in alto possibile, riservandomi sempre personalmente il diritto di critica.

Di Vincenzo Guerini ho due ricordi precisi che ormai risalgono a più di trent’anni fa.
Quando ebbe l’incidente fu portato nello stesso ospedale dove avevano appena operato mia nonna, io avevo quindici anni ed ero lì tra lo stupore ed il dispiacere di vedere arrivare in condizioni gravissime uno dei miei idoli.
Qualche anno dopo Alessio Fanfani il cugino amatissimo della prima signora Guetta, allora solo fidanzata, era il capitano della sua Fiorentina primavera.
Alessio, che ha fatto pure una panchina in serie A all’Olimpico e che sarebbe diventato titolare fisso se non fosse stato fermato da continui infortuni muscolari, adorava calcisticamente Guerini, da cui era contraccambiato.
Ho ritrovato ieri sera Vincenzo dopo oltre tre decenni ed è stata una sorpresa perché non me lo ricordavo così abile nella dialettica, così sincero.
La Fiorentina ha fatto davvero un grande acquisto prendendo un equilibratore che mancava da sempre alla squadra e alla società.
Mi pare siano venute fuori due buone ore di trasmissione e devo fare una confessione: per un po’ ho pensato alla carrambata, ma poi ho lasciato perdere per una forma di rispetto verso i protagonisti.
Credo che abbiate capito: vedendo la grande amarezza di Vincenzo per come sono andate le cose con Antognoni (che non gli ha mai risposto al telefono), immaginavo di chiamarlo e metterli insieme in diretta.
Ho rinunciato per amore verso la Fiorentina, mi sembrava una forzatura, una violazione del rapporto tra due vecchi amici che hanno accompagnato la mia adolescenza, e non sono affatto pentito.

P.S. Immonda Bestia ha scritto un commento che non mi trovava assolutamente d’accordo e che era piuttosto pesante sulle donne.
La mia vocazione alla libertà me lo ha fatto pubblicare, ma poi ho capito che poteva risultare offensivo e quindi l’ho tolto.
Poiché Antonello (alias Immonda Bestia) è capace di ben altri ragionamenti che non siano quelli qualunquisti e vagamente razzisti nei confronti del genere femminile (non è vero che le donne non possono parlare di calcio!), lo invito a riflettere e tornare a scrivere cose più sagge.
Quanto al mio rapporto con Rita Antognoni, non preoccupatevi, è tutto a posto.

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