Ammenda di € 20.000,00 : alla Soc. FIORENTINA per avere suoi sostenitori, al 19° e al 21° del secondo tempo, indirizzato a due calciatori della squadra avversaria grida e cori costituenti espressione di discriminazione razziale.
Sono sconsolato: non avevo sentito niente durante la partita, ma evidentemente ancora una volta si è ripetuta questa manifestazione di imbecillità messa in opera da qualche demente che pensa davvero che un uomo debba essere giudicato per il colore della pelle, per la provenienza geografica, per il proprio credo religioso.
Nonostante l’ossessione di qualche razzista che gode di grande fama non conosco niente delle dinamiche della curva, sono sempre stato estraneo a cosa succede e quindi non saprei dire se sia possibile fermare l’idiota che ulula al giocatore di colore.
So solo che la stragrande maggioranza del tifo è sana, che esistono ingiustizie per cui mi sono messo a disposizione con la poca o tanta forza mediatica di cui dispongo (leggi il divieto di trasferta a chi non possiede la tessera del tifoso ed è in regola con la giustizia), ma so anche che come fiorentino provo vergogna a pensare a ciò che ancora una volta è accaduto domenica al Franchi.

Una volta tanto ho avuto una buona idea: giocare un’amichevole Fiorentina-Milan e devolvere l’incasso alla Fondazione Stefano Borgonovo.
Un’idea che è piaciuta a Montella, che l’ha rilanciata alla grande nell’intervista di ieri al Pentasport, che in serata è andata su gazzetta.it e che oggi è stata ripresa da tutti i giornali.
Alla base dell’idea, annunciata nel post “In un Paese civile” ci sono varie considerazioni.
Al di là del potere calcistico esercitato negli ultimi vent’anni, che non è cosa da poco, ma è appunto…potere, considero il Milan la società con più stile in Italia, escludendo ovviamente la Fiorentina.
Due dimostrazioni: quando nell’ottobre del 2008 i rossoneri vennero a Firenze al completo (e con tutti i vecchi grandi campioni) per lanciare la Fondazione Borgonovo nella struggente amichevole del Franchi e quando Galliani ha voluto essere presente personalmente all’inaugurazione della sala stampa dedicata a Manuela Righini.
In quell’occasione chiese a Mencucci di ritardare di venti minuti l’evento pur di portare il suo ricordo personale di Manuela (che certo non amava Berlusconi…) e questa è stata secondo me una grande dimostrazione di stile e sensibilità.
Se poi aggiungiamo ciò che è accaduto nel maggio 2009, quando Maldini ha dato l’addio al calcio proprio a Firenze, direi che ci sono tre prove per far sì che Fiorentina e Milan tornino ad essere normali avversarie sul campo e alleate per aiutare Stefano e tutti i malati di SLA.

In un Paese civile io dovrei essere libero di andare allo stadio con la bandiera della mia squadra senza rischiare la pelle.
In un Paese civile i dirigenti ospiti avrebbero il sacrosanto diritto di vedersi la partita in tribuna senza essere insultati da qualcuno, neanche da maleducati quasi adolescenti, e meno che mai devono subire lanci di monetine e/o di altri oggetti.
In un Paese civile i massimi responsabili di una delle più grandi industrie nazionali, cioè il calcio, dovrebbero contare fino a dieci prima di reagire, dopo di che contano di nuovo e dopo semmai se ne vanno senza rispondere agli insulti e ai vergognosi lanci di monetine e/o di altri oggetti.
In un Paese civile si individuano i responsabili di chi sta macchiando l’onorabilità di una città che non ha niente da imparare da nessuno e si procede a pene giuste. Non esemplari, perché basterebbero le sanzioni eque per far smettere certe manifestazioni idiote.
In un Paese civile una bomba carta fatta scoppiare a Roma vale quanto una bomba carta esplosa a Firenze.
In un Paese civile il responsabile della confindustria del pallone non sarebbe anche uno dei massimi dirigenti di uno delle più grandi banche italiane, che ha il 40% delle azioni di una delle società più capitalizzate.
In un Paese civile si farebbero titoli meno roboanti sulla presuna inciviltà di una tifoseria che ha sopportato di andare in C2 senza creare il minimo problema di ordine pubblico mentre altre società in condizioni ben peggiori sono state salvate per paura di scontri di piazza.
In una società civile Fiorentina e Milan convocherebbero una conferenza stampa congiunta per superare ciò che è avvenuto domenica all’ora di pranzo e annuncerebbero una prossima amichevole con incasso da destinare alla Fondazione Borgonovo.

Un punto d’oro, che probabilmente ci farà male nella corsa europea, ma che funziona benissimo per la crescita della nostra autostima.
Non ci speravo assolutamente più, dobbiamo ringraziare Ljajic che ci ha riportato in partita e anche il Milan, che pensava già di averla vinta.
Abbiamo diversi problemi, il principale è l’attacco, poi viene Pizarro, per la seconda volta consecutiva il peggiore della squadra.
L’arbitro è stato disastroso, l’espulsione era “da ricovero”, come avrebbe detto Mario, ma se ci avessero dato contro il primo rigore e non fischiato a nostro favore la mano di Roncaglia avremmo ululato per settimane.
Montolivo ha fatto proprio il minimo sindacale e ribadisco il paragone fatto a caldo al momento del gol: per l’arrabbiatissimo popolo viola una rete presa in questo modo ha avuto lo stesso effetto che per la gentile fanciulla che si prepara a dividere con noi qualche piacevole momento hanno i calzini bianchi corti su dei polpacci flaccidi.
Un rovescio del genere ha stordito tutti e nel raddoppio siamo stati veramente molli: ma quante reti stiamo prendendo?
Ormai si viaggia ad una media di due a partita, con voti alti a Cagliari e oggi a Viviano, questa è una circostanza su cui meditare seriamente.

In tutta onestà partiamo sfavoriti, non fosse altro per l’assenza di due degli uomini più importanti della squadra.
La loro forza offensiva è evidente, basta pensare a Robinho e Pazzini in panchina e dunque ci vorrà la partita perfetta, che in quanto tale si verifica molto raramente.
Ho sensazioni non proprio positive e lo dico con un certo pudore, ma con l’onestà intellettuale che spero mi venga riconosciuta.
Poi, certo, il calcio è “mistero agonistico”, come scriveva Brera e quindi spero proprio di sbagliarmi, di trovare la stessa Fiorentina che ha disintegrato l’Inter.
La grande novità sarà il Franchi esaurito, davvero in settimana sembrava di essere tornati al passato, con chi ti chiama per scongiurarti di trovare in tutti i modi un biglietto.
Questo è un bel punto di partenza, ma sul campo rispetto all’andata sono cambiate diverse cose e purtroppo tutte al loro favore.

Lo sapevamo che questa bella Fiorentina aveva delle basi un po’ fragili per via del passato di diversi ottimi giocatori acquistati ad un prezzo basso proprio per via degli infortuni che avevano alle spalle.
Direi, toccando ferro, che ci è pure andata bene, se pensiamo a Pizarro e Gonzalo Rodriguez, pagati non a caso pochissimo, e anche agli ultimi due anni di Toni.
Con Mati Fernandez invece c’è andata male e comunque anche di lui conoscevamo la fragilità fisica, poi ampiamente confermata in questa stagione di stenti.
In attesa di vincere (speriamo) la scommessa più importante, e cioè Giuseppe Rossi, qualcuno dovrebbe dare delle notizie su Sissoko, che sta pericolosamente assomigliando all’ineffabile e pensavamo irripetibile Vargas degli ultimi due anni.
Nel senso che “non è ancora in condizione”, ma non si capisce bene il perché, visto che non risulta si sia mai infortunato: trattasi forse di una scarsa attitudine al sacrificio?

P.S. Il simpatico Mauro Suma, super direttore di Milan Channel che saluterò con immenso piacere domenica, mi omaggia di un cartello sulla televisione da lui magistralmente diretta.
Con il buon gusto che lo contraddistingue, per spiegare le due facce dello stile viola, mette nella parte superiore le condoglianze dell’ACF Fiorentina per la tragedia relativa alla scomparsa di Claudio Lippi e nella parte inferiore il mio invito a fischiare Montolivo come avversario anche per il danno economico arrecato alla società viola con il suo addio a parametro zero.
Mi definisce giornalista/tifoso e va bene.
Ma dimentica di aggiungere che il sottoscritto, che tra l’altro dirige una radio nazionale in cui ho sempre definito il Milan la migliore società italiana a livello di sensibilità e di organizzazione, una porcata del genere che mischia il sacro con il profano, cioè la morte con il tifo che per me dovrà rimanere nei limiti, non l’avrebbe neanche pensata.
Proprio per non offendere la memoria di un giovane uomo di 42 anni scomparso dieci giorni fa.
Complimenti direttore, proprio una bella dimostrazione di classe.

Si intravede finalmente qualcosa nella palude nella nostra situazione italiana.
Matteo Renzi ha rotto gli indugi e ha capito che alla fine, quando vincerà le prossime primarie, rischia di trovare solo macerie e ha attaccato chi è riuscito a non vincere le ultime elezioni partendo da basi uniche.
Beppe Grillo è stato onesto e ha fatto un discorso che a me è piaciuto e che dovrebbe far pensare chi immagina di votarlo alle prossime (probabili) elezioni: se credevate che avremmo fatto un accordo con il PD, avete sbagliato a votarci.
Loro sono per lo sparigliamento delle carte e pazienza se usciremo dall’Europa, se non pagheremo il debito pubblico, se spingono verso qualcosa che assomiglia molto alla guerra civile usando spesso un linguaggio che trovo ripugnante.
Io non li voterò mai, ma bisogna riconoscere la coerenza di fondo del loro pensiero.
Infine una considerazione che non ho trovato in nessun commento: ma vi sembra possibile che questi dieci saggi, di cui nessuno sentiva l’esigenza, ci abbiamo messo quasi una settimana a riunirsi per la prima volta?
Qui stiamo affogando nella materia organica che tutti conoscete e ci vuole tutto questo tempo per cominciare a pensare a cosa suggerire ad un governo che non c’è o che non vede l’ora di andarsene?

Guardavo la partita e ripensavo al 2010.
Come immaginavo, solo a distanza di tempo si può capire veramente cosa sia riuscita a fare quella squadra costruita sul lavoro di Prandelli, le intuizioni di Corvino, la grande armonia tra proprietà e staff tecnico.
La Juve di ieri, cioè la migliore squadra italiana, è stata letteralmente presa a pallate da un Bayern che non mi sembrava più forte della formazione che giocò in dodici, con lo straniero Ovrebo a fare da centravanti decisivo.
Buffon sarà stato pure parzialmente colpevole sui due gol (ma nel primo c’è stata una deviazione decisiva), ma quante parate importanti ha fatto?
Non uscivano dall’area, sbagliavano quasi tutto, erano impacciati ed impauriti.
Noi invece soffrimmo abbastanza, specialmente nel finale del primo tempo, ma non ricordo sensazioni simili perché riuscimmo sempre a stare in partita.
Che tempi quei tempi: sono passati appena tre anni eppure a me quelle stagioni sembrano molto lontane e ho voglia di tornare a vivere certe sensazioni.

Quello che ha fatto Montolivo a Firenze e alla Fiorentina con l’aiuto di qualche genio della comunicazione che pensava di sistemare mediaticamente tutto con delle riunione nascoste e che invece ha combinato disastri (sentire per informazioni Pietro Vuturo) resta scritto nella storia: il suo addio a parametro zero ha procurato un danno economico notevole e lui ha pensato solo al proprio tornaconto personale.
Lo poteva fare e lo ha fatto, senza guardare in faccia nessuno, fregandosene della riconoscenza, fregandosene della Fiorentina.
Non credo sinceramente che si possa far finta di niente, cioè ignorarlo come suggerisce qualcuno dall’alto della nostra fiorentinità.
Ci vorrebbe invece un trattamento alla Berti febbraio 1989 (il mio amico Riccardo Bellini per contestarlo inventò pure una canzone ad hoc che venne cantata da buona parte dello stadio): Montolivo va sonoramente fischiato sempre, da quando mette piede in campo un’ora prima della gara e ogni volta che tocca il pallone.
Trapattoni sostituì Berti, totalmente incapace di giocare e quasi di intendere e di volere, dopo trenta minuti e la Fiorentina vinse la partita.
Sono certo che Montolivo avrà le spalle abbastanza larghe per reggere la contestazione, ma almeno non sarà troppo tranquillo.
Eviterei invece di scendere nella volgarità, o peggio ancora in gesti idioti.
Con lui, ma anche con la fidanzata, che ha tutto il diritto di vedersi la partita in santa pace se vorrà venire al Franchi.

Mi è venuto così all’improvviso, prima di andare al cinema con Cosimo e Letizia, forse perché contagiato da Valentina, che di scherzi ne aveva progettati diversi, alcuni particolarmente elaborati.
Non ho avvertito nessuno e sono entrato nella parte.
Non è stato difficile perché, diciamo la verità, ho una certa predisposizione ai toni un po’ forti e pure alla retorica.
Solo dopo ho avvertito l’inconsapevole Saverio, che si è fatto una gran risata e ci ha messo del suo con la notizia pubblicata da violanews.
Poi sono cominciati ad arrivare gli sms e i post e mi sono divertito molto a leggere tutto, anche se in verità non c’è cascato (quasi) nessuno.
Non è che sia stato un granché come pesce d’aprile, lo ammetto, però concedetemi la spontaneità del gesto e comunque prima o poi davvero mi ritirerò dalle radiocronache, ma non ora.
“Ho ancora tante cose da raccontare e a culo tutto il resto”.
E grazie a tutti per il grande affetto dimostrato.

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