Non so che impressione abbiate avuto della prima puntata di “Viola d’amore”, io mi sono divertito a farla e vi assicuro che capita raramente in televisione.
Rispetto all’ultima puntata del Ring dei Tifosi, che era datata maggio 2002, è cambiato il mondo e sono molto cambiato io.
Ieri sera mi sentivo molto più leggero, perché in quella zona franca che nel casino viola degli ultimi anni era diventata Canale Dieci, poi alla fine, nei giorni successivi alla trasmissione, dovevi sempre fare da muro di gomma con tutti i tirapiedi di Cecchi Gori che facevano pressioni e protestavano per quello che dicevamo io e Ciuffi.
Ho avuto la conferma di quanto già sapevo e cioè di non avere assolutamente niente del “bravo presentatore” televisivo proprio a causa della mia inquietudine.
Rispetto a stento la scaletta, faccio incisi su incisi, scarto improvvisamente su altri discorsi, divago, forse sono pure un po’ ansiogeno per chi guarda.
E per fare ancora più casino ho pure portato con me la “banda dei quattro”, in gran forma e perfettamente a proprio agio, con in più la sorpresa Marzio Brazzini, all’esordio televisivo e sciolto come se ci fosse sempre stato.
Insomma, siamo partiti, il 2 gennaio ritorniamo immediatamente in onda e, come direbbe Bucchioni: vi aspetto numerosi.

Non ho mai conosciuto personalmente Rino Gattuso, eppure sarei pronto a… scommettere sulla sua totale estraneità allo schifo che è emrso in questi ultimi giorni.
Mi pare impossibile per tutta una serie di mtivi che vanno dal mancato interesse economico all’idea che mi sono fatto del Gattuso uomo.
Così come ad essere del tutto sincero, e al netto dei sentimenti sulla Juve, non ho mai davvero creduto al coinvolgimento di Conte nei casini di Siena e Bari.
Al massimo un far finta di non vedere che c’era qualcosa di strano, ma proprio andando molto in là.
E’ vero che spesso, come diceva Boskov, la “testa dei giocatori è buona per portare cappello”, ma questi sono uomini che secondo me avrebbero fatto la loro figura anche in altri campi.
Mi piacerebbe poi che queste inchieste infinite e sfibranti avessero una loro conclusione in tempi ragionevoli e non fossero bombe ad orologeria piazzate lì per sputtanere persone e far pensare che tutto è marcio.

Come forse avrete letto o sentito, faremo la radiocronaca anche nella stagione 2014/2015.
Scherzando, ma fino ad un certo punto, da qualche tempo vo ripetendo a chi mi sta intorno che la vera notizia sarebbe quella che “Radio Blu non fa più la radiocronaca”, visto che siamo in pista dal campionato 82/83, cioè quando ancora giocava Zoff, pensa te.
In una serena e un po’ imbarazzante retrospettiva dei miei ultimi 27 anni di vita professionale, cioè dal 1987 oggi, devo candidamente confessare di aver frantumato per questa storia i cosiddetti a due mogli e un bel po’ di amici che hanno sopportato con cristiana rassegnazione (non mi pare che ci fossero ebrei nell’elenco…) le mie masturbazioni mentali sull’argomento, spesso frutto di diverse notti insonni.
Tutto questo è accaduto almeno fino al 2008 e sono stati anni in cui il drago (cioè il nemico che si frapponeva tra me e la mia voglia di di trasmettere la Fiorentina) ha assunto varie sembianze, alcune in verità un po’ fantasiose: Matarrese, l Rai, il network che doveva spazzarci via tutti, l’ispettore della Lega Calcio, il partito politico che stava dietro ad un’altra radio, i miei rapporti con i mammasantissima del gruppo Cecchi Gori, i tanti soldi sbandierati dai concorrenti, la C2, la ritrosia della vecchia proprietà nel continuare a spendere, l’ostilità di Corvino, i vari cambi all’interno della Fiorentina.
Negli ultimi tempi sulla storia della radiocronaca mi sono parecchio calmato, sarà l’età, anche se poi bisognerebbe chiedere a Letizia e alla redazione se sia vero oppure no.
C’è comunque un momento magico, in trasferta, in cui passo cinque minuti solo con me stesso ed è bellissimo.
Succede quando la Fiorentina effettua il riscaldamento ed io comincio a pensare a quante volte sono stato in quello stadio, alla fortuna che avrò nel raccontare da lì a breve la partita, a quanto in fondo, al di là della fatica, ami ancora tantissimo ciò che faccio.
Non so quanto potrà ancora durare, intanto mi sono allungato il godimento fino a giugno del 2015.

Lo faccio io, lo facciamo tutti.
Da agosto andiamo a vedere un po’ distrattamente, magari senza farsene accorgersene, a che punto di classifica è il Milan, quanti punti di distacco ha rispetto a noi.
La terrificante fregatura dello scorso campionato ha creato uno schock emotivo dal quale ci riprenderemo solo tra qualche anno ed è per questo che ci piace tanto che sia così lontano dall’Europa.
Sono perciò convinto che il pareggio di ieri sia stato un gran risultato, che non fa scappare troppo lontano la Roma e che allo stesso tempo tiene Balotelli e compagni a distanza di sicurezza, con in più la Champions da giocare.
Mi pare che la squadra di De Rossi abbia qualcosa in più di noi, o forse in meno, visto che dispone dell’intera settimana per preparare le partite, però da quelle parti sono unoralmente più instabili che a Firenze e non si sa mai cosa riserva il destino.

Davvero una grande partita, con tre gol e almeno sette occasioni sprecate o neutralizzate da Curci.
Benissimo il gol di Ilicic, che deve ancora crescere, spettacolari Borja Valero e Rossi e io mi chiedevo come diavolo avesse fatto il Villareal a retrocedere nel 2012 avendo questi giocatori, ma se penso alla Fiorentina del 1993 non è che poi fossimo troppo lontani.
Un bel modo di chiudere un 2013 al Franchi, un anno ricco di soddisfazioni, con le perle delle quaterne a Inter e Juventus e un gioco che è ormai diventato una specie di marchio di fabbrica di Montella.
Visto che non abbiamo pagato lo sforzo di giovedì?
Adesso c’è da capire bene cosa stia succedendo con Pizarro perché a me le sue esclusioni sembrano un modo per cercare strade diverse rispetto al passato, oltre a certificare un suo scadimento tecnico ogni tanto rinvigorito da spezzoni di gara alla vecchia maniera.
A me è piaciuto molto pure Aquilani che, se ci fate csao, corre moltissimo, quasi fosse diventato un mediano, anche se mancano i suoi gol, ma visto che abbiamo al momento il miglior attacco del campionato direi che possiamo accontentarci…

Comprare tanto per comprare non va bene.
Giovedì sera Della Valle ha staccato l’ennesimo “assegnino” (cit. Ciuffi) e sinceramente non saprei nemmeno dire esattamente quanti soldi ha buttato dentro la fornace del calcio dal 2002 ad oggi, certamente molti anche se rapportati alle enormi possibilità della famiglia.
La mia premessa è molto solida, figlia degli anni al Duca d’Aosta e non piacerà ai tifosi: trovare persone che spendano in questo calcio e in questo mondo mi pare un’impresa temeraria, direi al limite dell’impossibile e quindi teniamoci ben stretti i Della Valle e continuiamo a puntare tutto su Andrea, sul suo entusiasmo e sulla sua voglia di Fiorentina.
Rimane il problema oggettivo su come spendere i soldi e su come rinforzare una squadra già piuttosto forte.
Il punto è tutto lì: in questo senso dal 2005 al 2009 sono state fatte grandi cose, dal 2010 al 2012 dei disastri terribili che ci hanno condotto alla quasi disintegrazione viola per mancanza di affetto visto il livello raggiunto da squadra e società.
Poi siamo ripartiti, con una crecita impetuosa che nessuno si aspettava e che adesso paradossalmente diventa il nostro limite.
Perché vorremmo di più, com’è naturale che sia, fa parte della natura umana.
Andrea ha detto che a gennaio non si spende e magari alla fine andrà così, ma ho la sensazione che se dovesse capitare l’occasione giusta, controfirmata da Macia-Pradé-Cognini, si metterebbe mano al portafoglio senza tanti problemi.
Solo che a dirlo prima si rischia di far alzare il prezzo…

La cosa bella è che quando la Fiorentina gioca male, come è in effetti avvenuto per gran parte del primo tempo, noi ci stupiamo, ci sembra quasi qualcosa di innaturale.
Nel secondo tempo ci siamo ripresi e siamo tornati alla manovra che piace a Montella e un po’ a tutti, e che sarebbe ancora più bella se solo ci fosse un po’ di concretezza in più sotto porta.
Il fatto è, comunque, che questo resta un gioco dove l’abilità tecnica conta più di ogni altra cosa e tu puoi pensare a mille alchimie tcnico-tattiche, ma se non si accende la lampadina a Cuadrado noi la partita non la vinciamo mai.
Chiudiamo così uno splendido girone eliminatorio con cinque vittorie e un pareggio e io dissento con buona parte dei colleghi che in sala stampa, al momento delle formazioni, non erano d’accordo sull’impiego di così tanti titolari.
Cosa avevano da dare gli altri lo avevamo più o meno visto nelle precedenti gare, quella di ieri sera era una partita vera, da giocare come se fosse campionato e non credo che pagheremo più di tanto lo sforzo domenica pomeriggio.

Sta a vedere che riscoprono l’Europa League prima delle canoniche date primaverili.
Non ricordo nel passato una rappresentanza così altolocata di squadre italiane: dentro ci sono a memoria due Coppe dei Campioni, due Coppe delle Coppe e 4 ex Coppe Uefa ed è andata non bene, ma benissimo al “Club più titolato al mondo”.
Conviene starci dentro il più possibile perché quest’anno ci sarà da divertirsi e sarà interessante vedere gli incroci televisivi e gli orari futuri.
Intanto stasera si gioca alle sette, con le giuste maledizioni dei commercianti che almeno però non hanno perso i soldi dell’abbonamento, come accade invece in campionato.
Sul mancato rispetto dei diritti dei tifosi si potrebbero scrivere paginate giuste, ma inefficaci perché tanto comandano le televisioni.
E’ l’ultima prova d’appello per diversa gente, anche se il risultato conta abbastanza: speriamo che quelli rimasti indietro si diano una mossa.

A me sembra di sognare.
C’è qualcuno che sta rimpiangendo una quasi riserva della Roma e uno che a Manchester fatica a vedere la panchina.
Ragazzi, ma siamo impazziti?
Qui è solo una questione di sfortuna nera, perché non si venga a dire adesso che potevamo aspettarci la pesantissima tegola che si è abbattuta su Mario Gomez e sulla Fiorentina.
Gonzalo Rodriguez poteva essere a rischio per via del passato, su Rossi non ne parliamo nemmeno e neanche di Aquilani, ma Gomez proprio no.
Ma poi, neanche a saperlo, io mi sarei tenuto Jovetic.
Uno che è stato per un anno e mezzo con il mal di pancia e la boccuccia, uno che ha detto quello che ha detto, uno che,ed uso un eufemismo, non è proprio stato come Batistuta a livello di generosità personale quando si è trattato di giocare malconcio.
Ljajic è un’altra cosa, perché se fosse stato possibile avrei tnuto lui lasciando perdere Ilicic (forse però dovevamo pagare qualcosa al Palermo), ma alla fine sono arrivati 11 milioni, non proprio una cifra irrisoria.
Cerchiamo di fermare i deliri, per favore.

In fondo viene da sorridere: siamo divisi tra chi è convinto che il risultato alla fine sia giusto e chi invece rivendica le occasioni sprecate.
Comunque sia, invito tutti a ragionare su un dato oggettivo: abbiamo giocato contro una delle più forti squadre italiane e abbiamo fatto la nostra ottima figura, solo che loro erano più forti.
A costo di essere ripetitivo invito tutti a ricordare da dove eravamo partiti e su cosa siamo oggi a recriminare, questa semplice considerazione dovrebbe invitarci ad essere fiduciosi per il futuro.
Niente drammi, nessuna sfiducia a Montella (ci mancherebbe altro!), prima o poi Mario Gomez tornerà e l’impianto di gioco della Fiorentina resta tra i migliori del campionato, solo che pretendiamo di più, sempre di più.
Ripartiamo con fiducia e serenità, ogni analisi di partita dipende solo dai 90 minuti di gioco, senza alcun preconcetto.

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