Invito rivolto a tutti, viola e juventini: tenete a bada gli idioti, isolateli, fate in modo che non si prendano le due partite, che non trasformino tutto nel palcoscenico per i loro deliri.
Inutile tornare sopra a slogan, canti e striscioni: sono infamie, qualunque sia la provenienza.
La Juve mi ha scippato di uno scudetto e di una Coppa Uefa, godo se perde, ma sono partite di calcio, la vita vera è altrove, cerchiamo di capirlo tutti.
E il razzismo, l’odio e il becerume sono i nostri veri nemici.
Domani ci metterò il cuore come e più di sempre, ma per favore cerchiamo di lasciarle “solo” due partite di calcio e non un modo per passare da poveri dementi agli occhi del mondo.

Eh sì, questi ultimi due mesi particolari e difficili (relativamente,se penso a chi ha problemi molto più seri) hanno compromesso spero temporaneamente i miei freni inibitori.
Accade così che dopo la rissa verbale più che giustificata di Parma ieri mi sia messo a cantare l’inno viola, sbagliando tra l’altro valore con onore, davanti a circa due milioni di persone a Radio 24.
Proprio io che sono più stonato di una campana e che ho provato più volte a intonare “Una carezza in un pugno”, rinunciando sempre per manifesta incapacità.
Di serio c’è comunque che Radio 24 ci ha dato spazio e io ne ho approfittato per mettere i puntini sulle i a proposito di Braschi e Gervasoni, trovando sponde più che consenzienti.
E questo mi pare un gran bel risultato, molto meglio della mia prestazione canora, anche se ora dobbiamo solo pensare a giocare.

Non ho capito perché abbiamo lasciato un tempo alla Juve: non ne aveva bisogno, era già forte di suo.
Complessivamente abbiamo purtroppo meritato di perdere e devo essere sincero fino in fondo: può anche darsi che Diakité non fosse in fuorigioco, ma quando ha tirato, dal vivo l’impressione è che si fossero fermati tutti e comunque mi pare assurdo aggrapparsi a questo.
In campionato ci stiamo avvitando, ci manca terribilmente la punta, ci manca terribilmente Pepito, che faceva gioco e lo concludeva pure
Cuadrado oggi è stato irritante: guardate quante volte nel primo tempo Asamoah era solo, praticamente sempre.
Bisogna spiegargli che un grande giocatore lo si vede nella continuità e lui nel 2014 mi sembra in netto calo.
Vargas è in piena involuzione, Diakité sapevamo che aveva piedi maleducati, ma oggi se ne è approfittato, Pizarro forse si è risparmiato per giovedì.
Sapevamo quasi tutti che avremmo perso e così è stato, ma brucia lo stesso tantissimo.

Conoscendo l’autoreferenzialità del calcio, io mi aspettavo con paura e amarezza che prima o poi deferissero Borja Valero per le dichiarazioni pre-Esbjerg, quando dette del bugiardo a Gervasoni.
Capisco che sarebbe stata la miccia che avrebbe fatto esplodere una città, ma nel passato è accaduto che per molto meno dei calciatori, dei presidenti o degli allenatori venissero squalificati.
Invece, ipocritamente, hanno fatto finta di niente, e siccome in questo caso ci tace acconsente è come se avessero dato ragione a Borja: il referto di Gervasoni era un falso.
Poi si sono agganciati alle funi del cielo per non scontentare la Fiorentina, che secondo me ha lavorato con intelligenza all’interno del sistema calcio per far capire che la misura era colma e che qualcosa doveva essere fatto per mitigare al minimo la palese ingiustizia.
Fa benissimo Andrea Della Valle ad arrabbiarsi, ma io vi invito a riflettere sul mancato deferimento di Borja, perché questa è a suo modo una novità.
E domani ci sarebbe la Juve e mai ho vissuto una vigilia così distratta, ma sarà bene entrare subito in partita per evitare figuracce inbarazzanti.

Piccolo quiz: non si vince niente, però mi piacerebbe che qualcuno provasse lo stesso fare un pronostico.
Quanti deputati e senatori del democratico Movimento Cinque Stelle resteranno nel dialettico gruppo di Grillo al termine della legislatura, qualunque sia la sua durata?
Attendo risposte.
Pregasi astenersi logorroici e portatori di insulti, anche se democratici.

Dal punto di vista mediatico Mario Gomez non ha sbagliato un colpo da quando è arrivato a Firenze e la conferenza stampa di oggi aggiunge simpatia verso un atleta che ha vinto (quasi) tutto e che si pone con grande umiltà nel suo nuovo ambiente.
La Fiorentina davanti a tutto il resto, ha detto e fatto capire più volte, più o meno il concetto espresso nel post precedente a questo e al diavolo, aleno per ora, la Nazionale tedesca e il Mondiale brasiliano.
Mario Gomez sa bene che ci si aspetta molto da lui, com’è giusto che sia per via dell’investimento fatto e pare vivere questa condizione con la maturità giusta di un uomo di quasi 29 anni con un bagaglio di esperienza molto voluminoso.
Mettiamola così: nelle prossime tre sfide alla Juventus ci basterebbe un Gomez al 50% della sua forma dialettica per avere delle fondate speranze di poter passare il turno prendendoci una delle più grandi soddisfazioni della storia.

Non ho mai detto e neanche pensato che Mario Gomez sia un giocatore scarso.
Per lui parlano la carriera fatto fino ad oggi, i gol segnati, il ricordo lasciato in ogni squadra in cui ha giocato.
Però a me interessa solo la Fiorentina, i calciatori vengono molto dopo e unicamente nell’interesse viola, non altro.
Se faccio dei rilievi è nell’interesse della squadra, filtrando tutto secondo la mia sensibilità e le mie idee.
Ho sempre detto quello che pensavo e se vedo Gomez fare un riscalmaneto più blando rispetto a Vargas e Andersson non vedo perchè dovrei tacere, non farei un buon servizio a Radio Blu e soprattutto ai 200.000 ascoltatori che seguono la radiocronaca.
Se chiedo a Gomez uno sforzo in più, un rischio in più (perché in alcuni casi mi sembra che non abbia messo la gamba) è perché la Fiorentina si è un po’ avvitata su se stessa e proprio in questi momenti, con Rossi fuori, c’è ancora più bisogno di grandi giocatori, e lui è un grande giocatore.
Alla quinta uscita è lecito pretendere qualcosa in più, mi pare che in passato si sia stati molto meno pazienti con altri calciatori e non starò qui a fare nomi perché non servirebbe a niente.
E non è neanche vero che non sono arrivati i cross, perchè almeno un paio di volte il pallone è girato inutilmente dalle fasce nell’area di rigore della Lazio: non è un tambureggiare offensivo, ma di questi tempi bisognerebbe provare almeno a sfruttare le pochissime occasioni che capitano e invece niente.
Siccome arriva la Juve una e trina (con in mezzo il Chievo), io sono molto preoccupato per l’attacco e lo dico senza problemi, al di là delle valutazioni assolute su Gomez, che restano quelle di luglio solo che qui c’è bisogno di metterla dentro e anche abbastanza velocemente.

Deludenti, in tutto e per tutto.
No bastano le assenze per spiegare una prestazione così opaca, per giunta contro chi avrebbe dovuto essere più stanco di noi.
Ma le grandi squadre le fanno i grandi giocatori e se oltre a togliere Rossi, Pizarro e Borja Valeo poi si prendo un 5 più che meritato Gonzalo e Cuadrado, come fai a vincere con chi rimane?
Una spruzzata di Joaquin, un buon impegno di Aquilani, un goccio di Mati, ma poi?
Poi bisogna che Mario Gomez si svegli, nel senso che deve rischiare qualcosa in più: magari regge per trenta minuti e basta, ma in quei trenta minuti deve dare tutto a costo, appunto, di rischiare qualcosa.
Matri si impegna tanto, ma non ce la fa da solo e anche in due, purtroppo.
Adesso calma e sangue freddo, stiamo uniti, nessun processo a nessuno e vediamo cosa succede col ricorso per Borja Valero.
Ieri la contestazione con quei toni e quella partecipazione è stata la cosa migliore di una pessima serata.

Che mondo sarebbe senza l’immagnifico direttore di Milan Channel?
Stiamo parlando dell’individuo che giusto un anno fa “utilizzò” la tragica morte di Claudio Lippi, uno dei giornalisti del canale tematico rossonero, per attaccarmi con un confronto che non aveva senso.
Qualche mese prima utilizzò uno stratagemma penoso per intervenire a Radio Sportiva pensando di aver fatto chissà quale pensata.
All’epoca feci un sondaggio tra i tanti tifosi del Milan che conoscevo: uno su tre non sapeva chi fosse, un altro sì e il terzo non lo sopportava.
In testa alle graduatorie di gradimento c’erano come sempre Carletto Pellegatti e Luca Serafini, ma questo è un altro discorso e comunque anche chi vive a Milano mi dice che sono statistiche attendibili.
Non sapendo forse come passare il tempo lo splendido super direttore, così glamour con le sue bellissime giornaliste, si è arrampicato su sentieri tortuosi ed è stato qui che ho scoperto la sua vera natura: è un masochista del web (ma forse anche della televisione), a cui piace essere insultato.
Per questo, vi prego, non dategli soddisfazione e intanto fatevi un paio di risate leggendo quello che ha scritto a proposito della Fiorentina e dei suoi tifosi.

… la solita Firenze sempre in ebollizione, coreografie latitanti per le grandi partite per problemi economici e incomprensioni con le forze dell’ordine.
Insomma, è lo sciopero delle emozioni.
Che va in scena in stadi brutti e obsoleti.
Non si vede la fine, ma tocca proprio a bianconeri e viola fare da esempio.
C’è chi attende con il cuore in gola il loro doppio confronto in Europa League, per paura che tutto questo impasto che dura da Settembre degeneri in maniera irreparabile. Gli Elkann e i Della Valle facciano appello a tutto l’enorme senso di responsabilità di cui sono capaci. Perché in palio c’è molto di più di una qualificazione a un Quarto di finale. Ne va della credibilità e della sostenibilità dell’intero calcio italiano.

Ci aspettano venti giorni di passione a cui seguiranno le partite contro il Napoli ed il Milan, direi che ce ne sarebbe abbastanza per rischiare il corto circuito nervoso.
Cerchiamo invece di far funzionare il cervello di arrivare col cuore caldo e la testa fredda alla prima partita con la Juve che sarebbe pure preceduta dall’impegno di domenica sera contro la Lazio.
Sulla gara di ieri c’è poco da dire, salvo che, in tutta onestà, mi aspettavo qualche progresso in più da parte di Mario Gomez.
E’ vero che deve giocare per tornare lui (e tornerà lui!), ma metterlo in campo in queste condizioni è un rischio che non so se vorrà correre Montella.
Dargli 6 per la prestazione contro l’Esbjerg è secondo me non corretto, anzi gli si fa un danno perché lo si considera diverso, in negativo, rispetto agli altri.
Una domanda maliziosa infine per me e per tutti: scambiereste oggi Neto con Marchetti?

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