Propongo una moratoria mediatica su Pepito, sperando di potermi attenere il più possibile al mio desiderio.
Leggo e sento di tutto, ma non ho ancora ascoltato la sua voce e neanche avuto notizia di un suo tweet, cosa che preoccupa parecchio vista la predisposizione ai social network del ragazzo, il migliore del gruppo anche in questo.
Hanno, abbiamo parlato in tanti, ognuno di noi con la propria previsione e l’analisi personale del recente passato di Rossi.
Adesso, stop.
Basta speculazioni sui tempi di recupero, sulla carriera, sulla Nazionale, su tutto.
Aspettiamo le sue parole e poi notizie più o meno certe.

Era nell’aria, ma fa male lo stesso: fuori per cinque mesi, che è molto peggio dello scorso campionato.
Temo si debba realisticamente parlare di carriera a rischio, qui ci vuole veramente un miracolo per vedere tornare a giocare Pepito con una certa continuità.
Per una volta il pensiero non va alla Fiorentina, che certamente esce molto indebolita dall’esito del responso americano, ma al ragazzo, ormai uomo.
Una sfortuna colossale, che lui non merita in alcun modo: nel penoso panorama del calcio italiano Pepito è una persona quasi inimmaginabile nella sua modestia, cortesia e disponibilità.
Non so chi gli darà la forza per tornare a soffrire, ma so che lo farà ancora una volta mettendo dentro tutto se stesso.
Noi non possiamo che osservarlo e ammirarlo da lontano, con un magone grosso così.

Leggo sul resoconto di gazzetta.it della “disastrosa prova di Mario Gomez”, che contro l’Argentina si sarebbe mangiato tre gol.
Non ho visto la partita e sarà andata senz’altro così, ma non sono per niente allarmato.
Partiamo dal presupposto che la Germania Campione del Mondo non deve alcun favore a Gomez e quindi, se lo ha rimesso titolare, evidentemente si deve fidare molto delle sue qualità.
Ecco, fidiamoci anche noi, perché intanto Supermario è arrivato tre volte vicino a far gol e questo vuol dire che la condizione atletica sta migliorando.
E poi c’è il passato che parla: Gomez i gol li ha sempre fatti, per quale misteriosa congiunzione astrale dovrebbe aver smesso proprio ora nel pieno della carriera, perché a 29 anni si è pieno della carriera?
Stiamo tranquilli e piuttosto preoccupiamoci di fargli avere un po’ di palloni giocabili.

Per noi intendo la parte maschile dell’universo e mi riferisco solo agli umani, che comunque già faccio fatica a conoscere e spesso a comprendere.
Stavolta per fortuna la notizia non è cruenta, potrebbe perfino far sorridere e invece dovrebbe far indignare se solo pensassimo di essere al posto della ragazza che si è vista piombare addosso 20.000 sms in 8 mesi dall’ex fidanzato lasciato per gelosia o per quello che le sembrava più giusto fare.
Più la clonazione della chiave del condominio per infilare nella cassetta della lettere missive d’amore, più appostamenti, più tutte le altre cose che una mente malata può fare in queste situazioni.
E’ andata bene perché lo hanno arrestato prima che ci fosse un’altra Lucia Annibali.
Lui adesso dirà che era solo innamorato e a qualcuno parrà pure una giustificazione plausibile mentre invece non c’è proprio niente di giustificabile.
Il problema di fondo sono le emozioni e i sentimenti che nella maggior parte dei casi noi uomini maneggiamo più o meno allo stesso modo di come io potrei operare sul motore di una macchina, cioè malissimo.
Non so bene cosa sia successo nei milioni di anni che hanno preceduto il mio ed il vostro arrivo sulla terra, ma conosco bene l’imprinting che ha accompagnato da sempre il genere maschile: “devi essere forte, nascondere la tua debolezza, devi essere un vincente, sempre”.
Le conseguenze sono quelle del sotterramento delle emozioni e a seguire dell’affermazione di una doppia morale a cui mi sono sempre ribellato, ben prima (questo lo voglio dire con orgoglio) di avere delle figlie femmine.
Una doppia morale che ci porta a desiderare ed essere affascinati da donne intelligenti e libere, anche nella loro sessualità, ma che ci vanno bene fino a quando non diventano le “nostre” donne.
E’ divertente sentire una nostra amica fare apprezzamenti su un uomo, ma se lo fa nostra moglie ci piace già molto meno, mentre invece noi ci sentiamo autorizzati a dire più o meno tutto, battute grevi comprese, perché “tanto si sa, il maschio è cacciatore”.
Il concetto di “nostro” in tantissime situazione non è mai purtroppo il prologo del “noi”, cioè del tentativo di armonizzare insieme due vite attraverso i sentimenti che uomini e donne provano ognuno nella propria specificità.
No, il “nostro” diventa una forma di possesso, a volte veramente patologico, una deriva della vita a cui per troppo tempo le donne hanno detto sì per paura, vergogna e disperazione.
L’amore è un’altra cosa, ognuno ha la propria declinazione e ognuna è giusta a patto che comprenda il rispetto reciproco, ma certamente non si esprime con 20.000 sms in otto mesi.

Bisogna essere onesti e sinceri: non conosco bene neanche un giocatore tra quelli presi dalla Fiorentina e per conoscere intendo averli in mente in campo, non averne sentito parlare.
E’ una mia mancanza, perché ho troppo poco tempo per seguire l’altro calcio, quello che va oltre i confini nazionali, ma non credo di essere il solo a sapere poco dei nuovi acquisti viola.
Poco male, l’importante è che li conosca Montella, che sapesse del loro arrivo e che quindi si sia preparato ad integrarli nel gruppo.
Vista da fuori, a me pare che sul piano della qualità sia cambiato poco, nel senso che i titolari in teoria dovrebbero rimanere gli stessi e che comunque ci vorrà il tempo necessario per fare ambientare i nuovi arrivati.
Siamo però migliorati nelle alternative (ne abbiamo perfino una a Pizarro!) e soprattutto è stato dimostrato che la società ha voluto investire, andando parecchio sotto nel bilancio tra uscite ed entrate perché non dobbiamo scordare che l’acquisto più importante e oneroso noi l’abbiamo fatto a maggio, spendendo 15 milioni per la metà di Cuadrado.

La cosa più stupida e offensiva è pensare che “Montella avesse voluto lanciare un messaggio alla società”.
Se fosse davvero così, andrebbe cacciato subito perché lui è profumatamente pagato per allenare la Fiorentina, non per lanciare messaggi.
Per quello ci sono i tifosi, che bastano e avanzano e che dopo ieri sono giustamente preoccupati.
Montella ha semplicemente sbagliato tutto o quasi, può succedere.
E se accade contro la Roma, noi non la vediamo mai, anche se poi a fine partita si straparla sulle uniche due occasioni avute.
Brillante in campo e a destra dall’inizio non l’ha capito proprio nessuno, il cambio con Ilicic più o meno idem, Vargas ancora a centrocampo è una sua fissazione, Babacar sostituito mentre viviamo il momento migliore rappresenta un controsenso.
Ovviamente avrà ragione Vincenzo su tutto, perché lui fa (benissimo) l’allenatore, mentre io cerco di cavarmela come giornalista, però qualche domanda è giusto porsela.
La più grande riguarda Pizarro e non è la prima volta che la faccio: ma dobbiamo proprio continuare in eterno a far dipendere le nostre fortune tecniche e tattiche da un atleta piuttosto usurato di 35 anni che non fa mai la preparazione, che ormai perde un paio di palloni importanti a partita e che non segna?
Forse conviene pensarci seriamente in queste ultime ore di mercato.

Tenere Cuadrado è stata veramente una grande notizia e mi piacerebbe che stavolta a fare mea culpa siano i pessimisti e chi aveva sbagliato sul prezzo di vendita “sotto il quale non si poteva scendere”.
Un regalo per Firenze dei Della Valle e non capisco chi non lo capisce, perché nel calcio i soldi non li butta via nessuno e la Fiorentina avrebbe comunque fatto una bella plusvalenza anche a venderlo a 35 milioni, ne avrebbe cioè presi 13 in più rispetto a quanto era stato pagato.
A 35 forse si vendeva, a 40 no, e per questo, con coerenza rara nel mondo del calcio, Cuadrado è rimasto.
Il colombiano non vale tutti quei soldi, lo certifica il mercato.
Io lo avevo sospettato, ma in estate è andata in scena una sorta di isteria collettiva che portava a quotazioni stellari: 45, 50, 60 milioni di euro.
Chi come me diceva e scriveva che a 40 si doveva e poteva vendere è stato attaccato e invece guardate come è andata a finire, ma io sono strafelice di vederlo ancora con la maglia numero 11 della Fiorentina.

Lo immaginavo che perdevamo la gara per Antognoni team manager della Nazionale: troppo poco politico, troppo poco sponsorizzato dai nomi giusti, troppo “buono”, come sempre.
Sono rimasto semmai sorpreso dalla scelta di Lele Oriali, un altro che si muove non proprio a suo agio nei meandri del palazzo del potere.
Pensavo semmai a qualche ex juventino, di più o meno successo, forse a Maldini, da anni candidato a tutto e sempre in panchina.
Ma Giancarlo no, proprio non ci credevo, nonostante lo meritasse per gli anni passati in Federazione e perché se vai in giro nel mondo con Antognoni e Mario Gomez riconoscono prima lui del bomber tedesco.
Comprensibile e condivisibile dunque il suo sfogo, ma con due passaggi un po’ critici.
Il primo è quando ricorda di essere stato campione del mondo nel calcio: non lo doveva fare, perché uno come lui, col suo passato, non ha bisogno di sottolinearlo.
Il secondo è su Oriali, che avrebbe dovuto chiamarlo per dirgli della nomina: con questa logica l’ex mediano viola avrebbe dovuto avvertire tutti i suoi compagni del Mundial spagnolo in teoria candidati come lui a quel posto tanto ambito.

Che assurdità questa polemica sulla Littizzetto, che ha donato “solo” cento euro nella lotta alla SLA: sono poche?
E chi lo stabilisce?
Meglio lei che ha dato o chi ha ignorato l’invito alla doccia con relativa e ben più importante donazione?
Con lo stesso metro di giudizio dovevate attaccare pure il sottoscritto, perché per fortuna potrei permettermi di più dei trenta euro del bonifico di ieri, ma chi decide il quanto?
A me pare che il mondo dei media, ed il web in particolare, sia diventato una gigantesca bolgia, in cui uno degli esercizi quotidiani più difficili sia cogliere il meglio, scansando lo sterco che viene distribuito a palate.
Sulla beneficenza bisognerebbe avere tutti una grande elasticità di pensiero, evitare facili moralismi da quattro soldi.
Ricordo ancora quando cominciò a stare male Mario Ciuffi le piccole miserie di alcuni per sottrarsi a qualsiasi forma di aiuto, la generosità nascosta (ma a distanza di venti mesi si può dire) di uomini come Pantaleo Corvino e Andrea Della Valle, ma soprattutto ricordo la partecipazione di tanta gente con piccole somme: ognuno dà quello che ritiene giusto dare e non sta a noi impartire lezioni.

Vai, tocca anche a me.
Forse, visti i guai più o meno piccoli che mi sono capitati in questo 2104, era decisamente meglio se la moda del secchio ghiacciato arrivava l’anno scorso, diciamo che sarei stato più pronto.
Mi ha nominato Francesco Selvi, giornalista di razza, “imprestato” dalle testate nazionali a Rtv38, che ha rivoltato come un calzino facendone una signora televisione, la più completa a livello toscano per l’informazione.
Tra un po’ mi preparo, con l’aiuto fondamentale di Valentina e Camilla che rovesceranno il secchio (ho pure un dito steccato per via di un’improvvida manata su un tavolo da ping pong in marmo) e riprenderanno la scena.
Vi anticipo, in esclusiva solo per voi utenti del blog, i miei nominati: Francesco Toldo, Giovanni Sardelli e Tommaso Loreto.
Avevo pensato anche a Pestuggia e Rialti, ma poi ho avuto un moto di umana solidarietà per le conseguenze che avrebbero dovuto sopportare sul piano fisico…
E domattina, come spero facciano in tanti, bonifico alla Fondazione Borgonovo, di cui non è male riportare gli estremi: IBAN: IT 53 M 08329 51610 000000202000
BCC ALTA BRIANZA – FILIALE DI OGGIONO

Alla fine ho nominato Pestuggia al posto di Loreto, che aveva già dato, e ho avvertito Toldo.
Tra poco il video, se riesce l’operazione invio a violanews.com, domani bonifico di 30 euro: seguitemi!

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