Ricapitolando: Meucci l’ha inventato nel 1862, poco meno di 130 anni dopo sono arrivati quelli portatili e quindi pare che oggi comunicare non sia poi così difficile.
Il telefono, la tua croce.
Qualcuno ci passa delle giornate intere, qualcuno ci piange, qualcuno ci ride: nessuno che io conosca ha la forza di volontà di tenerlo staccato per un mese intero.
Dando per buona l’anticipazione di Luca Calamai sull’irreperibilità fino al prossimo 5 luglio di Vincenzo Montella, avrei una proposta civica da inoltrare al ministero della pubblica istruzione: mandiamo il tecnico viola nelle scuole medie e superiori a spiegare ai ragazzi come una vita reale sia possibile anche senza cellulare, sms, whatsapp, facebook, twitter ecc.
Mica per sempre, non vorrei passare per retrogrado, ma non pensate che un giorno al mese di purificazione ci regalerebbe una vita più serena?
E se proprio in quel giorno Andrea chiama Vincenzo o Vincenzo chiama Andrea e trovano staccato?
Ce ne faremo una ragione e aspetteremmo la mattina successiva, tanto ormai siamo abituati…

Il tradimento è terribile: ti fidi ciecamente dell’altra persona, ci costruisci insieme un progetto di qualsiasi genere, che sia affettivo o professionale, e quello/a ti ripaga pugnalandoti alle spalle con inganni e sotterfugi.
Ma anche in questo passaggio, come in tutte le cose della vita, ci vuole eleganza e non è un problema di mezzi economici, di soldi per vestiti o macchine, ma di sostanza della persona.
Se per arrivare a quello che vuoi, se per soddisfare le tue pulsioni, “svendi” la tua dignità, calpestando per mancanza di stile e di coraggio chi crede in te e ti sta accanto, vali veramente poco.
E alla fine sarai dimenticato/a senza troppi problemi dall’altro/a: al massimo potrai essere ricordato/a con disprezzo da chi a quel punto sarà ben contento/a di essersi liberato/a di una simile persona.
Il calcio però non è la vita normale, nel mondo del pallone, specialmente in Italia, sono permesse cose senza confronti in altri campi e la memoria non è corta, ma cortissima
E’ quindi probabile che tra un paio di stagioni ci saremo tutti scordati di questi giorni un po’ surreali dove, diciamo la verità, non è che la Fiorentina stia facendo una grande figura.
Quello che mi stupisce è la mancanza di “eleganza” di Montella, un uomo che sullo stile ha costruito la propria immagine di allenatore: o è consigliato male, oppure abbiamo proprio sbagliato qualche valutazione.

Grande canzone ironica di Jannacci: se me lo dicevi prima che stavi male, certamente avrei fatto qualcosa per aiutarti.
Parlando più seriamente: se per motivi che solo tu conosci, taci per tutto il tempo, io, pur con tutto il bene che ti voglio, come diavolo faccio a sapere cosa ti passa per la testa?
Dopo è un po’ tardi, no?
Con Montella sta andando un po’ nello stesso modo: scusa caro, ma non potevi dircelo prima che ti sentivi così entusiasta di essere ancora l’allenatore della Fiorentina?
Io ero a Palermo e ho fatto qualche domanda all’allenatore.
Ora, è vero che qualcuno che mi sta intorno può anche pensare che stia vivendo una fase un po’ confusionale del mio percorso terreno, ma ecco, non è che nel soleggiato e afoso pomeriggio siciliano io abbia avvertito da Montella questa straripante voglia di viola.
Vediamo un po’ cosa succede oggi, per ora non ci annoiamo.

Chiudiamola entro la fine di questa settimana, per favore.
Altrimenti diventa una storia stucchevole, con un finale difficile qualunque sia la scelta di Montella.
Leggo che si sentiranno per telefono, mezzo importante, per carità, ma molto meno empatico di un bel colloquio a quattro occhi in cui ci si guarda in faccia capendo parecchio l’uno dell’altro.
In termini di percentuali siamo sempre intorno al 50%, mentre le altre caselle del puzzle degli allenatori si vanno completando e non rimangono tanti posti liberi di prestigio.
Impressione personale: occhio a quello che succede a Roma con Garcia, anche per i tempi della conclusione della verifica interna voluta dai dirigenti giallorossi.
Però sbrigatevi, perché nessuno si sta divertendo.

Un po’ per forza e un po’ per passione forse la storia tra Montella e la Fiorentina si può riaprire.
Se avverrà, spero che accada come in quegli amori quando una crisi profonda dà alla coppia la forza per ripartire su basi nuove ancora più solide, dando così un senso alla loro reciproca sofferenza.
Alla fine è un regalo: si capisce meglio l’altra persona, ci si stacca finalmente dal proprio egoismo e tutti stanno meglio, soprattutto i figli, che in questo caso sarebbero i tifosi.
Se invece dovesse essere una cosa stiracchiata, una decisione presa per mancanza di alternative (non ci sono soluzioni migliori per la panchina viola, il Napoli ed il Milan hanno preso altre strade), allora cominceremmo la nuova stagione con il piede sbagliato.
In questo caso comunque mi fido di Montella e Andrea Della Valle, non mi sembrano proprio uomini da compromesso, però decidetevi in tempi rapidi perché ci sarebbe pure da impostare la squadra per il 2015/2016.

Quarto posto, due semifinali di coppa, un mese entusiasmante: davvero si poteva chiedere di più a questa stagione, cominciata con tutte le negatività possibili, a partire dall’ennesimo infortunio di Rossi?
Finiamo in gloria, con un grande piazzamento che dà un senso più compiuto al ciclo Montella: non è lo scudetto di corviniana memoria, ma una grande soddisfazione quella sì.
Ci siamo divertiti ed arrabbiati, come poi in fondo è nella logica del calcio, cioè suscitare emozioni, adesso aspettiamo con pessimismo (il mio) l’evolversi della dialettica tecnico-società.
A volte penso che tra loro sia mancata più la forma che la sostanza, cioè che non siano piaciuti gli atteggiamenti della controparte e questo ha generato un malcontento che è poi diventato il problema che abbiamo oggi davanti.
E quelle sono questioni che si possono tranquillamente risolvere se esiste la buona volontà.

Sensazione personale: se tornasse ad una settimana fa, Montella userebbe parole diverse rispetto a quelle ascoltate a Palermo.
Oggi mi è sembrato molto più morbido, vuole un atterraggio tranquillo e comunque è chiaro che se ne vuole andare.
L’entusiasmo è come il coraggio per Don Abbondio: se non ce l’hai, non c’è niente da fare, specialmente se arrivi da mesi di rapporti difficili con la società, e Montella mi sembra che abbia tutto tranne che il sacro fuoco dentro, la voglia di continuare la sua avventura a Firenze.
Toccherebbe al tecnico in teoria l’ultima parola, ma in verità le carte le dà ADV: davvero pensa di rinunciare alla clausola rescissoria, liberando a costo zero il proprio allenatore?
Sono proprio curioso di vedere come andrà a finire.

La primavera del nostro scontento, tanto per fare una citazione letteraria.
Uno scontento che proprio non riesco a comprendere e neanche a giustificare.
Ma come?
Sette anni fa ci ritroviamo in decine di migliaia allo stadio per un quarto posto e una semifinale di Europa Leagus per festeggiare la squadra e domenica pare che ci sia un clima da ultima spiaggia, con risultati quasi identici e con in più una semifinale di Coppa Italia?
Non sarà mica colpa della Fiorentina (di Montella e Pradè) se il quarto posto, che tra l’altro potrebbe essere ancora conquistato, non permette più il possibile accesso alla Champions.
Ragazzi, diamoci una regolata.
E capisco che l’arroccamento viola sia deleterio e provochi frizioni ed antipatie, ma davvero c’è da essere arabbiati dopo quattro vittorie consecutive e questi risultati?

A parole siamo tutti bravi, specialmente con la vita degli altri.
Poi facciamo i conti con noi stessi, incontrando inevitabilmente il nostro peggiore nemico.
In quel preciso istante le cose cambiano radicalmente: puoi provare ad avere i migliori propositi, ma se pensi di aver subito un torto, se ritieni ingiusta una situazione, ti monta la rabbia.
Da lì al rancore il passaggio è molto veloce e può essere devastante, per te e per chi ti sta intorno.
Ed è qui che si vedono gli amici (o le amiche): sono quelli/e che ti ascoltano ripetere la stessa storia dieci, cento volte e non si stancano.
Loro, solo loro, sanno dirti dove stai sbagliando, non hanno paura di non darti ragione, di non compiacerti, affrontano il rischio dello scontro.
Il rancore è veramente il peggiore dei sentimenti: più distruttivo dell’odio, che nella sua negatività conserva una propria nobiltà e in qualche modo si eleva.
Liberarsene è il primo passo verso una vita migliore (stavo per scrivere felice, ma non vorrei allargarmi troppo).

Sarò fatto in un certo modo, sicuramente in controtendenza con il comune pensiero calcistico, però a me piacciono le cose serie.
Per questo motivo gradirei conoscere il prima possibile se questa benedetta clausola che libererebbe Montella solo dietro al pagamento di 5 milioni di euro esiste o non esiste.
Perché il tecnico viola ha esplicitamente detto in conferenza stampa a Palermo che la clausola non c’è, e siccome Vincenzo è una persona seria verrebbe voglia di credergli sulla parola senza stare troppo ad insistere.
Resta però il fatto che invece questa benedetta clausola parrebbe esserci: poiché il contratto di Montella io non l’ho mai visto, non sarebbe male se la comunicazione viola…comunicasse qualcosa di preciso sull’argomento, tanto per misurare fatti e persone.

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