Una partita da grande squadra, che non perde mai la testa anche quando sembra che tutto le stia girando contro, dall’arbitraggio a soprattutto la sfortuna.
Senza Pizarro, ma finalmente con Borja Valero e soprattutto un Salah incredibile, assolutamente il migliore in campo anche se oggi siamo tutti a celebrare Babacar.
Una gara col cuore e con il cervello, dove abbiamo dimostrato di essere superiori alla Dinamo, come peraltro era abbastanza chiaro fin dal sorteggio.
Ovviamente non siamo in semifinale perché al Franchi abbiamo purtroppo dimostrato più volte di essere capaci di complicarci la vita, però ci godiamo l’ennesima bella serata europea.
In molti, compreso il sottoscritto, se la sono presa con Gomez, che pare un corpo estraneo per quanto la squadra abbia messo in mezzo diversi palloni interessanti.
Ora, con un po’ più di distacco, penserei che non è questo un argomento di cui ci dobbiamo occupare troppo, il discorso è semmai rimandato ad una valutazione complessiva a fine stagione.
Adesso pensiamo al presente e a chi cambiare lunedì sera contro il Verona.

Tommaso ha appena finito di rilasciare un’intervista in inglese, io lo guardo e penso a quanto è cambiato il mondo da quando venni qui nel 1989.
E a quanto sono cambiato io, specialmente in questi mesi così speciali per me.
Non ci fermiamo mai, corriamo sempre, dovremmo invece avere bisogno di un po’ più di tempo per decomprimere, per capire meglio.
La città in quei giorni non la vedemmo mai, nevicava sempre.
Ricordo un’uscita di venti minuti nel gelo di dicembre ed un veloce ritorno infreddoliti in quell’albergo dove vidi Ameri prendere solo qualcosa da bere prima della radiocronaca perché “per la voce va bene così”, e io accanto che mi buttavo sul salmone…
Nostalgia?
Certo, anche, perché negarlo?
Non è vero però che si stava meglio, piuttosto si immaginava il futuro molto diversamente da come lo si progetta oggi che quel futuro è diventato passato, a volte doloroso.
Ieri Baggio, domani Salah, ognuno faccia le sue scelte, alla fine comunque è sempre Fiorentina.

Se non ci riprendiamo a Kiev avremo sbagliato i calcoli sulla tenuta mentale di questa squadra.
E’ un doppio confronto decisivo per il futuro del gruppo: chi è da Fiorentina e chi no.
Non sono ammessi cuori pavidi, gambe molli, cadute di concentrazione.
Spiace dirlo, ma quello che è sembrato più in linea con le ambizioni della società e del popolo viola è Norberto Neto: magari avessero fornito un rendimento così Borja Valero, Gomez, Savic.
Adesso basta con le giustificazioni, niente pressioni eccessive, ma un giusto modo di affrontare un impegno tanto prestigioso quanto importante per il voto finale della stagione.
Prestazioni come quelle contro Juve e Napoli non sono più tollerate.

Si poteva perdere in tanti modi, la Fiorentina ha scelto il peggiore: la ripetizione della partita con la Juve.
Stessa mancanza di grinta, stessa assenza di idee, stesso risultato.
La questione comincia a diventare complicata e tocca a Montella tirarci fuori dal guado: non eravamo fenomeni prima, non siamo così scarsi adesso.
Però abbiamo smesso di giocare a calcio, inspiegabilmente, e se questa squadra non va sulla manovra diventa pericolosamente fragile.
Come contro la Juve toccava agli uomini più rappresentativi fare qualcosa in più ed invece i big sono stati sul livello degli altri, se non peggio.
Aspettiamo con i processi, ma cominciamo ad essere seriamente preoccupati.

Lo so che qualcuno toccherà ferro o altro, ma devo sempre dire come la penso e allora secondo me il Napoli vale la Fiorentina, al di là del monte ingaggi che è nettamente superiore.
Psicologicamente siamo messi male tutti e due, solo che loro avranno maggiore tensione e non esiste un fattore più destabilizzante di un allenatore che sai da tempo in partenza.
Sulla formazione mi aspetto molti cambi rispetto a martedì, soprattutto a centrocampo, il reparto dove abbiamo sofferto di più.
Mi sembra che la botta di Coppa Italia sia in via di smaltimento e che l’innamoramento verso la squadra continui, non fosse altro che per le tantissime proteste sull’arbitraggio di Massa, che secondo me, in tutta onestà, è stato pessimo, ma non peggio della Fiorentina.

E’ comunque un lutto che va elaborato velocemente perché rimangono due traguardi da raggiungere e anche se fa male non possiamo permetterci di piangerci troppo addosso.
Qui si vedrà la mano di Montella, la sua capacità di motivare un gruppo giù di morale per colpe proprie.
Napoli è una tappa importante e loro stanno peggio di noi per svariati motivi, non ultimo il fatto che arrivare “appena” quarti sarebbe considerato un insuccesso.
Quanti cambiamenti ci saranno nella formazione?
Non mi aspetto rivoluzioni, alla fine i migliori hanno giocato con la Juve, tranne Diamanti che però aveva speso tantissimo sabato sera, e Badelj, che in assenza di Pizarro è diventato indispensabile.
Bisogna rialzarsi e camminare, anzi è molto meglio ancora se riprendono a correre.

La Juve è una grande squadra, la Fiorentina no: il succo dell’incubo di ieri sera è tutto qui.
Abbiamo fallito nella partita più importante e ditemi voi se mai si sarebbero potute verificare circostanze più favorevoli tra assenza pesanti e possibilità di giocare in contropiede avendo molti risultati a disposizione.
E invece niente, siamo affondati senza un perché preciso e senza che uno dei giocatori di maggiore personalità facesse qualcosa di importante per tirarci fuori dal disastro.
Se i migliori sono stati Neto (impeccabile da quando è rientrato) e Alonso, forse converrà farci qualche domanda su dove sia sparito Gomez, dove si siano nascosti Borja e Aquilani, cosa avessero Mati e Joaquin.
Ci hanno dato una lezione su come si debbano affrontare le partite che contano: sono venuti, hanno giocato con la giusta concentrazione e hanno fatto a pezzi la nostra presunzione (la mia, almeno) di crederci già molto vicini alla finale.
Il giorno dopo brucia parecchio e non credo che passerà troppo velocemente.

Siamo favoriti, ma abbiamo paura ed è giusto così.
Paura che ci rovinino la festa e la Pasqua nel mezzo alla fine è stato un vantaggio perché un po’ distrae.
La Juve può tranquillamente segnare due reti alla Fiorentina, ma è pure vero il contrario, come dimostrato all’andata.
Loro ci tengono molto di più di quanto vogliano far credere: non siamo l’Inter o la Roma come nemici storici, però ci hanno sempre avuto sulle scatole non fosse altro per il clima che trovano ogni volta che devono venire al Franchi.
In città non si parla d’altro ed è giusto così, conta più eliminare la Juve che arrivare per la seconda volta consecutivamente in finale.
Da domani pomeriggio verso le 17 si va in apnea, vietato parlare d’altro, via con le superstizioni e i ricordi, ogni cosa va bene.
E i minuti che mancheranno al fischio di inizio diventeranno lunghissimi.

Che squadra siamo diventati!
Stavo per scrivere grande, ma poi mi sono fermato per pudore.
Vincere come abbiamo fatto ieri è stato un segnale al mondo: dovete fare i conti con la Fiorentina.
In campionato per il terzo posto, per la finale di Coppa Italia, per l’Europa.
Ok, Salah eccezionale, ma questa è la vittoria del gruppo, tutti partecipano all’azione, la Samp non è mai esistita.
Li abbiamo soffocati, impedito di giocare e su un campo che proprio non favoriva il nostro centrocampo, più leggero del loro.
In più abbiamo recuperato Diamanti, che sarà molto utile nel finale di stagione: non ricordavo una Pasqua viola così dai tempi in cui eravamo in corsa per vincere lo scudetto.
E naturalmente auguri a tutti.

Da domani si riparte per il giro di giostra più eccitante degli ultimi anni e di questo converrà ringraziare la Fiorentina per farci sentire belli vivi sui tre fronti.
Mi sembra che il temuto periodo di sosta non abbia prodotto chissà quali danni, soprattutto non sono tornati giocatori acciaccati e questo permetterà a Montella di avere molte soluzioni.
Battere domani la Samp vorrebbe dire lanciarsi verso il terzo posto, che economicamente è il traguardo più importante e che però non baratterei con l’alzata di un trofeo.
Si dovrebbe ricominciare con Gomez-Salah là davanti e se stanno bene fisicamente ci divertiremo sicuramente moltissimo.

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