Tommaso ha appena finito di rilasciare un’intervista in inglese, io lo guardo e penso a quanto è cambiato il mondo da quando venni qui nel 1989.
E a quanto sono cambiato io, specialmente in questi mesi così speciali per me.
Non ci fermiamo mai, corriamo sempre, dovremmo invece avere bisogno di un po’ più di tempo per decomprimere, per capire meglio.
La città in quei giorni non la vedemmo mai, nevicava sempre.
Ricordo un’uscita di venti minuti nel gelo di dicembre ed un veloce ritorno infreddoliti in quell’albergo dove vidi Ameri prendere solo qualcosa da bere prima della radiocronaca perché “per la voce va bene così”, e io accanto che mi buttavo sul salmone…
Nostalgia?
Certo, anche, perché negarlo?
Non è vero però che si stava meglio, piuttosto si immaginava il futuro molto diversamente da come lo si progetta oggi che quel futuro è diventato passato, a volte doloroso.
Ieri Baggio, domani Salah, ognuno faccia le sue scelte, alla fine comunque è sempre Fiorentina.