A chi giova il clima piuttosto pesante che si respira intorno alla Fiorentina?

Un paio di mesi fa la società convocò i rappresentanti della stampa per un incontro informale che avrebbe dovuto avere il meritorio scopo di rasserenare gli animi e far capire il perché erano state fatte alcune mosse.

Non vado mai a questi incontri, tranne rarissime eccezioni, e quella fu una delle eccezioni: sembrava l’inizio di un nuovo modo di confrontarsi, con reciproco rispetto e con la promessa di fare un percorso unitario, sia pure chiarendo bene i ruoli. Nel senso che la Fiorentina agisce e la stampa giudica, analizza e prevede, cercando di sbagliare il meno possibile.

C’era ancora Prandelli, che si sarebbe dimesso dopo pochi giorni (quanto fango su di lui…), ma soprattutto erano già avvenuti i misfatti che tanto hanno fatto arrabbiare Commisso venerdì mattina.

Era già stata pubblicata la notizia dell’incontro in casa Sarri, di cui molto si è parlato quella mattina con dovizia di particolari che dimostravano il contrario, il secondo nome del presidente era stato usato certamente in modo maldestro, ed erano già uscite certe definizioni sugli italo-americani a metà tra il pittoresco e l’offensivo.

Quello che non riesco a capire, fatto salvo il diritto di Commisso di criticare sempre, comunque e su tutto l’operato dei media, è perché a metà marzo si cercava un minimo comune denominatore tra Fiorentina e chi parla più o meno bene ai tifosi e perché due mesi dopo i giornalisti diventano il nemico da abbattere e su cui si scatena molta rabbia dei tifosi.

Comunque sia, e rispettando la strategia comunicativa di tutti, penso che oltre che pericoloso questo clima faccia male alla Fiorentina e questo dovrebbe bastare per una tregua costruttiva.

Sulla partita di ieri, poco da dire: erano più forti e non avevamo la rabbia vista con la Lazio. A volte il calcio è perfino logico.