Luglio 2011


Ogni limite ha la sua pazienza, diceva Totò, oppure era il contrario, non ricordo bene e importa fino ad un certo punto.
Quello che è certo che qui siamo in apnea, si boccheggia pensando alla Fiorentina.
A due mesi dalla fine del campionato si naviga a vista e devo confessare a distanza di giorni il mio stupore quando sono andato a Cortina.
Mi sono apparsi davanti dei fantasmi: Felipe, Papa Waigo, l’imperturbabile Marchionni, l’inaffidabile Babacar, pare ci fosse pure Gulan, e poi i sopportati e i costosi, da Frey a Montolivo
Insomma mi sembrava di giocare a scala 40, quando dopo averlo dato via ti rientra lo scarto, e pensare che se ne erano già andati in 6.
Non vorrei ripetermi, ma siccome mi leggono anche e soprattutto a Cortina, ribadisco il concetto che tanto ha fatto arrabbiare Corvino: qui a Firenze c’è una depressione che fa paura e non è, proprio no, per colpa dei giornalisti che non sanno raccontare le magnifiche virtù di una Fiorentina impalpabile.
Il fatto è che non succede niente e non arriva nessuno, l’unico aspetto positivo è che oggi non ci sono state risse, ma è davvero una magra consolazione.
Dopo 18 mesi di patimenti non si può accendere la fantasia della gente con Nastasic e Romulo, ci vuole ben altro, ma purtroppo questi appelli cadono sempre nel vuoto.
Ci rimane solo Jovetic, che domani parlerà in sala stampa: per ora ci aggrappiamo a lui per non buttarci troppo giù, ma è dura.

Vi do in esclusiva un’anticipazione sul casino di giornata che andrà in scena domani in ritiro (è ormai accertato che un casino al giorno tolga l’abbonato di torno).
Loreto ha rilasciato un’intervista al veleno ad un sito per protestare per la sua clamorosa esclusione dalla prima settimana di ritiro a favore del carenade Zoccolini, per giunta quasi fuori uso per via della frattura allo scafoide, uno che (è Loreto a parlare) “non riesce neanche a svitare da solo le bottiglie dell’acqua e non si capisce cosa ci stia a fare a Cortina”.
Ha inoltre protestato per il reiterato impiego di Sardelli in ogni trasferta viola, in Italia, in Europa e nel mondo.
Lo spogliatoio è completamente dalla parte di Loreto, Baragatti ha affermato che Sardelli doveva rimanere in studio, ma lui, Bigiotti, Fabiani e i due Bargellini si sono dovuti inchinare alla volontà della direzione.
Sardelli è infuriato per l’attacco di Loreto e minaccia il passaggio ad un’altra emittente, se salterà anche solo una partita e comunque nel 2013 si svincola a parametro zero.
Intanto Pestuggia si è svegliato dal consueto letargo estivo e ha velatamente fatto capire che esiste una regia occulta dietro la minaccia di Loreto.
Sestini su facebook ha scritto che Loreto non è proprio nessuno per meritarsi di essere portato in trasferta, mentre Sardelli ha almeno una fidanzata bellissima, che vale da sola il prezzo del biglietto.
Che bello un gruppo unito e compatto!

Non ho scritto e non scriverò nulla oltre a questo post della querelle Antognoni-Teotino per due motivi.
Il primo è che si tratta di una polemica di panna montata, nata da un giudizio sbagliato, certamente affrettato e immotivato di Teotino sul comportamento tenuto dal “capitano”, giudizio a cui è stata data una risposta “di pancia” e su questa linea piena di veleno e acredine si è preseguito per un giorno intero.
E’ errato il giudizio di Teotino perché le prese di posizione anti Della Valle di Giancarlo sono datate 2002, e lui negli ultimi due anni ha fatto veramente di tutto per costruire un buon rapporto con i proprietari viola, non ultimo l’elegante invito a tutti nella straordinaria serata dedicata a uno dei pochi uomini in grado unire Firenze.
Va comunque riconosciuto a Teotino un alto e autolesionistico grado di democrazia e trasparenza.
Non è da tutti infatti voler dialogare proprio con tutti nel micidiale facebook, da cui io per esempio sto da sempre alla larga.
Il secondo motivo per non parlare più di questa storia è che continuare a sparare sul pianista (cioè Teotino, che in questo momento ha un indice di sgradimento nel popolo viola superiore perfino a Cerci e Montolivo messi insieme) è al tempo stesso troppo facile e negativo per la Fiorentina.
Non sarranno certo i vostri post o i vari giudizi a far licenziare Teotino, che rimarrà il responsabile delle relazioni esterne, ruolo nel quale credo e spero potrà riscattare questo infortunio.
E’ un gran professionista, porterà ordine e mi auguro maggiore e migliore comunicazione nel fin troppo autoreferenziale e permalosissimo universo viola.
Non potremmo quindi andare oltre, nell’interesse della Fiorentina, plaudendo magari all’iniziativa di Eugenio Giani che si è offerto di fare (presumo a luci spente) da ambasciatore della difficilissima pace tra Antognoni e la società?

Padroni di non crederci, ma io questo pomeriggio con Corvino volevo essere costruttivo.
Magari potevo aspettare di essere il secondo o il terzo a fargli domande, ma ero il più anziano del gruppo (o il meno giovane, fate voi), non avevo mai partecipato ad una delle sue fluviali conferenze stampa, sono pur sempre il direttore di Blu e Sportiva e, insomma, sentivo il dovere di rompere il ghiaccio.
Ma veniamo a quello che gli ho detto e chiesto.
Sono partito da due considerazioni oggettive: a Cortina c’era un bel clima, ma con un centinaio appena di tifosi, mentre a Firenze lo scoramento e la sfiducia si taglia a fette, come mai mi era capitato di vedere nei miei 32 anni di attività giornalistica.
Sfido chiunque a dimostrare il contrario e non sto dicendo se tutto questo sia giusto o no, ma se come temo gli abbonamenti supereranno di poco le 10mila tessere, di questo clima, di questa tristezza generalizzata si dovrà tenere conto oppure no?
Questa era la considerazione, la domanda invece verteva sul fatto se lui si sentisse responsabile di questo stato di cose e su cosa pensasse di fare per invertire la rotta (ecco il lato costruttivo del mio intervento).
Poi, coerentemente alle critiche rivolte venti giorni fa, gli ho domandato il perché dell’operazione D’Agostino, un affare per me senza senso, un giocatore che è costato oltre 550mila euro a partita.
Pantaleo si è arrabbiato di brutto per circa un quarto d’ora e delle due l’una: o non ha capito, o ha fatto finta di non capire.
Ha proclamato di non essere depresso (e chi lo aveva mai detto?), ha snocciolato tutti i meriti della Fiorentina delle ultime 6 stagioni e ha accusato la vil razza dannata giornalistica di fare il gioco del nemico, perché non comunica adeguatamente i successi viola.
Se fossimo stati a scuola, avremmo detto che era andato fuori tema, e neanche di poco.
Ho provato a replicare, lui ha controreplicato e alla fine mi hanno tolto la parola, anche giustamente, perché era una conferenza stampa, mica una mia intervista in esclusiva.
E’ stato molto più preciso su D’Agostino, quando ha detto che recupererà la forte minusvalenza e c’è da credergli perché è stato (quasi) sempre molto bravo a vendere.
Sul resto facciamo finta di aver scherzato e ripartiamo da zero nel nuovo ciclo, senza acredine, almeno da parte mia.

Cari contestatori di tutto e di tutti, detto con molta sincerità: mi avete rotto le scatole.
Ho letto commenti folli, di gente incazzata il 15 luglio con il mondo e mi sorge spontanea una domanda: ma che la seguite a fare la Fiorentina?
Ma perché non la cassate dai vostri interessi?
Il calcio deve essere gioia, il tifo un modo di partecipare con passione e senza eccessi, almeno io l’ho sempre visto così.
E’ pazzesca l’equazione di alcuni di voi: sei un po’ ottimista perché intravedi qualche segnale di risveglio?
Non sei più il solito, ti pieghi alle logiche di mercato. Gurada tizio o caio come sono bravi, cosa scrivono e come sono sempre e comunque contro questa società e questa squadra.
Analizzi operazioni senza senso come quella di D’Agostino, sei molto preoccupato per il trascorrere dei giorni senza acquisti, oppure segnali (unico, mi pare) la morte di ogni iniziativa che riguardi l’estate viola?
Sei contro i Della Valle, fomenti la gente, la tua radio è piena di persone che odiano la Fiorentina.
Mi guardo indietro e non riesco a capire la genesi di questa polveriera che è ormai diventato il tifo viola.
Questa acredine, questa cattiveria non fa davvero parte del mio DNA: io amo sportivamente la Fiorentina e faccio il giornalista, dando le mie notizie (poche, per la verità), organizzando la mia squadra e fornendo le mie opinioni.
E ogni volta parto da zero, non mi fa velo al contrario vostro nessun preconcetto.
I toni di alcuni messaggi sono incomprensibili ed ingiustificabili, c’è una violenza verbale che fa paura, la stessa che probabilmente userete in altri momenti della giornata.
Non vorrei essere chi vi sta accanto.

Impressione da ascoltatore: la voglia di ripartire c’è, l’uomo di collegamento tra squadra e il resto del mondo pure, anche se non è quello che in tanti avrebbero voluto.
Ma Vincenzo Guerini è una bella sorpresa e un gradito ritorno, specie per chi ricorda lo strazio di quella sera di novembre del 1975.
Mi è parso di capire che un budget esiste, che qualcosa verrà fatto (e ci credo!), che Corvino sarà molto meno mediatico, che c’è una gran voglia di glasnost, di riannodare fili che sono stati colpevolmente sfilacciati.
Essere ottimisti fa parte del DNA del tifoso, continuare a professare serenità nell’ultimo anno viola è stata impresa al limite dello stoicismo, ma oggi secondo me potrebbe essere davvero un punto di partenza.
Con un presupposto chiaro per Corvino, Mihajlovic e giocatori: ogni posizione oltre la settima piazza sarà considerata un fallimento: chiariamocelo da subito per non avere discussioni dopo.

E’ un po’ triste la Fiorentina vista da qui, da 500 chilometri di distanza, sulle mie amate Dolomiti.
Non succede niente e domani parte la nuova stagione.
Naturalmente, come avrete potuto capire dai post, figuriamoci se stacco del tutto, questa è una dolce condanna e però ieri sera al termine del colloquio giornaliero con Sardelli mi è scappata la fatidica domanda: “ma non si compra nessuno?”.
Per darmi un tono gli ho pure detto che gli facevo quella domanda perché era quello che mi chiedevano in Alta Badia, come no?
Tutti gli altoatesini tifano Fiorentina, è notorio, e a San Cassiano sono stato circondato e sottoposto ad un fuoco di fila di domande sul futuro viola.
La verità è che stando fuori ti prende la sindrome dell’emigrante, vorresti sapere come tutti gli altri tifosi e invece tutto tace, ma oggi è un altro giorno e si vedrà.

Tra Aquilani e Cassano c’è per me come tra mangiare e stare a vedere.
Un centrocampo Behrami- Montolivo-Aquilani è un lusso per una squadra che vuole stare tra il quarto e l’ottavo posto.
Non so proprio cosa ci sia di vero, ma anche se dovesse arrivare in prestito io lo prenderei di corsa perché, come ho già detto e scritto, il calcio è adesso: proviamo a fare una grande stagione, una stagione di riscatto dalle amarezze passate e poi guardiamo cosa succede.
Potrebbe anche darsi che i Della Valle tornino ad appassionarsi, chi lo può dire?
Intanto, se ci fosse la possibilità, prendiamolo al volo.

Caro Andrea,
ti informo che qui a Firenze esiste ancora il popolo viola, che non è quello di Di Pietro, ma della Fiorentina.
Una moltitudine di uomini e donne, ragazzi e ragazza che sperano e sognano solo di tornare ad entusiasmarsi per la squadra delle loro pulsioni giovanili e non solo.
E’ bastato pensare di rivedere un po’ di calcio con Delio Rossi per scatenare radio e siti internet, intasati di messaggi di tifosi e tifose pronti e pronte a ricominciare.
Avete voluto continuare con Mihajlovic, e va bene, è un vostro diritto: è una persona leale, che speriamo sia finalmente all’altezza della situazione.
Qui sono passate lunghissime ed inspiegabili settimane dalla tua chiamata alle armi, che a me era piaciuta moltissimo, e non succede niente.
In città non ti abbiamo mai visto, Cognigni, Mencucci e Corvino non parlano, il ritiro si avvicina, la presentazione non si farà e si continua a discutere di Montolivo.
In tutta onestà, ne converrai, c’è da essere perplessi, ma facciamo finta che non sia successo niente (infatti non è successo niente…): vieni a Firenze, prendi in mano la situazione, specifica meglio i punti del patto, ma poi segui tutto nei minimi particolari.
Perché qui abbiamo bisogno di entusiasmo e di voglia di ricominciare.

Non vorrei disturbare troppo il guidatore, cioè Pantaleo Corvino, ma qui siamo a due giorni dal raduno, e a cinque dal ritiro, e la nuova Fiorentina ancora non esiste.
Martedì o mercoledì arriverà Romulo, ma ne sono andati via 6, e altri 3 o 4 sono in bilico.
Ora, è vero che nella vita e quindi anche nel calcio non bisogna mai fare le cose troppo in fretta, ma i tempi dei tifosi meritano rispetto e qui sono passati quasi cinquanta giorni dalla fine del campionato senza che sia acuto nulla.
Sembra di muoversi nella nebbia più fitta.
Un importante dirigente viola mi ha invitato ad avere fiducia, e figuriamoci se non ce l’ho, però qualcosa bisognerebbe dire (e fare) per non cadere nella depressione calcistica.

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