Padroni di non crederci, ma io questo pomeriggio con Corvino volevo essere costruttivo.
Magari potevo aspettare di essere il secondo o il terzo a fargli domande, ma ero il più anziano del gruppo (o il meno giovane, fate voi), non avevo mai partecipato ad una delle sue fluviali conferenze stampa, sono pur sempre il direttore di Blu e Sportiva e, insomma, sentivo il dovere di rompere il ghiaccio.
Ma veniamo a quello che gli ho detto e chiesto.
Sono partito da due considerazioni oggettive: a Cortina c’era un bel clima, ma con un centinaio appena di tifosi, mentre a Firenze lo scoramento e la sfiducia si taglia a fette, come mai mi era capitato di vedere nei miei 32 anni di attività giornalistica.
Sfido chiunque a dimostrare il contrario e non sto dicendo se tutto questo sia giusto o no, ma se come temo gli abbonamenti supereranno di poco le 10mila tessere, di questo clima, di questa tristezza generalizzata si dovrà tenere conto oppure no?
Questa era la considerazione, la domanda invece verteva sul fatto se lui si sentisse responsabile di questo stato di cose e su cosa pensasse di fare per invertire la rotta (ecco il lato costruttivo del mio intervento).
Poi, coerentemente alle critiche rivolte venti giorni fa, gli ho domandato il perché dell’operazione D’Agostino, un affare per me senza senso, un giocatore che è costato oltre 550mila euro a partita.
Pantaleo si è arrabbiato di brutto per circa un quarto d’ora e delle due l’una: o non ha capito, o ha fatto finta di non capire.
Ha proclamato di non essere depresso (e chi lo aveva mai detto?), ha snocciolato tutti i meriti della Fiorentina delle ultime 6 stagioni e ha accusato la vil razza dannata giornalistica di fare il gioco del nemico, perché non comunica adeguatamente i successi viola.
Se fossimo stati a scuola, avremmo detto che era andato fuori tema, e neanche di poco.
Ho provato a replicare, lui ha controreplicato e alla fine mi hanno tolto la parola, anche giustamente, perché era una conferenza stampa, mica una mia intervista in esclusiva.
E’ stato molto più preciso su D’Agostino, quando ha detto che recupererà la forte minusvalenza e c’è da credergli perché è stato (quasi) sempre molto bravo a vendere.
Sul resto facciamo finta di aver scherzato e ripartiamo da zero nel nuovo ciclo, senza acredine, almeno da parte mia.