Ma dobbiamo proprio pensare al calcio come mezzo per infliggerci ulteriori martellamenti sulle parti basse, come se non bastessaro le nefandezze e le ingiustizie quotidiane?
Oggi riparte idealmente una nuova stagione, siamo dispiaciuti per l’addio di Prandelli, ma è un po’ come il primo giorno di scuola: cerchiamo di viverla nel migliore dei modi, evitando polemiche e scontri al calor bianco.
Arriva Mihajlovic e arriva pure D’Agostino e io mi ricordo di certe stentate ripartenze dei mie anni adolescenziali, quando aspettavamo solo che non vendessero Antognoni.
Altri tempi? Certo, ma anche meno soldi e meno veleni in circolo.
Non sono ipocrita: io ho costruito il mio benessere economico sul calcio, cercando sempre di assecondare la passione di chi mi ha seguito in radio mettendoci le mie idee e lavorando 14 ore al giorno sei giorni alla settimana da almeno 30 anni a questa parte.
Eppure non ho mai perso il senso ludico di questa passione/professione, mentre mi pare che alcuni di voi si siano smarriti in polemiche spesso cattive e sicuramente inconcludenti.
Critichiamo sempre e comunque, ma senza quella violenza verbale che affiora ogni tanto.
Giugno 2010
Che sia una festa
Abbiamo preso D’Agostino
Rischio, lo so, e non è un fatto normale per me che nonamo affatto il mercato, ma sono (quasi) sicuro: abbiamo preso D’Agostino dall’Udinese per 9 milioni di euro.
Gran colpo, mi pare, e straordinario colpo ancora una volta di Gianluca Di Marzio che stasera a Radio Blu ha anticipato la notizia al pentasport.
Lui e il Tom-Tom funzionano a meraviglia e sono una squadra vincente.
Mi pare che D’Agostino (che piaceva tanto pure a Prandelli…) sia la migliore risposta possibile a chi pensava che fossimo ormai pronti per la B.
Se poi non fosse vero, sono pronto a chiedere scusa a tutti, ma speriamo davvero di avere ragione.
Ci godiamo Montolivo?
Montolivo-Gilardino come Antognoni-Graziani 28 anni fa?
Non proprio come peso nella squadra, perché Gila è un po’ più importante di Ciccio e i Riccardo molto meno del “capitano”, però il paragone è suggestivo e mi riporta indietro di una vita, cioè a quando feci quello che è rimasto il più importante scoop della mia vita, che però sarà stato ascoltato veramente da pochi.
In pieno silenzio stampa mondiale, e grazie soprattutto all’intervento del mio compare Maurizio Passanti, riuscii infatti ad intervistare i due viola prima del Brasile e della finale con la Germania.
Roba che, se succedesse oggi, come minimo verrei portato dal mio amico Di Marzio in diretta a Sky e poi ripreso da tutti i i giornali sportivi e non, un po’ come successe nove anni dopo per l’intervista a Baggio, che mi raccontava di quanto stesse male alla Juve.
All’epoca però eravamo completamente isolati dal brulicante e autoreferenziale mondo dei media (oggi è molto più brulicante e un po’ meno autoreferenziale, non fosse altro che per l’arrivo in massa di un esercito di poveracci che fatica ad arrivare alla fine del mese) e così le due clamorose interviste andarono in onda in un Pentasport normalissimo, mi pare versoe le 14, e non le riprese nessuno.
Oggi, sei Mondiali e cinquemila interviste dopo, la mia voglia di vedere i viola in azzurro rimane la stessa ed è per questo che ieri mi informavo di continuo per sapere se per caso non ci fosse stata l’ingiustizia del taglio di Montolivo per il Sudafrica.
E’ andata bene, e adesso mi aspetto grandi cose da tutti e due, non fosse altro che per farci ritrovare un po’ di sano orgoglio fiorentino.