Fiorentina


Dove sono finiti i pessimisti cosmici?
E quelli per cui il bicchiere non solo non era mezzo pieno, ma addirittura vuoto?
D’accordo, il Cagliari finirà quasi certamente in B, ma intanto la Fiorentina queste partite non le sbaglia mai.
E’ la grande forza di Prandelli, la concentrazione.
Sul ditino di Mutu ho sentimenti contrastanti: chi ascolta le partite sa quanto abbia stigmatizzato il comportamento dei tifosi della tribuna che fischiano al primo errore Liverani e a volte pure Montolivo.
Perché se la siano presa con uno dei due nostri fuoriclasse è un mistero (e i fischi c’erano davvero, ve lo assicuro), però forse Mutu dopo la gara poteva essere un po’ più diplomatico.
Capisco la reazione di pancia appena segnato, ma in sala stampa occorrevano dichiarazioni più concilianti, in fondo il suo messaggio è rivolto a chi spende dagli ottanta ai cento euro a partita per vederlo giocare.
Alla grande Santana e strepitoso Martino, vero collante di questa squadra che archivia un 2007 da lustrarsi gli occhi.

Scusate se non ho risposto ai vostri post, ma ho passato un paio di giorni impegnativi per sistemare organizzativamente le cose in radio per il 2008 (ci sarà un cambio in redazione).
Ho appena ascoltato Prandelli e davvero mi pare che sia una vigilia simile a tante altre vincenti, con Cesare che chiede alla squadra un grande sforzo di concentrazione e di solito in questi casi ha le risposte che si aspetta.
Ogni altro risultato che non sia la vittoria sarebbe un mezzo disastro, soprattutto in considerazione della lunga sosta che affronteremmo con molto amaro in bocca.
Sarebbe bello arrivare ai tre punti attraverso il gioco, ma non chiediamo troppo ad una squadra convalescente.
Basta vincere, non importa come.

Una vittoria che fa bene a tutti, alla faccia di chi vorrebbe uscire dalla Coppa Uefa.
Non è stato facile, in giro c’è aria di festa, la stanchezza si avverte dappertutto, ma questa squadra si sta ritrovando perché è fatta di gente seria.
Mediaticamente Pazzini esce a pezzi, e qualcosa ha certamente sbagliato in fase di conlusione, però su di lui c’erano due rigori e semmai c’è da interrogarci su quando mai decollerà la sua intesa con Mutu.
Nella serata del CIT avevo parlato con Vieri, chiedendogli quando mi avrebbe fatto perdere la scommessa: beh, gli ho portato bene e davvero sembra un altro, anche rispetto a quando è arrivato a luglio a Firenze.
Vinciamo contro il Cagliari e poi riposiamoci, ne abbiamo tutti bisogno.

Non esiste mondo con più basso tasso etico del calcio.
Parlo ovviamente generalizzando, perché poi esistono anche apprezzabili eccezioni (e qui sinceramente mi viene in mente Firenze), ma il ragionamento è fin troppo semplice: fai scorrere un fiume inarrestabile di soldi in mezzo a chi ha una preparazione culturale mediamente appena sopra la scuola dell’obbligo e vedrai brillare in cielo una sola stella: il dio denaro.
Per quello si fa ogni cosa, anche perdere del tutto la decenza genitoriale e ritrovarsi ad insultare arbitri ed avversari nella partite dei giovanissimi, perché in fondo si spera che Matteo, Francesco o Daniele diventino un domani i nuovi Mutu o Kaka.
Ci metto dentro pure la nostra categoria, perché i giornalisti sportivi laureati bisogna cercarli con il lanternino (qualcuno ha pure il problema dell’acca nel verbo avere e non parliamo per carità del congiuntivo) e perché “per diventare famosi in televisione” non occorre conoscere almeno qualche rudimento di quella cosa strana chiamata sintassi, ma è meglio e preferibile portare degli sponsor in modo da ritrovarsi a condurre qualche programma sportivo, che poi sono gli unici o quasi che la gente guarda sui canali locali.
Per tutto questo non mi sono affatto stupito nel leggere delle nuove intercettazioni riguardanti Luciano Moggi, che ha dimostrato di essere il più forte nella selezione darwiniana della giungla calcistica: addirittura stoico il suo uso del telefonino e l’impegno per tessere i rapporti con tutti quelli che contano o dovrebbero contare.
Non è mica colpa di Lucianone nostro, ma dell’interlocutore, sia che faccia o che riceva la telefonata e comunque è vero che non c’è nulla di penalmente perseguibile a chiedere o accettare un consiglio.
Stupisce, certo, che lo faccia anche un presunto saggio come Mazzone, che ormai dovrebbe essere abbastanza grande per saper sbagliare da solo, ma questo è un altro discorso.
L’unica cosa strana, semmai, è che in un mondo appunto senza etica come quello del calcio gli avvoltoi che 18 mesi fa volteggiavano sulla testa della GEA e di Moggi non siano riusciti a spolpare la carcassa.
Si vede che il moribondo non era poi così moribondo…
TORNO ADESSO DALLA SERATA AL CIT, DOMANI RISPONDO A TUTTI: PROMESSO

Credo e spero che la convalescenza sia quasi al termine, anche se la febbre ce la misurerà il Cagliari domenica prossima in una di quelle partite da vincere che infatti la Fiorentina di Prandelli ha sempre vinto senza neanche soffrire più di tanto.
Ieri è andata abbastanza bene, poi certo uno si mette a guardare lo score delle ultime cinque partite e si deprime, ma non mi pare questo il calcolo corretto da fare in questo momento.
Il punto è che stiamo ricercando una nostra identità di gioco, perché sulle fasce laterali, che dovevano essere il nostro punto di forza, proprio non riusciamo ad andare.
Sinceramente non ho visto differenze tra Santana e Semioli e neanche tra Vieri e Pazzini.
Sui colpi di testa di Cassano ero stato facile profeta, peccato che lui sia più uguale degli altri: se lo avessero cacciato (com’e giusto che fosse) avremmo probabilmente vinto la partita.
Poi lui ha fatto un altro colpo di testa (con fallo) e abbiamo lasciato là due punti.
P.S. VOLEVO INFORMARE TUTTI GLI UTENTI DEL BLOG DI AVER PUBBLICATO IL POST DI TALE LUCA CHE AFFERMA COME “GLI EBREI DEBBANO PASSARE PER IL CAMINO” PER POI AVERE LA POSSIBILITA’ DI DENUNCIARLO ALLA POLIZIA POSTALE: TROPPO FACILE CANCELLARLO, QUESTA PERSONA DEVE PAGARE E CREDO CHE SIATE TUTTI D’ACCORDO.

Mi accontenterei di un punto perché siamo davvero in mezzo al ciclone, ci mancava solo Avramov infortunato.
Purtroppo avevo visto giusto su Gamberini, al di là delle rassicuranti parole del comunicato stampa post Palermo.
Non mi stupirei se ci fosse una squadra più abbottonata e mi pare che Vieri abbia le spalle larghe, certamente più di Pazzini, per reggere il peso della pressione e di un attacco che comunque lo metti in campo è più anemico della passata stagione.
Criticare Pazzini è ormai diventata una moda, ormai non ho quasi voglia di replicare, solo che mi piacerebbe sapere quali siano le reali colpe del giocatore che secondo me per ora è stato da 6.
Confido in qualche colpo di testa di Cassano in senso disciplinare e ho un po’ paura per Lupatelli, ma chi non l’avrebbe dopo aver giocato un anno e nezzo con Frey tra i pali?

Ieri sera cena conviviale della mia redazione, grazie anche all’amico Marco Bonci, e quando scrivo “mia” lo faccio con cognizione di causa, visto che me li sono scelti tutti personalmente.
Mancavano solo Paolo Biagiotti ed Eleonora Zaraffi e mi faceva uno strano effetto vederli tutti lì, ai lati dei tavoli in una disposizione che comprendeva ben quattro generazioni: i cinquantenni, i quarantenni, i trentenni e (beati loro) i ventenni.
Non seguo metodologie particolari nell’esercitare quello che, con una certa arroganza, viene chiamato il “potere del direttore”, che nel mio caso è addirittura doppio perché comprende anche la sfera economica e quindi l’opportunità di continuare o meno la collaborazione.
Ogni volta che mi arrabbio (e succede con una certa frequenza) cerco sempre di conservare un briciolo di lucidità per mettermi dall’altra parte, per non esagerare.
Perché anche se un paio di volte mi sono detto convinto “ora basta, sono troppo buono, conta solo il lato professionale”, alla fine faccio i conti di quasi trent’anni di radio e scopro che ho mandato via solo due persone, ma solo per il fatto di aver tradito la mia fiducia.
E quindi ieri sera è stato bello vederli tutti insieme a ridere e scherzare: Pestuggia, Barry, Ceccarini, Laserpe, Carotenuto a parlare di calcio, quelli più giovani a parlare (giustamente) di altre cose…
Tra Poesio e Sardelli e davanti a Petri il sorriso dolce di Leonardo, le sue battute, la sua contagiosa voglia di vivere e di divertirsi con noi.
E va bene, lo ammetto: sto invecchiando…

E’ molto scocciante non aver vinto ieri sera, non tanto per la qualificazione, ma per il morale.
Pur essendo stato lì ad Ascoli. a distanza di qualche ora resta abbastanza inspiegabile quello che è successo: nonostante un Prandelli formato Mazzone (nel senso che non lo avevo mai visto così in movimento), la squadra è come se ad un certo punto avesse deciso che bastava così, che non c’era più bisogno di spingere oltre.
E nel calcio quando smetti te comincia l’avversario, per questo l’Ascoli si è trovato quasi senza accorgesene nuovamente in partita.
Deludente Van Den Borre, ingenuo Lupoli, che è partito in modo straordinario salvo spegnersi dopo neanche venti minuti: evidentemente aveva dosato male le energie.
Autorevole Mazouch, ma davanti aveva Bernacci e Centi, dopo Soncin, che infatti è stato il più pericoloso dell’attacco dopo Guberti.
Aspettiamo di rivederlo contro avversari più forti, ma intanto ha superato il primo esame.
STASERA CENA DI PREMIAZIONE DI MONTOLIVO: A CHI HA SCRITTO OGGI RISPONDO DOMANI

Non esiste un’unità di misura per il dolore.
Quello di Cesare Prandelli si può solo immaginare con pudore, lo stesso che abbiamo avuto soffrendo con lui e per lui dal 26 novembre scorso.
Posso quindi solo intuire quanta voglia avesse Cesare ieri pomeriggio di parlare di stanchezza, infortuni della difesa, progetto scudetto dal 2011…
E però l’ha fatto, dandoci un esempio di stile a cui sarà bene attenersi anche nelle nostre prossime valutazioni sulla Fiorentina.
Con questo non voglio dire che non si possa contestare (e sarebbe clamoroso che fossi proprio io a fare un’affermazione del genere…), ma la critica deve essere fatta con moderazione, mettendoci sempre, come scrivevo nel precedente post, la testa.
Questa sera intanto si gioca ad Ascoli, partita dimenticata da tutti, televisioni comprese: sarà la rivincita della vecchia, insostituibile, straordinaria radio.

Intanto domani torna a parlare Prandelli,e questo è un piccolo/grande segno di ritorno alla normalità.
Non eravamo fenomeni prima (anche se io mi sono messo a sognare dopo la Lazio) e non siamo così brocchi adesso, con un punto in quattro partite.
Capi di accusa principali: la campagna acquisti di Corvino e le presunta tirchieria dei Della Valle.
Spiace contraddire i più, ma non sono d’accodo.
Certo, ora Pantaleo paga alcuni errori di comunicazione di un paio di mesi fa, quando per esempio andò “lungo” nel criticare i critici (cfr. la puntata di Golden Gol dopo Fiorentina-Siena), ma è il migliore sulla piazza e per lui parlano i risultati.
Lo frenano le leggi sugli extra-comunitari, che gli delimitano il territorio di caccia e il tetto degli ingaggi, su cui si può non essere d’accordo nella sua globalità (cioè come ripartire il monte complessivo tra i giovatori della rosa), ma non nella sostanza, a meno di non rischiare di nuovo il fallimento.
E qui entriamo nel discorso dei Della Valle.
Io non discuto del fatto che abbiano avuto uno straordinario ritorno di popolarità dalla Fiorentina, ma in giro, a Firenze e/o anche fuori, c’era o c’è qualcuno disposto a spendere più di 100 milioni di Euro in sei anni per i viola?
Poi uno può dire che è un decimo di quanto ha speso Moratti per l’Inter, ma questo è un altro discorso.
Cerchiamo quindi di stare tutti un po’ calmi, di evitare regolamenti di conti effimeri per rialzare la testa, perché questo è davvero un gran brutto momento.

« Pagina precedentePagina successiva »