Non esiste un’unità di misura per il dolore.
Quello di Cesare Prandelli si può solo immaginare con pudore, lo stesso che abbiamo avuto soffrendo con lui e per lui dal 26 novembre scorso.
Posso quindi solo intuire quanta voglia avesse Cesare ieri pomeriggio di parlare di stanchezza, infortuni della difesa, progetto scudetto dal 2011…
E però l’ha fatto, dandoci un esempio di stile a cui sarà bene attenersi anche nelle nostre prossime valutazioni sulla Fiorentina.
Con questo non voglio dire che non si possa contestare (e sarebbe clamoroso che fossi proprio io a fare un’affermazione del genere…), ma la critica deve essere fatta con moderazione, mettendoci sempre, come scrivevo nel precedente post, la testa.
Questa sera intanto si gioca ad Ascoli, partita dimenticata da tutti, televisioni comprese: sarà la rivincita della vecchia, insostituibile, straordinaria radio.