Fiorentina


Si può e di deve vendere Melo a quelle cifre, anche se fa girare le scatole che a comprare sia la Juve.
Molto meglio ovviamente l’Arsenal, ma è anche vero che se Melo per un caso neanche troppo lontano a conti fatti venisse strapagato, beh, allora sarebbe ancora più bello aver dato una mezza fregatura alla Juve.
Ma il punto è un altro e più profondo e riguarda il rapporto di fiducia tra i tifosi e i Della Valle, un rapporto in cui Corvino, che sta troppo tempo col vento in faccia a spiegare e rispiegare, con è solo un tramite.
A questo punto è chiaro che il passaggio della clausola recissoria faceva parte del percorso pensato da mesi per vendere Melo, non si spiegherebbe altrimenti la fretta in cui la stessa clausola è stata sottoscritta dalle parti.
Scommettiamo che passarenno mesi prima che ce ne sia un’altra?
Il giocatore voleva guadagnare il doppio e la Fiorentina incassare il triplo di quanto aveva speso appena dodici mesi fa e non c’è niente di male.
Si poteva però dirlo tranquillamente, invece di fare teatrini che a questo punto risultano un po’ stucchevoli.
Penso alle dichiarazioni dopo l’ultima giornata di campionato, ma anche ad altre uscite dei vari protagonisti.
A parte qualcuno che immagina che siccome va allo stadio tutto gli sia dovuto, da queste parti, dopo il fallimento, è stato raggiunto un discreto grado di maturità.
I Della Valle hanno deciso di non tirare più fuori un euro?
Ci spiace molto, perché tutti vorremmo avere in squadra i più forti e di notte sognamo che ci compri Moratti, ma vorrà dire che ci arrengeremo fino alla prossima svolta della famiglia.
Però, santo cielo, metteteci un po’ più di passione, perché è solo quella che spinge la gente ad amare la Fiorentina.
Invocate l’autarchia finanziaria, sottolineate che abbiamo il miglior tecnico del campionato, fate capire che ci siete, che volete il massimo.
Se Berlusconi dichiara che il Milan senza Kaka è più forte dell’Inter, è troppo pretendere una dichiarazione orgogliosa di Diego e Andrea?
Un auspicio per Jovetic, due parole per Montolivo, una metaforica pacca sulle spalle ai nostri tre campioni, mica abbiamo un organico da zona retrocessione.
Penso sinceramente che non ci siano alternative ai Della Valle, a cui dobbiamo molto perché hanno tirato fuori fino al 2008 una montagna di soldi per una squadra che è sempre stata nostra e che invece è loro solo da sette anni, ma questo silenzio, credetemi, fa più male della cessione di Melo.

Invece, appunto, non rimane e va alla Juve.
Certo, qualsiasi altra società sarebbe stata meno indigesta, ma Melo non è Baggio e la Juve lo strapaga, almeno secondo me, anche se è tutto da dimostrare che Marchionni valga 5 milioni di euro.
Adesso conta come verranno spesi quei 18 milioni (vanno tolti i 2 di Natali) ed è lì che si gioca il mercato viola.
Un mercato per ora abbastanza amaro, e lo capisco, ma in linea con quello che succede in Italia.
Lascio comunque tutto quello che avevo scritto ieri, a futura memoria.
Non credo che Corvino farà sconti: vuole 25 milioni di euro e se non li avrà Melo rimane alla Fiorentina.
Io a 18 l’avrei già dato via, figuriamoci se piango a 25, solo che adesso mi pongo il problema della mancanza di offerte a quelle cifre.
Che scenario si apre?
Dal punto di vista affettivo il divorzio tra Melo e la Fiorentina si sta già consumando tra una dichiarazione del giocatore e una del suo procuratore (uno a caso, perché mi pare ne abbia diversi).
Se rimane alla Fiorentina, risolviamo il problema del centrocampo, ma poi siamo incartati su tutto il resto, perché escludo che i Della Valle vogliano andare sotto un’altra volta.
E’ una partita di poker in cui è corretto riconoscere a Corvino un punto di partenza che sembra sfuggito alla maggioranza dei commentatori: Melo oggi vale (o varrebbe) il triplo di dodici mesi fa.
Questa sì che è stata una corvinata.

Sarà perché ho passato qualche giorno a Viareggio, sarà perché sto facendo i conti con quante persone a cui voglio bene hanno combattuto e stanno combattendo con dei gravi problemi di salute, sarà perché quello che penso posso permettermi di dirlo quando e come voglio a duecentomila persone, sarà quello che volete, ma oggi non ce l’ho fatta più.
E così, quando ho sentito Melo dichiarare che solo Dio (e non quindi lui o il suo/suoi procuratore/i) sa dove giocherà nella prossima stagione, sono sbottato ed entrato in diretta.
Ma Dio, se esiste, si deve occupare del futuro calcistico di Melo o piuttosto di chi avrebbe veramente bisogno del suo intervento equilibratore, di chi sta davvero male, di genitori che non hanno speranze per i propri figli?
Vale per Melo, ma ovviamente anche per tutti quelli che in campo e fuori si riempiono la bocca con il trascendentale, mischiando (loro sì, davvero) il sacro con il profano.
Ma smettetela per favore, e se davvero avete una fede usatela per una vostra ricerca interiore, che peraltro ognuno di noi dovrebbe fare ogni tanto.
Non tirate in ballo Dio per cose meramente terrene, soprattutto quando in ballo ci sono solo e unicamente i soldi.

Prima una premessa per tutti coloro che hanno obiettato sul perché stare tanto a disquisire sui conti viola, partendo dal presupposto che quelli sono soldi della Fiorentina.
Scusate, ma se nel 2008 era stata spesa una certa cifra (venerdì mi ero scordato degli oltre 5 milioni per Da Costa) è evidente che ci siano meno risorse in questa stagione, o no?
E siccome mi pare che l’attuale campagna acquisti interessi tutti, parlare del bilancio è giusto.
Corvino ha dimostrato coi risultati di essere molto bravo, ma si potrà dire che certi prezzi erano troppo alti o si passa per catastrofisti?
Il bilancio è veritiero, nessun trucco, sarei molto sorpreso se scoprissi, conoscendo gli amministratori viola, di qualche artificio contabile.
E ora l’affaire Melo.
Lo vendiamo a 25 milioni, e va bene, ma con chi lo sostituiamo?
Io sarei per una soluzione media a centrocampo, e quindi non D’Agostino, qualcosa sui 10/12 milioni, sperando di scommettere sul cavallo giusto.
Il resto lo metterei sul difensore, qualcosa di forte, che vada oltre Natali e Dainelli, che a quel punto potrebbe essere ceduto.
I soldi dalla Juve però li vorrei tutti in contanti, niente Marchionni a 6 milioni, mentre con l’Arsenal si potrebbe pure parlare per ridurre i 25 milioni.
Infine una considerazione che sorprenderà solo chi mi conosce superficialmente: tre mesi fa Cristiano Puccetti, con cui al contrario di quello che molti pensano intrattengo ottimi rapporti, fu il primo a tirare fuori la storia della cessione di Melo.
Io dissi e scrissi che era fantacalcio, ma evidentemente aveva ragione lui, indipendentemente da come andrà a finire questa storia.

E bravo Ernesto Poesio, che ha sfruttato una qualità rara tra i giornalisti: la pazienza.
Il mio ormai ex redattore si è andato infatti a spulciare tutto il bilancio della Fiorentina, che non è il massimo, ammettiamolo, del divertimento e dopo averci lavorato un paio di giorni ha scoperto diverse chicche interessanti.
Per esempio che Vargas è costato quasi 14 milioni di euro, Comotto 5 e Jovetic quasi 11.
Un po’ tanto mi pare, ma speriamo che tra dodici mesi il loro valore sia aumentato, o almeno sia uguale.
Però è strana questa storia di far circolare cifre più basse (far circolare perché non ho mai sentito Corvino fare dischiarazioni esplicite o se le ha fatte me le sono perse), forse per dimostrare di essere molto bravi a comprare.
Ma 30 milioni di euro per Vargas, Comotto e Jovetic forse sono davvero un po troppi, o no?

A dirla tutta, sostituire, come pare, Dainelli con Natali non mi pare una di quelle idee geniali, in grado cioè di cambiare il livello della nostra difesa.
Proviamo per un attimo a pensare a cosa potrebbe succedere se da luglio Frey dovesse incappare in una stagione non dico negativa, ma appena appena normale.
Altro che prima o terza difesa del campionato!
Con qualsiasi altro portiere della scorsa stagione, escluso Julio Cesar, la Champions ce la sognavamo e anche l’Uefa non era così sicura.
Ora, se si prende Natali come prima riserva di una difesa composta da Gamberini e da un futuribile mister X è un conto, ma fare il cambio con uno dei due che abbiamo ora (e ripeto che secondo me sarebbe meglio dare via Kroldrup, che però, guarda caso, ha molto meno mercato) ha davvero poco senso.

Dal basso della mia conoscenza calcistica mi sembrava che i problemi tecnici della Fiorentina da superare fossero essenzialmente due: trovare nel mondo, per dirla alla Ciuffi, un centrale che fosse meglio di Dainelli (che per me comunque e’ da tenere, invece di Kroldrup) e un vice di Gilardino, dopo l’esperimento fallito di Bonazzoli.
Leggo e ascolto gli uomini mercato di Radio Blu parlare solo di giocatori di fascia e rimango un po’ sorpreso, specie per la parte sinistra del campo, dove alla fine Pasqual e Vargas funzionavano piuttosto bene.
Certo, qualcuno piu’ forte di Comotto e Semioli a destra sarebbe auspicabile, ma col budget a zero non mi pare questa la priorita’.
Magari e’ tutta una tattica ed il centrale difensivo e’ gia’ pronto, mentre per l’attaccante forse e’ piu’ facile, vista l’offerta di punte, anche stagionate.
Per la cronaca, dopo Kroldrup nel gennaio 2006, in quel ruolo siamo andati vicinissimi a prendere Vidic e Barzagli, segno che qualcosa ci mancava, ma vicinissimi purtroppo nel calcio, come nella vita, non basta.
E nel frattempo abbiamo perso uno forte come Ufo, e’ ovvio che alla fine i conti li’ in mezzo non tornino.

Tredici mesi fa il primo dubbio vedendolo dal vivo nell’amichevole dell’Italia contro il Belgio: ma com’era ridotto Toni?
Oggi dopo un Europeo ed una Confederations indecorose confermo il presagio di quella sera al Franchi: non siamo nella fase discendente, ma molto, molto di più.
Toni sta rotolando verso fine carriera ed è l’emblema dell’Italia di Lippi, perché abbia giocato invece di Gilardino (che non ha fatto granchè, ma almeno sembrava un centravanti) non si sa.
Avrà indovinato due passaggi in tutto, a volte era imbarazzante nella pochezza tecnica e nella lentezza dei movimenti.
Come lui, Zambrotta, che già all’Europeo aveva regalato un grande assist a Mutu, e Iaquinta, che però non ha il pedigree degli altri due.
Montolivo non aveva cominciato male, poi però si è intimidito e ha giocato (in Nazionale) la solita partita quasi anonima pre-Confederations.
Abbiamo fatto una figura penosa, forse è la sindrome da Campioni del Mondo, vedi il Messico post 1982.
So che ad alcuni di voi non importa niente della Nazionale, a me invece dispiace e ho sperato fino all’ultimo in un gol che ci desse una vergognosa qualificazione.
Ci hanno fatto fuori Egitto e Stati Uniti: se non è una seconda Corea, poco ci manca.

Ragazzi, lo so che vado a cercare rogna, ma che io sappia in Italia solo Emilio Fede ha cambiato le proprie dichiarate simpatie calcistiche passando dalla Juve al Milan.
Per questo ribadisco che dopo il Toro, per la cui salvezza sarei disposto una volta anche a perdere una partita che per noi non vale niente, viene a notevole distanza il Livorno.
A me i livornesi stanno simpatici da morire, da bambino ci andavo spesso all’Ardenza e le origini paterne partono da lì.
E via, non deve essere un sentimento troppo lontano da quello della maggioranza del tifo viola, se appema sei anni fa fu sfiorato un gemellaggio, fallito per colpa loro, che la mettevano sulla politica.
Non mi piacciono le loro bandiere col Che, con la falce e il martello e quelle di Cuba, esattamente come non sopporto le croci celtiche e gli atteggiamenti razzisti e fascisti dei veronesi.
Ma oggi sono contento che il Livorno sia salito in serie A, mi piacerebbe che tornasse Lucarelli e mi espongo serenamente e pacatamente (come avrebbe detto un ex leader di sinistra che pare stia per tornare) al martirio via internet…

Fiorentina allievi grandiosa e Rai scandalosa, anche se ci ha guadagnato Radio Blu.
Nonostante che qualcuno su internet avesse scientificamente tagliato il comunicato della società che annunciava, oltre alla diretta televisiva sul canale 227, pure la radiocronaca, tutti sapevano che Sardelli e Zoccolini avrebbero trasmesso la partita da Pagani.
La Rai invece niente, in linea con la tradizione della Champions, meglio la pallavolo…
E’ stata una grande emozione, con Corvino a soffrire negli ultimi dieci minuti ed io con lui.
Poi però ha fatto spengere la radio e così sono rimasto solo io a sentirla e davvero a tre, quattro minuti dalla fine avevo paura del pareggio.
Gioia pura sul 3 a 1 e tutti a cantare l’inno della Fiorentina, ma la radiocronaca è meglio farla che sentirla: si soffre troppo quando la posta in gioco è alta.
Bellissimo il dialogo commosso di Corvino con Buso in diretta e che grande mezzo che è la radio, il più povero tra i media, ma anche quello che permette di sviluppare al massimo la fantasia.
Adesso bisognerà cominciare a conoscerli meglio questi ragazzini perché promettono grandi cose.
Un po’ come Sardelli, veramente molto bravo in radiocronaca (si dirà giustamente che lui, con Zoccolini, ha già vinto uno scudetto e io nulla in 26 anni…) e Loreto stoico in redazione: quindici ore di diretta consecutive, dalle otto di stamani alle ventitre.
Va bene che non è certo come andare in miniera o fare il camionista, ma bisogna pur sempre rimanere lucidi.
Corvino alla fine ha detto a Ciuffi che lo scudetto che gli aveva promesso quando è arrivato a Firenze lo ha conquistato, ma si vedeva che scherzava…

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