Fiorentina


Partiamo da un presupposto oggettivo: con Montolivo, sì il tanto sbertucciato Montolivo, e soprattutto Jovetic sarebbe finita in un altro modo, perché l’Inter è davvero poca cosa e la partita gliela abbiamo regalata noi, con due errori difensivi da scapoli-ammogliati.
Non riesco a portare Rossi sul banco degli imputati perché senza alcuna qualità e con quattro in meno su undici (sì, quattro: Gilardino, Vargas, Lazzari e Ljajic, proprio quelli che la qualità avrebbero dovuto darla) aveva incartato la gara a Ranieri e stavamo pareggiando senza troppo demerito.
Ma dopo gli ennesimi schiaffoni in trasferta vorrei fare un’analisi un po’ più approfondita e distribuire meglio le colpe, perché a me pare che la Fiorentina sia diventata un luogo incantevole, dove nessuno paga per i propri errori, non importa se ripetuti nel tempo.
Ed è proprio questa la colpa maggiore dei Della Valle e quindi di Cognigni che li rappresenta: lasciare che l’inezia prenda il sopravvento su tutto, che ci si trascini da una stagione fallimentare all’altra senza intervenire radicalmente su quella che è certamente una loro proprietà, ma non è una “cosa loro”, perché appartiene soprattutto a chi la ama.
Assenti a San Siro, assenti nel controllo della gestione quotidiana, con il povero Mencucci (povero, si fa per dire…) che si occupa di tante, troppe cose.
Avendo delegato in tutto e per tutto un professionsita, e non mettendo fino ad oggi il naso su quello che fa nel bene e nel male, io mi chiedo in quale altra squadra, oppure in quale altra società della galassia Della Valle, sia mai stato concesso un fallimento plurimo com’è accaduto con Corvino dalla campagna estiva 2009 ad oggi, passando per il fondamentale e clamoroso errore della scelta del tecnico che ci costerà forse due campionati.
Volevano fare i Della Valle l’autofinanziamento, ma negli ultimi 18 mesi sono stati spesi malissimo decine di milioni di euro, che succederà quando davvero bisognerà arrangiarci senza qualcuno che firmi l’assegno di ripianamento?
E qui voglio ribadire con forza un concetto: a me di Corvino uomo non interessa un fico secco.
Non ho mai flirtato con lui negli anni d’oro, tra noi non ci sono mai state telefonate paracule extra-lavoro, le uniche cene a cui abbiamo partecipato insieme in sei anni e mezzo erano quelle delle scommesse vinte e c’erano pure una trentina di tifosi.
Allo stesso modo non gli sono mai andato contro per partito preso, riconoscendogli anche nei momenti più bui come quelli che stiamo vivendo indubbi meriti (Nastasic, Behrami, in parte Boruc).
So che lui vive molto di battaglie personali, di rancori inestinguibili, io no, a me interessa la Fiorentina e siccome guadagno un ventesimo di quello che prende il direttore sportivo ho un compito molto più facile del suo: lui fa e io giudico.
Gli ultimi due anni di Corvino sono stati da 5 pieno, chi non è d’accordo dovrebbe argomentare il giudizio, a meno di non avere interessi nascosti: parlano i risultati e la desetrificazione del Franchi.
Due anni, non tre settimane, eppure leggo e ascolto che è tutto pronto per arrivare fino al 2015: un premio alla memoria?
Senza contare che un responsabile plenipotenziario di una società dovrebbe essere giudicato per qualcosa che va oltre gli acquisti e le cessioni, cioè la gestione del gruppo.
La Fiorentina viene gestita bene nella quotidianità?
Non mi pare, visto che è scomparso completamente il concetto di punizione per gli sbagli commessi e manca il senso di appartenenza alla società, di attaccamento alla maglia.
E qui veniamo ai giocatori: Vargas ci sta prendendo in giro da 5 mesi e nelle precedenti due stagioni avrà giocato da Vargas per non più di sei mesi complessivi: per quanto vogliamo continuare?
Ljajic era una bella promessa nel 2009, strapagato 6 milioni e mezzo, e si temeva che fosse un po’ viziato e che crescesse male. Ora ne abbiamo la certezza: Ljajic si crede un mezzo fuoriclasse ed è cresciuto malissimo.
Gilardino, per dirla alla Ciuffi, sono mesi che pare abbia le cambiali da pagare a fine mese e che non sappia come fare ad onorarle, ma al di là della tristezza che ha addosso e che evoca, è arrivato ad essere inferiore a Silva, impresa titanica per molti, figuriamoci per uno del suo livello.
Io, che ho fatto mediaticamente il diavolo a quattro perché restasse a Firenze, sono profondamente deluso e mi rifiuto di credere che sia a fine carriera perché ha solo 29 anni.
Lazzari non può essere questo, a meno che Allegri non fosse impazzito quando lo voleva portare a Milano, eppure corre con una pesantezza tale che me lo fa pure rimanere simpatico, perché mi ricorda le fatiche calcistiche del sottoscritto che aveva un buon piede, ma con una mobilità pachidermica.
Gli altri purtroppo sono il triste spettacolo che vediamo, dal volonteroso Silva al non infame Munari visto ieri, da De Silvestri a Pasqual, che pare un gigante in mezzo a tanta indolenza.
Questo è il quadro abbastanza desolante di una squadra e di una società dove dalla cassa si passa solo per riscuotere e mai per pagare le proprie colpe.

Mi sbaglierò, ma penso che questa sia stata la prima vera settimana normale del professor Rossi.
Con la squadra a disposizione, senza i veleni di una brutta sconfitta alle spalle, con un partita alle porte che psicologicamente si prepara da sola.
Ecco perché, dopo aver rifatto una preparazione atletica chiaramente insufficiente (e questo l’avevo detto e scritto a luglio, dopo aver visto qualche allenameto a Cortina) il professor Rossi avrà potuto lavorare di più sulle proprie convinzioni tecniche.
Mi aspetto quindi qualcosa di buono sabato sera, quando arriveremo a San Siro per affrontare quel che resta della grande Inter ormai in dissolvimento.

L’avevo detto che era una grande occasione: per una volta non ho sbagliato il pronostico e adesso ci godiamo tre punti, tre gol e le tre espulsioni della Roma, tutte senza discussioni.
Abbiamo un trascinatore, Jovetic, che bisogna assecondare sempre, anche nelle giornate più grigie: forse farlo giocare esterno a sinistra non era una grande idea…
Rispunta ogni tanto Vargas, è una gran bella sorpresa Nastasic (e qui dico bravo senza problemi a Corvino), Montolivo e Behrami son stati ben al di sopra della sufficienza, Gamberini ha fatto la migliore partita stagionale.
Bello l’episodio del rigore lasciato a Silva, che però continua a sembrarmi completamente fuori contesto e comunque bisogna che Gilardino si riprenda alla svelta.
Bello vincere contro la Roma, bellissimo vedere Rossi (un allenatore, finalmente) che guida la squadra dalla panchina, cazzia Vargas, ci mette molto del suo.
E stasera non perdetevi Forza Viola su Rtv 38, ci sarà tra gli ospiti una gradita novità davvero inattesa…

Qualcuno è infortunato, qualcuno è stato escluso per motivi tecnici, l’ambiente è surriscaldato, a noi torna Jovetic e, a meno di improbabili (ma comunque possibili…) tentativi con le cameriere, i nostri eroi dovrebbero andare a dormire presto per ben tre notti: quando mai ci ricapiterà un’occasione del genere per battere la Roma?
Io mi aspetto abbastanza dalla partita di domenica, mi aspetto anche che la ri-preparazione (io qualche dubbio sulla leggerezza degli allenamenti estivi l’avevo già espressa nei momenti giusti) cominci a dare i suoi frutti, oltre naturalmente a qualcosa di tattico da vedere in campo.
Questa è la più abbordabile delle quattro gare difficili e quindi bisogna sfruttarla per ottenere il massimo risultato.
E non starei neanche troppo a pensare al mercato di gennaio, che rischia di diventare un pericoloso rifugio alle mancanze viste fino ad oggi, crechiamo invece di fare con quello che abbiamo.
Sarà stato colpevolmente sopravvalutato in estate, ma non è certo da zona retrocessione.

Volevate qualcosa di costruttivo? Lollo De Silvestri.
Mi ha colpito oggi, prima, durante e dopo l’intervista.
E’ un ragazzo profondamente turbato dalla piega che ha preso la sua stagione e un po’ la sua carriera, lui sa di dare il massimo, ma quel massimo, che era sufficiente prima, ora non basta più.
Sta spingendo al massimo per recuperare e nessuno lo può accusare di scarso impegno.
Ha un po’ ragione quello che ha scritto un amico del blog: più che un’intervista sembrava una seduta di psicanalisi, perché, lo confesso, mi sono sentito più un babbo che un giornalista.
Avevo lasciato De Silvestri un anno fa con gli occhi che sorridevano e l’ho ritrovato un po’ smarrito, ma anche con l’idea che il punto più basso sia alle spalle e che la risalita, per quanto dura, sia incominciata.
Magari mi sbaglio, magari domenica (e speriamo di no) De Silvestri gioca da 4, ma certamente non è uno che se ne frega, non è insomma Vargas, tanto per farci capire.
E a proposito di comprendonio: ma cosa avevano in testa l’ormai ventisettenne Lazzari, il sempre imprevedibile Cerci ed il baby Pazzagli (chissà che direbbe Andrea…) quando si sono fatti vedere alle due di notte nel solito locale in di Firenze sud a 60 ore dalla partita col Palermo?
Io ormai rinuncio a capirli questi ragazzi, perché arrivo solo alla tempesta ormonale che giustifica sedute piacevoli con l’altra metà del cielo, meglio comunque se in orari consoni al sonno dell’atleta.
Ma farsi vedere in piena notte in giro per Firenze è proprio senza senso e giustifica una multa esemplare, parametrata ovviamente all’entità degli ingaggi.

Passata, ma fino ad un certo punto, l’arrabbiatura, rimane la paura, paradossalmente una buona base per ripartire.
Rimandiamo i discorsi sulle colpe ad altri momenti, ricordandoci che gli ultimi ventuno mesi resteranno tra i più trist, grigi e nevrastenici degli ottantacinque anni di storia viola, e proviamo a concentrarci solo si quaranta punti finali, che a meno di terremoti garantirebbero la salvezza.
Bisogna farli prima di tutto con un gruppo di uomini veri, stile Natali (magari un po’ meno nervoso) e Behrami, gente che non ha il cuore in subbuglio per la paura o la grassa consapevolezza di essere un campione a cui tutto è dovuto.
Parta da lì Rossi con le scelte e cerchiamo di non spezzare il cerchio magico del feeling con il tecnico, perché è solo a lui che ci possiamo aggrappare in questo momento.
Consideriamo ogni punto un piccolo passo di avvicinamento alla meta, che è tristissima, ma assolutamente da conquistare.
Se però alla fine ci spacciano anche in questa occasione la salvezza come una conquista (“ma quanto è stato bravo Mihajlovic nello scorso campionato a non farci fare la fine della Sampdoria!”), stavolta ci arrabbiamo sul serio.

Non se ne può più di questa melassa viola che circonda la Fiorentina degli ultimi tempi.
La sconfitta di Palermo è l’occasione giusta per dire una volta per tutte che il re è nudo, che il voto di Corvino degli ultimi due anni è assolutamente insufficiente.
Mi sono sbagliato anch’io sulla campagna acquisti viola, quando ho dato 7 ed è grave per un giornalista.
Ma lo è ancora di più aver costruito una squadra che adesso, nonostante gli oltre 35 milioni tirati fuori dai Della Valle nelle ultime due stagioni, con il settimo monte ingaggi del campionato, è a un passo dalla zona retrocessione.
Ma ve lo immaginate cosa sarebbe successo se Corsi/Nassi/Previdi/Cinquini/Galli/Lucchesi avessero portato in due anni a Firenze come attaccanti Bonazzoli/Castillo/Keirrison/Silva?
E Munari e Lazzari?
E invece qui è tutto un incensare, un dire “ma quanto è bravo Boruc!”, “quanto è più bravo di Frey!”, “abbiamo un fantastico settore giovanile”, “ce ne sono pochi in giro meglio del nostro”.
Certo, peccato che i giovani stiano sempre in panchina o in tribuna, che Ljajic si sia dimezzato come valore, che di Frey si ricordino ancora le poche bischerate in cinque anni, mentre sinceramente ho dimenticato in quanti gol come quello di oggi a Palermo è colpevole il polacco, peraltro bravissimo contro il Milan
Mi sfugge un particolare: ma perché se Corvino è il responsabile dell’area tecnica da sempre, con pieni poteri sempre confermati dalla dirigenza, lui passa sempre in secondo piano quando si deve spiegare i motivi della seconda stagione disastrosa?
Chi è che ha scelto Mihajlovic (comodo parafulmine per tutti)?
Io queste cose le ho sempre dette e scritte, pagando parecchi prezzi, ve lo assicuro, spero me ne diate atto.
Poi ci sono anche i giocatori, ovviamente: alcuni più colpevoli perché indolenti, altri che proprio non ce la fanno e tutti insieme, a parte alcune eccezioni ci stanno portando a fondo.
Però fa comodo prendersela sempre con Montolivo…
E alla fine ci s’è messo pure Rossi, con l’improvvida ed incredibile sostituzione di Gilardino con Silva, e l’arbitro che ci ha tolto un rigore netto, ma ad essere onesti si fa pari col Milan.
Sono troppo arrabbiato, per i concetti costruttivi appuntamento a domani.

Abbiamo ottenuto quello che volevamo, soffrendo il giusto.
La mano di Rossi, diciamo la verità si vede veramente poco, ma io ho l’impressione che abbia come rifatto la preparazione atletica e qualcuno sta pagando pegno.
Ci sono stati meno giovani del previsto, però adesso è venuto il turno di Babacar perché Silva sta diventando un bel problema: un attaccante non può fare solo un tiro a partita e non segnare mai.
Sì, lo so che amche Gilardino è ai minimi termini, ma potremmo fidarci un po’ di più di uno dei massimi attaccanti in attività o no?
Qualcosa comunque si muove, tra la pagine chiare e le pagine scure: Kharja fino a quando è stato in campo, un Cerci decisivo, Nastasice Camporese abbastanza sicuri (Ashong invece in difficoltà, ma è proprio un bimbo), Neto eccellente.
E Vargas? Scandaloso.
Dice: ci vuole pazienza, deve recuperare la condizione.
Scusate, ma è stato infortunato?
Sono quattro mesi che deve recuperare la condizione, ma è possibile?

Un po’ di Rossi io me lo aspetto questa sera.
Non tanto per carità, ma qualcosa sì, non fosse altro che rirarci su di morale in vista del campionato.
Sto parlando soprattutto del gioco, questo grande sconosciuto all’epoca di Mihajlovic, che dovremmo cominciare timidamente ad intravedere dopo due settimane di full immersion.
L’avversario è ideale, la pressione minima, la volglia tante e quindi è lecito attenderci qualcosa che giutifichi la fatica per molti di andare allo stadio alle sei del pomeriggio di un giorno feriale.
Se qualcuno mi avesse detto dieci anni fa che la Coppa Italia si sarebbe giocata a questo orario, l’avrei preso per matto.

Per diversi anni è andata avanti nel poco dorato mondo radiofonico una divertente storiella secondo la quale io avrei avuto, non so bene per quali motivi, dei rapporti privilegiati con la Fiorentina.
Grazie a questi rapporti sarei riuscito ad ottenere negli anni l’assegnazione dei sospirati diritti radiofonici regionali (i più cari d’Italia, dopo Napoli), a cui tutti tenevano moltissimo e alcuni in modo particolare.
Purtroppo però nessuno era in grado di concorrerere perché c’era il Guetta: brutto, sporco e cattivo.
In particolare un paio di personaggi si sono distinti nel tempo in questo pianto commovente, e con uno dei due salici piangenti ho pure avuto (che spreco di tempo!) un vivace scontro dialettico, a cui è seguito un altro suo pianto presso la propria direzione editoriale.
Accade ora che ad ottobre la Fiorentina, che è sempre stata correttissima, abbia scritto a tutte le radio per chiedere di formulare un’offerta per l’acquisto nel prossimo biennio degli agognati diritti.
Allo scadere del termine prestabilito, si è presentata solo Radio Blu, che trasmetterà le partite della Fiorentina per le stagioni 2012/13 e 2013/2014.
E i piangenti? Boh, volatilizzati.
E’ una piccola storia del nostro piccolo mondo, ma valeva la pena di raccontarvela per capire quanto fiato venga spesso sprecato inutilmente.

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