Attualità


Il vero problema è che il famoso quarto d’ora di celebrità di Andy Wahrol pare sia diventato un diritto acquisito.
Tutti lo reclamano, molti lo ottengono e non importa se per arrivarci bisogna mandare il cervello all’ammasso.
Per esempio: chi si ricorderà tra un anno di tale Emanuela Corda, che ieri ha pensato bene di stupire l’Italia con la vergognosa frase secondo cui merita di essere ricordato anche il giovane marocchino autore materiale della strage di Nassirya?
Libera professionista, diploma di liceo classico, toccata dalla grazia divina del web ed eletta con i 5 Stelle (con conseguente enorme beneficio economico presente e futuro), questa signora vicina ai quarant’anni che fa pure parte della Commissione Difesa (siamo proprio messi bene…) deve avere avvertito fortissimo l’impulso di uscire dalla massa dei parlamentari per distinguersi in qualcosa.
Ed eccola lì la frase ad effetto, quella su cui oggi tutti, noi compresi, siamo qui a censurare, imprecare, ma intanto ne parliamo.
Intanto la matura classica Emanuela Corda si è fatta un nome sulla pelle dei morti di dieci anni fa, chissà come gode nel vedere il suo nome sulle prime pagine dei giornali.
E forse tra qualche tempo, quando penseremo a Nassirya, qualcuno si ricorderà vagamente che nel Parlamento italiano c’era stata una frase oltraggiosa per tutti gli italiani, ma speriamo (almeno quello) che il nome della signora Corda sia nel frattempo finito nell’oblio.

Non ce la faccio e stare zitto, non ci riesco.
Vale per me che sono ebreo, ma dovrebbe valere per tutti gli uomini e le donne dotati di cervello e cuore.
Silvio Berluscon poteva dire la stessa stronzata riferendosi ai neri durante gli anni della schiavitù in America, gli oppositori al regime comunista sotto Stalin oppure dove preferite, non cambia il senso dell’enormità uscita dalla bocca di colui che è stato Presidente del Consiglio.
Dunque Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi stanno come sono stati i deportati nei campi di concentramento: ma vi rendete conto del livello in cui siamo precipitati?
Questo uomo va fermato e chi ancora lo sostiene si rende complice di tutta questa massa putrida di veleni.
E’ arrivato ilmomento in cui è impossibile fare finta di niente.

Visto che sottolineate come non abbia parlato di campi di concentramento, vi invito ad usare il cervello per ricordare che secondo lui prima di andarci nei campi di concentramento gli ebrei, gli zingari, i diversi, gli oppositori si sentivano come si sentono oggi i pargoli cresciuti di Berlusconi, che sono certo si vergognano di queste parole infamanti.
Vi va bene così?
Ho un’esperienza indiretta sull’argomento perchè i miei nonni materni, con mia mamma che aveva 6 anni, sono stati per mesi a San Vittore (mio nonno fu torturato) in attesa di essere deportati, poi furono salvati dagli americani.
Se fossero vivi, chiederei loro se la loro sofferenza è simile a quella che prova oggi quella povera famiglia di Arcore dimenticata da Dio e dagli uomini.

Che ne sappiamo davvero dei nostri figli, da quando cominciano ad arrampicarsi su quella montagna splendida e terribile che è l’adolescenza, dove ogni giorno sembra una finale di Champions e dove il domani non esiste perchè c’è solo l’oggi?
Filtriamo la loro vita, la loro rabbia, le loro emozioni attraverso la nostra esperienza.
Proviamo nel migliore dei casi a fare un gioco di ruoli, a tornare indietro di trenta, quaranta anni e cercare di ricordare come eravamo alla loro età.
Ma noi non siamo loro e non era quello il tempo in cui vivono adesso.
Di solito ragioniamo da adulti (sempre ammesso che lo si sia diventati davvero e, soprattutto per l’universo maschile, io non darei la cosa per scontata) e nella maggior parte dei casi non capiamo, a volte ci arrabbiamo, ci sono momenti in cui siamo sconfortati.
Succede a me, che pure tento di impegnarmi, succede a tutti.
Provate a passare in questi giorni a Firenze dal viale Paoli, un centinaio di metri prima della Costoli, e vedrete sempre almeno quattro, cinque ragazzi che parlano, leggono, fumano, nel punto esatto dove alle 4 del mattino del 13 ottobre è morto Bernardo.
Si danno il cambio senza bisogno di turni, continuano ad amarlo anche se ora è lontano e non tornerà più a ridere e scherzare con loro.
Noi che non avevamo what’s app (si scrive così?), facebook, internet, telefonini, noi che diciamo sempre che ai nostri tempi contavano molto di più le relazioni umane, noi convinti che adesso questi ragazzi si muovano spesso come automi senza anima, noi l’avremmo fatto?
Anzi, l’abbiamo fatto quando è morto qualcuno dei nostri amici in un incidente?
Non è un problema di meglio o peggio: si tratta solo di provare a capire, che è la cosa più difficile di questo mondo.

Sono a Londra con Valentina e Camilla e ieri sera ho avuto l’ottima idea di andare a vedere “Let it be” al Savoy Theatre, un’immersione incredibile negli anni sessanta, che ho conosciuto solo da bambino.
Premessa dolorosa, ma necessaria: io e l’inglese siamo due cose completamente diverse, che temo non si incontreranno mai nonostante un vergognoso 20 rimediato, anzi diciamo pure rubato, a Scienze Politiche quasi trent’anni fa.
Lo dico per spiegare che capivo un decimo delle parole, che le mie figlie (per fortuna!) sapevano molto meglio di me.
Ciò nonostante è stato molto divertente, coinvolgente, i cloni sono bravissimi e non a caso fanno il pienone da mesi: pareva di avere gli originali e in mezzo a tanti over 50 e 60 c’erano parecchi giovani impazziti per Let it be, Yesterday e tutto il resto.
In questo gli inglesi, penosi nei bagni e nella loro assurda assenza dei bidet (ma come si lavano, dopo?), sono imbattibili e i Beatles, per me ovviamente, più di tutti, per il sound che uno sprovedduto della musica come il sottoscritto riesce ad assorbire.
Loro, gli inglesi, hanno i Beatles, noi i Pooh, che pure mi sono molto piaciuti nei decenni scorsi, ma che sono obiettivamente un’altra cosa.
E stasera Wembley, per vedere se una volta tanto Jovetic gioca…

Prima di tutto, una spiegazione: la storia della registrazione è cancellata e anche tutto quello che ha trascinato dietro, ognuno faccia come gli pare: qui non si registra nessuno.

Vediamo ora come va a finire la storia della squalifica del campo del Milan, che obiettivamente è squilibrata rispetto ad altre situazioni (penso ai cori dello Juventus Stadium, alle bombe carta dell’Olimpico, per esempio), ma gli idioti anti-meridionali erano già stati avvertiti da altre sanzioni.
L’ho già detto e non cambio idea, non si va allo stadio come se fosse un porto franco, un posto dove ci è concesso sfogare i nostri istinti peggiori.
Se non passa la linea dura, avranno vinto quelli che pensano sia possibile ricattare società e appassionati e sono pure disposto a rinunciare ad un po’ di goliardia pur di assaporare il gusto di vedere nello stadio un luogo civile dove appassionarmi, arrabbiarmi, godere e soffrire.
Vediamo se si rimangiano tutto oppure no.

Non credevo che Nanni Moretti avesse capacità divinatorie.
Prima il Papa che non ce la fa a reggere la fatica e la responsabilità del suo ruolo, adesso Berlusconi che sta per andarsene cercando di bruciare tutto quello che gli sta intorno, Italia compresa.
Questo Governo non è mai piaciuto a nessuno, neanche a Letta immagino, ma era anche l’unico possibile per come eravamo messi dopo le elezioni frutto di una legge folle che vergognosamente è ancora lì a terrorizzare la prospettiva per molti versi corretta di un nuovo ricorso alle urne.
Era chiaro che sarebbe finita così, altro che colombe e falchi, adesso dobbiamo fare il tifo per quei senatori del defunto PDL, sperando che ragionino con la propria testa e agiscano secondo la propria coscienza.
Na forse prima ho sbagliato: se ne va davvero Berlusconi?
Lo spero, lo desidero assolutamente, ma purtroppo non ne sono affatto sicuro.
Siamo sfiniti da questo ventennio e naturalmente non solo per colpa del nefasto protagonista di stagioni penose sotto ogni punto di vista.
Che bello sarebbe se i 5 stelle coniugassero la loro voglia di nuovo con un linguaggio e una grammatica istituzionale consona ad un grande Paese come l’Italia.
Insieme alle forze migliori dell’una e dell’altra parte potrebbero spazzare via il berlusconismo e anche tutti quelli che contro il berlusconismo ci hanno campato per vent’anni, negando davanti e inciuciando dietro.
Ma domani riaprono i mercati e dopodomani scatta l’aumento dell’Iva, molta gente si indebita per pagare le tasse, altri invece le tasse non sanno nemmeno cosa siano e vivono e prosperano nell’evasione e l’Italia è ormai diventata un grande contenitore che ogni giorno frulla di tutto, ma ho l’impressione che quello che ci faranno bere ci piacerà pochissimo.

Fuori Gattuso, in bilico Liverani, cacciato Lucarelli, a forte rischio Di Francesco, per tacere dello scomparso (calcisticamente) Stramaccioni: ma quanto è difficile passare a tutta velocità dal campo alla panchina.
La sindrome Guardiola aveva contagiato diversi presidenti a cui non era parso vero pagare molti meno soldi al giovane rampante che arrivava dalle giovanili lasciando perdere il gran nome.
Mi pare che il disastro sia sotto gli occhi di tutti, anche perché allenare una squadra di calcio è diventato qualcosa a metà tra l’impegno sportivo e la direzione di una multinazionale, visti gli interessi economici in gioco.
Ci vogliono idee, grinta, personalità, pubbliche relazioni, capacità di autocontrollo.
Certo, a questo sterminio di giovani speranza cadute sul campo esistono pure gloriose eccezioni, ex ragazzi che si sono preparati da tempo e che sanno farsi trovare pronti al momento giusto e nel posto giusto.
Me ne viene in mente per esempio uno che per ora da quando è passato dai ragazzini della Roma alla prima squadra non ha ancora sbagliato una mossa e che ancora deve compiere quaranta anni….

Per prenderlo in giro gli ho detto diverse volte che il matrimonio dei principi di Inghilterra è stato in confronto meno complicato da organizzare, anche se dubito che William si sarebbe presentato a condurre il Pentasport a due giorni delle nozze, ma chi lo può sapere davvero?
Certo è che Laura non ha niente da invidiare a Kate e su Giovanni il dibattito è aperto.
Giornata storica: oggi abdica lo scapolo d’oro della nostra redazione, l’adorabile paraculo che sa sempre come dirti le cose e in che momento dirtele, inversamente proporzionale a Tommaso con cui divide le simpatie delle fanciulle di casa Guetta, visto che Leonardo ormai viene considerato generazionalmente più lontano e Matteo quasi un coetaneo.
Andò così: un tipo molto estemporaneo nei caldi giorni del passaggio di proprietà di Radio Blu pensò bene di portare in redazione il cane perché non sapeva dove metterlo, tutto questo senza avvertirmi.
Se ne andò e arrivò Sardelli, umile, silenzioso, voglioso di imparare.
Lo ha fatto benissimo, guadagnando la fiducia di tutti.
Ha volato da fiore in fiore per una quindicina di anni fino a quando ha creduto di essere più furbo di chi invece aveva capito benissimo com’era fatto e gli ha fatto pensare di essere libero, ganzo, il più forte di tutti e lo ha amorevolmente portato all’altare.
Sono una splendida coppia, hanno tutto per essere felici e oggi è davvero un giorno di grande festa a Radio Blu, in cui la tattica di Montella per qualche ora passerà davvero in secondo piano.

HO APPENA PARLATO CON VALTER PELLEGRINI, CI SIAMO CHIARITI SU TUTTO
DAL LETAMAIO CHE ABBIAMO CREATO INSIEME PUO’ ESSERE CHE NASCA UN FIORE DI SOLIDARIETA’

Presupposto essenziale: non faccio niente di eccezionale, cerco solo di restituire una parte della fortuna che ho avuto godendo io e quasi tutte le persone a cui voglio bene di buona salute, questo é ciò che conta di più, il resto viene molto dopo.
Lo dico perchè non cerco conforto, ma solo conoscere il vostro parere.
Questo blog accetta solo banner di solidarietà, ho devoluto la metà dei soldi de “La mia voce in viola” all’ Istituto degli Innocenti e promosso diverse iniziative per la Fondazione Borgonovo partecipando in prima persona.
Scrivo questo per farvi capire la profonda amarezza che provo.
Un signore che da tempo mi attacca mi mette a conoscenza di una situazione chiedendomi di intervenire con la Fiorentina.
Lo scrive sul blog e non mi dice assolutamente che deve rimanere una cosa privata, come invece è accaduto altre volte con altri casi e alcuni di voi lo sanno.
Ovviamente pubblico e penso a come muovermi con telefonate e contatti.
Qualche ora dopo sempre il signore in questione mi vomita di tutto e minaccia di querelarmi perchè avrei cercato facile pubblicità su quanto da lui scritto.
Ho lo stomaco in subbuglio, cosa che farà felice l’estensore delle minacce, ma davvero non ce la faccio a stare zitto: si può arrivare a questi punti?

Capisco che in questo momento sia molto poco popolare, ma siccome il “nostro” blog è pieno di gente intelligente, con esaltati e malati di mente tenuti doverosamente ai margini, ecco qui una notizia che potrebbe far riflettere.

Kaka ha reagito all’infortunio con una decisione rara nel mondo del calcio: si è autosospeso l’ingaggio per il periodo che dovrà trascorrere lontano dal campo. Al Milan, tredici anni fa, lo aveva già fatto Redondo a lungo fermo per un grave infortunio al ginocchio. Aveva seguito una strada simile Damiano Tommasi alla Roma: l’attuale presidente dell’Aic, vittima della rottura dei legamenti del ginocchio, aveva scelto di guadagnare solo il minimo sindacale, riducendosi lo stipendio di centinaia di migliaia di euro.

da repubblica.it

P.S. A proposito di esaltati e malati di mente, vi devo informare che ce n’è uno particolarmente insistente.
Il demente continua a postare su ogni argomento con riferiementi deliranti al sottoscritto.
Lo scrivo perché essendo appunto una persona malata, ma evidentemente bisognosa di affetto e considerazione, adesso gode nel riconoscersi ed avere il suo quarto d’ora di celebrità
In fondo anche questo è un modo per aiutare il prossimo, no?

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