Qualcuno racconta di averlo visto giù di corda per una lite coi vicini, altri giurano in una depressione da festival di Sanremo, perché costretto a vedere almeno tre quarti di ogni serata, i più affidabili puntano sull’agitazione pre-processo di appello e a nulla valgono i filmati di Sinner che da un anno aspetta e vince.

Anzi, pare che lo buttino ancora più giù

Dopo aver preso atto della tonsillite più longeva della recente storia viola, roba che riabilita noi maschietti pronti a fare testamento con 37 di febbre, ci si chiede a pochi mesi dalla fine della stagione: ma cosa diavolo è successo a Gudmundsson?

Rendimento paragonabile a Sottil, soste continue ai box, quasi un reciproco rifiuto ambientale di cui un domani ci pentiremo tutti: lui e noi, perché davvero pare (o a questo punto parrebbe) il più bravo di tutti e a questo punto converrà rispolverare la teoria Nico Gonzalez, che era, o sarebbe stato, il più bravo di tutti, ma che ha sempre giocato metà stagione

Ecco, Gudmundsson se continua così non arriva neanche ad un quarto e consolarsi pensando che tanto poi non si riscatta ricorda la famosa barzelletta del marito eccetera eccetera

Ha sbagliato Palladino: ha rischiato e gli è andata male, ma la sua scelta è stata incomprensibile, a meno che non si voglia risalire alla riconoscenza verso chi aveva strapazzato l’Inter quattro giorni prima

Un conto però è una semifinale mondiale o europea, vedi Valcareggi nel 70 in Messico o Prandelli agli Europei del 2012, un altro è una semplice partita di campionato e comunque i due tecnici della Nazionale mandarono in campo i giocatori teoricamente più forti, anche se stremati, Palladino quelli meno bravi

Ieri a Milano ha giocato per un’ora una squadra decimata tecnicamente, ma con Fagioli, Zaniolo e compagnia cantante in panchina

E ti era pure andata bene, perché all’intervallo pareggiavi, e allora perché non buttare dentro forze fresche al posto di chi non ne imbroccava una?

Poi, certo, c’è l’angolo che non c’era, ma la Fiorentina non ha fatto un tiro in porta e ha cominciato a giocare solo quando sono usciti “gli eroi del tre a zero”; davvero non si poteva fare meglio, visto che non avevamo niente da perdere

Oggi la Fiorentina presenta Fagioli e io continuo a sentire e leggere battute insopportabili sul suo recente passato di giovane uomo afflitto da ludopatia, che è una malattia e non un reato contro qualcuno

Avevo più  la sua stessa età ed ero come e peggio di lui, non avendo certo le sue entrate, e ho quindi seriamente rischiato di finire nel giro degli usurai, perché tutte le sere ero convinto di rifarmi delle perdite precedenti e naturalmente continuavo ad andare sempre più in rosso

Non erano scommesse sul calcio, ma il Black Jack o l’adrenalinico Chemin de Fer: vincevo spesso a poker, ma perdevo tanto e molto di più  sugli altri tavoli

Tre anni pesanti, in cui il gioco era diventato parte di me

Il massimo lo raggiunsi rovinando la mia prima vacanza con chi amavo a Montecarlo: ogni sera al Casinò, sognando anche di notte la pallina che girava ,per poi aspettare la sera ed entrare là dove mi sembrava giusto stare

Ancora non so come abbia fatto a salvarmi, ma vi assicuro che la ludopatia  è qualcosa che non ti abbandona mai, anche se da decenni non frequento più le bische clandestine

Se vado in crociera e c’è un tavolo verde, mi trasformo ed è come se il mondo attorno a me sparisse per un po’, se vedo un film con partite di poker o gioco d’azzardo rimango ipnotizzato e seguo tutto con troppa attenzione

Tutto questo ha a che fare con la mia debolezza, ma non è un reato: non ho mai fatto del male a nessuno, solo a me stesso e magari, indirettamente, a chi mi stava accanto

Proprio per questo mi batto perché a Fagioli sia concesso di tornare a vivere come un ragazzo qualsiasi perché ha già abbastanza da fare con se stesso per combattere i suoi fantasmi

Dalle 22.30 di ieri sera è partito il duello: meglio il 4 a 2 alla Juve del 20 ottobre 2013 o questo 3 a 0 all’Inter in una sera che sembrava perfetta per fare della Fiorentina la vittima sacrificale dei probabili futuri Campioni d’Italia?

Siccome la Juve resta la Juve, è probabile che quel pomeriggio vinca la sfida, ma il godimento viola di fronte all’Italia calcistica resterà ben impresso per i futuri decenni

Una squadra di resti, falcidiata dal mercato e dagli infortuni e come se non bastasse alla fine mancava pure Gudmundsson, un manipolo di giocatori, alcuni fuori ruolo, diventati improvvisamente guerrieri indomabili, che non hanno sbagliato niente, quasi telecomandati da Palladino

De Gea il peggiore, perché alla fine ha fatto una sola parata, cinque occasioni da gol, tre reti, una città e un popolo in estasi

Ieri sera il cielo era viola sopra Firenze, ma anche stamani si fatica a vedere qualche altro colore

Grandissimo mercato viola, con arrivi impensabili: tre giocatori da Nazionale, più un quarto che potrebbe arrivarci, la cessione di chi era ormai estraneo ad ogni progetto e quindi squadra rinforzata

E allora qual è il problema che non fa godere completamente i tifosi?

 Il problema è il vice Kean, che due mesi fa, quando tutto girava benissimo, sembrava la priorità e che adesso sembra non esistere, salvo poi accorgercene semmai il centravanti dovesse mancare

Fatta salva la possibilità che giochi Zaniolo al suo posto, che sarebbe una soluzione preferibile a Beltran e molto meglio del partente Kouame, rimane il fatto che la Fiorentina ha nella sua rosa un solo vero attaccante di ruolo perché gli altri sono o sarebbero tutti adattati

Il voto finale comunque è 7, perché Fagioli, Zaniolo e Folorunsho tre mesi fa ce li sognavamo e perché Commisso ha detto di no a 35 milioni per Comuzzo, il resto lo dirà il campo

La Fiorentina gioca male, parecchio male, e vince la partita: Sacchi sarebbe inorridito, il tifoso viola, che poco sa della celeberrima cultura della sconfitta, dovrebbe godere per tre punti alquanto immeritati e perciò ancora più belli

E invece no, in molti chiedono l’esonero di Palladino nemmeno fossimo in lotta per non retrocedere invece che per una quasi impossibile Champions

Certo, non è facile spiegare come sia stato possibile fare così tanti punti con il poco che si vede e converrà a questo punto tornare alle fondamenta del calcio: uno che segna e uno che para e siamo già un bel pezzo avanti

In giro c’è troppa rabbia, troppa voglia di regolare i conti per antipatia pregressa, per presunti torti ricevuti, per insopprimibile frustrazione da scaricare via social e questo è un fenomeno che non sparirà mai, nemmeno se dovessimo vedere giocare la Fiorentina come il grande Barcellona di Guardiola

Ci si appella alle vecchie e sane  leggi del calcio: il portiere e chi fa gol non puoi costruirli in casa, per gli altri ruoli ci sono i fuoriclasse, leggi alla voce Maldini, Scirea, De Rossi e via andare, e poi ci sono quelli molto bravi, a cui potresti pure rinunciare senza soffrire troppo

Oltre dieci anni fa la Fiorentina ha venduto Nastasic, che pareva un fenomeno, per una vagonata di soldi più Savic, che si è dimostrato poi molto più forte di chi se ne andava

Il preambolo è necessario per spiegare come sia folle un’offerta di 35 milioni per un ragazzo di vent’anno con poche partite in serie A e come sia ancora più folle rifiutarla

Pagare 35 milioni per Comuzzo, che ha moltissimo da dimostrare, è un problema del Napoli, tenerlo resistendo alla tentazione di incassare tutti quei soldi diventerebbe un problema della Fiorentina, che poi verrebbe messa alla prova là dove ha già più volte fallito con Chiesa e Vlahovic: spendere bene questo tesoro inaspettato per rinforzare la squadra, ma questa è tutta un’altra storia

Ieri ho scambiato dei messaggi con Aldo Cazzullo, complimentandomi per la sua risposta fulminante ad un lettore del Corriere della Sera  che contestava una presunta e velleitaria occupazione culturale degli ebrei a proposito della Giornata della Memoria.

Cazzullo ha risposto che il primo seme dell’antisemitismo, e quindi del razzismo, nasce dal linguaggio e ha citato la frase “voi ebrei”, espressione odiosa ed insopportabile che personalmente mi sono sentito ripetere da più di mezzo secolo, anche da persone a me vicine di religione .cattolica

Voi chi?

E noi chi?

Dire “voi ebrei”, “voi negri”, “voi gay”, “voi meridionali” è come piantare il primo seme per poi  far crescere la putrida pianta del razzismo:  è una viscida presa di distanza tra chi si sente superiore e chi è diverso solo perché nato in un altro contesto

“Chi parla male, vive male”, urlava il grande Nanni Moretti ad un’allibita giornalista che in Palombella Rossa lo guardava come se fosse un marziano, e aveva perfettamente ragione

Cominciamo dal linguaggio, che poi sarebbe l’abc delle relazioni umane

Si può dire che la Fiorentina abbia smesso di avere una propria personalità calcistica nei tragici secondi in cui Bove si è accasciato a terra contro l’Inter; da quel momento, al di là dei risultati,  ci sono state solo fiammate o fiammelle innervate dal solito passaggio lungo a Kean e che poi si arrangi lui

Un po’ poco in tutti i sensi, e un po’ troppa l’importanza di Edoardo nel peso collettivo di una squadra che ha smarrito se stessa, ma che soprattutto ha visto calare sensibilmente il rendimento di quasi tutti

Bisogna ricominciare a giocare a calcio, partendo dalla semplicità, senza troppi voli tattici pindarici, verificando anche le reali condizioni atletiche di chi pare corra molto meno, vedi alla voce Adli, forse indicato un po’ troppo presto come il nuovo genio del centrocampo viola

E oltre a Bove, manca soprattutto Cataldi, l’equilibratore dinamico di tutto e le sue assenze stanno ormai diventando un caso

Bisogna ripartire, più con la prestazione che con il risultato perché il rischio è quello di ingolfarci definitivamente fino al termine della stagione

Quando ero un ragazzo, volevo in tutti i modi fare il giornalista, era il mio desiderio più grande che superava perfino l’immotivata idea di giocare a calcio a certi livelli, immotivata per via di una lentezza al cui confronto Kubik era Dodo

Il giornalista e basta, anche se poi ho fatto molte altre cose nella vita

In qualche modo, non so neanch’io come, credo di avercela fatta, ma mai avrei immaginato di avere un mio giornale, che mi impegnasse tutti i giorni e a ogni ora del giorno, e invece è andata proprio così

Ancora fatico a crederci

Esattamente un anno fa nasceva Firenzedintorni.it:  con Luca, Filippo, Niccolò, Giovanni, e Matteo avevamo una vaga idea di ciò a cui saremmo andati incontro,  io ancora meno degli altri

E’ vero che  avevo 45 anni di esperienza giornalistica alle spalle, ma sapevo pochissimo del web e nonostante questo ci siamo buttai con entusiasmo, facendo poi crescere la squadra con l’arrivo di Gianni, Michela, Alessandro, Rebecca e Corrado: sono aumentati i servizi, abbiamo rotto le scatole a qualcuno (forse anche a più di qualcuno…) e ogni giorno raccontiamo Firenze e dintorni con passione, che è l’ingrediente principale di quello che ancora fatico a definire un lavoro

I lettori di Firenzedintorni.it in pochi mesi sono decuplicati, ma in qualche modo mi sento e ci sentiamo ancora ai nastri di partenza perché la penso esattamente come il gruppo di giovani che ho il piacere di guidare: il bello deve ancora venire

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