Una partita che ricorderemo a lungo

Ecco il calcio, finalmente.

Una serie continua di emozioni: segni, ti fai rimontare, rischi il tracollo e vinci in contropiede, soprattutto batti una grande del campionato in una ridda di stati d’animo alternati che sfociano poi nelle statistiche dei rigori sbagliati

Hanno ragione Fonseca e Palladino, adesso si fischia troppo facilmente in area, è divertente, ma diventa un calcio un po’ drogato e alla fine indigesto

Il tecnico ha messo in campo la formazione più forte, aspettando a lungo il Milan per evitare di concedere spazi e questa potrebbe essere davvero la svolta della stagione, poi contano gli uomini

Ferruccio Valcareggi, grande saggio del pallone, voleva soprattutto un portiere e un attaccante sopra la media, al resto avrebbe pensato lui.

De Gea e Kean gli stanno dando ragione

Non era una squadra di “scappati di casa”, ma avevamo esagerato nell’archiviare preventivamente la partita immaginandola con un punteggio roboante

Il gioco si vede pochissimo e senza Kean siamo un po’ persi, era giusto cominciare con chi sta fuori per dare fiducia a chi comunque dovrebbe essere un giocatore importante, il problema è che hanno più o meno tutti giocato sotto la sufficienza

Poi ci sono le fissazioni, ad esempio Ikone, e qui si entra nel merito di come si debba giudicare un calciatore: alla fine del primo tempo era da 5 pieno per le tante cose sbagliate, ma aveva toccato e provato a verticalizzare il doppio dei palloni di Sottil. Il suo secondo secondo tempo invece è stato buono, direi da 6,5, eppure anche oggi in radio si è preso insulti a non finire: è normale tutto questo?

Perché nel calcio è permesso (quasi) tutto?

Quanti falsi stupori nel leggere e ascoltare il sistema criminale che accompagna da anni le squadre di Milano e quanto facile moralismo nel giudicare situazioni che infestano tutto il calcio italiano.

Firenze ovviamente non è esclusa:  anche dalle nostre parti si intimidisce e qui mi fermo in assenza di prove certe, ma non sarei certo sorpreso se venissero fuori tentativi simili ai fatti milanesi.

Fino a una quindicina di anni fa a Firenze c’era l’assenza totale della politica in curva, poi le maglie si sono allargate e qualcuno ci ha provato ad instillare odi razziali, concetti suprematisti e altre schifezze del genere, mi pare con esiti scarsi, anche se non ci facciamo mancare niente, dai buu ai giocatori di colore all’appellativo di zingari fino alla vergogna del coro dell’Heysel

Il problema è generale, perché è come se il sistema Italia avesse deciso da decenni che il calcio, quarta industria nazionale del Paese, sia una sorta di terra di nessuno, dove tutto, o quasi tutto, è permesso

Allo stadio si può offendere, si possono alzare striscioni infamanti contro chiunque, si può serenamente fare a cazzotti e magari darsi pure un paio di coltellate

Certo, se si esagera e ci scappa il morto allora ci indigniamo tutti e chiediamo misure severe, severissime

Fino alla partita successiva, quando si urlerà “devi morire” al giocatore avversario steso a terra per infortunio

Non si è ancora capito come giochi la Fiorentina e questo è un problema.

Palla a Kean, che la tiene benissimo, e poi si starà a vedere: mancano le sovrapposizioni, mancano le idee e non è un problema di giocatori, ma di schemi.

A Palladino va concessa tutta la fiducia possibile, ma la Fiorentina non può vivere solo sulla strapotenza fisica di Kean, che prima o poi calerà di condizione o sarà assente, o sull’estro di Gudmudsson, chiaramente fuori condizione fisica e anche questo è un po’ misterioso.

Manca insomma la mano dell’allenatore, e cominciano anche a mancare diversi punti in classifica, che temo peseranno a fine stagione

Liliana Segre “agente sionista. È polemica per uno dei cartelli esposti oggi a Milano durante la 51esima ma manifestazione di sostegno ai palestinesi dal 7 ottobre scorso. Nel mirino dei 300 attivisti sono finiti tra gli altri la senatrice a vita Liliana Segre e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, bollati come “agenti sionisti”.
Ci avviamo più o meno allegramente verso l’estinzione

Santo cielo, ho 64 anni, ma non li sento, per ora…

Scadenza immortalata discograficamente prima dai Beatles e qualche anno dopo, più modestamente, dai Cugini di Campagna e non c’erano sconti: si capiva che eri vecchio, pur con tutte le attenuanti del caso

Adesso ci raccontiamo che i 60 sono i nuovi 50, i 70 i nuovi 60 e via a scalare, ma poi in fondo è soprattutto una questione di culo, per quello che la salute ti costringe o non ti costringe a fare, magari se uno non beve, non fuma, non si droga e non si ingozza di torte a mezzanotte è pure meglio, ma a volte non basta

Intanto godiamocela fino a quando è possibile

Grazie di cuore a tutti, e’ bello stare con voi

G

Invecchiare ti insegna qualcosa, per esempio che è bene limitare le aspettative per evitare cocenti delusioni

Premesso che a me Gudmudsson piace parecchio, eviterei paragoni ingombranti, con Mutu o addirittura con Hamrin, perché 45 minuti di ottimo calcio sono un po’ pochi per lanciarci in spericolati e arditi accostamenti

Un calciatore di quel livello, per farlo entrare nella ristretta cerca di fuori categoria, e poi magari in quella di campione, ha bisogno soprattutto di continuità, che è poi quella che ci aspettiamo dall’islandese in una squadra che ha bisogno come il pane del suo talento

Ne riparliamo tra almeno quattro mesi

Non si sa bene come, ma siamo riusciti finalmente a prendere tre punti molto più importanti di quello che offre oggi la calssifica

Il gioco ancora non si vede, ma abbiamo un portiere più forte di quello già abbastanza bravo che avevamo prima, un attaccante e ora pure Gudmudsson, per questo possiamo cominciare a sperare in qualcosa di meglio

Basta Biraghi terzo centrale, e forse basta in generale, e direi anche stop all’esperimento di Bove trequartista, in attesa di vedere Colpani al meglio, perché per ora c’è veramente poco

Era una partita molto difficile, averla vinta ci regala una settimana molto più serena, che era poi che ci asepettavamo tutti

Sono affezionato a Marco Baroni: l’ho visto esordire in una di quelle due, tre giornate in cui la Fiorentina perse lo scudetto, a Milano con l’Inter, quando Casagrande sbagliò almeno due gol facilissimi e pareggiammo la partita

Ero contento quando nel 1991, dopo aver segnato il gol decisivo del secondo scudetto del Napoli, stava per arrivare a Firenze, prima di quella vergognosa caccia alle streghe di cui fece le spese il grande Moreno Roggi

Sempre gentile, mai sopra le righe, ha sempre sofferto di quella che si potrebbe chiamare “sindrome della modestia” e infatti non è mai stato considerato possibile per la panchina viola

Qualche mese fa Sandro Mencucci, che ormai dopo oltre vent’anni di calcio, si intende di allenatori me lo aveva indicato come “molto bravo e anche adatto a Firenze”

Peccato che sia fiorentino, che abbia sempre tifato per la squadra della sua città e che appunto…sia Baroni: se fosse venuto in estate: in quanti si sarebbero arrabbiati se domani sedesse al posto di Palladino?

Non è un post contro Palladino, non c’entra niente, voglio solo raccontare come viviamo a Firenze le situazioni

Oggi quelli che preferirebbero Baroni, a giugno sarebbero inorriditi

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