Gennaio 2014


Tre tiri in porta e tre gol nel primo tempo, se non è record poco ci manca.
Il paradosso è questo: la Fiorentina ha giocato meglio a Torino, solo che lì mancava l’attaccante che la mettesse dentro.
Matri non è un fenomeno, non è bravo come Pepito, ma ha le rete nella testa, vive per quella, anche se non disdegna la manovra.
Sono stati veramente bravi a prenderlo così velocemente, magari avremmo vinto lo stesso a Catania, ma certamente con maggiori difficoltà.
Benissimo anche Mati, la sua migliore partita da quando è a Firenze e a questo punto Aquilani dovrà spingere molto per riprendersi il posto.
Grande domenica in cui vorrei sottolineare come Rolando Bianchi non fosse poi così scarso, ovviamente Matri è meglio, ma in tutta quella serie di frattaglie che leggevo e sentivo lui mi sembrava il meno peggio.
Ci stiamo divertendo moltissimo ed è in fondo quello che chiediamo al calcio.

E’ gravissimo il calendario imposto ai tifosi della Fiorentina: non si gioca più la domenica alle 15 fino a marzo inoltrato.
E quelli che non possono andare e hanno lo stesso l’abbonamento?
Qui si sta continuando a mungere dai tifosi e capisco che questo grido di dolore suona come un esercizio di sterile retorica, ma davvero siamo allo stremo delle forze.
Stiamo vivendo tutti ancora in un universo dorato, sfruttando decenni di amore popolare e regole immutabili: tutti in campo alla stessa ora, qualsiasi cosa accada.
Era il fascino di “Tutto il calcio minuto per minuto” e anche, e qui pecco volontariamente di presunzione, dei miei primi 13 anni di radiocronaca su 32, perché forse un minimo di storia viola viola mediaticamente ho contribuito anch’io a scriverla.
Sinceramente, se qualcuno mi chiedesse a bruciapelo, a me che sono un addetto ai lavori, quando si giocherà Napoli-Fiorentina, io non saprei rispondere.
Non esiste più il rispetto per chi paga, non esiste più il fascino delle tradizioni.

Tocchiamo pure ferro, ma non dover andare a Catania la prossima settimana è un vantaggio non indifferente per il passaggio del turno e per le ripercussioni nella domenica successiva contro il Genoa.
E’ vero che adesso hanno cambiato l’allenatore e che magari potrebbero essere più motivati, ma rimangono gli ultimi della classe e quindi considero l’eventuale pareggio domenica un risultato non positivo.
Gli unici che tifavano per i siciliani ieri pomeriggio erano Sardelli e Zoccolini, che sarebbero andati in Sicilia al posto mio, perché così avevamo concordato (vabbeh, è un eufemismo: così avevo deciso…).
Ammetto di aver sofferto molto per un successo del Siena per la seconda volta in meno di otto mesi, evento che mi pare a suo modo clamoroso.
Non esiste occasione più ghiotta per arrivare in fondo e provare a riportare a casa la Coppa che manca dal 2001 e che finalmente darebbe qualcosa di concreto al regno dei Della Valle, che adesso comincia a diventare tra i più lunghi dell’intera e comunque gloriosa storia viola.

Lo so che è arrivato Matri e che sta per arrivare Anderson, ma noi maschietti da qualche giorno siamo divorati da una domanda che ognuno si è inevitabilmente posto (non fate i furbi: lo avete fatto, sì che l’avete fatto).
Vorrei essere illuminato per la risposta da qualche fanciulla o signora del blog e credo che la superba penna di Massimo Gramellini, per giunta granata doc, non avrebbe saputo descrivere meglio l’incresciosa situazione.

Chiedo scusa per la futilità dell’argomento, ma i traffici sentimentali del presidente Hollande (pronuncia: Olaond, con bocca storpiata in una smorfia parigina di fastidio) suscitano in noi, maschi banali e insensibili alle grandi questioni geopolitiche, una vibrante e insopprimibile curiosità: come fa? Come fa, dico, un ometto dal viso di meringa occhialuta a saziare e straziare legioni di cuori femminili? E non si sta parlando di suffragette libro-repellenti, incantabili da una collana di lapislazzuli o dal miraggio di una scodinzolata in tv. Le donne che quel signore senza carisma – ogni volta che apre bocca sembra il vicepresidente di se stesso – è riuscito a sedurre vantano fascino e personalità da vendere, oltre che una dose ubriacante di puzza sotto il naso. Eppure la statista raffinata e la giornalista unghiuta hanno baccagliato come tigri al momento della sua incoronazione, una di loro è in ospedale a curare lo smacco del tradimento, mentre la favorita del momento – un’attrice, ma naturalmente un’attrice impegnata – si è battuta per lui in campagna elettorale. E questo per limitarsi alla lista di dominio pubblico.
Come fa? Le ipnotizza con il suo irresistibile sguardo da sogliola alla mugnaia? O le conquista con uno di quei comizi che hanno fatto russare davanti alla televisione milioni di francesi? Al confronto Sarkozy è Johnny Depp. A proposito, non è che anche madama Bruni ha incontrato Hollande davanti a una tisana e… No, impossibile, e comunque non lo voglio sapere.

Se davvero prendiamo Matri e Anderson, facciamo uno sforzo notevole per cercare di non perdere il treno per la Champions.
Conosco pochissimo il secondo, nel senso che ho vaghi ricordi delle sue prestazioni e certamente è una scommessa, ma di quelle intriganti che piacciono molto a Firenze.
Su Matri credo che si faccia un po’ di confusione sui suoi presunti recenti fallimenti.
Ha toppato solo al Milan, forse per troppa voglia di dimostrare che avevano sbagliato nel scaricarlo quando era solo un ragazzo, e comunque ditemi chi sta facendo bene da quelle parti.
La sua esperienza alla Juve è stata invece per me positiva, perché ha dato un notevole contributo al primo scudetto ed era davanti a Quagliarella nelle gerarchie della passata stagione, tutto questo nella squadra (ahimé!) più forte d’Italia.
Ha 29 anni, è discretamente incazzato con il mondo e non è che potessimo andare comprare Drogba o Torres per tamponare un’emergenza.
Aspettiamo buone notizie in giornata.

…ho lo stesso l’amaro in bocca, perché quelli di ieri era una partita che potevamo vincere, con un po’ più di cattiveria, decisione e fortuna.
E magari con una punta vera in campo, invece dei cinque minuti più recupero concessi a Matos.
Tutto parte dalla grandezza di Montella, che ha saputo ricostruire la squadra senza Rossi: abbiamo giocato un ottimo primo tempo, anche con un uomo in meno, perchè Ilicic non era niente, vagava per il campo in cerca di una posizione e temo anche della forma.
Nell’ultima mezz’ora invece è come se avessimo smesso di crederci e non capisco il perché, visto che il Torino era sempre lo stesso: chiusura a centrocampo e contropiede di Cerci.
Non sono riuscito a comprendere Iakovenko invece di Matos e anche Ambrosini al posto di Mati, un cambio che era un segnale di arrendevolezza all’ineluttabilità del pareggio.
Prendiamoci questo punto e il perdurare dell’imbattibilità dell’ottimo Neto e aspettiamo notizie dal mercato.
E a proposito: io non voglio Rolando Bianchi, dico solo che in mezzo a tanti nomi di scarto, e tra questi non metto Matri, che prenderei subito, preferirei lui, tutto qui.

La prima cosa che ho fatto stamani è stata leggere le novità su Pepito: siamo tutti coinvolti emotivamente.
Ora sto ascoltando Manzuoli a Radio Blu, che mi ha confortato: non è più gravo del previsto e quindi potrebbero essere rispettati i tempi di lunedì, che a me in verità erano sembrati ottimistici.
Metterei ancora la firma per i tre mesi, che vorrebbe dire riavere Rossi per le ultime sette, otto giornate di campionato.
E a quel punto speriamo che la fibrillazione su Mario Gomez sia solo un lontano ricordo…

Non esiste limite al pudore: pare che Delio Rossi voglia i soldi del contratto in scadenza 2013, contestando il licenziamento per giusta causa, e anche qualcosa in più per danni di immagine.
La sua.
Non quella della Fiorentina, sputtanata a livello mondiale da una delle più vergognose scene mai viste su un campo di calcio.
Sono proprio curioso di vedere come andrà a finire la battaglia giudiziaria tra la società e l’ex allenatore, che non solo non si è pentito mai veramente delle botte rifilate a Ljajic, ma che considera quanto accaduto il 2 maggio 2012 un fatto normale, qualcosa che rientra nella consueta dialettica tra un tecnico e un giocatore.
Quanto ci siamo sbagliati tutti quanti, io per primo, nell’invocare Delio Rossi come soluzione di una Fiorentina che stava scomparendo!
Nel suo piccolo, tralasciando il giudizio su quanto visto in campo, molto, ma molto meglio come uomo Sinisa Mihajlovic e sono curioso di vedere chi afferma il contrario.

Ma quanto è bravo Montella!
Ieri sera era una prova di maturità non da poco e il Chievo se l’è giocata almeno fino al gol di Joaquin.
Nessuno si è pianto addosso per le assenze pesantissime e non era affatto facile vincere, specialmente in quel modo, con un dispendio di energie che può essere considerato soddisfacente.
Il secondo tempo è stato infatti poco più che un allenamento e a Torino, sotto questo punto di vista, non dovremmo pagare chissà quali pedaggi.
Sul piano strettamente qualitativo non avere i tre titolari in attacco conta molto anche se qualcosa si intravede in Rebic e Matos, mentre speriamo che Joaquin e Mati si ricordino del loro livello internazionale e aiutino, come è avvenuto col Chievo, a tamponare le falle.
Siamo comunque alla seconda vittoria consecutiva di gennaio, il mese peggiore di Montella..

Vorrei che fosse chiaro un concetto: quella di stasera è davvero la Fiorentina bis, ovviamente meno forte della prima e per questo da seguire con maggiore affetto.
Al di là delle valutazioni che farà Montella, mancheranno i tre titolari dell’attacco: Cuadrado, Mario Gomez e Rossi, più certamente Aquilani e vorrei vedere quale squadra non risentirebbe di assenze di questo calibro.
In più il Chievo è una buona squadra, con cui abbiamo faticato (con Rossi e Cuadrado) a Verona, quando loro erano ancora in piena crisi.
Mi fa molta paura questa partita, anche perché continuo a vedere intorno un sostanziale disinteresse per la Coppa Italia e sarebbe perfino stucchevole stare qui a ripetere i soliti discorsi sull’importanza di questa competizione.
Vediamo quanta gente andrà allo stadio e già da quello si capirà che aria tira.

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