Stimo molto Giampaolo Pazzini e non solo per quello che fa in campo.
Anzi, credo che possa e debba migliorare perché, pur essendo già un giocatore importante, ha un’intelligenza tattica fuori dal comune ed una tecnica di prim’ordine, ma non è questo il punto.
Mi piace per quello che dice e per come lo dice: sempre pacato e quasi mai banale.
Rimango invece senza parole quando ascolto alcuni suoi sfegatati supporter, che pensano di sponsorizzarlo e al contario lo danneggiano.
E’ successo durante l’intervallo del derby (a proposito, la volata con la Roma continua e bisogna tener duro…).
Scarrellando sul televisore incappo in tal Bongiorni, misteriosamente salito da un paio di anni alla ribalta dei talk-show televisivi toscani.
D’accordo, lo so che è lo scopritore di Pazzini nel Margine Coperta, ma quello che dice è da brividi.
Spiega infatti Bongiorni: la Fiorentina deve decidersi, non può tenere nella prossima stagione Bojinov, Toni e Pazzini, perché non è detto che chi sta fuori accetti la decisione senza protestare. Se dovesse arrivare un’offerta di 30 miliardi delle vecchie lire per Toni, si potrebbe anche pensare di cederlo.
Grande Bongiorni, una miniera di notizie e di indicazioni utili,
La Juve può tenere in panchina Del Piero o Trezueget, l’Inter Cruz o Martins, il Milan addirittura Gilardino, ma la Fiorentina deve vendere Toni perché Pazzini e/o Bojinov non possono stare a turno fermi.
Mi spiace che, evidentemente trascinato dal clima dello studio, il mio amico Emiliano Betti si sia lasciato andare ad un moto di delusione perché Pazzini non è stato convocato in Nazionale.
Scusate, ma allora Lucarelli, per quanto ci resti antipatico dopo l’ultima partita di Livorno, cosa dovrebbe dire?
Comunque pensiamoci al suggerimento di Bongiorni, perché di Toni faremo a meno senza problemi e con trenta miliardi delle vecchie lire si potrebbe addirittura comprare un ottimo centrocampista o un difensore.
Basta che non sia un attaccante che possa dare fastidio a Pazzini…

Dopo aver banalmente attaccato i giornalisti per il flop olimpico, Giorgio Rocca ha concluso la sua prima intervista da “grande delusione italiana” ricordando che tra poco cominceranno le para-Olimpiadi (dedicate ai ragazzi e alle ragazze disabili) e che quindi il palcoscenico dei media dovrà essere tutto per loro.
E’ un illuso, ma ha fatto bene a provarci.
Ma non è solo questo che mi è piaciuto nelle parole dello sciatore finito in tutti i sensi a faccia in giù nella neve.
E’ confortante infatti vedere come difenda orgogliosamente il quinto posto ottenuto nella combinata, che è poi il miglior risultato del nostro sci alpino a Torino 2006.
Leggendo le sue parole è come si mi fossi per un attimo disintossicato dalla quotidiana droga calcistica e dai suoi riti tribali.
Insomma, uno lavora per anni, dà il massimo di quello che ha dentro e arriva quinto nel mondo: perché non dovrebbe essere soddisfatto in una logica che non sia solo quella della vittoria a qualunque costo e a qualunque prezzo?
Mi è piaciuto anche che abbia detto, a proposito della sua rovinosa caduta: “sapevo di essere in forma, ho rischiato ed è andata male, meglio così che il quarto posto”, e se ci pensate bene non esiste alcuna contraddizione con quanto scritto prima.
Nessun dramma quindi per questo clamoroso rovescio: è lo sport, con le sue regole ed i suoi insegnamenti.
E forse non sarebbe male che la poesia di Kipling “Se” appesa davanti all’entrata di Wimbledon, venisse incorniciata in tutti gli spogliatoi calcistici italiani.

Scrivo queste righe veloci dalla sala stampa del Tardini: è stata una serata storica.
Mai nelle precedenti 998 radiocronache mi era capitato di raccontare una rimonta così entusiasmante.
La sensazione è strana, perché le altre volte avevamo subito i recuperi avversari: contro il Napoli, il Milan e la Juve.
Squadra in piena salute mentale e rinat a fisicamente, grande (ancora una volta) Prandelli.
Lo dicevamo alla vigilia, adesso vogliamo divertirci.
E stavolta ci siamo divertiti, piu’ noi dei romanisti, almeno fino a domani sera.
Un’ultima annotazione: dove sono finiti quelli che volevano dare Bojinov in prestito o che controllavano dal buco della serratura la sua vita privata?

Se stasera Prandelli mette in campo le due punte, Montolivo, Jorgensen ed uno a scelta tra Fiorem e Jimenez, io sono completamente d’accordo con lui.
Lo dico prima, così da fare brutta figura se malaguratamente le cose dovessero andare male.
Perché a Parma è giusto rischiare, provare a vincere pensando che si può anche prendere un gol in contropiede.
Pensiamoci: siamo in una situazione ideale.
La Coppa Uefa non ce la toglie nessuno e non abbiamo alcun obbligo morale di andare in Champions.
Questo non vuol dire che non ci si debba provare divertendoci un po’ tutti a fare i guastafeste del campionato, giocando bene e, appunto, rischiando un po’.
Ma ci pensate alle facce di tanti tifosi romanisti che parlano dalle varie tribune televisive se il 14 maggio la Fiorentina arrivasse quarta?
Sarebbe uno spettacolo assolutamente imperdibile.

La mia adolescenza è stata segnata dai libri di Oriana Fallaci: da “Lettera ad un bambino mai nato” a “Un uomo”, divoravo letteralmente quello che lei scriveva, adorando la sua prosa e la profondità dei concetti espressi.
Poi deve esserle successo qualcosa, collegabile probabilmente con il cancro che la colpì anni fa e che per fortuna sembra ormai sconfitto.
Questa fiorentina di quasi 77 anni è diventata intransigente, intollerante e pure profeta inascoltata di sventure.
Successe quando immaginò le disgrazie peggiori ad una Firenze che si stava attrezzando per accogliere nel novembre 2002 i no-global.
Non accadde niente e a molti Fallaci-boys dispiacque: niente vetrine rotte, il Ponte Vecchio rimasto al suo posto, addirittura nemmeno un ferito.
Ora, dopo aver dichiarato guerra ad una decina di Stati canaglia (manco fosse lei stessa una Nazione) ha deciso di complicarci un po’ la vita con la storia della sua prossima vignetta anti-Maometto, in cui il Profeta verrà irriso per la sua poligamia.
Non ci bastava quindi il Calderoli-ridens (avete notato che in ogni foto è sempre sorridente?), adesso i fanatici avranno altri motivi per assaltare le ambasciate italiane e magari qualche pazzo deciderà pure di metterci una bella bomba in casa, forse a Firenze, dove la signora Fallaci è nata.
Grazie Oriana per movimentarci un po’ il futuro, perché qui tra aviaria e crisi economica rischiavamo di annoiarci un po’.

So che rischio di essere denunciato per bestemmia calcistica, ma io contro il Parma darei un turno di riposo a Toni.
Non tanto per le due ultime partite deludenti (però bisogna pensare che pur giocando male, tra Livorno e Lazio il bomber si è trovato almeno quattro volte nel posto giusto per segnare) quanto per la sua palese stanchezza e l’usura fisica che lui stesso ha denunciato parlando del problema alle caviglie.
Se Toni la scorsa settimana ha fatto quell’uscita, vuol dire che era proprio al limite, anche perché evidenziare un proprio punto debole vuol dire automaticamente invitare i difensori avversari a picchiare proprio lì.
Sì, pur sapendo di essere anche psicologicamente in difficoltà senza il migliore attaccante italiano, io proverei a vedere come funziona con Pazzini e Bojinov, per poi riavere il bomber abbastanza rigenerato contro il Siena.
Credo che lo stia pensando pure Prandelli.
Magari non ne farà di niente, ma ci sta pensando, e mi sembra anche normale dopo sei mesi e mezzo giocati da Toni ad un livello che ci ricorda il più grande giocatore viola degli ultimi quarant’anni, Gabriel Batistuta.

Tra le braccia di Morfeo, anzi tra i suoi pugni, avrei dovuto finirci io.
Questa almeno è stata la convinzione espressa ripetutamente dal fantasista del Parma , la prima volta nel marzo del 2002, quando mi fece una telefonata al cellulare per dirmi che mi avrebbe fatto chissà che cosa perché lo avevo accomunato in un Ring dei Tifosi a Marco Rossi e Nuno Gomes nella hit parade dei maggiori responsabili della vergogna Fiorentina.
Il suo desiderio di cazzottarmi, condiviso immagino da diversi miei colleghi, non si è ancora realizzato, ma deve essergli rimasto appiccicato addosso, perché tre anni dopo c’è stato un “simpatico” scambio di battute tramite Bettarini, che avevo chiamato per un’intervista e che al momento si trovava nello spogliatoio del Parma.
Dire che ci furono offese da scaricatori di porto è un po’ limitativo per gli scaricatori di porto.
Ora, essendo io più vecchio di sedici anni, ma anche più alto di dieci centimetri, più in forma dell’anno scorso e (ahimè) sempre molto più pesante di lui, proporrei che il sotto-clou di Parma-Fiorentina fosse costituito da questo famoso match di pugilato Morfeo-Guetta.
Ne prenderei tante, ma lui si stancherebbe prima della partita ed io avrei la grande soddisfazione di sentire il popolo viola inneggiare al mio nome.
Esperienza indimenticabile!

Attenzione a non aspettarci troppo da Montolivo.
C’è in giro un’attesa messianica nei suoi confronti che non mi piace.
Poiché la Fiorentina stenta a produrre gioco sulle fasce laterali, ecco che si pensa di risolvere tutto cambiando modulo: via con il rombo e bacchetta di direttore d’orchestra in mano a questo ragazzo taciturno di 21 anni, rimasto però per quasi sei mesi in naftalina.
Se Prandelli cambierà davvero gli schemi provati e riprovati fin da luglio, sarà bene armarsi di pazienza e non pretendere quello che invece noi a Firenze (ma non solo a Firenze…) pretendiamo sempre: tutto bene e tutto subito.
Comunque Parma-Fiorentina è una buona partita per inizare con il nuovo corso, qualche spazio gli emiliani lo concedono e certe novità è meglio sperimentarle in trasferta.
Da Montolivo non vorremmo acuti isolati, ci basterebbe una prova da sei e mezzo per dieci partite consecutive.
A quel punto cominceremmo davvero a pensare in grande.

Siamo (sono) stanchi.
La vittoria della Lazio non è del tutto meritata, ma mi chiedo dove Prandelli, che continua ad avere tutta la mia ammirazione, abbia visto l’ottima prima mezz’ora della squadra.
Toni stenta, eppure una sua girata per poco dà il pareggio ed il dubbio rimane: bisogna dargli o no un turno di riposo?
Su Jorgensen e Fiore pochi dubbi: almeno uno a Parma dovrà star fuori (più facile Fiore) e dentro Jimenez.
Adesso Prandelli sceglierà il meglio in allenamento tra quelli più freschi e meno male che il caldo è ancora lontano.
Infine, un sentito grazie alla Fiesole.
Hanno dimostrato coerenza con i loro striscioni ed i loro comportamenti.
Questa curva non è politica, alla faccia di tutti i tentativi di infiltraggio da sinistra e (soprattutto) da destra.

Gaucci straparla, ma c’è del metodo nella sua presunta follia.
Il metodo è quello dello sterco (siamo su un blog serio, quindi cerchiamo di evitare volgarità…) nel ventilatore.
Si accende l’interruttore e si guarda l’effetto che fa: al massimo si collezionano decine di querele.
Gaucci mi ricorda quei commercianti protestati che comprano, comprano, comprano e non pagano mai, tanto al massimo continueranno ad essere pubblicizzati per assegni e cambiali a vuoto.
Oppure, per volare più alti, Alì Agca, che ad un certo punto pareva sapere tutto su tutto, dal rapimento Moro a Ustica, passando per la strage di Bologna.
Ovviamente in mezzo a tante balle ci sono pure frammenti di verità.
Per esempio non mi sembra del tutto fuori dal vero la storia dei tifosi della Lazio che minacciano Gaucci dopo la sconfitta del Perugia con il Milan nel 1999, che consegnò ai rossoneri lo scudetto.
Archiviamo in fretta, facciamoci una risata e pensiamo alla Lazio (a ai suoi simpatici sostenitori).

« Pagina precedentePagina successiva »