ROMA – Sei persone sono state arrestate dai carabinieri di Bracciano, in provincia di Roma, con l’accusa di aver narcotizzato e drogato alcuni bambini tra i 5 e i 10 anni e di averli costretti a partecipare a giochi erotici. Gli arrestati sono tre maestre di una scuola materna ed elementare di Rignano Flaminio, vicino Roma, il marito di una di loro (noto autore televisivo), una bidella e un extracomunitario addetto a un distributore di benzina del paese.
L’indagine è partita alcuni mesi fa. Gli indagati si sono sempre dichiarati innocenti. I dottori avrebbero accertato in almeno due casi una violenza sessuale.
Secondo i carabinieri che hanno condotto le immagini una quindicina di bambini sarebbero stati condotti con un pulmino in orario scolastico in un locale privato, secondo indiscrezioni di proprietà di una delle maestre indagate, e filmati mentre venivano sottoposti a abusi.
Le indagini erano cominciate durante l’estate 2006, a seguito della denuncia di alcuni genitori che avevano notato strani comportamenti nei figli.
Alcuni, in diverse occasioni, sarebbero tornati a casa in stato quasi confusionale, altri avrebbero avuto crisi di pianto prima di essere accompagnati a scuola, altri ancora avrebbero disegnato organi genitali maschili e femminili e figure assolutamente anomale per la loro età.
I nomi degli arrestati. Gianfranco Scancarello di 56
anni, autore televisivo, noto per aver creato importanti programmi per ragazzi come ‘Solletico’, e ‘Uno per Uno’, la moglie Patrizia del Meglio 57 anni, maestra della scuola; le colleghe Marisa Pucci e Silvana Magalotti, la bidella Cristina Lunerti e Kelum De Silva, cittadino dello Sri Lanka.

Fino a quando la sentenza non passa in giudicato si è innocenti per la giustizia e quindi la strada è ancora lunga, ma questa vicenda dobbiamo seguirla molto più di Cogne.

Non si possono paragonare le accertate nefandezze juventine (il doping farmacologico, Moggiopoli) ai sospetti che gravano sull’Inter per la totale assenza di intercettazioni che la riguardano.
Questi ultimi sono solo sospetti e comunque, una volta accertati, certificherebbero magari un tentativo di difesa o di protezione.
La Juve per per dodici anni ha vinto barando, l’Inter ha vinto contro nessuno.
Una sola volta, ma in modo pulito, sporcando semmai il suo scudetto vero con l’accettazione di quello di cartone che persone dotate di vera sportività mai avrebbero dovuto esibire.
Per vincere contro nessuno Moratti ha speso di più di mille miliardi di vecchie lire, ma sono fatti suoi, o al massimo degli azionisti della Saras, buggerati da fantasmagoriche valutazioni di mercato nella fase di collocamento delle azioni dell’azienda di famiglia.
Sono diventati molto più antipatici, ma è assurdo tentare un paragone tra i due poteri: uno si basa sui soldi e sull’ inevitabile arroganza che il tanto, troppo denaro comporta; l’altro è figlio dell’inganno e ha prosperato solo grazie all’omertà del sistema.

Spero che qualcuno si ricordi dei miei commenti post Parma.
Ora, non è che siamo diventati dei fenomeni, anzi siamo parecchio stanchi e lo si vede, ma abbiamo personalità.
Abbiamo retto in qualche modo nel primo tempo, quando davvero visto dal vivo Rocchi faceva paura, e poi abbiamo colpito nella ripresa.
Cinici come contro il Siena, adesso proviamo divertirci contro il Chievo e pensiamo all’Uefa, a come cercare di arrivare il più lontanno possibile.
E quelli che volevano buttare via tutto dopo la scoppola di Parma, adesso dove sono finiti?

Oggi pomeriggio ho capito perché Prandelli non lancia nessuno della Primavera in prima squadra: sono troppo acerbi.
Era un test importante quello contro il Palermo e sono andato a vedermelo di persona, approfittando del fatto che era vicino a casa mia e che Camilla, la più piccola, sta dimostrando un minimo di interesse verso il calcio.
Ora, io non so a quale partita abbia assistito Cadregari, che a fine gara ha parlato di buona prova dei suoi, ma io mi aspettavo di più, molto di più.
Non c’entra il risultato, perché Di Carmine ha sbagliato il rigore del pareggio, c’entra la personalità di quelli che ogni tanto vengono lanciati mediaticamente in orbita per un futuro radioso in maglia viola.
Mi auguro con tutto il cuore che sia così, il fatto è che, almeno per quanto ho visto oggi, non c’è proprio nessuno che faccia la differenza.
Non è una bocciatura definitiva, ma solo una riflessione per capire come siamo a volte prigionieri degli stereotipi: “ah, ma perché Prandelli non prende nessuno dal settore giovanile?”.
Ci ritroviamo dopo la gara con la Lazio, io un po’ di paura ce l’ho…

Troppa umoralità, amici miei.
Lo penso e lo scrivo a 24 ore di distanza dalla bruttissima prova di ieri, ma l’ho pensato e l’avrei voluto scrivere mentre rispondevo alle domande nel Pentasport del dopo partita.
E a proposito di domande e risposte, scusatemi, ma proprio non ce la faccio ad accontentarvi e quindi i vostri quesiti rimangono sospesi.
Spero non me ne vogliate, però sono giornate molto intense, a volte troppo.
Ma torniamo alla nostra amata viola.
Stiamo perdendo giri e ce ne eravamo già accorti con il Siena, adesso va mantenuta la linea di volo, adesso è il momento di dimostrare che siamo veramente cresciuti come ambiente.
Ho sentito e letto di tutto, qualcuno è arrivato perfino a disconoscere il lavoro di Prandelli, altri se la prendono con Toni perché segna la metà dell’anno scorso, sulla difesa piove che pare il giorno del castigo.
Però mi pare sia la minoranza, un po’ rumorosa, ma pur sempre una minoranza.
Se ce la facciamo a non uscire battuti da Roma, potremo affrontare serenamente la volata Uefa, ma non sarà affatto facile.
Cerchiamo di ricordarcene, invece di volere tutto e subito.

UN AUGURIO A CHIARA E NICOLA: ASPETTIAMO SOLO BUONE NOTIZIE!

E così comani sera ci ritroviamo Ranieri da avversario.
Dieci anni dopo che qualcuno gli chiese di fare l’ultima magia, sparire.
Un rapporto strano con lui, e non solo da parte mia.
Credo fosse arrivato a Firenze molto prevenuto per i casini successi nel 92/93 e per questo mostrò subito il ghigno a tutti, giornalisti e giocatori.
Forse solo Trapattoni ha saputo gestire così bene il rapporto con Cecchi Gori e certamente le squadre che ha avuto a disposizione hanno dato il massimo.
Quando andò via ci sentimmo in tanti sollevati perché il rapporto era ormai logoro e quattro anni a Firenze valgono per esempio otto a Milano, sponda rossonera, dove tutto viene ovattato da una stampa molto, ma molto amica.
Io credo che Ranieri abbia cominciato ad amare veramente Firenze solo quando è partito, quando cioè gli è mancato quel calore unico, un calore che a volte lo faceva bruciare un po’ trppo.
Come quella volta, stagione 95/96, in cui in un’intervista televisiva mai andata in onda dette a me la colpa per un tre a zero preso proprio a Parma…
Perché? Era esasperato dalle mie critiche e da quelle di Ciuffi al Ring dei Tifosi a Canale Dieci, il cui editore era pure il suo presidente.
Firenze e la Fiorentina hanno migliorato Ranieri, che oggi trovo molto più dolce di un tempo, ma anche lui ha fatto bene a noi.
Con qualche scudisciata di troppo (ricordate la nefasta profezia “vi ci vorrebbero dieci anni di B”…) ci ha insegnato ad essere un po’ meno narcisi.
Ci ci ha provato prima di lui, o ha fallito in pochi mesi o ha preferito rinunciare in gran velocità.

Quest’anno il Siena avrebbe qualche buon motivo ad avercela con noi e così è ancora più bello aver portato via quattro punti su sei.
Chiaro che giocando come oggi non si può pensare di vincere a Milano e Roma, ma io a questa squadra concedo tutte le attenuanti possibili perché sta disputando un campionato straordinario.
E poi, anche se ho sofferto maledettamente per 95 minuti, a me vincere lottando fino al termine piace da morire.
Mi ricorda gli anni settanta, quando non dominvamo quasi mai eppure si vinceva spesso col cuore.
Il migliore è stato Montolivo, ormai gli mancano solo quei benedetti cinque/sei gol a stagione per farlo diventare indispensabile e Reginaldo è oggi un titolare certo.
Toni a me è piaciuto, peccato però per Pazzini: nell’intervallo ero certo che avrebbe trovato posto, ma poi l’espulsione assurda di Gamberini ha fatto saltare i piani di Prandelli.

A distanza di sei mesi dai fatti, adesso si può dire: c’ero anch’io tra quelli con cui a settembre Prandelli era arrabbiato.
All’inizio non ci credevo, ma poi ho dovuto convincermi che era proprio così
Una cosa assurda, perché frutto di una balla assoluta che qualcuno si è preso la briga di fabbricare dopo la sconfitta di Livorno.
Secondo questo portatore insano di zizzania io avrei detto in radio che “il credito di Prandelli con i tifosi della Fiorentina ormai era esaurito”.
Non solo non l’ho mai detto, ma neanche l’ho mai pensato, tanto da affermare che ero sì preoccupato, ma che avremmo dovuto tenerci tutti legati a Prandelli, l’unico che ci avrebbe tirato fuori dai pasticci.
Ci sono le registrazioni e anche questo blog a dimostrarlo, ma non è questo il punto.
Il punto è che io sono entrato in rotta di collisione con tante persone, spesso gente che nel calcio a Firenze è contata moltissimo, basta pensare alle battaglie dialettiche con Poggi, Malesani, Batistuta, Antognoni.
Ma in tutte queste vicende, che avessi torto o ragione, ero ben conscio di quello a cui andavo incontro pronunciando certe frasi o dando certi giudizi.
Con Prandelli invece non esisteva alcun motivo di contrasto, essendo lui per me il miglior tecnico visto a Firenze dai tempi di Liedholm e per un po’ di tempo mi sono sentito a disagio.
E’ vero che ci siamo chiariti in un fortuito incontro notturno dopo Udine, ma ho come avuto l’impressione che avesse il dubbio che ci fosse del vero nel le frasi (false) riportate.
E in questi casi non sai mai come comportarti, perché se ritorni sull’argomento è come se ti volessi giustificare di qualcosa e allora ho preferito tenermi il disagio e tacere.
Ma mercoledì, nel corso dell’intervista che spero abbiate sentito nel Penta, ho percepito che quel grumo di incomprensione si è finalmente sciolto e credetemi per me è stato un sollievo, professionale e umano.

Ecco alcune delle parole di Bojinov a “La Gazzetta dello Sport”:

“Vedo solo questi due mesi durante i quali spero di essere più protagonista anche per mettermi un po’ in mostra…
Siamo chiari: la Fiorentina ha chiesto tanti soldi per me e io oggi non valgo quella cifra.
Quando mi prese dal Lecce mi pagò tanto perché venivo da un campionato in cui avevo giocato e segnato tantissimo.
Ma io negli ultimi due anni ho giocato poco e non ho potuto dimostrare il mio valore, quindi secondo me la Fiorentina deve pretendere di meno, abbassare il prezzo.
Altrimenti non troveremo mai una società disposta ad acquistarmi, ne questa nè un’altra…
Se resterei a Torino? Ogni anno è diverso da quello precedente e le cose nel calcio non si ripetono mai identiche:la Roma non prenderà un’altra volta 7 gol dal Manchester”

SCUSATE SE HO RISPOSTO A POCHI, MA PROPRIO NON CE L’HO FATTA,,,

Lo scrivo a pochi minuti dal fischio di inizio: se abbiamo anche e ancora una minima possibilità di andare in Champions (quindi di vincere il nostro scudetto), questa possibilità passa dal calo del Milan.
E un Milan che esce stasera non ci fa affatto comodo, perché a noi conviene molto di più una squadra distratta dal miraggio di vincere, messa male com’è, il più importante trofeo europeo.
Adottiamo quindi una massima del grandissimo Montanelli: turiamoci il naso.
Stavolta non per votare DC, come diceva lui negli anni settanta, ma per sperare che il “simpatico” Galliani passi una serata da ricordare.

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