Prima considerazione: l’abbiamo meritata, sia pure nel contesto di una partita brutta, in cui nel primo tempo sembrava tutto al rallentatore.
Seconda considerazione: questa squadra ha un gran carattere, sa soffrire e qualche volta può fare a meno dei suoi campioni (leggi alle voci Frey e Mutu).
Terza considerazione: dove sono finiti quelli che a dicembre urlavano contro Pazzini beatificando Vieri, che oggi è sinceramente imbarazzante, anche se fa benissimo Prandelli a dire che ha giocato bene, perché in questo momento abbiamo bisogno di tutti.
Prandelli ha anche ringraziato il pubblico, ma sinceramente io tutto questo gran tifo ho cominciato a sentirlo solo dopo l’espulsione di Mutarelli, cioè quando abbiamo peascato un jolly.
Capisco di essere politicamente scorretto a scrivere una cosa del genere, ma per me è andata così.
Infine credo che quelo gol di Pazzini sia una gran brutta botta per il Milan: le giornate che mancano alla fine del campionato sono sempre meno.

Ci sono stati momenti e partite in cui la Firenze calcistica ha letteralmente tenuto su la propria squadra.
Parlo dei novanta minuti, perché magari fuori dal campo il troppo amore ha fatto talvolta male.
Ecco, contro la Lazio sarà uno di quei momenti in cui davvero c’è bisogno di tutti, senza divisioni.
La squadra è stanca, noi che abbiamo la fortuna di commentarla siamo stanchi, lo è Prandelli e forse perfino Corvino.
E però bisogna fare quest’ultimo sforzo per poi staccare la spina almeno per tre/quattro giorni con una vittoria alle spalle.
Il pareggio stavolta sarebbe pessimo e non parlo della classifica, dove pure ci potrebbero essere risvolti pesanti.
Sinceramente, se qalcuno mi chiedesse a bruciapelo l’ordine delle ultime otto partite viola, farei fatica a fornire la risposta esatta, pur avendole viste tutte dal vivo.
Questo per dire a che punto è l’ingranaggio di questo calcio, che a volte pare montare come una maionese impazzita.
Resta comunque l’input iniziale: andare allo stadio, tifare e non fischiare per novanta minuti, e prendere i tre punti.

Eppure, nonostante sia stata una delle peggiori edizioni della Fiorentina targata Prandelli, se non ci fosse stato il discutibile annullamento del gol di Mutu, non so come sarebbe andata a finire.
Certamente la squadra è stanca e lo si capisce da piccoli particolari, tipo un paio di facili rilanci difensivi spediti direttamente in fallo laterale oppure in calcio d’angolo.
So che non è il massimo della lealtà sportiva, ma penserei ad un paio di certificati medici nella settimana della Nazionale per evitare che questo stillicidio di partite continui e parlerei di questo con Mutu, per spiegargli la ragione di Stato.
Non ci sono stati meriti o demeriti particolari, piuttosto una certa impotenza ad essere la solita Fiorentina e ringraziamo la Sampdoria, che sinceramente non mi preoccupa in chiave Champions.

Cosa sia successo a Vieri è inspiegabile.
Mi viene in mente il Bitossi del Mondiale ciclistico del 1972, che a Gap si piantò a 200 metri dal traguardo e perse la maglia arcobaleno per un soffio.
Ecco, Bobone aveva fatto come il mio idolo giovanile, aveva compiuto lo sforzo maggiore, dimagrendo moltissimo e mettendosi al servizio della squadra come poche volte gli era successo nelle stagioni predenti.
Intendiamoci: Vieri ha già fatto a Firenze più di quello che pensavo potesse fare, solo che ora ci sarebbe bisogno di lui, soprattutto per certe partite o per certi spezzoni di partite.
E se Prandelli non lo convoca dopo averlo portato in panchina domenica scorsa, vuol dire che Bobone non ha offerto in allenamento ciò che il tecnico chiedeva.
E’ qui che non si capisce, davvero.
Che ci crediate o meno, io spero ancora di perderla la famosa scommessa con Corvino per la cena di 30 persone.
Mancano ancora un bel po’ di partite e se Bobone vuole, mi costringerà a tirare fuori il portafoglio.

Io non posso rispondere in nome e per conto di altre persone, quindi basta per favore con i post in cui mi chiedete commenti su ciò che dicono Massimo Sandrelli e Manuela Righini.
Chiariamoci una volta per tutte: può capitare ed è spesso capitato che non sia d’accordo con le loro affermazioni, ma Manuela Righini e Massimo Sandrelli sono due persone perbene, ottimi professionisti che hanno fatto la storia del giornalismo sportivo a Firenze.
Massimo Sandrelli ha creato questa trasmissione televisiva, che è la più vista della Toscana.
Aveva già inventato Stadium a Canale Dieci e venti anni prima Fuorigioco a Tele Libera, insomma un pioniere.
Nel periodo non collegato con la televisione ha fondato giornali, messo in piedi con Sconcerti la redazione fiorentina di Repubblica (in cui tra l’altro mi ha cacciato a pedate nel fondo schiena, anzi non mi ha proprio mai fatto entrare), è stato inviato per il giornale di Scalfari.
E’ possibile che tutti quelli che gli hanno dato fiducia affidandogli mezzi così importanti siano degli sprovveduti?
La signora Manuela Righini è stata capo servizio dell’Ansa a Firenze e attualmente è nella cabina di comando del più importante quotidiano italiano, il Corriere della Sera, che ogni giorno insieme a Repubblica e forse La Stampa detta la linea politica economica di questo Paese.
Scrive e parla di calcio solo per passione e nei ritagli di tempo che i suoi numerosi impegni le lasciano.
Anche lei è una beneficiata dalla dea fortuna?
Ripeto: posso avere e ho idee diverse dalle loro, magari a volte risultano poco simpatici nel modo di esporre le proprie ragioni, ma se non vi piace la trasmissione, cambiate canale.
E’ così semplice, ma cercate di non farne una guerra di religione: si sta parlando di calcio.
Quanto al non partecipare, è un po’ come il discorso di quando dirigevo lo sport a Canale Dieci: tutti a sparlarne perché era di Cecchi Gori e poi gli armadi di via Marchetti erano pieni di curricula di tutti o quasi i giornalisti radio-televisivi che dal 1993 in poi volevano entrare (specialmente uno, che ci ha provato in tutti i modi…).
Insomma, c’era la fila lì e c’è la fila qui, credetemi.
No, io a Golden Gol continuerò ad andare fino a quando mi chiameranno e fino a quando sarò libero di dire quello che penso, cosa che è sempre avvenuta, anche se le mie parole sono in disaccordo con quelle di chi dirige la trasmissione.

E così sappiamo giocare anche sotto ritmo, e poi abbiamo i fuoriclasse: Frey e Mutu, la vittoria col Genoa è soprattutto opera loro.
D’altra parte ci sarà un motivo se sono quelli con l’ingaggio più alto, anche se di molto inferiore a tanta gente che non li vale…
Quasi non volevo credere alle prime domande che arrivavano nel Penta del dopopartita: rosa corta, Pazzini che non è un centravanti, pensavo che mi prendessero in giro dallo studio ed invece era tutto vero.
E allora, che vogliamo di più da questa squadra e da questa società?
Ma davvero non riusciamo mai a goderci i momenti belli che il calcio sa offrire?
Sono molto contento per il gol di Pazzini e per la superba prova di Montolivo.
Erano i due da cui ci aspettavamo un salto di qualità e la strada è quella giusta.

Soddisfazione numero uno: avevo scritto due settimane fa a proposito di una partita di calcio tra ragazzini di 12/13 anni fra Belmonte e Scandicci.
Un arbitro di colore era stato insultato dai genitori dello Scandicci, il mio post era non a caso intitolato “Ma dove vogliamo andare?”.
Apriti cielo, un paio di genitori mi hanno vomitato di tutto, mettendo in dubbio che fosse vero quello che avevo scritto, altri hanno demenzialmente insinuato che avessi chissà quali interessi verso il Belmonte.
Ebbene, leggo oggi a pagina 6 del Corriere Fiorentino che il presidente dello Scandicci Silvano Morandi prende le distanze da coloro che definisce opportunamente “due genitori imbecilli, ma per noi resta una cosa bruttissima. Lo Scandicci ha tutta un’altra storia (e su questo sono d’accordo), abbiamo vinto la coppa disciplina e ci sentiamo parte lesa”.
Perfetto, ha ragione Morandi e anche il mio amico Paolo Tepsich, presidente della sezione fiorentina dell’Aia: solo due imbecilli, magari pure quattro, e lo Scandicci è davvero un’altra cosa.
Però mi fa piacere averlo detto per primo che quei due o quattro sono degli imbecilli/incivili e razzisti nell’anima.
Soddisfazione numero due: giusto un anno fa su questo blog si scatenava l’inferno per i cambiamenti in atto a Radio Blu.
C’era chi godeva e aspettava solo il nostro crollo negli ascolti, magari motivandolo con lo spazio eccessivo dato alla Fiorentina.
Non sono stati mesi facili, lo confesso, ma abbiamo retto.
A distanza di un anno i dati Audiradio dicono che nel primo bimestre del 2008 abbiamo 97.000 ascoltatori nel giorno medio, 3.000 in più dello stesso periodo del 2007 e che stiamo mantenendo le nostre posizioni.
Tutte le altre radio che parlano di Fiorentina non sono censite perché sotto i 50.000.
Certo, ci piacerebbe fare ancora meglio e tutto è perfettibile, a cominciare dal Pentasport.
Ma se ripenso alla cattiveria di alcune persone a quel piacere nel saperci in presunta difficoltà, beh allora provo una grande soddisfazione che voglio condividere con tutti coloro che ogni giorno lavorano a Radio Blu.

Visto, voi sospettosi che ieri sera già immaginavate un altro scontro al calor bianco?
Ed imvece no: un quarto d’ora del Corvino-pensiero senza buttarla in rissa, ma parlando solamente di calcio.
Premesso che quando si litiga bisogna essere sempre in due e detto anche dei miei titanici sforzi nelle ultime occasioni per non prendere fuoco, forse ora io e lui abbiamo imboccato una strada nuova.
Ovvero: traduciamo in realtà i nostri buoni propositi, che sono quelli di rispetto reciproco, pur nella diversità delle idee.
E poi ormai ho capito che Corvino divide i giormalisti in tre categorie: i fedelissimi (pochissimi, mi verrebbe da dire gli adepti), quelli che non lo capiscono ma con cui vale la pena discutere fino ad arrabbiarsi ed infine quelli con cui è inutile parlare.
Io sto nella seconda categoria e mi va benissimo così: non punto a salire, mi spiacerebbe retrocedere.
Parlare con Corvino di calcio è stimolante, se si lascia la Fiorentina e la continua finanche eccessiva difesa del suo (ottimo) operato è come entrare in un altra dimensione rispetto alle solite chiacchiere.
Sa veramente tutto, o quasi.
Sicocme prima di cominciare il Pentasport avevo scritto un articolo di presentazione del PSV per il Corriere Fiorentino, per una volta ero piuttosto preparato sul calcio straniero, nella fattispecie quello olandese.
Ho sparato un paio di cose con cognizione di causa e con la segreta speranza di sorprenderlo sul piano tecnico, ma non c’è stato niente da fare.
Quasi quasi gli chiedo se vuole tenere una rubrica fissa al Penta, naturalmente a prezzi stracciati.

Se adesso ci mettiamo a discutere sul livello assoluto di Frey siamo a posto.
Scrivo questo perché conosco benissimo l’ambiente e la città, e ascolto ogni tanto dei mugugni tipo: “non esce mai”, “sta pensando al Milan”, “ha qualche problema fisico”, insomma “non è più lui”.
Ora, si può tranquillamente dire che su un gol o su un altro ci sono delle sue responsabilità, ma questo è un gran portiere e non, come afferma maliziosamente Bucchioni, un portiere che fa delle grandi parate.
Giudizio personale: non ha colpe specifiche a Siena e ha invece responsabilità sul primo gol di Torino e sul primo a Liverpool.
Ma poi basta, ci ha letteralmente trascinato ai quarti e sono pentito del 6,5 finale contro l’Everton perché poteva essere un 7.
Se non ce l’avessimo un portiere così staremmo a cercarlo tutti i giorni sul mercato, mettendo ovviamente in croce il poveraccio che va in campo al posto suo.
Una risposta globale sull’eccessiva corsa dell’Everton: no, a vederli dal vivo non mi sembravano “imbenzinati”, è che hanno sparato tutto mercoledì sera ed attendo con una certa curiosità il loro prossimo risultato in campionato (e con una certa preoccupazione, il nostro).

Una sofferenza incredibile, al di sopra dell’immaginazione.
Non so se erano piu’ stanchi o intimiditi.
Scrivo in corsa dall’aereoporto di Liverpool, grandi Dainelli e Gamberini, molto bene Frey, nonostante l’errore iniziale, inguardabile Vieri.
Pero’ siamo avanti ed e’ questo che conta.
E poi i rigori bisogna saperli battere ed avere la freddezza per batterli bene.
Grandissimo pubblico inglese, che ha applaudito nonostante la delusione, in Italia dubito che sarebbe accaduto.
Noi giornalisti siamo vicini alla cottura, e i giocatori?

MA E’ POSSIBILE CHE UNO TORNI A CASA E CHE DEBBA AVERE A CHE FARE CON UN IMBECILLE, CHE E’ POI L’UNICO A CUI HO DATO UNA RISPOSTA NEL COMMENTO PERCHE’ PER IL RESTO PROPRIO NON CE LA FACCIO.
ANDATE UN PO’ A VEDERE DI CHI SI TRATTA…

« Pagina precedentePagina successiva »