La sintesi poco elegante ma puntuale ce l’ha data Fabio Russo dal ritiro svizzero della Romania quando, non sapendo che il microfono fosse aperto e quindi non avendo alcuna responsabilità sull’incidente tecnico, ha detto a proposito del dribbling di Mutu ai giornalisti “ma questo ci prende per il c….”.
Ora, premesso che Adrian può fare quello che gli pare e fregarsene quindi dei giornalisti italiani che da tre giorni sono lì solo per sentire se per caso avesse qualcosa da dire dopo la sciagurata uscita del suo procuratore, trovo mediaticamente sbagliata la sua scelta di parlare solo con la televisione che gli garantisce generosi emolumenti per il reality show.
O sta in silenzio stampa, o parla, visto che c’è un’intera città calcistica, che lui ha dichiarato a più riprese di amare, che aspetta di sapere cosa vuole fare.
Detto questo, io penserei a riportare il tutto entro binari più logici e mi ricorderei del valore tecnico di Mutu, che è superiore a quello dei suoi possibili sostituti.
Comunque la si metta, se dovesse andare via, sostituirlo sarà un bel problema perché Adrian Mutu è il più bravo della Fiorentina.
Anche se dovrebbe frequentare un corso di comunicazione.

Serataccia.
Per Mutu, davvero impalpabile, e per una Nazionale che ha mancato sul piano della personalità e qui bisogna tirare in ballo per forza Donadoni, assolutamente privo di carisma.
Mi è testimone l’ottimo Bardazzi, insieme al quale ho visto la partita al Franchi contro il Belgio: Toni mi sembrava imballato, ma poi si sa che le amichevoli contano fino ad un certo punto.
Che fossero emozionati per l’esordio mi pare impossibile, molti di loro sono Campioni del Mondo, qui è stato un problema di aggressività.
Materazzi e Barzagli imbarazzanti, davvero Gamberini saprebbe fare peggio?
Quanto a Mutu, se pensavamo che la vetrina europea facesse salire le sue quotazioni, beh, non si poteva iniziare peggio di così.
Per come ha giocato, anzi non giocato (tanto da essere addirittura sostituito) avrebbe potuto far coppia con Toni in una delle serate da incubo per calcio italiano.

Sarebbe molto meglio se oggi Adrian parlasse, e non solo perché stasera abbiamo un’edizione straordinaria del Pentasport e abbiamo spedito un inviato in Svizzera con un investimento che credo non trovi paragoni.
Sarebbe meglio che parlasse perché qui rischiamo davvero di incartarci, visto che mi pare ci siano società disposte a dare 4 milioni di euro a Mutu, ma non almeno 20 alla Fiorentina per il suo cartellino.
Se lui sta zitto, continueranno a fiorire le ipotesi più disparate con sempre più problemi per Corvino e i Della Valle.
Ovvio che una società che pensa a Mutu giochi sulle posizioni ogni giorno più lontane delle due parti.
Ci vorrebbero parole distensive di Adrian, magari un po’ di sano bluff, concordato con Corvino.
Potrebbe dire: “ok, se non accade nulla di straordinario, se alla Fiorentina non arriveranno offerte importanti, io resto a Firenze e poi si vedrà nel 2009”, un po’ come ha fatto ieri Frey.
Se invece si andrà allo scontro duro si faranno tutti del male: la Fiorentina, che comunque ha il contratto ed il coltello (almeno per questa stagione) dalla parte del manico, e anche Mutu, che non credo abbia fatto una gran figura a livello mediatico.
Chiudo scusandomi per le mancate risposte, ma siete veramente tantissimi (ormai siamo a quattromila visitatori diversi tutti i giorni) e non ho proprio il tempo per replicare, anche se, come sempre, leggo tutto.

Finisce proprio male la storia di Mutu a Firenze, eppure io non riesco a serbare rancore per un campione sul campo ed un uomo poco avveduto fuori.
Ci ha dato tanto, più di quanto ci aspettassimo, pensavamo che la favola fosse vera ed invece ha funzionato tutto fino a quando non gli hanno presentato il conto di Londra.
Mi riesce sinceramente un po’ difficile pensare che nel suo entourage potessero illudersi di non pagare pegno per quello che successe quattro anni fa e quindi certe dichiarazioni che grondavano miele da ogni parola poteva pure evitarcele.
In fondo noi siamo abituati ad essere abbandonati, da Baggio a Rui Costa e Toldo, passando per Batistuta, non ci siamo mai fatti mancare niente negli addii più o meno volontari e ci sarà pure una ragione per cui siamo rimasti così attaccati ad Antognoni.
Più dei milanisti con Rivera, degli interisti con Mazzola e degli juventini con Bettega, tutta gente che ha vinto tutto e Antognoni nulla, o quasi.
E’ molto triste che finisca così, banalmente, per i soldi, ma adesso voltiamo pagina e pensiamocon chi possiamo sostituirlo: Di Natale, Pandev, Rossi o Rocchi sono già delle buone idee.

INFORMAZIONE DI SERVIZIO, BREVE ED IMPORTANTE: DOMENICA ALLE 18 FAREMO A RADIO BLU UN PENTASPORT SPECIALE IN COLLEGAMENTO CON IL RITIRO DELLA ROMANIA, DOVE POTREBBE PARLARE MUTU

Ormai per Vargas è quasi fatta…
Me lo stanno dicendo da più di una settimana gli uomini di mercato di Radio Blu e lo vo ripetendo io a chi me lo chiede, solo che da qualche giorno quel quasi mi suona sempre più strano.
Intendiamoci, continuo ad essere molto fiducioso, però che ho come l’impressione che dall’altra parte stiano giocando un po’ sporco, che provino cioè a vedere se si affaccia il Wolfsburg di turno per strappare cifre da capogiro sul cartellino (di cui i procuratori posseggono il 10%) più che sull’ingaggio.
Vargas è molto importante per l’idea di gioco che ha in mente Prandelli, ma non credo che Corvino voglia andare oltre un certo limite e secondo me fa benissimo.
Speriamo che questa uggia finisca presto e che Barzagli rimanga un caso isolato.

Tra i tanti libri che ho letto di Giampaolo Pansa, ce n’era uno che mi era particolarmente piaciuto: “Romanzo di un ingenuo” e col passare del tempo capisco sempre di più il perché.
Nonostante che mi ritrovi a combattere per almeno tredici ore al giorno per difendere il mio fortino lavorativo, cercando di dare tranquillità economica alla mia famiglia, e che quindi conosca bene le trappole disseminate quotidianamente sul terreno su cui mi muovo, io rimango sostanzialmente un ingenuo.
O un bischero, per dirla alla fiorentina.
Ultimo caso piuttosto eclatante, Adrian Mutu.
Questo è quello che scrivevo undici giorni fa:

In un mondo in cui la ricerca del maggior guadagno è sempre contrabbandata come una scelta di vita, è passata sotto silenzio la decisione di Adrian Mutu di continuare il suo rapporto con la Fiorentina senza se e senza ma.
Gli hanno offerto tre volte l’ingaggio che prende a Firenze, sia dalla Germania che dalla Spagma, e lui ha detto no grazie, senza piantare casini o bussare a quattrini.
Non lo voglio santificare e può darsi che abbia lo stesso un adeguamento del contratto, ma ricordiamoci di quello che è avvenuto nel corso degli ultimi dieci anni con altri giocatori.
E tanto per non far nomi ne cito due che sono stati tra i grandissimi della Fiorentina: Batistua e Toni.
Tralascio le figure di contorno che non possedevano la capacità di questi due straordinari bomber, due professionisti che hanno cercato di monetizzare al massimo le loro enormi qualità, esattamente come accade al 99% dei loro colleghi.
Riflettiamoci un attimo, perché mi pare che in pochi lo dicano o lo scrivano.

E questo è ciò che ha dichiarato il suo procuratore Alessandro Moggi ieri sera a Sky:

“Mutu è un campione ed è normale che ci siano degli interessamenti per Adrian. Ci sono alcune società che hanno manifestato un certo interesse, non posso dire se una è lo Schalke 04, ma le offerte sono arrivate. Ora Mutu è agli Europei ed è concentrato su quelli. Adrian ha sempre manifestato il suo affetto per Firenze e per quella piazza è un simbolo. Un ragionamento però andrà fatto tra giocatore e societàâ€?.

Ora, io non credo che Mutu fosse all’oscuro della mossa chiaramente destabilizzante di Moggi jr e non capisco la tempistica di questa operazione. Se voleva bussare a soldi, c’erano altri tempi e modi per farlo e comunque mi auguro che Corvino riesca a disinnescare questa mina vagante prima che produca danni ulteriori.
In quanto a me, è difficile che cambi a quasi 48 anni, ma in fondo, se dovesse succedere, mi dispiacerebbe, perché alla fine è meglio così.
Sì, meglio avere ancora palpiti di entusiasmo piuttosto che convivere permanentemente con il cinismo.

Osvaldo ha fregato Di Carmine e Lepiller.
Mi spiego: non ci fosse stata l’immensa gioia dello scorso 2 marzo, la vittoria di ieri della Primavera contro la Juve nei quarti di finale scudetto avrebbe avuto un’altra risonanza.
Ovviamente meglio così ed è stato bello vedere i bianconeri arrabbiati ed anche un po’ stizziti per una partita che li vedeva favoriti e che stavano perdendo.
Vittoria con sofferenza finale e per questo ancora più bella e da incorniciare.
E sofferenza pure per noi a Radio Blu, perché alle tre del pomeriggio Tibor mi dice che ha la febbre a 39.
Panico: Russo è in Austria, Sardelli proprio non può e allora scende in campo il prode Loreto, che all’esordio tecnico se la cava davvero alla grande.
Non solo (ed è questa la cosa che mi ha fatto più piacere), ma capita la situazione e senza che nessuno glielo chiedesse, Fabiani decide di restare in studio ad affiancare l’ottimo Barry fino alle 22.15.
Questo è lo spirito che mi piace, lo stesso che ha fatto da propellente alla radiocronaca di Pratellesi e alle interviste di Giulia Bonci, che sono andati benissimo.
Largo ai giovani…

Che razza di mondo abbiamo mai costruito noi ultra quarantenni con figli in età adolescenziale e preadolescenziale?
E’ colpa nostra se un gruppo di ragazzi di quindici/sedici anni non si accorge di una bambina di due che piange in macchina.
Cioè, magari se ne accorge, ma a nessuno di loro viene in mente di dare un segnale, chiedere, farsi una domanda. Indifferenti a tutto, autistici verso il mondo esterno. Gente normale, non disadattati.
E un quattordicenne che uccide una coetanea, una volta confessato il delitto, chiede se è tutto e se può tornare a casa, magari per poi andare al bar a discutere con i due amici delle modalità dell’omicidio.
La ragazzina era incinta, forse davvero aveva avuto rapporti con tutti e tre, ma davvero c’entra qualcosa con l’omicidio?
No, abbiamo costruito un mondo in cui manca totalmente il senso della conseguenza dell’atto, sapere che ad ogni nostra azione corrisponde un effetto e questo effetto può essere negativo per gli altri.
Abbiamo spianato la strada alle difficoltà dei nostri figli, facendo loro credere di vivere in un mondo perfetto, ovvio che poi ogni contrarietà, ogni no si trasformi in tragedia.
E non abbiamo neppure scusanti come invece successe ai nostri genitori che a causa della guerra erano stati privati di tutto e che cercavano una rivalsa attraverso la nostra prosperità.
A volte penso che la nostra sia viltà, cioè paura di sostenere un confronto con questi piccoli uomini e piccole donne che si trasformano improvvisamente sotto i nostri occhi e che noi invece continuiamo a considerare sempre con la stessa indulgenza di quando muovevano i primi passi.
La colpa è nostra, ma le conseguenze sono di tutti.

Che diavolo ce ne facciamo di un difensore over 35 pieno di tatuaggi e di contenziosi da regolare sul campo con i coleghi e la cui idea di terzo tempo è stata più volte esplicitata dalle risse nei sottopassaggi negli spogliatoi di mezza Italia?
Credo e spero che l’idea di prendere Materazzi, che per inciso guadagna il doppio di Mutu, sia stata messa in giro ad arte dal suo procuratore solo al fine di dare un rinfrescatina alla sua immagine, ferma alla pur gloriosa finale mondiale di Berlino.
No, Materazzi davvero no, meglio puntare ancora su Dainelli e Kroldrup e magari capire che fine abbia fatto Da Costa, a proposito del quale lancio una piccola provocazione: ma se fosse arrivato a luglio invece che a gennaio, non avremmo detto che poteva essere l’acquisto giusto?
E’ vero che il ragazzo ha dato scoraggianti segni di integrazione nell’ambiente viola, ma insomma, dobbiamo proprio bruciare così i 4,5 milioni di euro dati al PSV appena cinque mesi fa?

Come cantava Jannacci, volevo vedere dal vivo “l’effetto che fa” guardare una partita al Franchi con Toni senza la maglia viola.
Il risultato, per me ovviamente, è stato pari a zero.
Toni è un grandissimo campione che trasmette pochissima emozione.
E mentre tornavo a casa pensavo al fatto che Roberto Baggio ha giocato a Firenze solo tre stagioni vere, una sola in più di Toni.
E che alla fine della prima, che quindi secondo qualcuno non doveva essere stata così eccezionale, lo volevano dare in prestito al Cesena.
Quando ho abbracciato Baggio nello spogliatoio di Fiorentina-Brescia nel febbraio 2001, poco prima che ce ne facesse due su punizioni e che poi scpppiasse il cataclisma Terim, ero ancora emozionato, eppure erano più di dieci anni da quando se ne era andato via.
E quando nel 1993 venne con la Nazionale non era certo uno qualsiasi, ma aveva tutto lo stadio in un certo senso per lui, nel bene e nel male..
Le due stagioni di Toni a Firenze sono state memorabili, anche la seconda dove ha giocato molte partite menomato, ma ho come l’impressione che il cuore dei fiorentini sia da un’altra parte

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