Ripartono inevitabili le discussioni su quanto sia conveniente andare avanti in Uefa e non vorrei che stavolta, al di là delle dichiarazioni di rito, il discorso coinvolgesse anche la testa dei giocatori.
Perché è storicamente provato che scendere dalla Champions (vedi l’Eindhoven l’anno scorso) ti porta ad esseremeno motivato: è ingiusto, ma umano.
Eppure, paradossalmente, la sconfitta dell’andata potrebbe aiutare in questo senso proprio per via dell’idea dell’impresa che tutti avrebbero nel segnare almeno due gol o comunque vincere all’Amsterdam Arena.
E’ bene provarci, siamo appena ai sedicesimi dell’Uefa e un’uscita così vorrebbe dire aver fallito completamente la stagione sul piano europeo.
Resterebbe solo il campionato e sarebbe un rischio notevole perché allora sì che un quinto posto, senza Coppe da giocare da marzo in poi, sarebbe un brutto risultato, pur considerando che le altre hanno un budget enormemente superiore alla Fiorentina e tutte le altre cose che Corvino ci ripete almeno una volta al mese.

Imbarazzante, ma estremamente bello.
Non sai neanche come spiegartelo un periodo così, perché poi gli arbitri non ci hanno regalato niente e da quel punto di vista siamo ancora in credito.
Con la fortuna invece proprio no.
Diciamo la verità: dovevamo prendere un punto, forse due, nelle ultime tre giornate ed invece sono sette.
Che sommati ai precedenti sei fanno tredici su quindici, una media da scudetto.
Perchè si giochi così male è un mistero e non credo che dipenda solo dall’assenza di Santana, sarebbe clamoroso.
C’entrano davvero i campi pesanti su cui si allena la squadra come dice Prandelli? Chissà.
Teniamoci il dubbio e andiamo a vincere ad Amsterdam.

Leggo che è morto Candido Cannavò e mi vengono in mente due ricordi.
Il primo riguarda il mio amico Massimo Lopes Pegna, uno che a 28 anni lasciò il suo lavoro tranquillo alla Fondiaria per scappare in America e fare veramente di tutto (dal cameriere a Chicago a finto corrispondente di Radio Blu per dimostrare al governo americano di avere uno stipendio con cui vivere e non essere quindi espulso) prima di cominciare a scrivere per la Gazzetta.
Mi raccontava Massimo delle volte che tornava in Italia e si fiondava a Milano a chiedere se per caso ci fossero novità sul suo stato di super precario dall’altra parte dell’Oceano.
Cannavò era sempre molto preoccupato di quella visita, non dava che generiche risposte e però lavorava con l’editore perché il quasi ex giovane Lopes Pegna venisse assunto a New York.
E così fu, al termine di una gavetta che consiglierei a certi palloni gonfiati che purtroppo vedrò anche oggi.
La seconda cosa a cui penso era la disponibilità totale che il direttore del più importante giornale italiano per diffusione dava ad una semplice emittente toscana per i collegamenti.
Mai una volta che ci abbia detto di no, tutto senza compensi o marchette per libri o altro.
E ho infine ho letto oggi un retroscena che non conoscevo: Cannavò disse di no alla liberatoria per andare su “Scherzi a parte” perché considerava il tutto troppo volgare e non fu verso di fargli cambiare idea.
Un grande giornalista e una persona da rispettare.

Consiglio non richiesto e però sincero ai giocatori viola, in primis ai big: domani, giovedì e pure domenica prossima a Reggio Calabria, mordetevi la lingua, evitate gesti plateali, applaudite anche se il compagnosbaglia il passaggio di dieci metri.
Chiaro se venga da pensare a quello più bravo, cioè Mutu, ma attenzione perché non è il solo ad irritarsi un po’ troppo per l’errore.
Non è un bel vedere infatti quel gesticolare, quel dire “stai calmo” dopo un tiro sbagliato, dà l’idea di una squadra poco unita.
E invece in questo momento c’è bisogno di stare compatti per affronate la settimana più difficile della stagione.
Se qualcuno proprio non ce la fa, sfoghi tra le quattro mura dello spogliatoio la rabbia che sente dentro.

P.S. Mi hanno appena segnalato che, dopo lunga e dolorosa assenza dal web è finalmente tornata sui siti che parlano di Fiorentina, una rubrica per me imperdibile.
Non ci volevo credere ed invece era vero!
Sono andato immediatamente ad abbeverarmi alla fonte di cotanta autorevolezza e spero che non ci siano nuove interruzioni: non si interrompono così le emozioni del lettore.

Abbiamo costruito più occasioni contro l’Ajax che contro il Genoa e la Lazio messe insieme, solo che non l’abbiamo messa dentro, esattamente come fece la squadra di Rossi al Franchi.
Se la serata storta capita a Gilardino e Mutu sono dolori, anche perché questa squadra, come ha detto Prandelli è stata costruita per far segnare gli attaccanti.
Giusto giocarcela ad Amsterdam, ma pagheremo certamente lo sforzo a Reggio Calabria e se davvero dovessimo uscire ai sedicesimi in Uefa, dopo l’eliminazione in Coppa Italia, la stagione girerebbe al negativo.
Preoccupante l’involuzione di Kuz e Jovetic e non si venga a dire che hanno troppa pressione addosso perché mi pare che nei loro confronti ci sia molta indulgenza da parte di pubblico e critica.
Tra le note positive Pasqual, certo non inferiore a Vargas, e un po’ Semioli, ma senza esagerare, perché fa proprio le cose semplici.
C’è da riflettere anche sul poco tifo: la Fiorentina l’amiamo tutti, ma ieri sera si sentiva solo la Fiesole e per giunta non sempre.

Io sono chiaramente un malato di lavoro, anche perché ho la fortuna di fare per l’80% del tempo cose che mi piacciono.
Se mi mettessi a contare le ore settimanali del mio impegno, ci sarebbe da preoccuparsi per infarti presenti e futuri, quindi meglio lasciar perdere.
Da almeno sei mesi a questa parte sto maturando una idiosincrasia verso il pessimismo ed il piangersi addosso.
Torno a casa la sera stanco morto soprattutto sotterrato dalle valanghe di lamentele di tanti, cioè di quelli, e sono purtroppo i più, che dicono che così non si può andare avanti, che il peggio deve ancora venire e via a seguire.
Allo stesso tempo monta dentro di me una rabbia per quei maledetti che si sono arricchiti truffando il prossimo.
Perché altro non sono che truffe certe gestioni del denaro spericolate, tipo dare come mutuo il 120% del valore di una casa a chi chiaramente non possedeva i mezzi per garantire la restituzione.
L’hanno fatto in America, ma poi su certi prodotti sono stati costruite ingegnose truffe che oggi ci regalano i famosi “titoli tossici”, che pare ammontino a oltre centomila miliardi di dollari.
Quando ci penso, mi scatta come reazione immediata la visione di una famosa scena di “Quinto potere”, quando il protagonista invita dalla televisione i suoi telespettatori ad affacciarsi dalla finestra e urlare più forte che possono “Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più”.
Ecco, oltere ad essere incazzati neri, speriamo di non accettarle davvero più certe situazioni.
E auguriamo tutto il male possibile a chi si è arricchito spudoratamente e smisuratamente mentre in milioni si rovinavano.

P.S. LEGGO E TRASECOLO
BUENOS AIRES – Una ‘battuta’ sui desaparecidos pronunciata da Silvio Berlusconi durante la campagna elettorale in Sardegna rischia di creare un caso diplomatico: il governo argentino ha convocato l’ambasciatore italiano a Buenos Aires, Stefano Ronca, a cui ha espresso “preoccupazione e disagio” per le affermazioni sui dissidenti di Silvio Berlusconi riportate oggi dal quotidiano locale Clarin,riferiscono fonti diplomatiche argentine.

Secondo il giornale, che in un articolo di mezza pagina richiamato in prima col titolo “Berlusconi macabro con i desaparecidos” cita un servizio de l’Unità di sabato scorso, in cui sono riportate le frasi pronunciate dal premier durante la campagna elettorale in Sardegna, il presidente del Consiglio ha ironizzato sul dramma dei dissidenti lanciati in mare dagli aerei affermando: “Erano belle giornate, li facevano scendere dagli aerei..”. Il riferimento è al dramma dei ‘voli della morte’, tramite i quali i militari nell’ultima dittatura (1976-83) gettavano nelle acque del Rio de la Plata i sequestrati ancora vivi e addormentati.

L’unica cosa importante a questo punto è che lo scellerato assalitore del pullaman della Fiorentina ce la faccia, poi viene il calcio, molto dopo.
Parlando comunque (a fatica) di pallone si è visto che avevo perfettamente ragione a dirmi soddisfatto del pareggio: contro Lazio e Genoa abbiamo ripreso quanto c’era stato tolto con Milan e Juve, con due differenze a nostro svantaggio.
La prima è che non abbiamo avuto errori arbitrali a favore e che i punti presi in più arrivano solo da coincidenze fortunate.
La seconda è che se avessimo fatto i 4 punti contro le grandi e perso, come avremmo meritato, contro le medie, oggi i punti in classifica sarebbero gli stessi, ma ci saremmo avvicinati molto a Milan e Juve.
Io comunque ci ho creduto fino all’ultimo e mi sono ricordato di Cesena (andate a vedere “La mia voce in viola 1982/83”) perché sentivo nell’aria che poteva succedere.
Ci ho azzeccato, ma è stato come con Borgonovo nel gol alla Juve al novantesimo vent’anni fa: ci vogliono i campioni per vincere le partite.
E questo Mutu sta entrando nella storia della Fiorentina.

P.S. Lo so benissimo che a Cesena eravamo in vantaggio…c’ero.
Lo spirito di Cesena è inteso come risarcimento di quello che subimmo 26 anni fa.

Ho onestamente fatto un esame introspettivo per capire qualcosa di più del perché reagissi in quel modo.
Questi i punti emersi: nel 2010, quindi tra non molto, avrò 50 anni.
Ho una figlia che non si riesce bene a capire se abbia 14, 15 o 16 anni.
Cerco quindi di capire come funziona quando esce di casa, impongo delle regole che vengono rispettate, ma certo non posso impedirle di passeggiare per Grassina o per Firenze con qualcuno: non sarebbe vita, ma una sorta di reclusione.
Penso a quello che potrebbe essere il dopo di chi si è trovato a subire per pura fatalità la furia bastarda di quei relitti umani che molestano e violentano.
Penso non solo ai protagonisti, ma anche al loro contesto familiare.
A come la loro vita sia rovinata, ed intendo pure fratelli, sorelle, non solo genitori.
Ecco, mi sono dato tutte le giustificazioni plausibili, eppure non riesco a limitare il disagio per provare una fortissima voglia di certezza della pena, ordine, possibilità di vivere in pace con gli altri senza aver paura di queste bestie che, mi spiace moltissimo dirlo, sono in larga percentuale non italiani.
Sto insomma provando sentimenti completamente di destra, io che mi ritengo un progressista e che ho sempre votato a sinistra.

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