Prestazione ok, ma…
…dieci partite perse in campionato, e quattordici in stagione, sono troppe, comunque la vogliamo girare.
Di fronte a partite come quella di Milano non sai cosa dire, perché a toppare sono stati i migliori: Mutu, soprattutto, ma sinceramente un po’ pure Frey.
Non ho rivisto il primo gol dell’Inter, dal vivo l’impressione è stata quella dell’incertezza di Sebastien, insieme a mezza difesa.
Mutu mi ha ricordato Baggio a Torino nella prima finale Uefa, tu non puoi credere che uno così bravo non la metta dentro davanti al portiere (peraltro eccezionale sul primo intervento), eppure è andata così: uno così bravo sbaglia e alla fine perdi la partita.
Segnalo sommessamente che le ultime notizie di Montolivo risalgono ai primi giorni di febbraio, alla partita col Bologna in trasferta.
Da allora si è inabissato e nessuno sa spiegarne il perché.
Gli fa compagnia Kuzmanovic, che sta giocando la sua peggiore stagione in viola, mentre ha funzionato il cambio di posizione tra Jorgensen e Melo.
Bene anche Vargas, che non ha fatto rimpiangere Pasqual e Comotto, ma, ripeto, perdere dieci partite su ventotto in campionato è davvero troppo.
E il quarto posto non ce lo regaleranno per i meriti acquisiti in passato.
Equivoco Jorgensen
Secondo me ci stiamo un po’ troppo caricando da soli e la stiamo facendo un po’ meno difficile di quanto sarà in realtà.
Forse è una mia impressione, ma è come se pensassimo che l’Inter sia ripiombata nei casini di qualche anno fa e quindi, proprio per questo, ci concederà qualcosa.
Temo che non sarà così e farci conto vorrebbe dire partire col piede sbagliato.
Ovviamente sto parlando di ambiente esterno alla squadra, non di quello che succede nello spogliatoio.
E veniamo al fatto tattico.
A me pareva che Jorgensen vice Santana non avesse demeritato e che Melo come vertice basso avesse trovato, pur con lo scadente stato di forma delle ultime gare, un proprio equilibrio.
Sinceramente non capisco il motivo dell’inversione di ruolo tra i due e sono curioso di vedere se poi questo cambio avverrà davvero tra due giorni a San Siro.
Brava Roma
Qui si tratta di essere obiettivi, al di là dell’antipatia per tutti i favori che il Palazzo le sta facendo da anni, di Carnevale e delle invasioni barbariche nelle loro trasferte fiorentine.
Ragazzi, a me sarebbe piaciuto vedere la Fiorentina giocare una partita come quella della Roma di ieri sera.
Una partita di altri tempi per abnegazione, con Totti che per 120 minuti ha corso con una gamba sola, Juan azzoppato che segna il gol della vittoria, Pizzarro stirato eppure sempre in campo, Aquilani mezzo rotto che entra lo stesso, Montella che gioca 30 secondi e segna in quel modo il rigore (ma Vucinic l’avranno frustato nello spogliatoio?).
Avrebbero sinceramente meritato di passare il turno e sono stati gli unici ad esserci andati veramente vicini, perché, al di là delle occasioni avute dall’Inter, il Manchester era veramente di un’altra categoria nei 180 minuti, e la Juve è sembrata inferiore al Chelsea.
Ai rigori ho tifato Roma, lo confesso, e non solo per interesse personale, cioè viola, ma perché hanno, come si diceva una volta, veramente gettato il cuore oltre l’ostacolo.
Meglio il silenzio
Non ho capito bene perché venga proposta, e probabilmente concessa, la cittadinanza onoraria di Firenze al signor Englaro, il padre di Eluana.
Mi sfugge il senso della vicenda, che credo meriti molto rispetto e mi pare di aver già scritto sulle nefandezze pronunciate da Berlusconi e da altri “autorevoli” esponenti del Governo nei giorni della morte di Eluana.
E però, nonostante il parere contrario di mia moglie, io credo che sul caso specifico sarebbe molto meglio far scendere il silenzio, fermo restando i sacrosanti diritti del signor Englaro di difendere le proprie posizioni in tutti i modi possibili.
Ma la cittadinanza onoraria si dà per particolari meriti acquisiti e qui io vedo solo un dolore lancinante e inestinguibile.
Mi pare anche un modo per non rispettare chi la pensa in modo opposto al mio (che ero e sono favorevole alla decisione del padre di Eluana), insomma quasi una provocazione.
Dice: sì, ma gli altri che fanno? Non danno spallate tutti i giorni contro la laicità dello Stato?
Può darsi, ma non voglio mettermi sullo stesso piano.
Insomma, non se ne poteva fare a meno?
Che cosa porta di contributo continuare a rimestare la polemica su una morte così dilaniante?
La radio in tv
Ogni tanto mi viene in mente quello che disse Frank Sinatra quando gli chiesero che cosa pensasse della televisione che cominciava a muovere i primi passi.
“E’ bellissima – rispose – basta chiudere gli occhi ed è come ascoltare la radio”.
Io adoro la radio: fin da bambino non mi perdevo una punata di “Gran varietà”, “Hit parade” e “Batto quattro”, lasciando da parte lo straordinario “Tutto il calcio minuto per minuto”, che seguirei ancora oggi se non fosse che da 27 anni sono un po’ impegnato durante le partite…
Tutto questo per spiegare la difficoltà con cui ho detto sì all’idea del travolgente Pestuggia di andare sul web con il Pentasport, a cominciare stasera dal “Sullivan show”.
Ebbene sì, sono un purista della radio e questa contaminazione televisiva attraverso il web la considero una sorta di passaggio obbligato alla multimedialità.
Ovviamente sono curioso e mi auguro che funzioni tutto bene, poi magari mi appassiono come è successo col blog che state leggendo.
Mi fa piacere che Radio Blu sia la prima a fare questo esperimento e vi invito ad esprimere liberamente le vostre opinioni.
Per venire a “vederci” bisogna andare su violanews.com (a proposito, gli ultimi rilevazioni del sito, in cui, lo ribadisco, io non c’entro niente, sono state straordinarie in termini di utenti e pagine viste) e cliccare sull’apposita icona.
Poi, forse, si replica venerdì col sottoscritto ed il filo diretto.
La mia voce in viola 1996/97 – Seconda parte
Critica sì, processi no
Se fosse un problema solo fisico sarebbe preoccupante, ma non così grave.
Se invece è un fatto psicologico, allora la cosa è più grave.
Per toglierci la curiosità basterà aspettare la partita di domenica sera.
Intanto però evitiamo i processi, in questo momento non servirebbero.
Bisogna però che si sveglino, i più bravi in testa, a cominciare da Montolivo (inguardabile), Gilardino e pure Gamberini, che ha commesso un errore che se l’avesse fatto Dainelli ci sarebbe stata un’invasione di campo.
Terrei fuori ovviamente Frey, straordinario su Miccoli prima del gol, e anche Mutu, che almeno si è buttato, sbgliando molto, però ci ha provato.
Siamo ancora quarti ed davvero l’unica cosa buona della giornata.
Sms
E’ difficile trovare un mondo più maschilista del calcio, un mondo dove le donne sono accettate in prima battuta solo perché grandi “gnocche” (scusate per la brutalità del concetto, ma rende l’idea), ma devono stare zitte, non fare troppe domande e dire sempre sì, in tutti i sensi.
Certo, nessuno vi dirà mai che è così, ed invece vi assicuro che l’arrivo in massa dell’altra metà del cielo ha destabilizzato l’ambiente.
Io l’ho vissuta da dentro questa invasione, perché quando nel 1978 ho cominciato a frequentare gli spogliatoi le conduttrici e le vallette non esistevano e di giornaliste sportive, almeno a Firenze, ce n’erano solo due, molto in gamba: Gabriella Lescai e Manuela Righini.
La seconda da mesi, direi da anni, si sta prendendo vagonate di insulti solo perché racconta il suo punto di vista senza fare sconti a nessuno, e ho sempre pensato che se si fosse chiamata Manuele Righini qualche epiteto se lo sarebbe risparmiato.
Io a volte non sono d’accordo con lei, ce lo siamo detti di persona, in televisione e in radio, ma questo c’entra relativamente.
Si dà il caso che oggi in conferenza stampa Cesare Prandelli abbia sentito il bisogno di ringraziarla pubblicamente per quello che aveva scritto sul Corriere Fiorentino.
Di più: le ha mandato un sms di complimenti.
E ora come la mettiamo con quelli che la volevano lapidare sulla pubblica piazza o con chi l’accusa da tempo di essere in malafede?
Secondo me qualcuno c’è rimasto male, molto male…
Vergognoso
Trovate voi le parole, io non ci riesco
Bimba di 9 anni stuprata abortisce
l’arcivescovo scomunica i medici
CITTA’ DEL VATICANO – Imbarazzo, rabbia, dolore, pietà, ma anche una sola incrollabile certezza: “Abortire è peccato. Sempre”.
Queste le prime reazioni “a caldo” colte in Vaticano alla notizia che la Chiesa cattolica brasiliana ieri ha scomunicato i medici che qualche giorno fa hanno autorizzato l’aborto ad una bambina di 9 anni rimasta incinta in seguito alle violenze sessuali subite dal patrigno da quando aveva 6 anni.
“E’ una tragedia grandissima, specialmente per quella povera bambina, ma la pena della scomunica andava sanzionata perché lo prevede espressamente il Codice di Diritto Canonico di fronte ad un palese caso di aborto procurato”, spiegano riservatamente alla Pontificia Accademia per la Vita.
Una posizione del tutto in linea con quanto deciso il monsignore brasiliano Josè Cardoso Sobrunho, arcivescovo di Recife, il quale, nello specificare che il provvedimento non riguarda la bambina, puntualizza che il “peccato” d’aborto ricade esclusivamente sui medici e “chi lo ha realizzato – si è augurato il presule spiegando i termini del provvedimento – si spera che, in un momento di riflessione, si pentano”.
Mentre un gruppo di avvocati cattolici ha denunciato il caso alla giustizia.
Il patrigno della bambina, un uomo di 23 anni di cui non è stato dato il nome, si trova in stato d’arresto da giorni in un carcere dell’entroterra del Pernambuco, in seguito alla confessione di aver stuprato la piccola – la prima volta tre anni fa – e di aver abusato anche della sorella invalida di 14 anni.
Alla bambina di 9 anni vengono attualmente somministrati medicinali per indurre un aborto farmaceutico alla gravidanza di due gemelli in seguito agli abusi, ricorda la stampa locale, che da giorni sta seguendo il caso. La vicenda della piccola ha diviso tra l’altro anche i suoi genitori, visto che il padre si è detto contro l’aborto, la madre invece a favore.

















