Eh sì, passaggio importante avrebbe detto come spesso gli succedeva il mio vecchio amico Roberto Barry (uno dei pionieri della radiofonia fiorentina) e con ragione.
Se perdiamo lucidità e unità adesso, rischiamo di farci male, anche se la vocazione degli attuali dirigenti viola mi pare molto meno narcisista della precedente, molto più preoccupata del proprio orticello personale invece che del bene comune.
E’ chiaro che contro il Bologna bisogna vincere, ma senza passi indietro sul piano della mentalità: dobbiamo cioè giocare come abbiamo sempre fatto, dal Novara in Coppa Italia e fino a Milano.
Poi ci fermeremo per rifiatare e sarà quello il momento di tirare qualche conclusione e fare analisi più approfondite.
Bisogna reggere sul piano della fiducia, cercare di andare allo stadio come contro il Catania (era bello vedere il popolo dal campo), far sentire che siamo tutti dalla stessa parte.
Impresa non facile a Firenze, dove nel calcio come per ogni altra cosa per ogni idea che viene fuori ci sono almeno tre partiti diversi.

…come facciamo a segnare?
Abbiamo giocato di più dell’Inter, ma loro hanno avuto più occasioni e se Viviano è stato il migliore della Fiorentina forse la vittoria l’hanno pure meritata.
Restano due dubbi: Samuel poteva e doveva essere buttato fuori dopo il fallo su Fernandez per doppia ammonizione e Montella ha insistito troppo su Ljajic, che non ha neanche giocato male (meglio di Jovetic, tanto per capirsi), ma uno che sta davanti la deve buttare dentro.
Almeno una volta su due, soprattutto se ti capitano occasioni clamorose contro Juve e Inter.
Ed invece una volta non prende neanche la porta e nell’altra pensa di entrare dentro col pallone.
Le partite girano così: avremmo pareggiato in tre minuti ed avrebbero avuto paura.
L’Inter ha giocato da provinciale e noi da squadra che ha un più ampio respiro, ma in pratica senza Borja Valero e Jovetic, oltre a Rodriguez fuori giri (anche Roncaglia mi è piaciuto poco) e così è durissima, direi quasi impossibile.
Questo però è il momento di tenere duro, di non mollare e nonfarci del male da soli: la classifica è peggio di quello che noi siamo, però anche stavolta siamo usciti dal campo a testa alta.
A me non basta perché volevo dei punti, ma nella vita bisogna sapersi accontentare.

La vera notizia di questo scorcio del 2012 è che a Milano ci temono, più di quanto succedesse con Prandelli in panchina, anche perché rispetto ad allora è una piccola Inter.
Sono rimasti impressionati dalla nostra partita contro la Juventus e probabilmente ci aspetteranno stando dietro per poi ripartire veloci in contropiede.
E a noi va bene così, visto che è nel DNA di questa squadra impostare sempre la gara e non subire il gioco degli avversari: quando lo facciamo, come è avvenuto nel secondo tempo di Parma, sono dolori.
Sinceramente non è male girare per l’Italia con addosso questo abito elegante del bel gioco e della novità tecnica, però domani sera mi piacerebbe stare un po’ più su in classifica perché davanti vedo squadra che hanno speso poco e che hanno ottimizzato al massimo mentre a noi mancano almeno quattro punti, anche se è troppo presto per fare calcoli europei.

Come cominciare benissimo la giornata: esco da una delle mie pasticcerie di riferimento e vengo avvicinato da un distinto signore che mi parla del blog e poi mi dice di voler partecipare alla scommessa sui gol di Toni.
Benissimo, gli rispondo, c’è tempo fino al 15 ottobre e comunque non esiste un comitato che controlla, venga il giorno della colazione se perdo, e faccia la donazione alla Fondazione Borgonovo se vincete voi che credete ad almeno otto reti di Luca-gol.
Macché.
Il signore si fruga in tasca e mi consegna venti euro per la Fondazione, a prescindere: per me è incredibile in un mondo come questo in cui ci stiamo un po’ tutti imbarbarendo per via dei soldi e della paura che gli altri ci possano fregare.
Ed è anche motivo di orgoglio, perché vuol dire che la gente si fida di me e questo mi fa un piacere immenso.
Siccome adesso vado a fare il versamento vi ricordo gli estremi della Fondazione, tante volte dovessi vincere io…
Fondazione Stefano Borgonovo Onlus 

IBAN: IT 53 M 08329 51610 000000202000
BCC ALTA BRIANZA – FILIALE DI OGGIONO

Sono commosso dall’onestà di Klose.
“Ho toccato il pallone con la mano”, ha detto ieri sera all’arbitro, dopo che gli avevano convalidato il gol e proprio un secondo prima che glielo stessero per annullare (con ammonizione) per segnalazione del giudice di porta.
Ma quanto è bravo questo Klose, ma quanto è onesto e come è ammirevole nella sua integerrima e teutonica sportività.
Un plauso davvero sincero, anche perché non deve essere facile crescere con un fratello gemello che giocava qualche anno fa nel Bayern e che segnava reti decisive con cinque metri di fuorigioco e poi esultava come un pazzo, fregando tutti mentre un grassone norvegese faceva il palo della banda.

P.S.
Grazie a tutti per gli auguri, sto preparando una piccola sorpresa per stasera al Pentasport…
Su Klose aggiungo che non pretendevo certo che andasse dal pingue norvegese a dire che era in fuorigioco, ma vederlo esultare in quel modo, quando sapeva benissimo di essere cinque metri oltre la linea dell’ultimo uomo…
Comunque, se a voi sta bene e vi piace come si comportò a Monaco, io non ho problemi.

Qui stiamo giocando il miglior calcio della serie A.
Non so quanto potrà durare, perché molto dipenderà dalle condizioni di Pizarro e Borja Valero, e comunque abbiamo sempre da buttare nel mezzo Aquilani e anche Matias Fernandez, ma ieri sera abbiamo annientato sul piano del gioco la Juventus.
Sono molto preoccupato per i punti che non abbiamo fatto, per me sono già cinque tra Napoli, Parma e Juve.
E a quelli che dicono che allora saremmo in testa alla classifica io rispondo: e perché no?
Invece temo che ci toccherà rimpiangerli questi punti persi, ieri solo per sfortuna e per mancanza di attaccante vero (già sentita, lo so, però è così, e Toni mi sembra lontanissimo da una condizione atletica accettabile).
Oggi parlano tutti bene di noi, io starei attento a non perdermi nella dolcezza dei commenti, sarà perché ho ancora dentro il fiele di una grande incompiuta, ma ancora all’alba del giorno dopo non riesco ad essere completamente soddisfatto.
Dovevamo vincere, meritavamo di vincere, e stiamo studiando per diventare una grande squadra con un degno capitano.

Piccolo esercizio di memoria: vi ricordate dove eravate e cosa stavate facendo nelle ultime cinque Fiorentina-Juventus?
Faccio spesso questo esperimento per la pratita per me più importante dell’anno, andando anche più in là col tempo per capire a che punto sto con la memoria e per vivere di nuovo certe sensazioni.
Questo per spiegare che comunque vada a finire domani sera quella di domani sera sarà una partita snodo della stagione, una di quelle cose che segnano nel bene (speriamo) o nel male.
Ci vorrà il cuore caldo e la testa freddo e sarà una durissima battaglia perché mai ho visto in più di quaranta anni di lotta contro la Juve una squadra così “cattiva” e determinata di questa.
Neanche la prima di Lippi, che aveva in Baggio un sublime poeta che però un po’ si estraniava dalla lotta.
Qui no, qui picchiano tutti e giocano pure molto bene, ma noi siamo la Fiorentina e io ho visto negli anni settanta squadre molto scarse vincere contro i campioni, quando le differenze erano molto più ampie rispetto a domani sera.
Consiglio a questo proposito una bella visione del 4 a 1 del 1975, con un’occhiata alle due formazioni: coraggio che mancano ormai poche ore.

…e tu non puoi farci niente, parafrasando Humphrey Bogart, nel film “L’utima minaccia”.
Confesso che oltre trent’anni di calcio raccontato non mi hanno proprio insegnato niente.
Quando Jovetic è andato a battere il rigore ho pensato nell’ordine le seguenti cose: Jo-Jo rimane certamente capocannoniere, se la Juve stasera pareggia, martedì la superiamo, chissà come faremo a tenere per tre giorni l’ambiente tranquillo dopo questa vittoria.
Ora, chi se la prende con Stevan, come ho sentito ieri sera negli sms arrivati a Radio Blu, non solo è un irriconoscente, ma ha probabilmente bisogno di un bel periodo di riposo, se non addirittura di evitare di tifare Fiorentina.
Jovetic è stato al Tardini uno dei peggiori, ha battuto malissimo dagli undici metri, ma che ci ha retto nelle prime tre partite sul piano realizzativo dopo il tanto lavoro del centrocampo?
Semmai il problema è sempre lo stesso: ci manca una grande punta, lo dicevo quando Toni segnava, lo ribadisco ora che ha fatto il fallo da rigore (e poteva pure essere ammonito per la seconda volta).
La Fiorentina è questa, si difende male, ma gioca bene a calcio ed io, che ho passato una nottata per buttare giù la delusione, sono soddisfatto perché ho ritrovato il gusto di vederla e di soffrire per lei.
Prima, per due anni, c’erano solo macerie e polemiche assurde e personali.

Ieri pomeriggio è stato ricordato dal Parma Pino Colombi, un signore della radiofonia, il primo con Gian Carlo Ceci a raccontare a metà anni settanta gli emiliani allora mi pare in C.
Assomigliava vagamente a Gerry Scotti ed era di una gentilezza unica, era uno di noi che ci sbattiamo da decenni con i fili telefonici prima e con i telefonini adesso certamente più per passione che per guadagno.
Io mi sono emozionato perché il Parma per rendere omaggio alla sua memoria ha chiesto il minuto di raccoglimento e ha fatto giocare la squadra con fascia nera al braccio in segno di lutto.
Vabbeh, ci ho pensato, sperando che sia il più lontano possibile, però ci ho pensato….

Sì, lo so, tra poche ore parto per Parma e quindi dovrei pensare alla partita del Tardini, ma per fortuna io la commento e basta, mica lo gioco.
E allora posso tranquillamente indignarmi e incavolarmi per le parole del signor Massimo Carrera, un provocatore beneficiato e miracolato dalla squalifica di Conte.
Il signor vice allenatore della Juventus viene ad insegnarci lo stile e il calcio facendo un processo alle intenzioni alla Fiorentina e a chi la ama, mostrando con supponenza una certa aria schifata di fronte al fatto che al suo capo venga assicurata un’adeguata copertura schermata.
Scusi signor Carrera, ma qualcuni della Fiorentina a livello ufficiale ha mai detto che Conte non deve venire allo stadio?
Solo che dovrebbe solo assistere alla partita perché è squalificato e mi pare oltraggioso per tutti la farsa che va in scena a Torino ogni volta che la Juve gioca in casa, oppure l’esproprio effettuato a Udine per favorire il tecnico che si è messo in testa un’idea meravigliosa.
Vede signor Carrera, qui a Firenze è nato il terzo tempo, sulle maglie dei giocatori c’è una scritta “Save the children”, lo stile non ce lo deve insegnare lei, semmai è il contrario

Mica male lo scontro tra Inzaghi e Allegri, che se non li divide Filippo Galli finiscono alle mani mentre dovrebbero spiegare ai ragazzi del Milan quali sono i valori della società.
Io ho un grandissimo rispetto nei confronti della società rossonera, qualcosa che è cresciuto in modo esponenziale il giorno in cui si sono presentati al Franchi per salutare Stefano Borgonovo: c’erano tutti, quelli di oggi e di ieri, e a livello di classe negli ultimi venticinque anni (Marsiglia a parte) credo abbiano dato ampie dimostrazioni di stile.
So quello che stanno facendo per Edoardo Pazzagli e davvero la loro organizzazione ha pochi eguali.
E però succede che i campioni smettano di giocare, che non ci siano più esempi da seguire e che uno spogliatoio gestito con le regole del buon senso antico diventi esattamente come tutti gli altri.
Ormai mi pare che siano allo sbando, si riprenderanno certamente e torneranno a vincere, ma intanto quest’anno…

« Pagina precedentePagina successiva »