Ero rimasto tra i pochissimi ad illudermi, ma questo è un difetto caratteriale che mi porto dietro da sempre, mi piacciono i lieto fine, in tutto

Il primo agosto 2002 fino all’annuncio ufficiale della morte dell’AC Fiorentina, e mentre conducevo una diretta sportivamente drammatica, una parte del mio cervello viaggiava verso lidi sconosciuti, in cui un cavaliere viola arrivava in Lega e pagava i vecchi debiti salvandoci

Ok, Nico se ne va: colpa sua, colpa di Commisso, colpa del troppo caldo, dell’aumento dell’inflazione, non sa, fatto sta che siamo più deboli. Tecnicamente molto più deboli

Tutte le attenzioni si stanno pericolosamente portando su Gudmudsson, che però ora è infortunato e che al massimo potrà essere come l’argentino, che a me sembra obiettivamente più forte, ma spero di sbagliare

Ribadisco il concetto: a questa squadra manca la qualità. Nella scorsa stagione eravamo più o meno d’accordo nel ritenere la Fiorentina una squadra normale con tre eccellenze tecniche: Nico, Bonaventura e illusoriamente Arthur, ora (forse) abbiamo un centravanti e Gudmudsson e i conti per ora non tornano

L’hanno presa sottogamba? Non credo, era la prima a Firenze e lo scetticismo che si respira in giro è sicuramente filtrato negli spogliatoi

Qui il problema è strutturale: ci manca la qualità, che già scarseggiava l’anno scorso, figuriamoci ora senza Bonaventura, Nico e anche Castrovilli, attendendo messianicamente Gudmudsson

Il centrocampo è proprio povero, di idee e di personalità, alla fine ne ha dimostrata, pur con tutti i suoi limiti, più Bianco di Mandragora, ma siamo veramente bassi, in difesa manca la forma fisica e anche un altro titolare

Colpani ha bissato Parma, aspettiamo ovviamente, ma ci vuole molta più personalità e meno male che Kean mi sta smentendo: siamo un cantiere aperto, ma i lavori non possono essere rimandati a settembre

Chi ci capisce è bravo, ovviamente senza partire dai pregiudizi verso l’una o l’altra parte

Sarò pure Alice nel Paese delle Meraviglie, ma ancora non so se la Fiorentina vuole tenere Nico o lo vuole cedere, oppure se è lui a fare le bizze per andarsene

Commisso può benissimo permettersi di tenere il giocatore, non ci sono problemi economici e la società ha un bilancio meraviglioso, e quindi?

Lui vuole andare via?

E lo comunica a metà agosto dopo aver firmato un ricco contratto fino al 2028 dodici mesi fa ? Se così fosse, ma davvero non lo so, saremmo di fronte alla solita storia che sta portando il calcio alla bancarotta: i giocatori fanno sempre quello che vogliono ricattando i club perché “non si può tenere uno scontento”

Intanto riparte la faticosissima Conference e in molti hanno la stesse sensazioni di quando devi andare per forza ad una cena di lavoro, ma poi, turno dopo turno, se ci arriviamo, scopriamo viva via che passa il tempo che i commensali non sono poi così antipatici

Sono arrivati i dati di ascolto relativi al primo semestre 2024 e nella provincia di Firenze Radio Bruno è al primo posto con 47.000 ascoltatori nell’ora media

Segue Controradio con 26.000, Lady Radio con 25.000 e RDF con 22.000

Grazie!

E’ un pareggio robusto per come è stato ottenuto e giustamente il Parma recrimina per le molte occasioni fallite, quindi alla fine si può essere soddisfatti di come sia finita

Non si è visto quasi niente del nuovo gioco di Palladino, anche perché nessuno saltava l’uomo, a cominciare da Colpani, che pareva un ragazzo della Primavera all’esordio in serie A, mentre invece Kean ha dimostrato di essere un’altra cosa rispetto a Nzola, Cabral e l’ultimo Belotti: con lui il pallone è in cassaforte, se poi arrivasse anche qualche assist potremmo misurarlo come uomo-gol

Senza la prodezza di Biraghi, avremmo perso, per questo per me è stato il migliore, perché nel calcio contano moltissimo gli episodi, così come si valuta l’impegno di chi va in campo e qui arriviamo ad Amrabat

Non so se lui pensi davvero di essere un centrocampista a livello mondiale, oppure se glielo hanno fatto credere, fatto sta che personalmente non ne posso più di vederlo in campo con la maglia viola in quel modo, come se ci facesse un piacere a giocare, a volte sembra il decimo chiamato da casa all’ultimo momento per le partite di calcetto

C’è molto da lavorare e credo lo sappiano benissimo Palladino e la società, intanto, aspettando Gudmundsson, accontentiamoci

All’alba dei miei lontani 16 anni mi ripresi a stento dalla ripetuta consultazione del numero di Playboy che offriva ai suoi lettori una Paola Quattrini sinceramente strepitosa, e ancora oggi che è una bella signora ottantenne la guardo ammirato in televisione

Le attrici, le cantanti, le sportive, chiunque ne abbia avuto voglia si sono sempre svestite in favore di telecamera o macchina fotografica e sono sempre stati giustamente fatti loro. Alcune, grazie a calendari e copertine su riviste patinate, quando ancora i giornali si vendevano, si sono comprate la prima casa

Sono un ammiratore della bellezza di Elodie, difficile non guardarla sui giornali o in televisione, magari non prestando neanche troppa attenzione alla parte vocale, ma da qualche giorno ho molte perplessità sulla sua entrata a pieno titolo nella foltissima schiera degli insopportabili moralizzatori di sinistra

Dunque la nostra bellissima Elodie ci ammonisce, dichiarando che le sue foto sexy sul celeberrimo Calendario Pirelli saranno una risposta alla Meloni e alla politica della destra

Davvero? Non ci avevo mai pensato

E io che credevo che il Calendario di qualche anno fa della futura ministra forzista Carfagna, peraltro neanche così brutto…, fosse solo qualcosa di commerciale. Mi sbagliavo: anticipava da destra l’evoluzione del ruolo della donna…

Dai Elodie, anche meno, il Calendario lo vedranno e lo compreranno lo stesso, non importa rincorrere l’odiosissimo politicamente corretto

Il nuovo è sempre meglio del vecchio, almeno così sembra, perché è vero che siamo animali abitudinari, ma quanto ci piace l’idea di cambiare: macchina, lavoro, vacanze, magari fidanzata/o o moglie/marito, poi magari ci accorgiamo che era meglio prima, ma l’istinto è quello

E così è nel calcio, qualcuno però mi deve convincere di come, a parità di condizione fisica, un ottimo calciatore islandese di una squadra di bassa classifica sia meglio di un quasi titolare della Nazionale argentina Campione del Mondo e fresco vincitore della Coppa America

Hanno più o meno la stessa età, però uno è abituato a giocare con Messi e Lautaro, l’altro con Thorsteinsson e Willumsson, ma nonostante tutte queste oggettive considerazioni ormai è scattata la convinzione che Gudmundsson sia meglio di Nico, sulla base di cosa non si sa, ma la novità, appunto, eccita la fantasia viola, messa peraltro a dura prova dallo stagnante mercato estivo

Vediamo come andrà a finire

Se da otto decenni possiamo dire e scrivere quello che vogliamo è perché ottant’anni fa a Firenze, l’11 agosto 1944, ci siamo liberati di quel cancro chiamato fascismo, diventato con l’occupazione nazista metastasi dopo l’8 settembre del 43

Non dobbiamo relegare la democrazia a concetto astratto e pur senza farlo diventare un’ossessione, o un’arma dialettica da tirare fuori ogni volta che mancano argomenti non possiamo accettare in alcun modo il concetto di fascismo

Essere antifascista è un dovere di tutti, a cominciare proprio da che ha valori di destra come Patria, Famiglia, Merito, valori che meritano rispetto, ma che nulla hanno a che fare con ciò che il fascismo ha rappresentato per 23 anni in Italia e nella nostra città

E’ giusto celebrare la liberazione di Firenze, è giusto ricordare da dove veniamo, ringraziando almeno una volta l’anno chi è morto o è stato torturato per essere oggi uomini e donne liberi e libere

Trecento persone ad accogliere nell’inferno della calura fiorentina un portiere di 34 anni, fermo da una stagione e allora ci si pone delle domande

Perché sono sempre stato garantista, nel senso della tutela della proprietà privata, e poiché la Fiorentina è una normale Società per Azioni, chi detiene il pacchetto di maggioranza, e ha sborsato una valanga di soldi per acquistarlo, ha tutto il diritto di amministrare qualcosa di suo come meglio crede, spendendo o non spendendo e, se ci riesce, magari pure guadagnandoci, come accade ad alcuni scaltri presidenti

Una squadra di calcio però non è un’azienda come le altre, è qualcosa di unico, un’industria che vive essenzialmente sulle emozioni che sa rinverdire o suscitare nell’utilizzatore finale, che poi in questo caso sarebbe il milione abbondante di tifosi viola e di conseguenza i diciassettemila abbonati nell’anno della C2 o i trecento meravigliosi e sudatissimi ammiratori di De Gea

La Fiorentina non è dei tifosi, ma di Commisso, però solo i tifosi la tengono in vita, perché qui non si producono scarpe o generi alimentari, ma sensazioni, speranze, gioie e delusioni: senza di quelle finisce tutto

E bisogna essere molto, ma molto bravi per adeguarsi a questa giostra impazzita che si chiama calcio

Fino a qualche anno fa mi arrabbiavo, qualcuno l’ho pure denunciato e un po’ di soldi sono arrivati alle varie associazioni di volontariato, poi ad un certo punto me ne sono fregato e adesso ci rido sopra

Sto parlando dei coglioni da tastiera, non leoni, perché gli animali meritano rispetto, ma proprio coglioni, nel senso di mancanza della neuroni circolanti, qualcosa di esplosivo se abbinato alla frustrazione quotidiana

Cinque anni fa ero stato inserito in una ristretta lista di proscrizione da questi idioti perché avevo sempre mantenuto un atteggiamento equilibrato nei confronti dei Della Valle, secondo loro la prima cosa che Commisso avrebbe dovuto fare era escludermi da qualsiasi cosa riguardante la Fiorentina

In quei giorni tantissimi si erano messi a tappetino verso il nuovo arrivato, compresa gran parte della mia categoria che faceva a gara pur di avere da Rocco una benevola pacca sulla spalla, in redazione fremevano perché non facevo niente, aspettando incontri più istituzionali visto che dietro c’erano 40 anni di Pentasport

Oggi, molti degli adoratori di un tempo hanno cambiato idea su Commisso e tutti i coglioni da tastiera scrivono sui social (che continuo a non avere, ma mi riferiscono) cose infamanti sul mio conto perché secondo loro sarei schiavo della società, in molti poi tirano fuori la solita storia che con la Fiorentina ci campo

Bene, è venuto il momento di fare chiarezza: la mia società editrice fornisce un prodotto che comprende tra le altre cose la Fiorentina, che rimane il piatto forte, e che dà lavoro ad una quindicina di persone. Questo grazie certamente all’esistenza della squadra di calcio, ma il merito maggiore è racchiuso in ciò che produce, in termini di risultati di ascolto ed economici, visto che in Italia siamo l’unica realtà del genere a livello locale

Quanto a me, quarant’anni fa ho vinto un concorso per entrare in banca e da quindici sono il responsabile della rassegna stampa del più grande gruppo bancario italiano, quindi potrei vivere tranquillamente, certo con qualche agio in meno, anche senza la Fiorentina

Per quanto riguarda le critiche, credo che nella vita e nella nostra professione ci voglia equilibrio, è un principio che seguo dal 1978, quando ho cominciato a dire qualcosa alla radio: non mi piacciono i processi sommari e se leggete violanews.com troverete le molte cose che non mi tornano di questa strana estate viola, ma non sparo tanto per far sentire che urlo più forte degli altri, perché non l’ho mai fatto e sinceramente non ne ho bisogno

Lascio i coglioni da tastiera al loro povero destino, e a culo tutto il resto

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