Quanti di voi vedendolo in mezzo a tre, quattro altri corridori saprebbero riconoscere il volto di Vincenzo Nibali?
Maledetto doping.
Ci ha tolto il gusto dell’impresa, abbiamo paura di rimanere fregati e adesso siamo debitori verso Nibali perché ha vinto la più grande corsa del mondo non dico tra l’indifferenza, ma con titoli in taglio basso: per giorni sono contate di più le bischerate a ripetizioni di Balotelli che le sue vittorie.
Poi è arrivato Tavecchio e in fatto di idiozie ha oscurato tutti (ma che aspetta a togliersi dalle scatole?), però questo è un altro discorso.
Spero che Nibali si riprenda tutto con gli interessi, perché vincere un Tour così è da campioni veri e lui ha fatto meglio di Pantani, che pure fu celebrato ovunque.
Grandissimo, non c’è niente altro da aggiungere.

Da un’ora sono ancora più orgoglioso di tifare Fiorentina: siamo stati i primi a dire che il re è nudo e, aggiungo, pure impresentabile.
Vediamo se il sasso lanciato da Della Valle/Cognigni servirà a smuovere la montagna per far sì che Tavecchio venga seppellito da una valanga di pernacchie.
Se lo eleggono, sarà dura reprimere la nausea, ma ho paura che l’esempio viola non verrà seguito.

E chi se l’aspettava una Fiorentina così, dopo il lungo viaggio e con meno preparazione rispetto all’Estudiantes?
Sono in un luogo dove non si vede SI e dopo un quarto d’ora di battaglia col tablet ho perso la battaglia con il collegamento di Firenzeviola (complimenti ad entrambi per l’investimento) e quindi me la sono sentita in radio.
Vincere fa bene, in questo modo ancora di più, perché mi pare sia stato un successo meritato, il gol di Gomez è poi la ciliegina.
Se pensiamo agli affanni spagnoli e portoghesi del 2013, pur senza farla troppo lunga, mi pare si sia cominciato molto meglio.
Complimenti ad Andrea Chiavacci che da giorni ci sta raccontando magnificamente in esclusiva dal Sudamerica la Fiorentina su Radio Blu e che ha effettuato una radiocronaca impeccabile.

…che è sacrosanta, per carità, e che però per onestà intellettuale ci deve far pensare alle convocazioni per i Mondiali e a quanto ci siamo arrabbiati, io per primo.
Prandelli ha sbagliato l’approccio e soprattutto ha illuso ed evidentemente rischiato senza senso la partecipazione di Pepito nell’ultima amichevole importante contro l’Irlanda: se non era pronto, se aveva già deciso, come ha detto poi, di non portarlo in Brasile, che senso aveva mandarlo in campo?
Ovvio che il ragazzo abbia pensato di potercela fare e poi, in un’ottica di squadra, a quel punto era meglio mettere Insigne e così si vedeva che proprio non era all’altezza e magari veniva convocato Destro.
Detto tutto questo, e aggiungendo che le parole di Cesare dalla Turchia su Rossi erano intrise di un veleno assolutamente incomprensibile, bisogna riflettere sul fatto che Rossi non vada (giustamente) in campo neanche domani sera a Buenos Aires.
Sono al 100% con Montella per come gestisce il ragazzo, che è il diamante più puro che abbiamo in rosa, perché manca ancora più di un mese all’inizio del campionato, però mi pare corretto pensare che forse davvero cinquanta giorni fa non fosse in grado di reggere lo stress e soprattutto le botte di un Mondiale.

E’ la cosa più bella di questo lavoro: crei qualcosa che si vede, anzi si sente, subito.
La radio è unica, continua ad avere per me un fascino che è un misto di fantasia, impegno, intuizione.
Questa avventura in Argentina e in Brasile di Radio Blu è stata fantastica nella sua fase teorica, cioè quando l’ho pensata, peccato che ora scatti nella mia testa quel maledetto vizio del perfezionismo che mi accompagna da sempre.
Per questo arrivo negli stadi due ore prima della partita, per questo controllo tutto fino all’ultimo secondo: si potrebbe anche intravedere una sorta di insicurezza di fondo, io preferisco chiamarlo rispetto verso chi ci ascolta e che ha fatto sì che potessi costruire qualcosa.
Il problema è che stavolta io non ci sono in Sudamerica, e non ci sono neanche Sardelli e Loreto che avrei massacrato di chiamate, e quindi una SIM argentina che non si attiva già ti rovina metà pomeriggio.
Ora però sto ascoltando l’ottimo Andrea Chiavacci e quindi un po’ mi rilasso, ma solo un po’, fino alla conferenza di stasera…

A conferma del fatto che siamo tutti molto bravi con i soldi degli altri, la fantastica offerta per Cuadrado, quella come minimo da 40 milioni, ancora non è arrivata.
Dieci giorni e poi considererei chiusa la questione, magari con qualche riflessione in più che ci porta a dire che forse non giocare la Champions non aiuta il lievitare di prezzo di calciatori che evidentemente a certi livelli non sono ancora evidentemente considerati della sicurezze.
Comunque sia, l’asta per Cuadrado non c’è stata, credo che l’unica squadra pronta a tirare fuori quei soldi (cioè i 40 milioni per cui sono stato sbertucciato appena un mese fa) possa essere il Barcellona, però prima deve sistemare diverse cose in casa propria.
Ma Cuadrado non è Jovetic, che era inimmaginabile trattenere con tutte le boccucce e i mal di pancia del 2012/2013, Cuadrado il meglio lo deve ancora dare e se lo farà per la Fiorentina noi stapperemo bottiglie di champagne.

Stanno seppellendo il futuro con il loro passato, un passato putrido da cui non si esce mai.
Si vive con il terrore in Israele, non ci vado da 37 anni e dubito di andarci in futuro.
E’ come se il tempo del terrorismo in Italia si fosse prolungato per oltre quattro decenni e basterà pensare ai danni fatti qui, nel nostro spirito e nelle speranze future, per capire quanto tutto questo sia devastante.
Israele è l’unica vera democrazia di tutto quel territorio martoriato da avvoltoi, banditi, terroristi, approfittatori delle miserie altrui.
Ma io che sono nato per puro caso ebreo, così come potevo nascere cristiano o musulmano, non sono israeliano: gli ebrei non sono israeliani e ognuno gestisce il proprio senso di appartenenza come meglio crede.
Il mio è uguale a zero in termini di nazionalismo, lo è invece tanto quando sento darmi di “ebreo di merda”.
Quello che sta accadendo a Gaza non ha nessuna giustificazione, è uno sterminio di persone che mi angoscia e mi addolora ancora di più perché c’è di mezzo Israele che non può agire così: oltre 500 morti, e tantissimi bambini, non possono essere la contropartita di niente.
Quanto mi piacerebbe riuscire a seppellire il passato con un futuro diverso, ci stanno provando in Israele e in Palestina, ma ormai non li sente quasi più nessuno e invece dovremmo cercare di avere la forza di ascoltarli.

Spero che molti finiranno col rimangiarsi invettive e pesanti allusioni sul “bidone” che ci avrebbe rifiilato giusto un anno fa il Bayern.
Fatelo giocare Mario, fatelo giocare per almeno quaranta dei cinquanta e passa (speriamo) impegni ufficiali della Fiorentina e poi vediamo come va a finire.
Se è davvero peggio di Higuain, senza contare che c’era chi lo scorso anno aveva scomodato paragoni quasi offensivi per definire il suo valore tecnico.
Il ritiro di Gomez è stato perfetto, sotto ogni punto di vista, compreso quello mediatico.
L’uomo ha grande orgoglio e forse sarà bene dare una rispolveratina ai titoli del 2013, perché ancora secondo me la sua scelta di venire a Firenze ha del clamoroso, dopo la conquista del triplete e il corteggiamento del Real.
Diciamo che dopo un anno di stenti adesso siamo psicologicamente pari, ora cominciamo a divertirci.

Ho sempre pensato che vendere fosse molto più difficile che comprare.
Ci vuole abilità dialettica, costanza, intuito per capire quando è arrivato il momento che il possibile compratore sta per cedere.
Ecco, se Pradè e Macia riusciranno a piazzare tutti i viola in esubero, e sono tra una cosa e un’altra una ventina, io credo che meriterebbero di tenere una lezione di economia aziendale alla Bocconi.
Non credo sia un’impresa umanamente possibile perchè quei calciatori in più li hanno tutti e la Fiorentina non è neanche tra quelle messe peggio.
Il Milan, che deve cambiare molto più di noi, ha 52 calciatori…
Il fatto è che non li prendono neanche se li regali, perchè ormai conta solo l’ingaggio, che in alcuni casi a Firenze è veramente vergognoso.
In questo senso il tanto vituperato Vargas ha dato lo scorso anno una bella lezione di vita a tutti e quelli che dovrebbero dare un taglio netto ai propri emolumenti e che invece non arrossiscono di vergogna quando dalla sede viola partono i bonifici.

ADV non ha detto in pratica niente di decisivo, eppure la sua visita ha portato elettricità e ottimismo, merce non proprio abbondante in questo periodo.
Sulla vicenda Cuadrado sono d’accordo su quello che ha detto Mario Sconcerti al Pentasport, anch’io mi rifiuto di credere che la Fiorentina stia immobile ad aspettare il ritorno del colombiano tra oltre quindici giorni per poi chiedergli se ha piacere a restare a Firenze.
Dopo magari lui chiede qualche giorno per pensarci e così arriviamo sotto ferragosto…
Una grande società, oppure basterebbe dire una società guidata da grandi imprenditori, non ragiona così, in nessun campo, figuriamoci quando c’è da decidere un’operazione da cui dipende il futuro della squadra.
Esistono gli aerei ed esiste skype, ci sono i procuratori e i direttori generali: possibile che tutto sia immobilizzato fino a oltre inizio agosto?
Quello che non esiste, per ora, mi sa che sia l’offerta importante per la Fiorentina.
Magari c’è per Cuadrado, su cui viene scaricata anche giustamente la decisione, perché se vuoi andare a guadagnare almeno il doppio di quello che ti offriamo qui devi avere la correttezza di dirlo e saresti pure compreso, ma gli ormai 40 milioni non ha intenzione per ora di tirarli fuori nessuno.
Per ora.

E’ inutile, con ADV la pallina o cambia il giro o corre più veloce.
Un ritiro per adesso non trascendentale, questa è almeno l’idea che mi sono fatto io da lontano, viene elettrizzato dal suo arrivo e la giornata di domani non sarà certamente banale.
Secondo me queste sue incursioni sono troppo rare e capisco benissimo gli impegni del Gruppo e anche il rischio, peraltro molto relativo, di sovraesposizione, ma io lo scrivevo già nei due anni in cui la Fiorentina pareva dissolversi con le gestione one-man-show di Corvino (colpevolmente lasciato libero di muoversi come meglio gli pareva): rimaniamo aggrappati ad Andrea Della Valle, è l’unica possibilità di salvezza.
Ora quei tempi plumbei sono per fortuna finiti, la società si è molto più strutturata, però il calcio non è una normale azienda, anche se fattura milioni di euro.
Un errore arbitrale o un palo fa volare via milioni di euro, e su quello puoi fare poco, ma c’è soprattutto la componente emotiva e lì sì che puoi agire.
ADV potrà anche dire domani che Cuadrado non ce la facciamo a tenerlo (speriamo ovviamente di no) e la gente un po’ a fatica butterebbe giù, soprattutto se vedrà quella voglia di lottare degli ultimi 28 mesi.
ADV tornò veramente in campo nei tristi giorni dell’agonia di suo padre, era la primavera del 2012, perché si era finalmente reso conto che non aveva senso lasciare ancora la Fiorentina in quelle mani, da quei giorni non ha più staccato e i risultati si sono visti.

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