Chiudiamola entro la fine di questa settimana, per favore.
Altrimenti diventa una storia stucchevole, con un finale difficile qualunque sia la scelta di Montella.
Leggo che si sentiranno per telefono, mezzo importante, per carità, ma molto meno empatico di un bel colloquio a quattro occhi in cui ci si guarda in faccia capendo parecchio l’uno dell’altro.
In termini di percentuali siamo sempre intorno al 50%, mentre le altre caselle del puzzle degli allenatori si vanno completando e non rimangono tanti posti liberi di prestigio.
Impressione personale: occhio a quello che succede a Roma con Garcia, anche per i tempi della conclusione della verifica interna voluta dai dirigenti giallorossi.
Però sbrigatevi, perché nessuno si sta divertendo.

Un po’ per forza e un po’ per passione forse la storia tra Montella e la Fiorentina si può riaprire.
Se avverrà, spero che accada come in quegli amori quando una crisi profonda dà alla coppia la forza per ripartire su basi nuove ancora più solide, dando così un senso alla loro reciproca sofferenza.
Alla fine è un regalo: si capisce meglio l’altra persona, ci si stacca finalmente dal proprio egoismo e tutti stanno meglio, soprattutto i figli, che in questo caso sarebbero i tifosi.
Se invece dovesse essere una cosa stiracchiata, una decisione presa per mancanza di alternative (non ci sono soluzioni migliori per la panchina viola, il Napoli ed il Milan hanno preso altre strade), allora cominceremmo la nuova stagione con il piede sbagliato.
In questo caso comunque mi fido di Montella e Andrea Della Valle, non mi sembrano proprio uomini da compromesso, però decidetevi in tempi rapidi perché ci sarebbe pure da impostare la squadra per il 2015/2016.

Quarto posto, due semifinali di coppa, un mese entusiasmante: davvero si poteva chiedere di più a questa stagione, cominciata con tutte le negatività possibili, a partire dall’ennesimo infortunio di Rossi?
Finiamo in gloria, con un grande piazzamento che dà un senso più compiuto al ciclo Montella: non è lo scudetto di corviniana memoria, ma una grande soddisfazione quella sì.
Ci siamo divertiti ed arrabbiati, come poi in fondo è nella logica del calcio, cioè suscitare emozioni, adesso aspettiamo con pessimismo (il mio) l’evolversi della dialettica tecnico-società.
A volte penso che tra loro sia mancata più la forma che la sostanza, cioè che non siano piaciuti gli atteggiamenti della controparte e questo ha generato un malcontento che è poi diventato il problema che abbiamo oggi davanti.
E quelle sono questioni che si possono tranquillamente risolvere se esiste la buona volontà.

Sensazione personale: se tornasse ad una settimana fa, Montella userebbe parole diverse rispetto a quelle ascoltate a Palermo.
Oggi mi è sembrato molto più morbido, vuole un atterraggio tranquillo e comunque è chiaro che se ne vuole andare.
L’entusiasmo è come il coraggio per Don Abbondio: se non ce l’hai, non c’è niente da fare, specialmente se arrivi da mesi di rapporti difficili con la società, e Montella mi sembra che abbia tutto tranne che il sacro fuoco dentro, la voglia di continuare la sua avventura a Firenze.
Toccherebbe al tecnico in teoria l’ultima parola, ma in verità le carte le dà ADV: davvero pensa di rinunciare alla clausola rescissoria, liberando a costo zero il proprio allenatore?
Sono proprio curioso di vedere come andrà a finire.

La primavera del nostro scontento, tanto per fare una citazione letteraria.
Uno scontento che proprio non riesco a comprendere e neanche a giustificare.
Ma come?
Sette anni fa ci ritroviamo in decine di migliaia allo stadio per un quarto posto e una semifinale di Europa Leagus per festeggiare la squadra e domenica pare che ci sia un clima da ultima spiaggia, con risultati quasi identici e con in più una semifinale di Coppa Italia?
Non sarà mica colpa della Fiorentina (di Montella e Pradè) se il quarto posto, che tra l’altro potrebbe essere ancora conquistato, non permette più il possibile accesso alla Champions.
Ragazzi, diamoci una regolata.
E capisco che l’arroccamento viola sia deleterio e provochi frizioni ed antipatie, ma davvero c’è da essere arabbiati dopo quattro vittorie consecutive e questi risultati?

A parole siamo tutti bravi, specialmente con la vita degli altri.
Poi facciamo i conti con noi stessi, incontrando inevitabilmente il nostro peggiore nemico.
In quel preciso istante le cose cambiano radicalmente: puoi provare ad avere i migliori propositi, ma se pensi di aver subito un torto, se ritieni ingiusta una situazione, ti monta la rabbia.
Da lì al rancore il passaggio è molto veloce e può essere devastante, per te e per chi ti sta intorno.
Ed è qui che si vedono gli amici (o le amiche): sono quelli/e che ti ascoltano ripetere la stessa storia dieci, cento volte e non si stancano.
Loro, solo loro, sanno dirti dove stai sbagliando, non hanno paura di non darti ragione, di non compiacerti, affrontano il rischio dello scontro.
Il rancore è veramente il peggiore dei sentimenti: più distruttivo dell’odio, che nella sua negatività conserva una propria nobiltà e in qualche modo si eleva.
Liberarsene è il primo passo verso una vita migliore (stavo per scrivere felice, ma non vorrei allargarmi troppo).

Sarò fatto in un certo modo, sicuramente in controtendenza con il comune pensiero calcistico, però a me piacciono le cose serie.
Per questo motivo gradirei conoscere il prima possibile se questa benedetta clausola che libererebbe Montella solo dietro al pagamento di 5 milioni di euro esiste o non esiste.
Perché il tecnico viola ha esplicitamente detto in conferenza stampa a Palermo che la clausola non c’è, e siccome Vincenzo è una persona seria verrebbe voglia di credergli sulla parola senza stare troppo ad insistere.
Resta però il fatto che invece questa benedetta clausola parrebbe esserci: poiché il contratto di Montella io non l’ho mai visto, non sarebbe male se la comunicazione viola…comunicasse qualcosa di preciso sull’argomento, tanto per misurare fatti e persone.

Dispiace molto parlare del contratto di Montella dopo l’ennesima vittoria in trasferta, ottenuta tra l’altro con una prestazione secondo me molto buona.
Ma avendo avuto l’occasione di fare delle domande precise a Montella sono rimasto molto deluso dalle sue risposte che riassumerei così:
i contratti si fanno, si firmano, ma poi ci si mette d’accordo se non ci va più bene;
la massima ambizione possibile della Fiorentina è il quinto posto, quindi la missione è compiuta, arrivederci e grazie (non si capisce però perché non se ne sia andato dopo il primo quarto posto, molto vicino al terzo);
la clausola di 5 milioni perliberarsi dalla Fiorentina non si sa se c’è, ma anche se ci fosse esiste un’innovativa “clausola entusiasmo” per cui, se l’entusiasmo non c’è più, ci si guarda negli occhi e ci si lascia da buoni amici, senza prendere un euro.
A me tutto questo pare poco serio, ma forse sono un po’ all’antica e sbaglio io.

Quanto può dare la Fiorentina a Babacar di ingaggio?
Non più di un milione di euro netti, stabilendo magari incentivi per i gol e le partite giocate, che in questa stagione non sono poi state tantissime.
Se davvero chiede un milione e mezzo, vuol dire che lui ed il suo procuratore hanno perso il senso delle proporzioni perché questa stagione è stata buona, ma non ottima.
Devono essere date delle regole e pur capendo benissimo che il coltello dalla parte del manico ce l’ha il giocatore, non è pensabile essere sottoposti a dei ricatti solo perché Babacar ha il contratto in scadenza.
Dice: e se si libera a parametro zero tra un anno?
Ok, corriamo il rischio impiegandolo pochissimo e poi vediamo se in giro per l’Italia saranno in molti a sborsare tre milioni lordi per portarselo a casa.
A me Baba sta pure molto simpatico, ma mi sta più a cuore la Fiorentina e quindi, sia pure a malincuore, sono disposto a salutarlo senza troppi problemi.

In molti chiedono: ma che fai, che farete, dal primo luglio?
Beh, intanto guardiamo di fare il massimo fino al 30 giugno per quella magnifica bambina, poi diventata una splendida donna perché ha già 35 anni, che è Radio Blu a cui vorrò sempre bene.
Poi vorrei dare una piccola notizia che getterà nello sconforto quelli che non mi sopportano più (e magari hanno pure ragione): non mi sono affatto stancato di fare radio e dal primo luglio ci sarò, come e più di prima.
E come e più di prima ci sarà sempre il Pentasport, con tutti i suoi fratelli minori, ma sempre curati con cura: dalla trasmissione all’ora di pranzo a Viola nel cuore, più un’altra piccola grande sorpresa.
E la radiocronaca?
Un po’ di pazienza, non manca molto alla fine della stagione….

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