A parole siamo tutti bravi, specialmente con la vita degli altri.
Poi facciamo i conti con noi stessi, incontrando inevitabilmente il nostro peggiore nemico.
In quel preciso istante le cose cambiano radicalmente: puoi provare ad avere i migliori propositi, ma se pensi di aver subito un torto, se ritieni ingiusta una situazione, ti monta la rabbia.
Da lì al rancore il passaggio è molto veloce e può essere devastante, per te e per chi ti sta intorno.
Ed è qui che si vedono gli amici (o le amiche): sono quelli/e che ti ascoltano ripetere la stessa storia dieci, cento volte e non si stancano.
Loro, solo loro, sanno dirti dove stai sbagliando, non hanno paura di non darti ragione, di non compiacerti, affrontano il rischio dello scontro.
Il rancore è veramente il peggiore dei sentimenti: più distruttivo dell’odio, che nella sua negatività conserva una propria nobiltà e in qualche modo si eleva.
Liberarsene è il primo passo verso una vita migliore (stavo per scrivere felice, ma non vorrei allargarmi troppo).