Ci girano un po’ a tutti, inutile negarlo.
Stiamo aspettando, ma i nostri borbottii, in alcuni casi urla d’allarme, non aiutano nelle trattative.
E’ chiaro che molto deve essere ancora fatto ed io ancora non ho capito se in questa estate esiste la volontà di mettere qualcosa che vada oltre quello che si incassa dalla cessione dei pezzi pregiati o presunti tali.
Insomma, se siamo all’autofinanziamento puro oppure no.
In questo sarebbe bene che ci fosse un pronuniciamento chiaro da parte di Andrea Della Valle: si dicono esattamente come stanno le cose e poi ognuno si regola come crede, compreso fare o non fare l’abbonamento

Arrivi ad un certo punto della tua vita in cui devi per forza fare i conti con quello che sei, pregi e difetti.
Per esempio, invecchiando, io sono diventato di un sentimentalismo inimmaginabile verso i miei figli, e dopo aver montato un blanda resistenza per qualche tempo adesso vado giù dritto senza ritegno.
Roba da far impazzire ogni indicatore di glucosio…
A volte penso che dipenda dal fatto di aver contribuito alla loro nascita (perché i meriti, diciamo la verità, sono all’80% della mamma: se dipendesse da noi maschi il mondo si estinguerebbe in fretta…) in età non più giovane e tralascio Cosimo perché lì ero quasi fuori tempo massimo.
Comunque sia, ieri sera rientrava Camilla dopo 15 giorni in Inghilterra e ho “costretto” il pargolo di casa ad aspettarla all’aeroporto con un bouquet floreale che a Peretola si distingueva molto bene in mezzo alla piccola folla perché era l’unico.
Gli altri trenta genitori erano tranquillamente in attesa, o almeno così sembravano, del ritorno di quell’essere strano e multiforme chiamato adolescente.
Io no, ero veramente emozionato, nemmeno Camilla fosse andata al fronte durante la prima guerra mondiale e tornasse viva da anni di battaglie in trincea.
Non oso immaginare il giorno in cui diventerò nonno, ma almeno lì si gode di un vantaggio inestimabile: si potranno viziare i nipoti senza ritegno, tanto poi toccherà ai lor genitori la durissima arte del recupero.

Incomprensibile l’atteggiamento della Fiorentina nel comunicare un evento positivo come quello dell’arrivo di ADV in ritiro.
Per la serie: come posso farmi male da solo, perché qualcuno mi deve spiegare cosa sarebbe cambiato nella strategia societaria se Andrea avesse convocato una bella conferenza stampa e dopo aver annunciato il rinnovo di Bernardeschi avesse amabilmente cazzeggiato con i giornalisti, chiamando poi a raccolta il popolo viola per gli impegni prossimi e futuri.
Sarebbe saltato un acquisto?
Mah…
D’altra parte però non capisco neanche questo precipitare verso il pessimismo cosmico sulla prossima stagione, roba che Leopardi a confronto sembra essere un inguaribile ottimista.
Pensiamo davvero che verrà allestita una squadra da decimo posto?
Io non credo proprio, certo ci saranno le scommesse, ma c’erano pure tre anni fa perché Borja Valero, Gonzalo o anche Pizarro e Cuadrado non mi sembravano proprio uomini su cui puntare ad occhi chiusi.
Via, un pizzico di fede viola in più e di scetticismo in meno e forse passiamo pure questa giornata di caldo asfissiante.

E se fosse Ilicic il nostro valore aggiunto?
Me lo raccontano determinato e perfino sorridente: basterebbe rimanesse sui livelli dello scorso maggio per avere un titolare inamovibile e chissà che Paulo Sousa non abbia le chiavi giuste per aprire il mistero di questo sloveno tanto bravo quanto chiuso.
Certe volte con lui bisognerebbe avere due palloni, come succedeva trent’anni fa con il mio amico Alessandro Paoletti, bravo tecnicamente, per carità, ma un po’ improduttivo ai fini del gioco: finta, controfinta ed eri sempre lì.
Ecco con Ilicic per buona parte della stagione sembrava una partita persa, poi si è come svegliato dal letargo e ha cominciato ad essere decisivo.
Magari va a finire che gli dovremo allungare il contratto.

Non immaginavo che fosse così entusiasmante l’inizio dell’avventura a Radio Bruno Toscana.
Sarà forse perché è magicamente coincidente con una nuova e bella fase della mia vita privata, fatto sta che mi sto divertendo molto, pur nelle inevitabili difficoltà dell’inizio.
Per esempio è molto importante avere gli ospiti in studio, ora che finalmente siamo a Firenze, che era poi il mio sogno da 35 anni.
Ne abbiamo avuti due al giorno, a volte pure tre, e le cose cambiano perché il ritmo aumenta, gli argomenti variano, io, che sono ormai un rompipalle a livello europeo, riesco perfino ad essere soddisfatto.
Poi c’è l’aspetto tecnico: Prandi e Bolognesi ti assistono in tutto, e se è vero che abbiamo sottovalutato il problema delle frequenze è altrettanto certo che entro l’inizio del campionato tutto sarà a posto e la radiocronaca avrà una diffusione ancora maggiore rispetto a prima.
Lavorare in coppia con Maurizio è come andare in piazza Savonarola da ragazzi, se arrivassero il Campucci, il Mosca, il giovane Sandrucci e il Paoletti si potrebbe pure pensare ad un bel tre contro tre nel giardino di inverno adiacente ai nostri bellissimi studi.
Poi magari stiamo fermi per una settimana causa dolori articolari, ma questo è un altro discorso.
Chiudo con un ringraziamento doveroso alle tantissime persone che ho incrociato a Moena e che mi hanno dimostrato affetto chiedendo una foto o un autografo allo stand di Radio Bruno Toscana.
Sentendo il loro calore, ascoltando le accorate lamentele perché non potevano sentire il Pentasport, ho capito una volta di più la responsabilità di guidare un gruppo che magari ha già fatto qualcosa nella vita mediatica viola, ma che ogni giorno deve dimostrare di meritarsi gli ascolti che ha.

P.S. Per il discorso frequenze: ci date tempo fino al 31 luglio?
Ragazzi, avrete delle bellissime sorprese…

Care mogli, mamme, nonne, fidanzate, sorelle, amanti occasionali e non occasionali, non disperate.
Esiste una minima possibilità (proprio minima, eh) che il genere maschile migliori leggermente in quella che è una delle sue caratteristiche più insopportabili: il grido di dolore di fronte al più piccolo malessere fisico.
Certo, ci vuole un po’ di tempo, nel mio caso “appena” una cinquantina d’anni, ma poi qualcosa forse accade.
A qualcuno dei miei colleghi maschi comunque non succede mai e questo mi consola.
L’altra metà del cielo partorisce, sta male, se va bene, tre giorni al mese, fa analisi invasive come se andasse al lavoro, pulisce cacca e vomito dei piccoli e mi fermo qui.
Noi spesso abbiamo dei problemi per una TAC, ma ci sono dei margini di crescita ve lo assicuro.
Per esempio: non penso più due giorni prima che dovrò fare un’analisi del sangue due giorni dopo.
E non formulo più ipotesi fantasiose sull’al di là quando sono colto da un’influenza gastrointestinale, come mi sta succedendo in questi giorni.
Non vorrei esagerare, ma posso dichiarare con fierezza che ho sopportato con virile rassegnazione i molti tragitti verso il bagno ed il malessere generale senza mai pretendere che il mondo si fermasse per assistermi.
Ancora una ventina d’anni e poi sarò completamente affidabile.

Il popolo viola è incredibile e basterebbe poco per far decollare la situazione verso prospettive più entusiasmanti di quelle attauli.
Il clima a Moena è tranquillo, tendente al bello: saranno state le giornate di sole che rendono questa zona d’Italia ancora più bella (se proprio dovessi trasferirmi da Firenze, un pensierino per venire da queste parti ce lo farei), sarà stato il clima di festa creato nello stand di Radio Bruno Toscana, dove regaliamo penne, cartoline e palloncini, fatto sta che il nervosismo fiorentino qui sembra lontano anni luce.
Basta un saluto di Pepito per accendersi, magari condito da un incoraggiamento ironico a Marione, imballato come spesso gli è accaduto, ma siamo all’inizio e dobbiamo avere fiducia.
Oggi intanto hanno deciso di far passare i giocatori nel Village: finalmente!
Aprirsi verso chi ti ama non ha mai fatto male a nessuno.

Intanto mi muovo io, che parto in tarda mattinata per Moena con la compagnia giusta e sarà un gran divertimento.
Per chi sale su l’appuntamento è al Village Viola, allo stand di Radio Bruno Toscana, che è l’emittente ufficiale del ritiro, per la distribuzione di gadget di varia natura.
Se Sardelli e Zoccolini non si sono troppo distratti, ci dovrebbero essere anche loro nel fine settimana a colloquiare con i tifosi e a regalare palloncini, penne, cartoline e via andare.
Poi però bisognerebbe che si muovesse pure la Fiorentina, quasi incredibile nel suo immobilismo.
Non sono certo uno che si preoccupa troppo se al 10 luglio la squadra è ancora completamente o quasi da fare, ma una spinta all’entusiasmo che latita si potrebbe pur dare.
Vediamo se riesco a capire qualcosa in più dell’aria che tira stando sul posto e regalare quindi un po’ di ottimismo.

Non ho resistito alla tentazione della citazione pirandelliana, ma in verità avrei dovuto scrivere cinquantenni smarriti.
Eccola qui oggi la generazione dei ragazzi degli anni sessanta: la maggior parte di noi è in difficoltà perché abbiamo posticipato il problema.
Nel senso che la famosa crisi di mezza età, che ai tempi dei nostri genitori era ai quaranta, adesso l’abbiamo spostata avanti di un buon decennio.
Si fanno i bilanci e non sempre i conti tornano, così si pensa spesso di far scorrere all’indietro le lancette del tempo di un bel po’ sia nei ragionamenti, che nei valori interiori e nei comportamenti.
Alcuni se ne approfittano e diventano nuovamente adolescenti, incuranti del senso del ridicolo ed imbarazzanti agli occhi dei figli.
Poi ci sono quelli come me, innamorati persi della storia, sempre pronti a guardarsi indietro e anche questo è uno sbaglio perché tanto il passato non si cambia e non è affatto detto che il meglio debba ancora venire, anzi.
Insomma, cari ventenni, trentenni e quarantenni: attrezzatevi.
Perché la nostra è un’età difficile, ma non impossibile.
State però tranquilli che ce la potrete (forse) fare anche voi.
E poi la vita riserva ogni tanto delle emozioni uniche, cristalline, che neanche a pensarle delle notti intere avresti potuto immaginarle così belle.

Pare che ci sia il rischio concreto di vedere la Fiorentina pochissimo, mentre per ascoltarla da editore del Pentasport sono assolutamente tranquillo: se non si possono mandare più di tre minuti di conferenza stampa e/o di interviste, a Radio Bruno Toscana ci adegueremo e riempirono gli spazi mancanti con la qualità dei nostri giornalisti e opinionisti
Che senso ha tutto questo, al di là di una ovvia monetizzazione che rischia però di diventare un boomerang, perché qualcuno mi deve spiegare quanto interesse possano avere i partner viola a stare dietro con il loro marchio durante le conferenze di Sousa se poi devono andare in tv per un massimo di 3 minuti.
Il problema però è quello che la diffusione della Fiorentina, la penalizzazione per il tifoso e un domani molto prossimo anche per la società che perderebbe un magnifico e unico volano per pubblicizzare se stessa.
Chissà se hanno pensato a tutto questo nel 2012, quando hanno firmato il contratto e chissà perché per tre stagioni quel contratto lo hanno lasciato nel cassetto.

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