La dolcezza dell’imperfezione
Per non so quanto tempo, certamente decenni, ho preteso da me stesso il massimo in tutto e se non raggiungevo l’obiettivo ecco profilarsi immancabilmente la macerazione interiore.
Da un po’ di tempo in qua sto invece coltivando la dolcezza dell’imperfezione.
Non riesco più a fare tutte le radiocronache? Pazienza, ho creato un bel gruppo in grado di sostituirmi quando non ci sono.
Da padre separato cucino come posso e non sempre ottengo il massimo del gradimento? Vorrà dire che andremo a mangiarci una pizza fuori.
Arrivo in fondo alle giornata e mi rimangono inevase alcune cose che qualche anno fa avrei sicuramente fatto? Andranno a domani.
Sembra poco, ma è una rivoluzione copernicana