Dispiace perdere lo scudetto in questo modo e probabilmente l’importanza deell’intero campionato Primavera lo si comprende ora più amaramente con la sconfitta piuttosto che con la vittoria.

Nel 2006 andò ancora peggio, senza contare che davanti c’era la Juve, ma resta il fatto che non vinciamo più il titolo dal 1983, con Guerini in panchina  e dopo che per decenni siamo stati considerati uno tra i migliori settori giovanili italiani.

Consoliamoci parzialmente con il trio Babacar-Bernardeschi- Chiesa, che dalla Primavera arriva dopo anni di siccità calcistica e aspettiamo Bigica: sono molto curioso di conoscerlo da allenatore.

Pare che i principali motivi di stress nella vita siano essenzialmente tre: la perdita di una persona cara, la separazione, il trasloco.

Sono stato per ora fortunato col primo, mentre col secondo e col terzo mi sono portato avanti col lavoro: due divorzi e negli ultimi due anni quattro case cambiate.

Aggiungerei però anche una quarta causa di logoramento psicologico: il cambio del cellulare.

A mia parziale discolpa dirò che che il mio non scattava più le foto, la telecamera non funzionava e da qualche mese era pure dotato di vetro vintage, nel senso che ricordava certe finestre scheggiate prese d’assalto dagli autonomi negli anni settanta

Se devo essere sincero fino in fondo, penso che si potesse sopravvivere lo stesso anche senza immortalare i momenti o le situazioni che un tempo rimanevano semplicemente incollati nella nostra memoria.

Comunque sia, si cambia.

Ed eccolo qui il signore di mezza età (o diversamente giovane, fate voi…), molto parzialmente evoluto digitalmente, alle prese con il primo momento di smarrimento di una giornata difficile: oddio, ma ora starò due ore senza il cellulare a causa dello spostamento dei dati.

Sensazioni: mi manca qualcosa, però…non è poi così drammatico, ma sì, bisogna farlo tutti i giorni di stare un po’ senza (della serie: basta con lo smog, domani lascio la città e vado a vivere in campagna), palpata frequente delle tasche, ma dove l’ho messo? Ah già è dal rivenditore! Ok, sono passate due ore, vado a riprenderlo.

E qui comincia il mal di mare, anche se all’inizio non sembra perché si accendono tutte le lucine, che poi sarebbero le icone, e ti senti come un bambino al luna park: ma allora c’è tutto!

E’ più bello, più elegante, più figo!

Eh no, che non c’è tutto, manca la rubrica, cioè tutti i contatti, e mancano tutte le applicazioni, compresa la famigerata what’sapp! Beh, travaseranno anche quelle, basta chiedere al tipo in divisa.

“Scusi, qual è la password per accedere a iCloud?”, ed è il momento peggiore.

iCloud?

Ti sei sempre tenuto alla larga da queste cose per te quasi volgari e pure con un vago senso di superiorità: tu sei uno di quelli che per esempio i libri li legge sulla carta mica al telefonino, e che diamine! Un uomo (di mezza età) evoluto, ma con sani pincipi…

Sì, però qui senza la password è come avere una ruota bucata ed essere fermo in autostrada, ti ticordi vagamente di un passaggio di dati effettuato forse un anno fa, con tanto di un nome a te caro fornito al tecnico (anche lui ovviamente in camice bianco, tipo ospedale), ma qual è?

Niente, sei perso. Escluso dal mondo.

Suona il cellulare e riconosci magicamente il numero della tua compagna, senza che ci sia  bisogno di nome e foto.

Bello, forse anche romantico, ma il resto?

Il vuoto più assoluto.

Vai preoccupato da un altro mago del computer, gli spieghi accorato il dramma che stai vivendo e quello, come con l’infermiera di un ambulatorio medico, ti dà appuntamento per il giorno dopo per “vedere quello che si può fare”

Poi, il miracolo: gli dei della tecnologia ti vengono in soccorso e spunta l’illuminazione della password, che era poi la stessa che ti chiedeva Cosimo per scaricare i giochi, provi chiudendo gli occhi e…non viene rifiutata!

Sei di nuovo nel mondo digitale, tiri un sospiro di sollievo.

E come quando eri bambino e avevi superato il guaio, prometti che ti comporterai bene, sicuramente meglio di prima.

E che tratterai il tiranno che hai in tasca nel giusto modo, per evitare di cambiarlo di nuovo nei prossimi due anni.

Estate del 1968, Castiglioncello.

Ho un amico del cuore, si chiama Riccardo e nei miei vaghi ricordi dell’epoca gioca bene a pallone e siamo sempre lì, all’ombra sotto una specie di pontile: io che non la prendo mai (una vera schiappa) e lui invece molto dotato.

A quei tempi ero un bambino molto buono, però feci una bizza clamorosa perchè volevo che Riccardo venisse a casa a giocare nonostante il no di mia mamma, mi arrabbiai tanto che spaccai il vetro e sul braccio ho ancora il ricordo di quella medicazione dolorosa.

Riccardo aveva un babbo famoso, faceva il calciatore ed era da poco passato alla Juve, neanche troppo convinto.

Mi metteva soggezione perché lo “collezionavo” nelle figurine Panini e una sera alla radio avevo sentito che insieme ad altri dieci aveva vinto la Coppa Intercontinentale.

Molti anni dopo avrei conosciuto meglio quel babbo tra studi televisivi e negozi a Grassina, e la sua dolcezza, ammantata da una sevrità molto di facciata, mi avrebbe conquistato.

Giuliano Sarti è stato un portiere fantastico, avanti anni luce per i suoi tempi, ma vi assicuro che l’uomo valeva l’atleta.

E, credetemi, è qualcosa che non si può proprio dire per tutti.

 

Bernardeschi nicchia e quindi è quasi ufficialmente in vendita, di Kalinic già sappiamo da un pezzo, Badelj e Ilicic sono più o meno ufficialmente sul mercato: quanto entrerà da queste cessioni, le prima per me dolorosissima?

E soprattutto: che squadra farà Corvino insieme a Pioli con i (tanti) soldi che arriveranno?

Colmata la Fossa delle Marianne del deficit di bilancio, diventato ormai un tormentone per tutti, adesso si riparte da zero e siccome sono un inguaribile romantico mi aspetto pure un pacchetto di milioni messo a disposizione dai Della Valle, in aggiunta al tesoretto di mercato.

Il vero esame del Corvino parte seconda comincia ora: auguri a lui, ma soprattutto alla Fiorentina, perché il suo successo è strettamente collegato alle nostre future soddisfazioni.

Certo dispiace veder perdere una squadra italiana, e poi così, di misura…

Contro un avversario in maglia viola…

Peccato, davvero peccato

Coraggio!

Appuntamento alla decima finale: sette perse, una tragica che non conta e una  vinta ai rigori

Ah, se ci fosse ancora Mario Ciuffi

Conoscendo bene Angelo Giorgetti e la sua ritrosia ai conti, mi è venuto da sorridere nel leggere l’ottima inchiesta de La Nazione

Ha fatto un lavoro splendido, che per colpevole pigrizia nessuno di noi ha provato a svolgere con l’eccezione del bravissimo Donato Mongatti

Si è messo a studiare e ha raccontato i 15 anni di gestione Della Valle dal punto di vista economico

Niente di “emossionale”, anzi il contrario, ma quei pezzi aiutano molto a capire

Mi ha colpito una cifra: 278

Sono i milioni che i fratelli Della Valle hanno tirato fuori di tasca propria in 15 anni per la Fiorentina, cioè il loro disavanzo personale

Tanti? Pochi?

Ognuno si faccia la sua idea, ma nel cercare una nuova proprietà quel numerino, 278, sarà bene tenerlo a mente

Pioli non può e non vuole parlare pubblicamente, ma i suoi contatti con Firenze non sono mai scomparsi, nonostante sia andato via ormai 22 anni fa

Stefano non è mai stato uno di quelli che “allena” i giornalisti, uno alla Trapattoni tanto per intendersi, questo non vuol dire che non sappia tenere i contatti, pur nel rispetto reciproco del ruolo

I nostri rapporti sono sempre stati ottimi, non era uno di quelli che ti metteva il muso se lo criticavi perché sapeva che faceva parte del gioco

Sono curioso di conoscerlo meglio come allenatore, per ora mi accontento di ascoltare la sua voglia ed il suo entusiasmo, che vi assicuro è inversamente proporzionale ai mal di pancia di Sousa nell’ultima stagione

Certo, per fare un gran campionato oltre all’entusiasmo ci vogliono soprattutto i giocatori, però intanto cominciamo col resettare tutto, il resto si vedrà

La cosa grave è che me ne sono accorto e ci ho riflettuto solo ieri mentre preparavo il Pentasport.

E’ vero che ero rimasto un po’ sorpreso in diretta, ma insomma non mi era sembrato poi così grave, tanto ormai la Fiorentina è diventata una specie di punching ball a cui tutti tirano cazzotti…

E ora il dubbio: si è mai visto una squadra fare tutte quelle feste ad un giocatore che esce all’ultima partita in casa mentre sta perdendo giocando male contro l’ultima in classifica?

Riflettiamoci un attimo, perché tutto ha dell’assurdo.

Prima domanda: per quale motivo tecnico esce Gonzalo, e non per esempio Salcedo, se non per quel teatrino studiato nei minimi particolari?

Seconda domanda: stiamo perdendo e se non altro per il rispetto verso il pubblico bisognerebbe cercare di raddrizzare la partita, quanto aiuta nella concentrazione dei giocatori il lancio del capitano per aria, come se avessimo vinto lo scudetto?

Terza domanda: ho molto rispetto per Gonzalo e la Fiorentina ha certamente avuto modi sbagliati nella gestione della vicenda, ma se per l’argentino è stato messa su tutta questa rappresentazione, con l’ovvia regia di Sousa, cosa avremmo dovuto fare per l’ultima gara di De Sisti, Antognoni e Batistuta?

Organizzare una messa cantata a partita in corso? Dichiarare il lutto cittadino?

La quarta domanda è la più spinosa: ma l’ACF Fiorentina cosa dice di fronte a questo fuori programma?

Ne era a conoscenza oppure, dopo aver dato in locazione la sala stampa del Franchi a Gonzalo ed essere stata insultata dal giocatore con l’assenso dei suoi compagni, era (si spera) all’oscuro di tutto?

Provate a chiedervi se alla Juve sarebbe mai accaduta una cosa del genere.

E poi rifatevi la domanda scalando le categorie di tutto il calcio professionistico.

Premessa: non avrete mai un commento da me sullo striscione che ieri sera mi ha regalato cinque minuti di celebrità  semplicemente perché si commenta da solo.

C’è gente che pagherebbe per avere a costo zero una tale promozione…

E ora parliamo di cose serie, per esempio la Fiorentina

Mi è stato detto e ridetto quanto fosse importante arrivare alla fine di questa tormentata stagione con i minori danni possibile per poi cambiare marcia nel comunicare, voltando finalmente pagina.

Ecco, ora è arrivato il momento.

Via Sousa, Corvino che da un anno sta pensando a cosa non è andato e quindi può porre rimedio, in ultima battuta anche la lettera di chi si firma a nome della Fiesole e in qualche modo propone un dialogo ad Andrea Della Valle, l’unico interlocutore possibile perché Diego mi sembra assiso su pianoi diversi rispetto al calcio.

Ci sono due uomini fondamentali in Fiorentina su cui sarebbe importante giocare la partita della riconquista empatica dei tifosi: Gino Salica e Giancarlo Antognoni.

Il primo passo dovrebbe essere quello di farli contare maggiormente rispetto ad oggi, mandandoli sempre più frequentamente a comunicare.

Nel frattempo Corvino rifonda la squadra insieme a Pioli, che dovrebbe essere l’allenatore, ma anche qui urge muoversi velocemente: ecco i primi passi per ripartire.

La verità è che non mi sono mai ripreso completamente dal fallimento del 2002 e che vivo sportivamente nel terrore di un ripetersi di quei giorni per me traumatici

In seconda battuta viene la considerazione che non siamo come città troppo diversi da Bologna e Genoa, per questo pur volendo sognare non mi pare affatto disdtrosa la gestione dei Della Valle in questi 15 anni

Diverse cose non mi piacciono, l’ho raccontato e scritto, ma dove finiamo senza di loro?

Molti di quelli che sono così arrabbiati con me per le cose che ho detto e per come le ho dette nel 2002 erano alle elementari o alle medie e non sanno neanche a livello emotivo di cosa parlo

Non mi piace chi offende, chi minaccia, chi gioca al tutti contro tutti senza avere un’alternativa utile per  la Fiorentina, direi la nostra Fiorentina

Ho un’età e un’esperienza tale da non aver paura a dire quello che penso

Lo facevo a vent’anni e ho litigato con tutti, figuriamoci se mi lascio intimidire a 56 da qualche idiota su Facebook o da cori e striscioni (ci sono persone che li vorrebbero: tutta pubblicità…)

Sbaglio come tutti, ma sempre con la mia testa

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