Molto meglio di quanto si pensasse alla vigilia, anche se bisogna vedere quanto ha spinto il Real.

Fatto sta che comunque siamo rimasti in partita fino al novantesimo e qualcosa di buono si è visto, esattamente come a Milano.

Al di là del fatto che davanti c’era il più forte giocatore del mondo e altri giocatorini niente male, quando ci attaccano a me viene il mal di mare perché ho sempre l’impressione che ci sia qualcosa che non va e spesso purtroppo c’è veramente da mettersi le mani nei capelli.

La difesa va rinforzata e spero che il tormentone sul mercato chiuso in entrata sia smentito da qui al 31 agosto.

Ho due immagini del Milan che mi hanno sempre fatto apprezzare moltissimo la società che fu di Berlusconi e soprattutto di Galliani fino a qualche mese fa.

La prima risale all’ottobre 2008, quando i rossoneri si spostarono in massa a Firenze per la partita di Stefano Borgonovo, i campioni di un passato splendido e quelli che c’erano in quei giorni, con Ancelotti a guidare il gruppo. Una dimostrazione di attaccamento e stile come raramente ho visto nel cinico mondo del calcio.

La seconda volta risale al giorno dell’inaugurazione della sala stampa dedicata a Manuela. Galliani chiese espressamente a Della Valle di ritardare la cerimonia perché il Milan era bloccato nel traffico per arrivare allo stadio e lui voleva esserci in tutti i modi per la stima che aveva verso Manuela, che di tutto poteva essere accusata tranne che di simpatie berlusconiane.

E se il signor Mirabelli si studiasse un po’ la storia della società che ieri ha indegnamente rappresentato?

Sono anni che sostengo quanto Facebook sia dannoso, se non utilizzato con intelligenza.

L’ultima frontiera dell’imbecillità riguarda la presunta cacciata di Pietro Vuturo dalla nostra squadra e qui purtroppo mi tocca ripetere concetti già espressi, ma che evidentemente non sono compresi, non so se per mancanza di intelligenza o per voglia di far casino.

Non è mai esistito in 38 anni di Pentasport che abbia mandato via qualcuno per le sue idee, non è accaduto con Stefano Prizio, della cui assenza ancora mi spiace, o con altri feroci contestatori dei Della Valle, così come non è mai accaduto con chi ce l’aveva con Cecchi Gori.

Se non ascoltate più qualcuno è solo perché da direttore ho pensato che quel qualcuno fosse più interessante alternarlo con altri, in un’ottica di pura estetica della trasmissione: le mie scelte saranno opinabili e contestabili, ma si basano solo su questo principio.

Ho avuto pressioni di ogni genere, ma nel momento in cui dovessi cedere a qualsiasi ricatto potrei consegnare metaforicamente le chiavi del Pentasport a un qualsiasi burocrate del giornalismo fiorentino e dedicarmi ad altro.

Figuriamoci quindi se mi fa piacere rinunciare a Pietro e anche a Marzio: la loro eventuale assenza non dipende assolutamente dalla mia volontà e sto lavorando per vedere di recuperare uno spazio per continuare ad ascoltarli a “Viola nel cuore”.

Ma nel rutilante mondo dei social ognuno sfoga la propria frustrazione come crede, alcuni lo fanno mettendo lo sterco nel ventilatore e poi pigiamo il bottone on: contenti loro…

Stefano Pioli a fine gara aveva una faccia tranquilla, andandosene via dalla sala stampa ha detto: “su ragazzi, non è mica successo nulla di irreparabile. Ci riprenderemo”.

Gli credo per stima, ottimismo viola e quell’affetto professionale nato nei suoi anni da calciatore.

Il tre a zero è più meno la differenza reale tra le nostre occasioni e le loro, soprattutto tra la nostra difesa (imbarazzante) e la loro, con la felice eccezione di Sportiello.

I vecchi sono stati i peggiori, con una battuta si potrebbe dire che abbiamo venduto quelli sbagliati, però i sopravvissuti alla rivoluzione ce li pagavano davvero poco…

Voto molto basso per Freitas, che a fine partita ci è venuto ad illuminare su come “la proprietà stia facendo sforzi importanti e quindi vada ringraziata”.

Ora, va bene essere aziendalisti, ma esiste anche la realtà oggettiva che racconta come da diverse stagioni la Fiorentina sia in regime di auto-finanziamento.

Se Freitas ci spiega quali siano questi sforzi importanti, lo ringrazio perché mi e ci regala una verità che il sottoscritto non riesce proprio a vedere.

Signori, si replica.

Chi vuole scommettere contro di me per gli eventuali (e augurabili) otto gol di Chiesa può iscriversi per la nuova sfida lanciata a Federico.

Le modalità sono quelle che ormai conoscete: se perdo merenda per tutti gli scommettitori insieme anche al bomber, se invece (e mi spiacerebbe) vinco fate una donazione alla Fondazione Borgonovo, con Chantal madrina di tutta l’iniziativa.

E un grazie particolare a Massimo Cremasco, un amico che mi sprona a non fermarmi mai: l’idea di fare una nuova scommessa con Chiesa è stata sua.

 

E’ una citazione che mi risuona dentro in mezzo ad una delle canzoni di Guccini minori e che pure amo di più in un fantastico 33 giri del 1978 che conteneva autentiche poesie.

E quattordici mesi fa passeggiavo con Cosimo su quelle strade, quattro giorni solo nostri a spiegargli le cose vivendo da turisti.

Chiaro che abbia pensato: e se fosse successo in uno di quei pomeriggi?

La Spagna per molte cose è più vicina all’Italia della Francia, noi come loro (gli spagnoli) ci riteniamo più aperti verso il mondo, quasi che la nostra disponibilità ad accogliere il prossimo sia una sorta di vaccino che ci preserva dalla follia dei terroristi.

Purtroppo non è così e non sono contromisure efficaci perché non riusciamo minimamente a comprendere cosa possa accadere nella testa di chi vive in un universo parallelo ed ostile al nostro: dobbiamo convivere con la paura, senza soccombere.

Dunque, compriamo.

E meno male: era l’ora, confermando ciò che mi era stato assicurato una cinquantina di giorni fa.

Se poi compriamo bene o male, la responsabilità è tutta di Corvino, che una squadra la sta comunque facendo, mi auguro con la fondamentale collaborazione di Pioli.

E ho sinceramente perso il conto di quanto c’è rimasto in cassa, un po’ come succede quando esco per le spese con i miei figli, anche se credo che Pantaleo sia molto, ma molto più oculato di me, che mi lascio andare un po’ troppo…

E’ più forte di me, proprio non ce la faccio più: ogni volta che gioca la Juve, tifo contro.

E non importa chi sia l’avversario, e la Lazio è tra le squadre più antipatiche d’Italia: conta lei, come avrebbe detto il grande Mario Ciuffi,

Ieri sera è stato divertente seguire la partita e a chi mi accusa di essere provinciale posso solo dire che ha perfettamente ragione, ma non ho alcuna intenzione di cambiare.

Ne conosco parecchi di indecisi: vado o non vado allo stadio?

Lo faccio o no l’abbonamento?

Ogni scelta è rispettabile, quello che fatico a capire, ma sarà una mia mancanza, è farne una questione di principio con i Della Valle.

La Fiorentina, e quindi la fiducia o la sfiducia per la squadra, dovrebbe venire prima di qualsiasi protagonista singolo, soprattutto se non allena o va in campo.

Altrimenti si ottiene l’effetto contrario e lo si fa diventare fin troppo importante.

Ci stiamo attrezzando, finalmente ci siamo mossi.

Manca ancora qualcosa di importante, ma almeno stiamo abbandonando l’idea di essere in caduta libera, l’ipotesi di svendita totale.

Non abbiamo purtroppo le coppe e quindi non è che ci serva una rosa troppo ampia, ma la qualità è fondamentale e per le nostre ambizioni gli acquisti di ieri mi sembrano veramente qualcosa di significativo.

Se poi rimane Kalinic (in alternativa molto più Simeone di Zapata), prendiamo un centrale forte e un centrocampista che faccia legna, beh, forse ci possiamo divertire.

 

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