“Io mi sento fiorentino e per fortuna lo sono”: ho omesso il non e il purtroppo dall’ultima fatica di Gaber per spiegare il mio sentire.

Essere nati a Firenze è, per usare un francesismo, un colpo di culo eccezionale, magari se dall’altra parte esiste davvero qualcuno (cosa di cui dubito fortemente) quel giorno speriamo lontano ringrazierò con tutto il cuore.

Altra cosa è però avere a che fare con i fiorentini se arrivi da fuori, soprattutto nel calcio, che a Firenze rimane il traino sociale ed emotivo della città.

Ultimo esempio, le ragazze.

Stamani all’edicola si bubava per la sconfitta di ieri con la Juve: “eh, se almeno i Della Valle spendessero un po’…”. Lo aveva fatto anche Leonardo Vonci lunedì scorso a Viola nel cuore.

Quando le ragazze vincevano lo scudetto e la Coppa Italia, cioè sei mesi fa, a nessuno venne in mente di dire bravi ai dirigenti e alla proprietà, ora invece…

Non cambieremo mai e non vogliamo farlo perché siamo convinti che meglio di noi al mondo non ce n’è.

E forse abbiamo pure ragione.

Cercgiamo di  essere obiettivi: il Napoli è molto più forte di noi, ma meglio di adesso non sarebbe stato possibile affrontarlo.

Sono in fase discendente, il gioco brillante poco si addice al dicembre calcistico e hanno preso due botte terrificanti.

Aggiungiamoci che tornano oggi dall’Olanda e ricordo bene la stanchezza dei viaggi europei, mentre noi l’abbiamo preparata con tranquillità in tutta la settimana.

Insomma, partiamo battuti, ma non è detto, proprio non è detto…

Volevamo questo dalla partita: i tre punti con una prova convincente.

D’accordo era il Sassuolo, ma qualche settimana fa era il Crotone e dopo la Spal…

Non montiamoci la testa e stiamo concentrati sul traguardo, che è il settimo posto: prova convincente da parte di tutta la squadra, con la sorpresa Laurini.

Ci sentiamo domani sera a Viola nel cuore.

Saranno gli anni che passano, sarà che gli avvenimenti personali hanno innescato negli ultimi tempi dei meccanismi particolari, sarà quello che volete, ma ancora una volta mi sono fortemente emozionato allo scorrere delle immagini delle vittorie viola innervate dalla musica di Giacomo Puccini che, pur essendo nato a Lucca, sono certo che avrebbe tifato Fiorentina e non Juventus.

E’ accaduto ieri sera alla sesta edizione della Hall of Fame.

Da un certo punto in poi ho visto scorrere frammenti di vita, a cominciare dalla Coppa Italia del 1966 (mi ricordo vagamente qualcosa), lo scudetto (quello sì che è rimasto dentro) e poi ancora la Coppa Italia del 1975 e dopo ancora i (purtroppo) pochi successi raccontati dalla mia privilegiata posizione di radiocronista.

E poi un flash al momento dell’inno finale, ripensando a Cosimo che allo stadio lo canta con convinzione.

Sono passati cinquanta anni da quando ero alle elementari e lo mettevo e rimettevo nel mangiadischi nel salotto di casa mia, sul lato B del 45 giri c’era “Alè alé Fiorentina” ed è un passaggio generazionale che ha ben pochi altri riscontri.

Una sorta di iniziazione che ti coinvolge e che ti fa tornare bambino: come si fa a non amare questa squadra?

Andrò a Viola nel cuore lunedì per confrontarmi con Vonci e Vuturo sulla Fiorentina, a cui certamente vogliamo bene allo stesso modo pur declinando questo affetto in modo diverso.

Mettiamo bene le cose in chiaro: non sono il loro direttore e come succede da nove anni loro dicono quello che vogliono, però non sono d’accordo su certe prese di posizioni e così mi sono auto-invitato, ma non è il Pentasport e non esiste alcuna linea editoriale da seguire.

Parteciperò con divertimento, perché alla fine è questo che si chiede al calcio, e umiltà, ascoltando loro e i tanti (spero) ascoltatori che interverranno.

Nonostante le idiozie di certi fenomeni da radio o da web, non ho mai censurato nessuno, figuriamoci i tifosi, figuriamoci Vonci e Vuturo.

Non è comunque una sfida da mezzogiorno di fuoco, anche perché su molte loro critiche io sono d’accordo, quello che non mi piace è il continuare a ritornarci sopra, questo attribuire ogni negatività alla trimurti Della Valle-Cognigni-Corvino.

Vi aspetto al telefono.

 

Piccola postilla: scrivere o dire che Vuturo e Vonci hanno interessi o prendono soldi dalla Fiorentina è una di quelle idiozie che non hanno né capo né coda e ci metto la mano sul fuoco.

 

Un punto che non cambia niente della classifica, anzi ora siamo dalla parte destra della classifica, ma che credo servirà molto per far crescere l’autostima della squadra.

Come sempre ci sono state luci ed ombre, alcuni giocatori sono proprio da livello inferiore ad una Fiorentina che punti all’Europa, ma non mi accanirei perchè stanno facendo il possibile,

Sarebbe però importante prenderne atto e rimediare tra una quarantina di giorni.

Si è vista comunque un’idea di squadra, uno stare in campo con molta dignità ed una certa sicurezza che fa ben sperare perché davanti avevamo una formazione piena di talenti e considerata potenzialmente da Champions.

Nelle due trasferte consecutive abbiamo preso un punto in meno rispetto alle prevsioni e alle speranze, però abbiamo rimontato due volte e pareggiare in quel modo a Roma mi regala una grandissima soddisfazione.

Ho voglia di Fiorentina, di divertirmi con la squadra che ho sempre amato e ce l’ho ancora di più da quando ho rinunciato alle trasferte per prendermi un pezzo di vita.

Fate quello che volete, incazzatevi con Della Valle, Cognigni, Corvino, Pioli, tutti.

Rimpiangete i bei tempi di chiunque, ancora un po’ e qualcuno darà di venduto ad Antognoni.

Non vi sopporto più, anche se avrete sempre spazio su questo blog e in radio, ma alla Fiorentina si vuol bene in tutt’altro modo.

Rivendico il diritto-dovere di criticarla,!come faccio in radio da 40 anni, ma non affossarla con cattiveria.

Vi aspetto in diretta dopo la partita.

Ci ha fregato la progettualità, il lanciare proclami per future e sicure vittorie.

Nel nostro caso specifico, lo scudetto nel 2011 e soprattutto le troppe elucubrazioni sul bilancio, plusvalenze e bacini di utenza.

E’ chiaro che siamo sempre figli del nostro tempo e che ci portiamo dietro e dentro il vissuto dei nostri anni giovanili, ma anche al netto di nostalgie adolescenziali e post adolescenziali a me pare che si sia persa di vista la magia del pallone, quell’accendersi dentro che personalmente provo ogni volta che comincia una partita e gioca la Fiorentina.

Sarò un Peter Pan del calcio, ma ancora riesco a trovare interesse per tanti motivi dentro i novanta minuti, dai gol di Chiesa (speriamo di perdere la scommessa!) e i suoi progressi in vista della Nazionale, la valorizzazione di Pezzella o la media reti di Babacar, se e quando segna.

Ci siamo persi dietro Della Valle, Corvino, Pioli e le stagioni del nostro scontento calcistico, ma il calcio da tifosi è un atto di fede.

E quando si va pregare, mica ci preoccupiamo della contabilità della parrocchia, della moschea o del tempio…

Via, è partita la crocefissione di Stefano Pioli: è troppo morbido (falso, è solamente e semplicemente gentile), ha fallito ovunque sia andato (falso, andate a rivedervi la carriera), è sempre d’accordo con la società (falso, ha rivolto con fermezza le sue richieste, ma non sputtana in conferenza stampa la Fiorentina come amava fare il suo predecessore).

Mi aspettavo anch’io qualcosa di più e di diverso dai primi tre mesi di campionato e non sono affatto soddisfatto ne’ di Pioli e tantomeno della squadra, però direi di aspettare almeno l’intera stagione per dare una valutazione obiettiva del lavoro dell’allenatore.

In mancanza di meglio qualcuno si può comunque divertire lo stesso col tiro al bersaglio contro il tecnico, ma non fa certamente il bene della Fiorentina.

Non dico che siamo alla Fiorentina della mia adolescenza, cioè quella di Antognoni più altri dieci, ma la differenza tra Chiesa e gli altri è evidente.

Tristemente evidente, direi.

Non siamo ancora una squadra, non sappiamo quanto valgano davvero quasi tutti i giocatori arrivati in estate, in compenso abbiamo fatto un punto tra Crotone e Ferrara, roba da depressione calcistica.

E il problema è che nemmeno possiamo rammaricarci troppo, sia per la direzione arbitrale (vedi quell’abbaccio di Sanchez), sia per l’andamento della gara, perché alla fine il pareggio è stato il risultato più giusto.

Il valore aggiunto di Pioli non si vede, allo stesso tempo i giovanotti in attacco fanno molto fumo e pochissimo arrosto.

Ci vuole una scossa, ma in questo momento non si capisce proprio dove poter attaccare la corrente.

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