Giugno 2015


In teoria dovrei e potrei fare anche meglio perché non fumo e non bevo.
Per quanto riguarda il sesso mi appello invece al quinto emendamento e d’altra parte mica so quanto e come esercita il maestro.
Francesco Guccini ha compiuto ieri 75 anni, me lo ha ricordato l’ottimo Piero Ceccatelli, malato come me del “piccolo baccelliere” di Pavana, un grande in tutti i sensi.
Sì, non disponendo chiaramente del suo talento, vorrei arrivare alla sua età con lo stesso senso della misura.
Un uomo che ha saputo cogliere il momento giusto per ritirarsi e che poi non è più tornato indietro perché davvero (purtroppo) non canta più.
Una persona che se la guardi o che se hai avuto la fortuna di conoscere anche solo per un’ora, davvero ti regala l’impressione di essere centrato sull’essere piuttosto che sull’avere e ditemi voi in quanti siamo così al mondo (vabbeh, ho avuto un attacco di megalomania e mi sono autopromosso).
Stamani, nella consueta corsa mattutina delle 5.30, mi sono sparato Bisanzio, Un altro giorno andato e poi Celentano che cantava splendidamente Vite: fissato?
Un po’ sì, ma chi ama Guccini mi capirà in tutto e per tutto.

Fate la vostra scaletta preferita.
Sì, lo so che si dovrebbe scrivere play-list, ma ve lo immaginate Guccini in una play-list?
Vai per la scaletta…

Il calcio è emozione, è passione, è evasione, voglia di sognare.
Senza queste componenti sarebbe uno sport come tanti, che può piacere oppure no e che comunque non farebbe discutere, talvolta a livelli molto alti.
Ecco, in questo momento a Firenze non si sogna, ma si aspetta.
Da un paio di settimane c’è una specie di vuoto, acuito dall’esonero di Montella, e nel frattempo la tensione sale perché manca il nuovo allenatore, non si vedono facce diverse, stiamo sempre di più a discutere sul sesso degli angeli, per esempio sul passato da giocatore di Sousa (perché, se un giorno venisse Conte a voi farebbe schifo? A me no, certamente).
Nulla di grave per carità, siamo appena a metà giugno e sai te quanto tempo abbiamo per sbagliare previsioni di acquisti e di cessioni, però intanto abbasserei questo clima di nervosismo che in qualche misura riscontro anche tra voi, con prese di posizioni sempre più radicali e qualche volta fuori luogo.

Sarà Paulo Sousa a conquistarci, se ne sarà capace.
Personalmente azzero tutto e mi metto alla finestra: non era la scelta che avrei fatto, ma i soldi sono dei Della Valle e fanno come gli pare.
E’ come per i redattori e gli opinionisti del Pentasport (a proposito, dal primo luglio ci saranno grandi novità): li scelgo io, se non piacciono si cambia canale quando parlano o mi si dà di bischero, ipotesi peraltro che diverse persone hanno già preso o prenderanno seriamente in considerazione…
Così sarà per la Fiorentina 2015/16, in fondo siamo messi molto meglio di tre anni fa quando al primo raduno viola la squadra sembrava un po’ la mitica Pizzeria San Gallo di inizio anni ottanta, con Montella al posto di Passanti (un po’ più bravo il primo, va detto), De Silvestri e Lazzari al posto di Rubini e Sandrucci.
Insomma, un gruppo di raccattati che non si capiva bene cosa potessero combinare e intorno c’era solo scetticismo.
E invece è andata tutto in un altro modo, magari ci divertiremo ancora di più.

Solo a scriverlo quel numero mette paura: 55.
Vabbeh, ancora non ci sono arrivato, ma se li chiami rispondono.
E poi si può avere cinquanta anni (ok, ho capito: sono cinquantacinque, non infierite) in tanti modi diversi: pensare e agire da vecchi, comportarsi da insulsi adolescenti, cercare di essere centrati nel corso del nostro transito terrestre.
Tutta questa pappardella per ritardare il mio vero sentimento: la gelosia.
Eh già, perché accade che per fortunate coincidenze mediatiche abbia la possibilità di proporre a Valentina e Camilla di poter conoscere Ligabue.
Entusiasmo alle stelle, azioni del babbo in netto rialzo e una domanda che sorge spontanea: “scusate ragazze, ma è più vecchio di me! Che ci trovate di così bello?”.
La Vale è stata più pronta e ha detto che canta meglio del sottoscritto (lo sospettavo, ma lei mi ha dato la certezza…), la Cami ha scosso la testa pensando che non ci fosse niente da fare se davvero non capivo la differenza tra me e lui.
L’incontro è stato come mi aspettavo, altrimenti non avrebbe tra i suoi riferimenti Guccini: alla mano, tranquillissimo, quasi l’inquilino della porta accanto.
Fino a quando regge lui, abbiamo buone speranze anche noi comuni mortali che stiamo vivendo, dicono, il meglio della nostra vita.

Non l’ho mica capito questo innamoramento per Paulo Sousa.
Non conosce da tecnico il campionato italiano ed è una scommessa totale in un momento in cui ci sarebbe invece bisogno di certezze.
A chi piace veramente l’allenatore portoghese il cui passato juventino è componente risibile viste tutte le squadre girate in carriera.
Non si potrebbe volare un po’ più alti, pensando nell’ordine a Spalletti, Mazzarri (lo so è antipatico, ma secondo me bravo), Ventura?
Al limite Donadoni, ma Paulo Sousa mi pare proprio una forzatura, poi magari mi sbaglio e se arriva abbiamo trovato un nuovo Mourinho.

Ecco, forse assurdo è più pertinente del termine stupido che ho usato poco fa in radio.
E non è una valutazione legata all’esonero, ma all’intera vicenda.
La mia idea è questa: Montella ha deciso da solo che la clausola da lui liberamente sottoscritta non valesse più, forse perché molto contava sul rapporto con Pradé e anche con Andrea Della Valle per liberarsi e andare altrove.
Per questo ha cominciato a giocare in modo non proprio limpidissimo, parlando di programmi da fare e obiettivi da raggiungere, ottenendo subito l’immediato consenso di buona parte del popolo viola e questo ha indispettito i Della Valle, in particolare Diego.
La storia della irreperibilità ha creato ancora più confusione e dal marasma Montella poteva tirarsi fuori chiedendo scusa per le dichiarazioni di Palermo, ampliando cioè i concetti espressi oggi con Paolo Ermini sul Corriere Fiorentino.
Poi la palla è passata alla Fiorentina e alla fine ha prevalso la linea intransigente, molto politicamente corretta (una società non può farsi dettare i tempi e i modi da un proprio dipendente), ma temo penalizzante per il futuro viola perché non è che in giro ci siano molti allenatori più bravi di Montella.
Per il bene della squadra avrei provato (e in verità non so se siano stati fatti tentativi) a convincere il tecnico ad una marcia indietro più plateale, ma evidentemente la questione di principio è stata più forte di ogni altra considerazione.
E così all’otto di giugno ci ritroviamo senza allenatore e con una tifoseria più o meno spaccata a metà: sinceramente non è molto semplice da comprendere per chi sta fuori Firenze e neanche per me

Ricapitolando: Meucci l’ha inventato nel 1862, poco meno di 130 anni dopo sono arrivati quelli portatili e quindi pare che oggi comunicare non sia poi così difficile.
Il telefono, la tua croce.
Qualcuno ci passa delle giornate intere, qualcuno ci piange, qualcuno ci ride: nessuno che io conosca ha la forza di volontà di tenerlo staccato per un mese intero.
Dando per buona l’anticipazione di Luca Calamai sull’irreperibilità fino al prossimo 5 luglio di Vincenzo Montella, avrei una proposta civica da inoltrare al ministero della pubblica istruzione: mandiamo il tecnico viola nelle scuole medie e superiori a spiegare ai ragazzi come una vita reale sia possibile anche senza cellulare, sms, whatsapp, facebook, twitter ecc.
Mica per sempre, non vorrei passare per retrogrado, ma non pensate che un giorno al mese di purificazione ci regalerebbe una vita più serena?
E se proprio in quel giorno Andrea chiama Vincenzo o Vincenzo chiama Andrea e trovano staccato?
Ce ne faremo una ragione e aspetteremmo la mattina successiva, tanto ormai siamo abituati…

Il tradimento è terribile: ti fidi ciecamente dell’altra persona, ci costruisci insieme un progetto di qualsiasi genere, che sia affettivo o professionale, e quello/a ti ripaga pugnalandoti alle spalle con inganni e sotterfugi.
Ma anche in questo passaggio, come in tutte le cose della vita, ci vuole eleganza e non è un problema di mezzi economici, di soldi per vestiti o macchine, ma di sostanza della persona.
Se per arrivare a quello che vuoi, se per soddisfare le tue pulsioni, “svendi” la tua dignità, calpestando per mancanza di stile e di coraggio chi crede in te e ti sta accanto, vali veramente poco.
E alla fine sarai dimenticato/a senza troppi problemi dall’altro/a: al massimo potrai essere ricordato/a con disprezzo da chi a quel punto sarà ben contento/a di essersi liberato/a di una simile persona.
Il calcio però non è la vita normale, nel mondo del pallone, specialmente in Italia, sono permesse cose senza confronti in altri campi e la memoria non è corta, ma cortissima
E’ quindi probabile che tra un paio di stagioni ci saremo tutti scordati di questi giorni un po’ surreali dove, diciamo la verità, non è che la Fiorentina stia facendo una grande figura.
Quello che mi stupisce è la mancanza di “eleganza” di Montella, un uomo che sullo stile ha costruito la propria immagine di allenatore: o è consigliato male, oppure abbiamo proprio sbagliato qualche valutazione.

Grande canzone ironica di Jannacci: se me lo dicevi prima che stavi male, certamente avrei fatto qualcosa per aiutarti.
Parlando più seriamente: se per motivi che solo tu conosci, taci per tutto il tempo, io, pur con tutto il bene che ti voglio, come diavolo faccio a sapere cosa ti passa per la testa?
Dopo è un po’ tardi, no?
Con Montella sta andando un po’ nello stesso modo: scusa caro, ma non potevi dircelo prima che ti sentivi così entusiasta di essere ancora l’allenatore della Fiorentina?
Io ero a Palermo e ho fatto qualche domanda all’allenatore.
Ora, è vero che qualcuno che mi sta intorno può anche pensare che stia vivendo una fase un po’ confusionale del mio percorso terreno, ma ecco, non è che nel soleggiato e afoso pomeriggio siciliano io abbia avvertito da Montella questa straripante voglia di viola.
Vediamo un po’ cosa succede oggi, per ora non ci annoiamo.

Chiudiamola entro la fine di questa settimana, per favore.
Altrimenti diventa una storia stucchevole, con un finale difficile qualunque sia la scelta di Montella.
Leggo che si sentiranno per telefono, mezzo importante, per carità, ma molto meno empatico di un bel colloquio a quattro occhi in cui ci si guarda in faccia capendo parecchio l’uno dell’altro.
In termini di percentuali siamo sempre intorno al 50%, mentre le altre caselle del puzzle degli allenatori si vanno completando e non rimangono tanti posti liberi di prestigio.
Impressione personale: occhio a quello che succede a Roma con Garcia, anche per i tempi della conclusione della verifica interna voluta dai dirigenti giallorossi.
Però sbrigatevi, perché nessuno si sta divertendo.

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