Per me la Fiorentina prima di Palermo-Juve è in testa alla classifica.
Perché lo merita, perché è stata derubata di un gol valido, perché ha dato una splendida dimostrazione di forza mettendo ai paletti la Lazio dopo la serata-monstre di martedì.
Qualcuno potrà considerare patetica la mia posizione, ma non importa: per una volta mi è sembrato di essere tornato a quando avevo quindici anni, a quel senso di impotenza che mi prendeva per gli zero a zero e che probabilmente costituisce la molla che mi fa urlare come un pazzo ad ogni gol viola importante.
E’ stata una bella partita, con Montolivo migliore in campo e Muslera non ha certo fatto miracoli, ma solo perché su 19 conclusioni molte le abbiamo sbagliate.
Ora la Fiorentina diverte, con la palla a terra e non sono mica in tanti a giocare meglio di noi.
L’errore sul gol di Gilardino è colossale, mi ha ricordato una rete non data al Milan a Madrid durante la Coppa dei Campioni dell’88/89, ora voglio vedere per quanto tempo terranno a riposo il guardalinee.
Conclusione con le scuse di De Bonis, per chiudere il cerchio aspetto di sentire le parole pronuniciate a Radio Blu anche a T9, che va pure, mi hanno detto, sul satellite.
Qualcuno ha scritto che non fosse veramente pentito, ma non sono problemi nostri, piuttosto della sua coscienza.
Ottobre 2009
Primo posto morale
Ora però basta con la D’Addario
A me come donna piace molto, e lo dico sapendo di perdere punti con molte frequentatrici del blog.
La trovo sexy: è quel tipo di signora che mogli e fidanzate non capiscono come possa incontrare il favore di noi maschi, ma detto dell’estetica io credo che sia ora di finirla di portarla in giro come totem.
Negarle la partecipazione da Santoro sarebbe stato stupido e naturalmente la nostra vocazione di guardoni ha permesso ad “Anno zero” di fare il pieno di ascolti.
Ora però, davvero, basta con Patrizia D’Addario.
Ormai nel lettone di Putin è come se fossimo entrati anche noi, sappiamo tutto di quella notte, degli abiti neri che piacciono al nostro Presidente del Consiglio, al rituale delle battute, dei filmati, delle canzoni di Apicella (mamma mia che palle!), del diradarsi delle ospiti affinché rimanessero solo le favorite.
Personalmente continuo a farmi al stessa domanda, che credo sia un quesito normale per qualsiasi uomo: ma davvero un signore di 72 anni, per quanto potente, ricco e famoso, pensa di far breccia non dico nel cuore, ma anche solo nella sfera dell’interesse sessuale di donne come quelle che abbiamo visto girare a Palazzo Grazioli?
Io non ci arrivo, scusate, sarà una mia mancanza.
Nel mio piccolo anche a me è successo di avere un discreto successo con ragazze molto più giovani di me: è accaduto e accade con chi vuole fare la giornalista oppure, quando ero a Canale Dieci, quando dovevo scegliere le vallette per le varie trasmissioni.
Sarà perché il film “Malizia” ha segnato la mia adolescenza (e quindi mi sono sempre piaciute semmai le donne meno giovani di me), o perché ogni tanto ho la testa che funziona, ma nonostante il suddetto successo non mi sono mai sognato di essere diventato un incrocio tra Richard Gere e Brad Pitt.
Insomma, capivo chiaramente che l’interesse non era per me, ma per il ruolo che avevo e che ho.
Chiaro che non voglio generalizzare, anzi in proporzione alle persone incontrate in questo trentennio mediatico la percentuale delle ragazze affascinate non supera il 5%.
E’ capitato (raramente, per fortuna) che quando esternassi questo concetto di interesse non legato a come sono ma a quello che potrei fare per aiutare, qualcuno si sia stupito e abbia detto “ma che te frega? Te la porti a letto e poi si starà a vedere quello che succede”.
Ma lasciando perdere il mio pensiero e la mia sensibilità sull’argomento, io credo che sul caso escort si sia già detto tutto ed il contrario di tutto.
Passiamo per favore ad argomenti e critiche più serie, anche perché la crisi vera per molti sta cominciando ora.
Dimenticare il Liverpool
Fossero tutti come me non ci sarebbero problemi: ho un carattere un po’ particolare e non appena raggiungo qualcosa cinque secondi dopo penso ad altro.
Una tortura, perché alla fine non mi godo mai veramente niente, ma (come direbbero le mie figlie quando sbagliano qualcosa) non è mica colpa mia…
Dunque, dimenticare il Liverpool, metterlo in un angolo bene visibile del cuore e far finta di niente se non vogliamo avere brutte sorprese.
Con Prandelli mi sento al sicuro e anche l’ambiente mi pare non abbia esagerato nell’esaltarsi per un’impresa tanto bella quanto inaspettata.
Battere la Lazio sarebbe domenica un segno di grandissima maturità.