Giugno 2009


Era da quando è cambiata la prorpietà di Radio Blu, quindi dal gennaio 2007, che avevo intenzione di dedicare uno spazio autonomo ai tifosi.
Tutte le volte però mi bloccavo di fronte ad un ostacolo per me insormontabile: dovendo la trasmissione, pur nella sua totale indipendenza, avere un livello che fosse simile a quello del Pentasport, non riuscivo a trovare un conduttore e un responsabile capace di darmi fiducia.
L’unico su cui mi sentivo di puntare ad occhi chiusi si chiamava Leonardo Vonci, che conosco da vent’anni e che ho visto crescere esponenzialmente nelle ultime stagioni.
Ho quindi cominciato un corteggiamento che mi ha fatto andare per due volte in bianco (estate 2007 ed estate 2008), ma quando Leo finalmente ha detto di sì, non ho avuto esitazioni e ho fatto partire il nuovo programma che non può che collocarsi che il lunedì e il venerdì dopo il Pentasport e che si chiamerà “Viola nel cuore”.
Ci stiamo lavorando da mesi e sono molto contento di avere avuto l’ok alla partecipazione in studio di Marzio Brazzini, Pietro e Michele Vuturo, Filippo Baragli, oltre agli intereventi telefonici di Valter Tanturli e potrarno “godersela” tutti i tifosi sparsi per la Toscana, non solo i fiorentini.
Chiaro che ci sarà una concorrenza leale, ma forte con la trasmissione del mio amico Stefano Sartoni, senza che questo tocchi minimamente i nostri rapporti.
Che dire? Vinca il migliore.

Siccome c’erano le telecamere e lo vedrete credo alla Rai, non svelo nessun segreto a raccontare qualcosa della splendida serata organizzata e offerta da Pantaleo Corvino in un posto mozzafiato sopra Firenze, una finestra che ha lasciato a bocca aperta i tanti inviati della Nazionale.
Tra i primi ad arrivare, Prandelli, sorridente e in grande forma.
Atmosfera rilassata con il ds a fare da anfitrione e nemmeno sembravamo il microcosmo che spesso si scanna per questioni abbastanza futili.
Passano pochi minuti e si invitano i signori partecipanti a ballare sui ritmi del Salento: io ovviamente me ne sto ben defilato, imbranato come sono anche a muovere tre passi (eppure come mi piacerebbe, così come vorrei saper cantare…).
Le più coraggiose sono come sempre le signore, ma non tutte.
Per fortuna nessuno mi trascina e dopo un’ottima esibizione di Enzo Baldini (ma dove ha imparato? mah), a cui tra i giornalisti seguirà solo un bravissimo Francesco Izzi, va in scena Cesare.
E’ un’apoteosi, sembra si sia sempre esibito nelle feste che si svolgono nei dintorni di Lecce, invece che stare in panchina e allenare tutta la settimana.
Invidioso, gli chiedo come diavolo faccia a conoscere così bene quelle musiche e lui mi risponde serafico che non sa affatto ballare, ma sente la musica e si impegna, ma dimmi te…
Non male neanche Sandro Mencucci, l’unico tra i dirigenti a provarci, ma Prandelli è veramente di un’altra categoria.
Alla prossima Champions conquistata bisognerà farlo ballare, ma davvero, sotto la Fiesole.

Ma come sono banali questi calciatori, con la loro inarrestabile ingordigia, sospinti e sobillati da procuratori più ingordi di loro.
A proposito, ne vedo spuntare a bizzeffe di nuovi e improvvisati assistenti.
Ogni giocatore, che ormai fattura come una media impresa regionale, ne ha almeno due, soprattutto quelli stranieri, uno per l’Italia e laltro per l’estero.
A cosa servono non si sa, ma si vede che servono, perché altrimenti mica butterebbero via i loro quattrini i signori calciatori.
Ogni tanto sento dire dai miei: “abbiamo intervistato tizio, caio o sempronio” e per me sono assoluti sconosciuti, apparsi improvvisamente e misteriosamente alla ribalta, ma è colpa mia che mi sono fermato ai Canovi, Branchini, Pasqualin e via a seguire.
Tutta gente che se ne frega dell’attuale momento economico, dei pagamenti che slittano almeno di due o tre mesi, loro pensano ad arraffare il più possibile ed il prima possibile.
Comunque sia, adesso siamo in mezzo al balletto di Melo a cui, è chiaro, di Firenze e della Fiorentina gliene importa quanto gliene poteva importare dell’Almeria o della prossima squadra in cui andrà.
La Fiorentina per lui è un taxi: ci sale, gli pagano la corsa e poi scende.
Però la curva gli fa i cori, perché è uno tosto che piace e pazienza se ha messo la squadra due volte in grave difficoltà (e una terza, contro il Siena, lo hanno graziato).
Ribadisco il concetto: a venti milioni di euro si impacchetta e si porta a destinazione, senza neanche troppi rimpianti.

Ma davvero Melo vale il triplo di Kuzmanovic?
Se questi sono i valori di mercato, ribadisco il concetto di domenica: se proprio dobbiamo fare un taglio doloroso, vendiamo Melo e investiamo “alla Corvino” il ricavato.
Kuz ha sbagliato la stagione, può succedere, ma è potenzialmente fortissimo, a patto che ci creda per primo lui.
Sono davvero poco esperto di mercato, però mi pare che con otto milioni non si compri molto, a meno che non sia Prandelli a non avere più fiducia in Kuz e allora il discorso cambierebbe completamente.
Mi sembrerebbe strano, ma potrebbe essere un’ipotesi.

Stamani mi sono alzato con la curiosità di vedere che tempo ci fosse: ideale per la passeggiata a Monte Senario…
Mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo, quando speravo che piovesse per evitare di andare a fare delle pallosissime passeggiate (oggi però le apprezzo di più perché capisco che sono necessarie per cercare di non scoppiare in poltrona) che sotto tortura avevo improvvidamente promesso di compiere il giorno successivo.
E invece c’è la temperatura giusta, non fa affatto caldo, poi magari alle nove si scatena il finimondo, e comunque mi e ci (a Saverio, intendo) resta l’amarezza di non avercela fatta.
A questo punto confessiamo tutte le alternative che avevamo in cantiere per il quarto posto.
Due settimane fa era quasi certa una festa al Piazzale Michelangelo subito dopo la partita col Milan, una cosa enormemente difficile da organizzare, ma molto affascinante.
Eravamo a posto con tutto: permessi, mangiare, bere, sicurezza, palco e impianto, ma poi la Fiorentina ci ha detto che fino all’ultimo non sapeva se veniva oppure no, e allora non avrebbe avuto senso mettere su tutto questo senza la partecipazione dei protagonisti, che sarebbero dovuti spuntare dalle rampe e con Firenze alle spalle.
Poi, sabato scorso, mi era venuto in mente che avremmo potuto organizzare per sabato prossimo una “merenda del ringraziamento” in Piazza della Libertà con il sottoscritto e Saverio in veste di garzoni a servire i panini.
Però ho visto che non entusiasmava e in effetti, visti i festeggiamenti post Milan, è stato meglio così.
Infine, domenica sera, il buon Pestuggia mi aveva chiamato per propormi lo stesso la passeggiata a Monte Senario, forse come espiazione per le tante bischerate dette in radiocronaca, ma ho cortesemente declinato l’invito.
No, meglio così.
Ogni altra cosa, a parte la festa subito dopo il Milan (ma chissà in quanti sarebbero venuti e con quale spirito) era un modo di dire che ci accontentavamo per non aver raggiunto un sogno.
Ci resta comunque l’impresa, e non è poco.

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