Siccome c’erano le telecamere e lo vedrete credo alla Rai, non svelo nessun segreto a raccontare qualcosa della splendida serata organizzata e offerta da Pantaleo Corvino in un posto mozzafiato sopra Firenze, una finestra che ha lasciato a bocca aperta i tanti inviati della Nazionale.
Tra i primi ad arrivare, Prandelli, sorridente e in grande forma.
Atmosfera rilassata con il ds a fare da anfitrione e nemmeno sembravamo il microcosmo che spesso si scanna per questioni abbastanza futili.
Passano pochi minuti e si invitano i signori partecipanti a ballare sui ritmi del Salento: io ovviamente me ne sto ben defilato, imbranato come sono anche a muovere tre passi (eppure come mi piacerebbe, così come vorrei saper cantare…).
Le più coraggiose sono come sempre le signore, ma non tutte.
Per fortuna nessuno mi trascina e dopo un’ottima esibizione di Enzo Baldini (ma dove ha imparato? mah), a cui tra i giornalisti seguirà solo un bravissimo Francesco Izzi, va in scena Cesare.
E’ un’apoteosi, sembra si sia sempre esibito nelle feste che si svolgono nei dintorni di Lecce, invece che stare in panchina e allenare tutta la settimana.
Invidioso, gli chiedo come diavolo faccia a conoscere così bene quelle musiche e lui mi risponde serafico che non sa affatto ballare, ma sente la musica e si impegna, ma dimmi te…
Non male neanche Sandro Mencucci, l’unico tra i dirigenti a provarci, ma Prandelli è veramente di un’altra categoria.
Alla prossima Champions conquistata bisognerà farlo ballare, ma davvero, sotto la Fiesole.