Luglio 2007


Una cosa è chiara: se questa dovesse essere la Fiorentina 2007/08, con o senza Bojinov, saremmo senz’altro più deboli, non ci sono dubbi.
Detto questo, vorrei però ricorrere ad una metafora legata ai miei tanti tentativi di avere un profilo fisico accettabile.
Ecco, è come quando cominci una dieta, oppure decidi che da domani il tuo stile di vita cambierà e che dedicherai almeno trenta minuti al giorno all’esercizio atletico.
Ci pensi a pancia piena e ben riposato e tutto ti sembra se non facile almeno affrontabile.
Poi parti per tenere fede ai tuoi sani propositi e cominci a maledire i minuti che non passano mai mentre corri o quel buco nello stomaco che avverti a mezzogiorno, quando invece del panino burro e salmone ti tocca mangiare una mela.
Con la Fiorentina accade lo stesso: ci siamo spellati le mani per applaudire Della Valle e Corvino per i loro sani propositi di avere una sana gestione, e mi pare inevitabile che della suddetta sana gestione il tetto degli ingaggi sia un’indispensabile architrave.
Ora siamo al buco nello stomaco o alla vista che si abbassa per la fatica che senti mentre corri: vorremmo uno, due, tre strappi alla regola per prendere i giocatori che ci piacciono.
Ma così la dieta salta e la corsa finisce e bisogna ricominciare da zero.
Va trovata la quadratura del cerchio: rinforzare la squadra tenendo fermo il tetto degli ingaggi.
Difficile? Molto, ma mica sono io Corvino…

MI DOVETE SCUSARE SE NON RISPONDO QUASI A NESSUNO, NON E’ PER CATTIVERIA, MA PERCHE’ DA SABATO SAREBBE INIZIATA UNA DELLE MIE DUE SETTIMANE DI FERIE ESTIVE (L’ALTRA E’ A META’ AGOSTO).
COSI’ VADO SU UNA POSTAZIONE INTERNET VERSILIESE, MODERO I COMMENTI E SCRIVO OGNI TANTO.
DICE: MA UN PORTATILE, NO?
AVETE RAGIONE, MA NON VORREI PAREGGIARE IL CONTO DELLE MOGLI CON QUELLO DEI FIGLI, CHE PER ORA E’ 3 A 2 IN FAVORE DEI FIGLI…

Ecco le dichiarazioni di Gerry Palomba al Corriere dello Sport su Bojinov

“Valeri ha espresso da tempo la voglia di restare a Firenze. Dovevamo affrontare l’aspetto tecnico con Prandelli e l’abbiamo superato. Poi si è posta la questione del rinnovo del contratto: per noi è un aspetto marginale e secondario della vicenda, per la Fiorentina no. Ringrazio la società per la proposta che ci ha fatto, ma riteniamo di non poterla accettare. Ribadisco comunque la volontà del giocatore di voler restare, anche perché sogna di far parte di questo progetto e perché con Prandelli c’è piena sintonia. Ho proposto una strada alternativa: ridiscutere il contrato più in là nel tempo, visto che non scade nel 2008… Corvino ha detto: o il rinnovo o la cessione. Spero che la notte porti consiglio, che la Fiorentina capisca la situazione. Mi viene un dubbio, peraltro: che forse la società viola non crede del tutto nel giocatore e che voglia cederlo. Di certo, non vogliamo essere presi per il collo”.

Capito?
Non vogliono essere presi per il collo perché la Fiorentina ha offerto un milione di Euro netti a stagione dal 2009 al 2011.
Certo dopo le esaltanti prove degli ultimi tre anni è un po’ strano che Corvino si sia permesso di pensare ad ingaggi così bassi per un campione così eccezionale e dotato pure di una grande maturità.
Chiediamo solo a Valeri di perdonarci tutti per avere abusato della sua pazienza echiediamo umilmente scusa per i nostri peccati.
Adesso aspettiamo l’accoppiata Pazzini-Tinti: io sono fiducioso perché i procuratori alla fine fanno quello che gli suggeriscono i loro assistiti, ma non si sa mai…

Mi raccontano i ragazzi del Pentasport a Milano che con Bojinov ci sarebbero difficoltà per il prolungamento del contratto perché il bulgaro non accetterebbe di rinnovare alle stesse attuali condizioni (credo intorno al milione di Euro netti).
Spero non sia vero.
Ricapitoliamo: Bojinov arriva in pompa magna nel gennaio 2005 e gli viene fatto un contratto importante, importantissimo per un ragazzo di 19 anni.
Si fa male quasi subito, poi si fa buttare fuori scioccamente a Genova, insomma non ingrana mai.
Arriva Prandelli e sembra ripartire, ma poi si blocca di nuovo, va di fuori come un matto con Andrea Della Valle a Perugia e passa un mese con i bambini viola alla trave, finisce la stagione.
Passa alla Juve e dopo i fuochi di artificio iniziali trascorre il campionato in panchina; alla Juve è vero, ma in serie B.
Dunque tre anni buttati, o quasi, e adesso per andare oltre il 2009 Bojimov vorrebbe più soldi agitando lo spauracchio dello svincolo a costo zero.
Ma qui siamo tutti impazziti e può anche darsi che ci siano squadre pronte a pagare di più il suo ingaggio però io (sarò un pazzo romantico) ne faccio pure una questione etica.
Che vada pure via Bojinov, se pensa di mettere sotto ricatto la Fiorentina, non ne sentiremo certamente la mancanza.
Ovviamete lo stesso discorso vale parola per parola anche per Pazzini, il cui percorso è stato certamente meno accidentato dell’altro, ma che non può assolutamente chiedere di guadagnare più di adesso.
Una soluzione ci sarebbe per emtrambi: un bel premio di produzione, sostanzioso davvero, da corrispondere ai 19/15/20 gol: chissà che ne pensano Gerry (si scriverà così?) Palomba ed il simpaticissimo Tullio Tinti.

Eh sì, l’astinenza provoca brutti scherzi.
L’astinenza dal sesso, dai piaceri della tavola e pure quella dalle partite.
Accade così che a cinquanta giorni dalla fine del campionato non sappiamo bene come sfogare i nostri sani istinti primordiali legati al tifo e ci immergiamo nel gran fritto del calciomercato.
Il sapore, diciamoci la verità, è per ora quello della minestrina post indigestione: sa proprio di poco.
Ma noi non siamo convalescenti, più semplicemente aspettiamo l’occasione giusta al prezzo giusto.
Certo che con l’astinenza cresce l’impazienza, perché a noi i prezzi sembrerebbero tutti giusti, tanto mica paghiamo noi.
Con l’astinenza crescono pure i vuoti di memoria e così ci siamo scordati che è vero che pagano gli altri (nello specifico i Della Valle), però è già successo che poi ci presentino il conto.
E in quel caso paghiamo tutto, ma proprio tutto: do you remember il primo agosto 2002?

E’ incredibile come per il calcio si perda spesso il senso logico.
Per carità, lo fanno i presidenti (i famosi “ricchi scemi” degli anni sessanta, oggi mi sembrano tutti molto più intelligenti…), figuriamoci se non possono cadere in errore i tifosi.
Prendiamo questa storia di Gilardino: non tengo più il conto di quante persone al giorno mi chiedono se davvero arriva l’attaccante del Milan.
Ma come si fa a pensare che un giocatore di 25 anni, cioè nel pieno nella carriera, perda 1,7 milioni netti l’anno più i ricchissimi premi?
Per cosa, poi?
Per essere allenato da Prandelli invece che da Ancelotti?
Queste sono favole, senza contare che dal punto di vista puramente sportivo un conto è fare la Champions, un altro l’Uefa; un conto è puntare allo scudetto, un altro al quarto posto.
Eppure la bufala di Gilardino continua impunemente a girare e magari qualcuno ci crede pure.

P.S. Non c’entra nulla con il post, ma per una volta sono stato costretto a cancellare alcuni vostri messaggi assolutamente non offensivi che mi chiedevano di commentare alcune dichiarazioni che parrebbero siano state fatte su altri blog contro di me.
Mi spiace e mi scuso, ma era inutile pubblicarli perché non avrei risposto per non entrare in polemica da chi è probabilmente afflitto da deliri di onnipotenza e che non sapendo con chi prendersela continua ad alimentare contrapposizioni senza senso.
Sarebbe stato stupido sprecare un post: meglio un semplice P.S.

Eccoli arrivati i tanto attesi dati Audiradio del terzo bimestre: Radio Blu conta 120.000 ascoltatori nel giorno medio, con un incremento di oltre il 35% rispetto al bimestre precedente.
Nel primo semstre 2007 raggiungiamo quota 99.000 (nel 2006 eravamo a 91.000).
Non voglio fare polemiche con nessuno, ma solo ringraziarvi dell’affetto con cui ci seguite ed il discorso non riguarda ovviamente solo lo sport, ma tutta quella che da 28 anni è la mia famiglia lavorativa.
Grazie davvero, con tutto il cuore, cercheremo ancora di migliorare e..tranquilli che non ci esaltiamo adesso che siamo in piena crescita come non ci deprimeremo domani se i dati dovessero essere più bassi.

Dobbiamo rivalutare sul piano umano Marcello Lippi perché ha capito tutto godendosi il successo del Mondiale come mai avevano fatto gli allenatori che lo avevano preceduto.
Lo so che c’entrano le disavventure giudiziarie del figlio Davide, ma non sono certo che abbia tutta questa voglia di rimettersi in gioco.
Quando tra sei mesi o un anno tornerà in panchina rivedremo quasi certamente il Lippi di sempre, quello quasi arrogante che faceva baruffe con i giornalisti o che diceva ad Agroppi quando perdeva che non aveva tempo per rispondere alle sue domande perché partiva il pullman della Juve, ma per adesso è un grande perché ha dilatato all’infinito la gioia del Mondiale vinto.
Ci riflettevo oggi leggendo l’intervista di Bucchioni su La Nazione: convegni, feste, master, gite in barca, testimonial, ma che vuoi di più dalla vita dopo aver toccato il massimo?
Ripenso a Bearzot, che un anno dopo era fuori dalle qualifucazioni all’Europeo e da mesi sulla graticola perché troppo affezionato ai suoi senatori.
Meglio, molto meglio la pineta di Viareggio ed il ruolo di Padre Nobile del calcio italiano.

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